vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EVOLUZIONE
7
La crescita delle città e degli assi di comunicazione induce una crescita del numero dei
residui. L’aumento del numero dei residui non induce sempre a una crescita complessiva
del Terzo paesaggio, ma porta a una maggiore frammentazione di quest’ultimo. La
frammentazione è un fattore selettivo della diversità: sopravvivono solo le specie il cui
territorio biologico è compatibile con la superficie del frammento. La trasformazione del
territorio che accompagna lo sviluppo porta a un’organizzazione per maglie, membrana
urbana. Lungo i bordi delle grandi città l’urbanizzazione chiude le proprie maglie, lontano
dalle città le maglie restano aperte: le occasioni di continuità biologica diminuiscono con il
chiudersi delle maglie e la diversità si riduce. La moltiplicazione dei residui lungo le maglie
permette di predisporre rifugi per la diversità. La rottura delle maglie è un’opportunità di
comunicazione, la chiusura di una maglia sopprime la possibilità di invenzioni biologiche
derivanti dall’incontro.
SCALA
8
Il Terzo paesaggio non ha scala, copre l’insieme degli ecosistemi in grado di assicurare il
mantenimento di una diversità, va dalle foreste ai licheni. Gli strumenti di osservazione del
Terzo paesaggio vanno dal satellite al microscopio.
RAPPRESENTAZIONE DEI LIMITI
9
La rappresentazione del Terzo paesaggio dipende dalla possibilità di stabilirne i limiti
geografici. I limiti diventano visibili alle frontiere tra i residui e i territori sottoposti a
sfruttamento. Un residuo evolve verso la foresta, i suoi limiti possono essere confusi con
quelli di una foresta gestita dall’uomo, ma questi limiti esistono perché una foresta
cresciuta su un residuo presenta sempre una diversità superiore. La continuità tra insiemi
primari e residui offre alla diversità una continuità territoriale. La continuità territoriale
appare in modo “cospicuo” nel caso di riserve ben costituite o nel caso di una continuità
tra residui e riserve o insiemi primari. Altrove, appare sotto forma di linee: corridoi biologici.
RAPPORTO CON IL TEMPO
10
Il Terzo paesaggio evolve nella dipendenza dalle modalità biologiche, che dipende dalle
necessità di adattamento all’ambiente; l’evoluzione è tanto più complessa quanto più
numerosi sono gli esseri presenti. Il programma di evoluzione è imprevedibile lungo l’asse
temporale, ma è possibile ricostruire con qualche approssimazione i termini della
sequenza evolutiva: incolto giovane, incolto spinoso, pre-prato, prato stabile, torbiera
aperta, torbiera chiusa, ma non è possibile fissarne il calendario con precisione.
RAPPORTO CON LA SOCIETA’
11
Dal punto di vista della società, il Terzo paesaggio appare come uno spazio naturale
(assunzione di responsabilità sul terzo paesaggio da parte dell’istituzione), uno spazio per
il tempo libero, uno spazio improduttivo (disinteresse da parte dell’istituzione) oppure uno
spazio sacro. L’assunzione di responsabilità sul terzo paesaggio da parte dell’istituzione
porta a sottoporlo a protezione, quindi esso viene posto sotto sorveglianza, e organizzato
per non cambiare nel tempo. La modificazione delle forme, la successione delle specie, il
meccanismo dell’evoluzione propri del Terzo paesaggio sono incompatibili con la nozione
di patrimonio. Il disinteresse per il terzo paesaggio da parte dell’istituzione garantisce
invece il mantenimento e il dispiegamento della diversità. Le ragioni del disinteresse
stanno nello sfruttamento impossibile irrazionale o non redditizio del luogo o nello spazio
non strutturato, scomodo, di risulta, di scarto.
RAPPORTO CON LA CULTURA
12
Il Terzo paesaggio può essere considerato come frammento condiviso di una coscienza
collettiva a patto di situare la condivisione nell’ambito di una stessa cultura. Da un punto di
vista culturale esso si manifesta in riferimento al territorio, organizzato e in opposizione a
quest’ultimo. La rappresentazione di un territorio organizzato varia secondo le culture.
MANIFESTO (obiettivi)
Sull’estensione: facilitare la creazione di spazi di Terzo paesaggio di grandi dimensioni e
prevedere la continuità biologica.
Sul carattere: considerare la mescolanza planetaria come un motore dell’evoluzione e
fornire a chi usa un ambiente le precauzioni necessarie alla manipolazione degli essere da
cui dipende.