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La crisi del modello storico letterario

Entrando un po' nel merito delle questioni che possono accompagnare questo percorso storico letterario, innanzitutto dobbiamo chiederci cosa è la letteratura e perché è in crisi il modello storico letterario. Dobbiamo partire dal presupposto che cosa è successo in questi ultimi '50-70 anni, cioè quando è entrato in crisi quel modello della storia letteraria nazionale. È entrato in crisi quando sono entrati in crisi i sistemi nazionali, d'altronde è sotto gli occhi di tutti la crisi dei sistemi nazionali che è una crisi che oggi, in questo momento storico stiamo pagando personalmente tutti noi, pensiamo alla contrapposizione tra sistema sovranazionale (Europa) e il sistema sottonazionale (le regioni italiane) tutto questo ha una parte anche nella gestione di questa pandemia e nella difficoltà di dare risposte a questo momento storico così complesso come quello che stiamo vivendo oggi. Però

culturalmente tutto ciò è già stato individuato, cioè i nostri storici della letteratura, i quali si occupano del pensiero complesso, avevano già individuato che la crisi dei sistemi nazionali era avvenuta dopo la 2° guerra mondiale, cioè quando quei nazionalismi che avevano condotto tutta l'Europa a quella guerra terrificante, ma soprattutto a quegli esiti fascismo/nazismo di battaglia così devastanti sui popoli e per l'Italia così decisivo, la quale si ritrovò divisa come lo era stata nel corso dei secoli e si ritrovò anche nella 2° guerra mondiale di nuovo campo di battaglia, così come lo era stata per tutto il Medioevo. Infatti, dobbiamo pensare a quanto è stata campo di battaglia degli schieramenti europei: francesi, spagnoli e diciamo tedeschi, tedeschi in un ambito generale ma austroungarici e quelli che ci sono stati in Italia e che hanno partecipato alle grandi dinastie che tentavano di ricostruire quello.che rimaneva del dell'impero romano (come il tentativo di CarloMagno del sacro romano impero). La crisi dei sistemi nazionali in Italia si è vista più che altrove tant'è vero che in Italia poi parlare di nazione non se n'è potuto per almeno trent'anni, infatti non veniva insegnato nelle scuole neanche l'Inno d'Italia. Insomma parlare di nazione era quasi scabroso e si parlava genericamente di paese però poi dopo abbiamo ritrovato un sentimento nazionale con qualche vittoria che scopriamo nazione in determinate situazioni. Ma perché la letteratura e la storia civile in un paese vanno sempre di pari passo e quindi questo è sempre valso per l'Italia dove effettivamente la storia letteraria è sempre stata fortemente identitaria al contrario della storia politica, cioè quando per esempio scrive Dante: ci sono i comuni della zona della Toscana In alcune zone del nord Italia, c'è lo.

Stato della Chiesa il Papaa Roma, nell'Italia meridionale c'è stato Federico II e ora ci sono ci sono gli angioiniinsomma ci sono dinastie contrapposte in Italia ma quando Dante scrive pensa volgareillustre che gli unifichi che secondo lui vale la pena di coltivare in contrapposizione allatino che è una grande rivoluzione, una grande presa di coscienza nonostante dinazione non si parli. Pensiamo a Macchiavelli che pensa ai principi italiani dellesignorie che hanno Mantova Milano che hanno i ducati che hanno piccole zoned'influenza e chiede a loro di mettersi insieme, di smetterla di andare l'uno control'altro per fondare una Italia. Macchiavelli già pensa a una repubblica e siamo nel 1500cioè nel corso della storia ma chiaramente questa crisi del canone che in Italia siriflette soprattutto nei manuali di storia letteraria ci impedisce di dare un canone nel900. Il moltiplicarsi però dei punti di vista genera una

Moltiplicazione di storia peraltro tutte legittime quindi noi dobbiamo sempre scegliere una di queste storie non più una unica, siamo sommersi da cultura. Oggi, tutti parlano di cultura ma la verità è che quando andiamo a riempire di contenuti questa parola non sappiamo più di che cosa parliamo. Cioè non abbiamo più dei veri e propri punti di riferimento, cioè se ci chiedessimo chi è il poeta italiano più grande vivente? chi è il più grande scrittore italiano vivente? Era una cosa piuttosto chiara fino agli anni '70, primi anni '80, in questi anni vivevano ancora Montale e Calvino e quindi averli come punti di riferimento ma oggi Chi è lo scrittore? Chi è il poeta? Negli anni '70 c'era Pasolini che scriveva sul corriere della sera e scriveva cose che valevano per tutti gli italiani, ma la grande stagione degli intellettuali soprattutto dei poeti sembra essere finita per sempre sebbene ogni

Tanto quale notizia ci riconforta perché basti pensare che adesso la Repubblica sta mandando in stampa libri di grandi poeti non solo italiani ma del mondo. Tuttavia siamo in difficoltà quando dobbiamo stabilire un canone preferiamo i canoni degli antichi sono più rassicuranti cioè nessuno mette in dubbio che i tre grandi del 300 sono Dante, Petrarca e Boccaccio sebbene anche loro sono accompagnati da tanti altri minori. C'è inoltre una moltiplicazione delle bibliografie, sono sterminate cioè enormi. Ognuno è diventato lo specialista dell'unghia, del dito mignolo della mano sinistra e ha perso la visione del tutto, ora le visioni tuttologhe sono sempre visioni molto parziali però forniscono quel quadro generale che tutto sommato è necessario; la cultura generale è un'esigenza di cui abbiamo bisogno per riconoscerci. Nessuno quando va a fare il catechismo pretende di imparare tutta la dottrina cattolica.

Dei padri della chiesa. Quando si fa il catechismo si imparano due cose fondamentali: il padre nostro e il credo; il credo oggi è stato riformato con grande difficoltà però nelle chiese non si riesce poi a sentirlo nella nuova pronuncia, cioè con la nuova traduzione che è stata fatta. Il credo però raccoglie alcune caratteristiche che ci portano nel cuore della dottrina Cristiana, racchiude tutti i fondamenti della dottrina Cristiana ivi compresa l'incarnazione di Cristo attraverso Maria. Un grande storico dell'arte inglese Gobridge che proponeva una sorta di manuale per la cultura generale credeva che la nostra civiltà si è fondata nel mediterraneo, ha avuto come padri i greci, poi è stata trasformata nell'impero romano poi nel medioevo è stata traghettata fino a noi attraverso il Rinascimento. E così via dicendo che quello era un canone occidentale un credo della cultura occidentale nei valori.

dell'umanesimo e dell'humanitas che certamente andava contraddetto di volta in volta dallo studio specialistico. Nello stesso tempo però affrontava i caratteri nodali di quello che è essenziale per noi conoscere per non negare la dottrina dei nostri padri perché nella scuola e quindi nella letteratura o anche se volete vale l'inverso nella letteratura e quindi nella scuola la tradizione ha la sua parte più evidente cioè dire letteratura significa dire se ci dovessimo chiedere Che cos'è la letteratura? Risponderemmo che la letteratura è la letteratura. Cioè utilizzereste una figura retorica che conferma quello che si dice perché è difficile definire la letteratura. L'unica definizione possibile di letteratura è che la letteratura è tutto quello che noi riconosciamo come letteratura e dove si codifica il riconoscimento della letteratura soltanto nella scuola. Allora che cosa succede?quando noi non abbiamo più una scuola che riconosce una tradizione, riconosce una letteratura che noi non abbiamo più in riferimento a un canone di letteratura. Esempio qualunque scrittore per scrivere deve avere dei modelli, nessuno impara a scrivere da solo, ma come li insegniamo a scrivere qualcosa che riguarda noi stessi che riguarda la descrizione di quello che ci sta attorno attraverso l'exemplum, gli esempi, che più sono alti (ben fatti, scritti bene, pieni di particolari) più si provoca l'innalzamento del pubblico proprio di quelli che si addestrano alla letteratura, quelli che fanno questo lavoro di imitazione tutto ciò accade anche ai grandi scrittori nessuno scrittore impara da solo. Dante per farsi guidare nel viaggio di sé stesso e soprattutto nel viaggio artistico della conoscenza, dell'acquisizione della coscienza di sé prende come maestro, un maestro della cultura occidentale cioè Virgilio. Luinonpuò farlo da solo questo viaggio ha bisogno di una guida; nessuno di noi può fare da solo un viaggio: l'autodidatta è bello, però l'autodidatta prende sentieri faticosi allora la scuola serve a dare dei modelli dei maestri. Ma i maestri che modelli hanno se non altri maestri. Dante, Virgilio non l'ha mai conosciuto di persona poiché Dante vive nel 1300 d.C. (1265-1321) a cavallo tra XIII-XIV sec. muore quindi 700 anni fa. Virgilio è vissuto a cavallo del I secolo a.C. I secolo d.C. Cioè è vissuto 1300 anni prima di Dante la conoscenza tra i due è puramente intellettuale è avvenuta soltanto attraverso la lettura, cioè la lexio di Virgilio è sempre viva attraverso la sua scrittura e questo diciamo così è quello che caratterizza la nostra civiltà occidentale noi acquisiamo conoscenza di noi stessi attraverso la scrittura che non è soltanto un segno grafico ma è

Spesso un segno di conquista del sé perché non esiste una grafia uguale alle altre. Quindi la scrittura a mano è fondamentale, noi nuovi insegnati dobbiamo apprendere che i bambini traccino la loro grafia sul foglio. Tracciare un segno non è soltanto mettere giù uno scarabocchio ma è esercitare il cervello e la mano in un certo modo in modo da conoscere meglio noi stessi. Questa è la grande lezione che ci viene dalla letteratura ma questa è la lezione che ci viene data dalla letteratura soltanto quando la letteratura diventa scuola, cioè quando in contemporanea la letteratura determina quel canone di riferimento che nella vita scolastica anche se noiosamente funziona come una sorta di credo. Non se Petrarca e Dante sono uno più bravo e l'altro meno bravo però Dante è stato il padre della lingua e Petrarca ha migliorato la nostra poesia. Dante ha scelto da un lato il suo maestro di scuola, Brunetto Latini,

lo mette pure all'inferno perché era un omosessuale, forse oggi si direbbe addirittura pedofilo, ma gli dà il merito di avergli insegnato a leggere e scrivere tutto quello che gli serviva per entrare in contatto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giadadileo98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Imbriani Maria Teresa.