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FALSITA’ - ESTRANEITA’ CULTURA ROMENA ATTUALE

PROPOSTE PER USCIRE DA QUESTA FALSITÀ’ : NO ALLA MEDIOCRITA’ —> imparare a capire cosa è di

valore e cosa non lo è.

Questione dello spirito critico che porta a una selezione di testi. Non ci troviamo più nell’età in cui tutto era da fare,

come la generazione precedente (Radulescu ’48), occorre creare una letteratura che sia di valore, buona e valida. Le

cose malfatte sono inutili e dannose perché rovinano lo spirito di un popolo. Vengono usate come punti fondamentali

per esemplificare questa teoria la Letteratura, l’Arte, la Scienza e la Politica.

A partire dal ’68 ci si rende conto che occorre fare una letteratura diversa rispetto a come si faceva precedentemente,

in quanto la Romania di Maiorescu non è più quella dei principati di inizio ‘800, vive in un tempo storico differente

e propone un approccio più moderno alla letteratura.

La cultura è fondamentale e deve essere autentica, non può essere falsa. La cultura autentica viene identificata in

quella contadina, mentre la cultura colta è in gran parte di importazione, quindi non autentica.

Durante gli anni ’70 dell’800 la letteratura romena si classicizza, in alcuni autori tocca un punto di perfezione molto

alto.

Questi nuovi autori rappresenteranno dei nuovi modelli:

- Eminescu

- Creanga

- Caragiale

- Slavici: per una serie di questioni legate alle sue idee politiche passa in secondo piano, viene un po’ estromesso dal

canone. E’ vicino ad Arad nel Banato, si trasferisce presto a Bucarest, rimanendo però un soldato fedele dell’impero.

Durante la I guerra mondiale collabora con l’occupazione tedesca a Bucarest, era un antisemita.

Ion Luca Caragiale 1852-1912

Viene tutt’ora concepito come un autore attuale. La famiglia Caragiale è di probabile origine greco-macedone, ebbe

inizio in Romania ad opera di Vlidico, fuggito al tempo della guerra russo - turca del 1767 - 1774. Si sposò con una

transilvana dalla quale ebbe un unico figlio di nome Stefan che apprese l’arte drammatica e fu particolarmente

apprezzato nell’interpretazione di opere greche. Ebbe tre figli: Costache, Iorgu e Luca, i primi due si dedicarono al

teatro, l’ultimo si ritirò nel villaggio di Haimanale in Valacchia. Ebbe un figlio di nome Ion Luca, dopo aver

frequentato le scuole fu iscritto ad un corso di recitazione. Dopo la morte del padre si trasferisce con la madre e la

sorella a Bucarest dove lavorò come suggeritore e copista al teatro e correttore in una tipografia. Successivamente

lavorò come correttore per diversi giornali: dal Libero elettore a L’unione democratica.

Dopo lo scoppio della guerra russo - turca fondano Federico Damè il giornale di notizie Natiunea Romana; fu anche

collaboratore di una piccola rivista satirico - politica.

Nel frattempo si occupava anche di teatro che attaccò duramente sulla rivista Romania Libera e tradusse alcuni testi

come la Lucrezia Borgia di Hugo.

Nel 1877 entra nel quotidiano conservatore Timpul con Eminescu e Slavici, un anno dopo venne introdotto da

Maiorescu alla Junimea alla quale lesse con grande successo “Una notte burrascosa”.

Nel 1891 presenta all’Accademia per un premio letterario il dramma “La calunnia”, ma il premio gli fu rifiutato a

causa del probabile antinazionalismo della sua opera.

Diresse la rivista umoristica La fandonia romena e successivamente con insieme a Slavici fondò Il focolare, una

rivista letteraria molto seria e a carattere divulgativo. Per quanto riguarda la politica si iscrisse al partito radicale,

sostenendo però la sua fusione con quello conservatore. Dopo alcune vicende decise di stabilirsi in Germania per

vivere più tranquillamente e dedicarsi alle sue passioni, tra le quali la musica. Nel 1908 ritorna in Romania ed entrò

nella vita politica, non riuscendo però a farsi eleggere come deputato, decise quindi di vendere tutti i diritti per la

rappresentazione delle sue opere al Teatro Nazionale di Bucarest e ritornò a Berlino dove morì nel 1912.

Quando presentò una sua opera alla Junimea aveva già esperienza per quanto riguarda la vita del teatro romeno e le

sue esigenze e necessità.

Scrive anche una serie di Bozzetti che sono un genere a metà tra la prosa e la poesia. Nelle sue commedie critica le

forme senza contenuto, sono delle vere e proprie satire di costume, si critica la superficialità della cultura della

classe medio/alta del suo tempo. Tutte le sue commedie hanno un’ambientazione urbana, si svolgono tra i centri e le

periferie.

La commedia “Una notte burrascosa” segue le rigide norme classiche dell’unità di tempo, luogo e azione, l’autore

però dà grande vivacità alle scene. Ci presenta la mentalità di tutta una classe, utilizza un gergo

semidialettale e grossolano in cui le parole vengono deformate.

Nel 1880 sul Convorbiri literare (organo del circolo letterario Junimea) appare una farsa de “Il signor Leonida di

fronte alla reazione”, è particolarmente umoristica, esalta l’operato di “Galibardi”.

“Una lettera smarrita”: venne rappresentata il 13 novembre del 1884 ed ebbe un grande successo. L’intreccio è vario

pur mantenendo l’unità d’azione e svariati colpi di scena prodotti dalle perdite e dai vari ritrovamenti della lettera. E’

una satira feroce contro il parlamentarismo importato da occidente e imposto al popolo romeno impreparato per

ragioni storiche e tradizionali. L’azione è ambientata in provincia, qui i fatti anche quelli più meschino si ricoprono

di ridicolo a differenza dello scandalo della grande città.

Zoe è l’unica protagonista femminile, vede l’adulterio come qualcosa di normale, è solo preoccupata di mantenere il

suo buon nome e di mantenere il posto di prima dama della città. Anche in questa commedia i nomi e la lingua

corrispondono perfettamente ai personaggi.

L’ultima commedia “Cose di carnevale” del 1885 si basa sulle bizze di amanti ed equivoci che vengono prodotti da

scambi di costumi carnevaleschi intorno alla figura di un rubacuori popolano.

“La sventura”: affine a una parte delle novelle (che hanno tematiche varie, sono però ambientate in campagna, i temi

centrali sono quelli del naturalismo psicologico, con un’indagime dei temi della malattia e della follia).

Novelle:

- Un cero pasquale: ebreo che impazzisce e afferma di essere un goi

- Peccato: figlio illegittimo si innamora della sorellastra, vengono entrambi uccisi

- All’osteria di Manjoala: un giovane si reca di sera alla festa di fidanzamento, dopo lo scoppio di una bufera viene

trattenuto da una bellissima ostessa; il suocero per riaverlo indietro dovrà farlo internare in un monastero poiché era

impazzito.

Ion Creanga 1839 - 1889

La sua produzione si colloca nell’ambito della tipologia della cultura popolare. Tra le sue produzioni ricordiamo le

“Favole colte”, “Aneddoti”, e “Ricordi d’infanzia”. Anche la sua attività letteraria si racchiude nel periodo di

Caragiale tra il 1875 e il 1882.

Rappresenta l’ideale di scrittore capace di attingere dalla letteratura popolare per creare una letteratura colta —>

rielabora i modelli originari creando un nuovo prodotto colto.

Egli compie questa azione dall’interno, proprio perché le sue origini erano popolari, al contrario di molti altri

scrittori che si avvicinano al mondo rurale dall’esterno, come se fosse qualcosa di estraneo.

“Ricordi d’infanzia”: è una biografia romanzata, sono rappresentati diversi elementi che compongono la società

romena del tempo.

Creanga e Caragiale ci propongono due tipi di realismo differenti, Caragiale un realismo cittadino (Valacchia del

sud) rappresenta una borghesia medio alta, Creanga rappresenta invece i contadini della Moldavia e il suo è un

realismo rurale.

Slavici rappresenta i romeni dell’impero austro ungarico, un mondo diverso dai precedenti -—> la classe media è un

po’ campagnola, ma è già urbanizzata. Il Banato costituisce infatti una realtà a parte. Il suo sarà un realismo

naturalista. Scrive anche teatro e alcune favole del genere delle Basm cult. E’ da ricordare il romanzo “Mara” e

“Moara cu Noroc” (Il mulino della fortuna) che racconta della discesa all’inferno di una persona comune. Egli

rappresenta una via di mezzo tra Creanga e Caragiale.

- Caragiale: a sud nella Valacchia, classe media con aspirazioni dello spazio urbano

- Creanga: nord est, nella Moldavia con i contadini

- Slavici: nord ovest in Transilvania con protagonisti la classe media della provincia transilvana. Qui ci sarà una

pluralità culturale dello spazio transilvano, ciò non accade in Creanga, ma accade in parte con Caragiale con una

pluralità culturale che rimanda all’elemento greco.

Tra i tre grandi autori ricordiamo il quarto: Eminescu che rappresenta qualcosa di diverso. Si afferma come poeta

nei primi decenni del Novecento, rappresenta la massima espressione dello spirito romeno. Scriverà anche prosa e

teatro. Verrà aiutato da Maiorescu che pubblicherà il suo volume di poesie. Avrà un decennio circa di attività,

debutta nel 1866 nella rivista Familia, la sua attività più importante sarà tra il 1870-71 (che è il periodo centrale

dello sviluppo della letteratura romena).

Eminescu incarna l’ideale del bello eterno, del sublime e le sue poesie sono collocabili nel filone del tardo

romanticismo. La grande rivoluzione che attua è linguistica e i testi che verranno pubblicati sono il frutto di un

enorme lavoro. La sua presenza è così forte che tutta la poesia dei primi decenni ne soffrirà. La sua rivoluzione

produce una sorta di blocco.

Mihail Eminescu

Nasce in Moldavia settentrionale probabilmente il 20 dicembre 1849.

Nel 1870 invia alla Convorbiri Literare la famosa poesia Venere si Madona che fu giudicata da Maiorescu come

eccellente, troviamo un contrasto tra il demone della carne e la purezza dell’anima. Farà parte dall’ottobre del 1869

della Romana Juna.

Intraprende una carriera giornalistica come redattore al Curierul de Iasi e poi successivamente al Timpul di Bucarest

con Caragiale e Slavici fino al 1883. Il giornalismo per lui è libero da partiti ed egli cerca di rivelare i mali che

affliggevano la Romania esponendoli con grande sincerità e indicandone i rimedi: si scagli contro coloro che

imponevano allo stato romeno principi e leggi che erano tipici di paesi occidentali, incompatibili con le tradizioni

romene. Tradizionalismo e nazionalismo sono i principi fondamentali di tutta la sua op

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
34 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/17 Lingua e letteratura romena

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dudetta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura rumena e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Merlo Roberto.