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Estratto del documento

LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA

La concorrenza monopolistica è una forma di mercato che come la concorrenza perfetta il

numero delle imprese tende a + ∞, però le merci che queste imprese producono non

sono merci omogenee ma differenziate ovvero sono diversi quindi cè una politica di

marca (la marca differenzia il prodotto)

La politica della marca si usa per inclinare la curva di domanda (non è più orizzontale

come la concorrenza perfetta) quindi l’impresa ha un elevato incentivo di adottare

politiche di differenziazione mediante la pubblicità

La pubblicità può essere vista in maniera positiva o negativa

Quindi avere una curva di domanda dell’impresa non orizzontale fa si che il prezzo

diventa una variabile e lo si può fare 45

Quindi i prezzi variano e le vendite diminuiscono ma non vanno a 0 (come in concorrenza

perfetta)

Le imprese possono aumentare il prezzo di vendita quindi :

P > CM πN + πA IL MONOPOLIO

Il monopolio è la forma di mercato dove si evidenzia di più l’inclinazione della curva di

domanda dell’impresa (è l’opposto di una forma di mercato in concorrenza perfetta)

La teoria del monopolio è una teoria dove vi è un’impresa che produce un’unica merce

Qui la curva di domanda del monopolista coincide con la curva di domanda di mercato e

presenta una inclinazione negativa ed è :

È la curva di domanda di mercato ma è anche la curva di mercato dell’impresa del

monopolista perché a quantità corrisponde a un prezzo (q1 porta a p1 o q2 porta a p2)

Quindi le 2 curve coincidono ma non sono uguali

Se il monopolista alza il prezzo le sue vendite si riducono e non vanno a 0

Quindi il prezzo diventa una variabile e tra le decisioni di p e q vi è una relazione

RT = p * Q

E più aumenta il prezzo minore sarà la quantità

Il problema per il monopolista è massimizzare il profitto, quindi controllerà RM e CM

Se vediamo RM sappiamo che :

RT = p * Q

p = f (Q) e p = α – βQ 46

Quindi se :

RT = p * Q

P = α – βQ

RT = (α – βQ) * Q = αQ – Βq^2

Drt / Dq = RM scritta meglio

RM = α - 2βQ

La differenza tra p e RM è l’inclinazione della curva, dove RM ha una inclinazione doppia

quindi :

Perché la curva del RM sta sotto la curva di domanda ?

Per 2 motivi :

1) siccome aumenta Q il prezzo di tutte le quantità che vende si riduce

2) lo dice la definizione di RM

Unendole il RM sarà inferiore al p 47

Se vediamo CM dobbiamo riprendere la curva di domanda di mercato in una concorrenza

perfetta e la curva di offerta :

Qd = ∑ q1 + q2 +q3 …… qn

Se la curva di offerta è orizzontale :

Il marcato sarà :

se cambia la struttura dell’offerta dove il mercato viene monopolizzato da una sola

impresa (si passa da n° imprese + ∞ a n° imprese = 1 ) e la curva di offerta diventa

la curva del CM dell’impresa e qui cambia perché essendo in un mercato monopolista io

so che RM deve essere uguale a CM quindi : 48

RM non deve essere superiore CM

Quindi rispetto ad una concorrenza perfetta la produzione diminuisce ma i prezzi salgono

e :

Pm > Pc e Qm < Qc

E questo dimostra come la monopolizzazione del mercato porta Q a ridursi se p aumenta

Possiamo dire che il RM è sempre inferiore al prezzo

Perché il monopolio non taglia di più la produzione aumentando il prezzo ?

Perché se diminuisce ancora la produzione il suo CM sarebbe minore al RM

Le implicazioni di welfare (social welfare) del monopolio o della concorrenza perfetta non

hanno nulla a che fare con lo stato sociale

E questo ci fa capire se il comportamento del monopolista è conveniente o no con il

social welfare e questa questione è l’implicazione welfare del monopolio

Questo dimostra il fallimento di natura microeconomica causato da una struttura

monopolistica (il monopolio crea un fallimento di mercato)

Vi sono 3 nozioni di efficienza :

1) efficienza produttiva

2) efficienza dinamica

3) efficienza allocativa

efficienza produttiva : capacità di una impresa o di un Intero paese di produrre a costi

bassi

efficienza dinamica : capacità di innovare e fare innovazione di prodotto

efficienza allocativa : allocazione delle risorse appropriata e “giusta” in un’economia di

mercato dove si ha una determinata entità di risorse produttive (k e

l) che sono date e non illimitate ma anzi scarse, per questo motivo

bisogna cercare di allocare le risorse in maniera efficiente

dobbiamo dimostrare la proprietà di efficienza allocativa (EA) in un mercato di

concorrenza perfetta 49

consideriamo un mercato perfettamente concorrenziale

Dobbiamo ridefinire la curva di domanda di mercato

Se la gente compra Qd1 vi sarà p1 (i consumatori sono disposti a pagare p1) se siamo a

Qd2 i consumatori sono disposti a pagare p2 ; questa disponibilità dimostra il beneficio

marginale dei consumatori (BM) (indica quanto aumenta l’interesse del consumatore)

Quindi la curva di domanda di mercato può essere reinterpretata anche come la curva

del beneficio marginale del consumatore

Ora dobbiamo ridefinire anche la curva di offerta di marcato

Essa può essere ridefinita la curva del CM della società

Dopo aver ridefinito Qd (BMa) e Qs (Cma) possiamo vedere : 50

Se ci fosse q1 ci sarebbe un CM elevato e si sta allocando troppe risorse per la

produzione di qc e quindi bisogna diminuire la produzione, se fossimo a q2 vi è un BM

elevato e si sta allocando troppo poco per la produzione di qc ma se siamo a qc vi è

efficienza allocativa (corretta)

Però nel caso del monopolista vi è una perdita di efficienza allocativa perché qm è

inferiore a qc

Infatti :

vi è un conflitto di interessi tra la società e il monopolista

ma non è sufficiente dire solo questo, bisogna dimostrare che il monopolio porti ad una

perdita seria al netto dei vantaggi che la situazione di monopolio obbliga il monopolista

bisogna introdurre il surplus del consumatore ma per farlo bisogna fare riferimento alla

curva di domanda o alla curva di beneficio marginale 51

Per ogni dato preso dalla curva la superficie del triangolo sotto tale curva è definita

surplus

Se consideriamo un mercato di concorrenza perfetta

A quanto ammenta il surplus del consumatore di un mercato di concorrenza perfetta ?

È quella del triangolo aPcm

Se il mercato viene monopolizzato cosa succede al surplus ?

Si riduce in quanto il surplus è quella del triangolo aPmc (vi è sempre un surplus ma è

minore)

La differenza è il trapezio rimanente e se lo osserviamo meglio possiamo dire che il

rettangolo (Pm, Pc, n, c) è la differenza tra Pm e Pc ed è l’extraprofitto che fa il

monopolista che è inferiore alla riduzione del benessere dei consumatori al netto dei

vantaggi ottenuti dal monopolista (cnh) (perdita secca del monopolio)

Quindi la riduzione del surplus dei consumatori ci dimostra la diminuzione di EA e anche

tenendo conto dell’extraprofitto del monopolista rimane una conseguenza negativa del

monopolio

Questo dimostra che il monopolio comporta una fallimento microeconomico del mercato

ed è necessaria una regolazione anti trust dove ci sono 2 ipotesi :

1) conviene eliminare il monopolio mediante degli strumenti

2) posso arrivare comunque al monopolio ma devo valutare e modificare la politica del

prezzo (che deve essere simile a un mercato di concorrenza perfetta) quindi va bene il

monopolio ma la politica del prezzo deve essere come un mercato di concorrenza

perfetta (P ≠ Pm ≈ Pc)

la 1°ipotesi può creare dei problemi e vi è un dibattito per capire quali delle 2 ipotesi

bisogna applicare 52

in America vi è il Scherman Act (1890) e in Italia vi è l’AGCM (1990) che regolano l’anti

trust

noi siamo arrivati un secolo dopo perché l’economia italiana è più piccola e più aperta e

vi è una relazione tra dimensione di economia e grado di apertura al commercio

internazionale (importazioni ed esportazioni) dove le economie di maggiore dimensione

sono le più chiuse

Le esigenze di regolare l’economia (anti trust) risente molto dell’apertura del mercato

perché il commercio internazionale disciplina le imprese esistenti (anche senza anti

trust), ecco perché in Italia l’anti trust è arrivato dopo.

OLIGOPOLIO

Nell’oligopolio il numero delle imprese quindi :

+ ∞ N° 1 (non tende a ∞ ma è maggiore di 1)

Questo è il mercato del mondo reale, perché ci sono dei vantaggi dimensionali

La dimensione di una impresa conta sulla perfomance di impresa/profitto perché ci sono

economie di dimensione che passano attraverso costi di produzione inferiore per le

imprese maggiore dimensioni (economie di scala)

Quindi vi è una relazione tra la scala dimensionale (ovvero la q che incide sulla

dimensione dell’impresa) (varia nel lungo periodo) e i costi medi di lungo periodo (CMLP

o LARC) 53

All’aumentare della dimensione dell’impresa i costi medi tendono a ridursi

Rifacendo il grafico

Vi è un punto dove CMLP di riduce finchè poi smette (se continuassero a diminuire, i costi

diventerebbero minori di 0)

Perché esistono le economie dimensionali ?

Le imprese che decidono di adottare innovazioni tecnologiche e si danno una scala

dimensionale che supporti queste innovazioni, possono incrementare l’efficienza e quindi

la produzione

Se consideriamo il punto dove CMLP non scende più :

La DME è la dimensione minima che l’impresa deve anche per essere un produttore

efficiente

I meccanismi di mercato incentivano le imprese a raggiungere questa dimensione (il

mercato favorisce la ricerca di efficienza produttiva) 54

Se vi sono 2 imprese a e b (guarda su), l’impresa a ha uno svantaggio competitivo dal

lato dei costi (costi unitari superiori) (non riesce ad essere competitivo) e l’impresa a è

incentivata ad avere una dimensione minima efficiente

La DME rapportata alla dimensione del mercato ci fornisce una teoria della

concentrazione che spiega il numero delle imprese esistenti)

Quando le imprese sono incentivate a raggiungere DME, il numero delle imprese è dato

dalal dimensione del mercato rapportato alla DME quindi :

N° = s / DME scritto meglio :

ed N sarà :

+∞ N 1

Questo dimostra come l’oligopolio è la forma di marcato più osservata nella realtà (N è

limitato) e molto diffusa

Ora bisogna capire come si comportano

Dettagli
A.A. 2016-2017
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.chiaro72 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Venturini Luciano.