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Estratto del documento

P

P 1 Una diminuzione

dei prezzi non modifica

il livello dell’output

P

2 Y* Y

Il lato della domanda

(la spesa totale)

• Come sappiamo, in un’economia aperta, la spesa totale è

divisa in quattro componenti: consumi (C) investimenti (I),

spesa pubblica (G) ed esportazioni nette (NX)

• La somma di queste quattro componenti costituisce il reddito

nazionale che, secondo il principio del flusso circolare, è

uguale alla domanda aggregata (E) e al PIL reale (Y) :

C + I + G + NX = E = Y

• Ricordiamo quali sono le determinanti di ogni singola

componente della spesa totale

La spesa in consumi

• Le famiglie prendono decisioni su consumo e risparmio dopo

aver versato una parte del loro reddito alla pubblica

amministrazione sotto forma di imposte nette (imposte meno

trasferimenti). Assumiamo che le imposte nette siano ottenute

moltiplicando l’aliquota media costante t per il reddito

nazionale: 

T = t Y

• Assumere t come costante è una semplificazione del mondo

reale perché nella maggior parte dei paesi industrializzati il

sistema di imposizione fiscale è progressivo

La spesa in consumi

• Il reddito che resta alle famiglia dopo aver pagato le imposte è

il reddito disponibile Y :

D

Y = Y – T = (1 – t)Y

D

• Al fine di accrescere il loro patrimonio e la spesa nel futuro, le

famiglie detengono una parte del loro reddito disponibile sotto

forma di risparmio S . La quota del reddito delle famiglie

H

destinata all’acquisto di beni di consumo sarà, allora, pari a:

C = Y – S = Y- T – S

D H H

• Nei principali paesi avanzati i consumi sono pari ai 2/3 del PIL

La spesa in consumi

• Assumiamo che la spesa in consumi venga suddivisa in una

parte che non dipende dal reddito e che denotiamo con C 0

(livello di consumi di base) e in una parte che è funzione

positiva del reddito disponibile C x Y (il parametro C è la

D

y y

propensione marginale al consumo). Possiamo allora

esprimere la spesa in consumi come una funzione lineare del

reddito:  

C = C + C Y = C + C (1 – t)Y

D

0 y 0 y

• Questa funzione del consumo è una semplificazione del

mondo reale. Le determinanti del consumo non si esauriscono

nel solo reddito disponibile.

Altre determinanti della spesa in consumi

La funzione del consumo

• La funzione del consumo è espressa in forma lineare. Il

parametro C (intercetta) è il livello del consumo quando il

0

reddito disponibile è zero (può essere interpretato come l’ammontare

del patrimonio a cui le famiglie devono rinunciare al fine di restare in vita

in assenza di reddito)

• La propensione marginale al consumo (PMC), denotata dal

parametro C (inclinazione) , indica di quanto variano i

y

consumi se il reddito disponibile varia di 1 euro.

• C > 0: se il reddito aumenta, le famiglie accrescono il

y

consumo. C < 1: quando il reddito aumenta, le famiglie

y

aumentano anche il risparmio

Funzione del consumo

La funzione del consumo può essere rappresentata

in forma lineare come:

    

C c c Y c 0

, 0 c 1

0 y 0 y

Y

Dove c =C/ è la propensione marginale al

y

consumo e c rappresenta il consumo autonomo

C 0

La funzione del consumo

• Il valore della PMC dipenderà anche dalle aspettative delle

famiglie circa le variazioni del loro reddito. Se la variazione

del reddito è percepita come permanente, allora è tanto più

probabile che la PMC sia relativamente elevata. Se invece la

variazione del reddito è percepita come transitoria , è

probabile che la PMC assuma un valore più contenuto.

• Sulla base delle ipotesi semplificatrici adottate, i due parametri

C e C sono allora sufficienti per calcolare il livello della

0 y

spesa totale in beni di consumo C in corrispondenza di ogni

possibile livello del reddito disponibile Y D

La funzione del consumo

C= 250 + 0,7 Yd

• Algebricamente la funzione del consumo sopra

descritta ci dice che il consumo autonomo

(intercetta con l’asse delle ordinate) è 250,

mentre la PMC = 0,7 (inclinazione della

funzione). Il suo significato è che se il reddito

aumenta di 1 euro, 0,70 euro vengono spesi per

beni di consumo e 0,30 vengono risparmiati.

• Poiché tutto il reddito può essere consumato o

risparmiato dalla funzione del consumo si

deriva quella del risparmio

Esempio numerico

YD C S

1000 900 100

2000 1800 200

3000 2700 300

Qual è la PMC e la PMS?

Dall’esempio precedente:

C/ YD=

PMC= 1800-900/1000= 0,9

La variazione del consumo per ogni data

variazione di reddito è 0,9 (costante)

S/ YD=

PMS= 200-100/1000= 0,1

La variazione del risparmio per ogni data

variazione di reddito = 0,1= costante

s+ c = 0,9+ 0,1 =1

1

Inclinazione e spostamenti della FC

• Se c aumenta la FC diventa più inclinata.

y

Questo significa che per ogni variazione di

reddito disponibile si genera una maggiore

variazione del consumo

• Se c aumenta, perché per esempio aumenta la

0

fiducia dei consumatori, la funzione si sposta

verso l’alto (cambia l’intercetta)

• Se Y aumenta o diminuisce il cambiamento

d

nel consumo si misura lungo la curva

Risparmio= reddito residuale

• S= Y-C

• S= Y- (c + c Y)

0 y

• che si può anche scrivere riaggiustando i

termini:

• S= - c + (1- c ) Y (funzione del risparmio)

0 y

• NB: - c è l’intercetta della funzione del

0

risparmio

• (1- c ) è l’inclinazione della F. del risparmio

y Funzione del risparmio

risparmio Inclinazione

= PMS

S= -c +(1-c )Y

0 y d

S=0 S

Y

d

0 reddito

-c 0

Caratteristiche della funzione del risparmio

• La funzione del risparmio mostra il risparmio

programmato per ogni livello di reddito.

• L’intercetta è pari al consumo autonomo ma

con segno negativo.Infatti se il reddito

disponibile è pari a zero, allora S= -c .

0

• La propensione marginale al risparmio è

invece una misura della variazione del

risparmio per una data variazione del reddito

disponibile

La spesa in investimenti

• La spesa in investimenti è la componente più variabile e

volatile del PIL

• Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, nel caso degli USA

essa ammonta attualmente a circa il 17% del PIL

• Le cause delle fluttuazione della spesa in beni di investimento

sono principalmente due: il tasso di interesse e gli animal

spirits degli imprenditori

• Tasso di interesse. Più alto (basso) è il tasso di interesse reale,

più bassa (alta) è la spesa in investimenti perché diventa più

costoso (meno costoso) per le imprese intraprendere progetti

di investimento

• Animal spirits. Più alta (bassa) è la fiducia degli imprenditori,

più elevata (bassa) sarà la spesa in investimenti

Ancora su investimenti e tasso di interesse

• Le imprese investono quando il rendimento dell’investimento,

ossia il flusso dei profitti futuri attualizzati, è maggiore del

costo dell’investimento stesso. Quanto maggiore è il tasso di

interesse, e quindi il costo dell’investimento, tanto minore sarà

il numero di progetti di investimento potenzialmente redditizi.

Al livello aggregato, vi è quindi una relazione inversa tra tasso

di interesse e spesa in investimenti.

• Ma qual è il tasso di interesse rilevante? E’ il tasso di interesse

reale rischioso a lungo termine.

• A lungo termine, perché i progetti di investimento influenzano

costi e profitti dell’impresa in un lungo arco di tempo

• Reale, ossia corretto per l’inflazione, perché l’investimento

intrapreso dall’impresa è rappresentato da un’attività materiale

e non da un titolo finanziario

• Rischioso, perché i progetti di investimento sono “rischiosi” in

quanto sono basati su aspettative che riguardano il futuro

La funzione di investimento

• Assumiamo che anche la funzione di investimento sia espressa

in forma lineare: 

I = I – I r

0 r 

dove I sono gli investimenti di base (intercetta) e I r è la

0 r

parte degli investimenti che dipendono inversamente dal tasso

di interesse reale r ( I è la sensibilità degli investimenti al tasso di

r )

interesse, ossia la pendenza della funzione di investimento

La funzione di investimento

Altre determinanti degli investimenti

• Come nel caso della funzione del consumo, anche nel caso della funzione

degli investimenti abbiamo adottato una grande semplificazione della

realtà.

• Nel mondo reale le decisioni di investimento dipendono non solo dal tasso

di interesse reale ma anche dalle risorse finanziarie delle imprese e dai

profitti totali. Inoltre, alcune componenti degli investimenti (costruzioni)

sono molto sensibili alle variazioni di r , altre invece sono poco sensibili

(investimenti in scorte delle piccole imprese)

• Il livello di spesa in investimenti può anche essere espressa come funzione

del livello del mercato azionario in quanto gli stessi fattori che determinano

il valore del mercato azionario determinano anche il livello della spesa in

investimenti. Infatti, quando r è basso, gli investitori preferiscono le azioni

alle obbligazioni e questo fa salire il mercato azionario al pari degli

investimenti delle imprese. Analogamente, se gli utili futuri attesi sono

elevati, il valore del mercato azionario salirà e così pure gli investimenti

delle imprese Acquisti pubblici

• Gli acquisti pubblici di beni e servizi nelle principali economie

industrializzate costituiscono circa il 25% del PIL, includendo

gli acquisti delle pubbliche amministrazioni locali, statali e

federali

• La spesa pubblica è maggiore degli acquisti pubblici in quanto

include i trasferimenti che, nella contabilità nazionale,

vengono considerati come imposte negative

• Nel nostro modello, gli acquisti pubblici sono indicati dalla

variabile G che è assunta come esogenamente determinata. Al

pari della contabilità nazionale, assumiamo i trasferimenti

come imposte negative (come si è visto, abbiamo definito le

imposte come imposte nette).

Acquisti pubblici, trasferiment

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
72 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gcolonna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Dileo Ivano.