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Consideriamo il piano z e la circonferenza di raggio unitario:
Im La circonferenza individua 3 regioni:
una interna, una esterna e una
sulla circonferenza stessa.
1 Re
modi di evoluzione sono gli stessi sia che si parli di evoluzione libera che di
Come già detto i
evoluzione forzata. Tuttavia per esaltare un modo di evoluzione si parte da una condizione iniziale
unitaria in evoluzione libera, il che equivale a considerare una condizione iniziale di ampiezza pari
a 1 posizionata sull’autovettore corrispondente all’autovalore considerato. In questo modo si isola
una particolare dinamica del sistema rispetto alle altre. 4
Lezione 6 18/10/2007
Cominciamo col considerare i modi di evoluzione asintoticamente stabili e quindi vediamo i vari
punti interni alla circonferenza in cui può trovarsi un auto valore:
1. Autovalore reale positivo In questo caso si ha un autovalore reale
positivo, ρ, con modulo minore di 1:
| | 1
la cui evoluzione sarà:
che corrisponde ad un modo di
evoluzione convergente dovuto al
modulo minore di 1.
Ovviamente consideriamo l’andamento
discretizzato.
Nel tempo continuo ciò che determina la velocità con cui il sistema converge è la costante
di tempo: 1
Calcoliamo qualcosa di molto simile nel tempo discreto: 1
ln
Affinché la dinamica sia veloce, la costante di tempo di deve essere piccola, il che
corrisponde in evoluzione tempo continuo all’allontanarsi dall’asse immaginario. Ma
| | 1
vediamo cosa succede nel tempo discreto: per dinamiche convergenti si ha e
ln diventi positivo e questo va bene perché
quindi è una quantità negativa; ciò fa si che 5
Lezione 6 18/10/2007
7
deve avere
non
n ha senso parlare di un
u tempo negativo.
n Af
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piccolo.
. 6
Lezione 6 18/10/2007
3. Autovalore complesso e coniugato a parte reale positiva
Per studiare questo caso c’è bisogno di
conoscere modulo e fase e non parte
reale e parte immaginaria in quanto la
forma corrispondente a questo modo di
evoluzione è:
θ cos sin
Anche in questo caso la convergenza e
la velocità sono date dalla funzione
, per cui la costante di tempo
potenza
rimane la stessa, e ciò vuol
dire che quanto più l’autovalore è vicino
al centro, tanto più veloce è il
fenomeno.
4. Autovalore complesso e coniugato a parte reale nulla
In questo caso l’autovalore, essendo a
parte reale nulla è un immaginario puro.
Nel tempo continuo tale caso
corrisponde a modi costanti mentre nel
tempo discreto si hanno modi con fase
°
90
pari a . 7
Lezione 6 18/10/2007
Chiaramente il grafico del modo di
evoluzione sarà simile al precedente ma
°
90 farà si che vengano presi
la fase di
solo un campione positivo, uno nullo,
uno negativo, uno nullo e così via.
5. Autovalore reale negativo Questo caso è simile al caso 1. con la
differenza che l’autovalore è negativo:
Riscritto in questa forma:
1
non è nient’altro che il modo di
evoluzione a parte reale positiva, solo
che ora se è pari si ottiene un
campione positivo, se è dispari si
ottiene un campione negativo.
Nota: questo modo non è oscillatorio perché non ha una componente immaginaria che
determina l’oscillazione ma viene detto alternato perché ha un campione positivo e
180°.
uno negativo. Inoltre può essere visto come un modo periodico con 8
Lezione 6 18/10/2007
Anche questo modo non ha l’equivalente nel caso continuo. Ovviamente la costante
.
di tempo rimane sempre
90° 180°
Nota: per si combina un modo di evoluzione visto per l’autovalore
1
complesso e coniugato più il perché è
nella parte negativa.
Studiamo adesso i modi di evoluzione instabili. Tutti questi modi hanno matematicamente la
stessa forma dei precedenti con la differenza che ora il modulo di è maggiore di 1:
| | 1
6. Autovalore reale positivo il modo di evoluzione sarà sempre
ma il modulo maggiore di 1 lo farà
divergere. 9
Lezione 6 18/10/2007
La velocità con cui diverge dipende sempre dalla posizione dell’autovalore rispetto alla
circonferenza unitaria: più è vicino più diverge lentamente, più si allontana più diverge
velocemente. Si può continuare a parlare di costante di tempo ma perde di significato
| | 1 ln sarà negativo.
sistemistico, in quanto essendo il sarà positivo e
Tuttavia conserva il significato matematico in quanto se considerato in valore assoluto da
comunque l’idea di quanto velocemente diverge il sistema.
Nota: da un punto di vista del controlli sta non ha molto senso parlare di velocità di
divergenza in quanto se il sistema diverge comunque no va bene,
indipendentemente da quanto velocemente lo fa.
7. Autovalore complesso e coniugato a parte reale positiva
anche in questo caso l’espressione del
modo di evoluzione è: sin
L’andamento sarà pseudoperiodico.
8. Autovalore complesso e coniugato a parte reale nulla
Come nel caso stabile si avrà un
campione positivo e uno nullo. 10
Lezione 6 18/10/2007
In pratica la fase di 90˚ fa si che il
campionamento sia sincrono rispetto al
passaggio sull’asse dei tempi.
9. Autovalore reale negativo Anche in questo caso il modo non sarà
oscillatorio perché manca la parte
immaginaria ma sarà alternato perché la
forma matematica sarà comunque:
1
Quindi in base al valore di si avrà un
campione positivo e uno negativo. 11
Lezione 6 18/10/2007
Come ultima analisi consideriamo i casi in cui gli autovalori sono proprio sulla circonferenza
unitaria, che corrispondono a modi costanti in quanto vale sempre:
| | 1
10. Autovalore reale positivo Il modo di evoluzione rimane:
ma essendo:
| | 1
varrà sempre 1.
Nel caso continuo corrisponde al
gradino.
11. Autovalore complesso e coniugato a parte reale positiva
Ovviamente anche qui l’espressione del
modo è : sin
e il modulo unitario genererà
l’andamento costante. 12
Lezione 6 18/10/2007
Nota: abbiamo visto che sia per modi convergenti che divergenti e costanti la forma
matematica del modo è la stessa, per cui facendo la scomposizione in fratti semplici
non ci si accorge della differenza: tutti avranno una parte reale e una immaginaria.
Ciò che li differenzia è il modulo, per cui bisogna calcolarlo per capire di che modo i
tratta.
12. Autovalore complesso e coniugato a parte reale nulla
Anche in questo caso la fase di 90˚ farà
prendere un campione positivo, uno
nullo, uno negativo, uno nullo e così via.
13. Autovalore reale negativo Al variare di k si avrà un campione
positivo e uno nullo, dando luogo ad un
modo alternato. 13
Lezione 6 18/10/2007
Stabilità e guadagno statico
A questo punto possiamo dare un definizione più precisa di stabilità:
un punto di equilibrio appartenente ad un segnale è stabile se:
0 0 . . 0 0 ,
In pratica, se si parte da un condizione iniziale molto vicina al punto di equilibrio
l’evoluzione rimarrà in un intorno del punto di equilibrio. In tal caso il punto si dirà stabile.
Inoltre il sistema si dirà asintoticamente stabile se vale anche:
lim 0
ovvero se all’infinito la distanza tra l’evoluzione e il punto di equilibrio si annulla, cioè il sistema si
ferma proprio nel punto di equilibrio.
Esempio: immaginiamo che un carrellino abbia un andamento del tipo:
B
0 14
Lezione 6 18/10/2007
0
A 0
Nel caso A, partendo dalla condizione iniziale , si rimane nell’intorno del punto di
equilibrio anche se non c’è attrito. Se invece ci fosse attrito il carrello si fermerebbe
proprio sul punto di equilibrio il quale si direbbe asintoticamente stabile.
Nel caso B invece il punto di equilibrio è instabile perché se si parte da una condizione
0
iniziale anche vicina al punto di equilibrio, l’evoluzione non rimarrà mai nel suo
intorno.
Questa definizione di stabilità tradotta nel sistema dinamico, tempo discreto, lineare e tempo
invariante, significa dire che il sistema è asintoticamente stabile se e solo se tutti gli autovalori
della matrice A hanno modulo minore di 1.
Viceversa, se c’è almeno un autovalore maggiore di 1, il sistema è instabile.
Il sistema invece si dirà marginalmente stabile se ha un solo polo, ovvero un modo di evoluzione,
sulla circonferenza unitaria. Se la molteplicità di questo polo è maggiore di 1 il sistema diventa
instabile. Tuttavia questo concetto di instabilità e diverso da quello legato al modulo maggiore di
1: questo perché se il modulo è maggiore di 1 si ha una instabilità legata alla funzione potenza
1
con e quindi molto veloce nel divergere, se invece un auto valore con modulo unitario ha
molteplicità pari a 2, l’instabilità sarà legata alla funzione rampa che diverge più lentamente della
funzione potenza. Se la molteplicità fosse pari a 3, l’instabilità sarebbe legata alla funzione
parabola, comunque più lenta della