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Un listino dove:
- le prime due colonne indicano cioè l’andamento del prezzo del
Min e Max,
titolo (manca però la data in cui il titolo ha toccato il minimo e massimo del
prezzo); mobili,
- sono delle medie chiamate
Media mobile 30gg e Media mobile quantità,
così perché sono delle medie che “camminano”, in quanto la media 30gg
prezzo si prendono le ultime 30 quotazioni e dividendole per 30 si ottiene
questa media, il giorno successivo si fa a “scartare” il dato più vecchio a
favore di quello nuovo; questi due valori li si va a confrontare con la
quotazione del giorno e con la quantità del giorno, con variazioni forti di
prezzo o quantità allora qualcuno sta lavorando/entrando sul titolo, per
portare giù o su il prezzo del titolo;
- Colonna corrisponde al fatto (si ricorda), che qualora non
prezzo chiusura,
dovrebbero esserci forti interessi sul titolo, viene preso come prezzo di
ultimo 10% del
chiusura, un prezzo ma una media dell’
non di scambio,
quantitativo scambiato; il prezzo di riferimento (no prezzo di scambio, ma
media ponderata) ci fornisce il prezzo di chiusura. Il prezzo di chiusura è
importante perché questo valore serve a determinare il prezzo di apertura
del giorno successivo (ogni qualvolta una società deve dare notizie, queste
vengono rese note al momento della chiusura dei mercati, per non
determinare strappi troppo elevati);
- Colonna corrisponde alla Variazione dai due prezzi di
Variazione (var %),
chiusura;
- Colonna (volume weight average price), corrisponde come si è visto
Vwap
precedentemente, al prezzo ufficiale, cioè la media ponderata dei prezzi per
prezzo di riferimento
le quantità scambiate intera giornata, cioè mentre il si
riferisce alla media ponderata dell’ultimo 10%, in questo caso invece ci si
riferisce ai prezzi e quantità scambiate per l’intera giornata, quindi non si
può dire che tutt’e due i prezzi (prezzo di apertura e prezzo di riferimento
sono prezzi di scambio), perché sono medie ponderate;
- Colonna corrisponde ad un prezzo di scambio, ad un vero e
Apertura,
proprio prezzo di scambio in questo caso, perché è quello che si viene a
validazione,
determinare nella fase di un prezzo che soddisfa tutti quelli che
hanno fatto ordini con prezzo di apertura o senza indicazione di prezzo;
- Colonne corrispondono a due valori che sono stati toccati nel
Min € e Max €,
corso della seduta, chiaramente indicano le oscillazioni di prezzo che il titolo
ha subito nel corso della seduta;
- Colonne Numero di contratti Scambiati (N.ro Cont.) e Quantità (Quant.(mlg)),
che corrispondono rispettivamente al numero dei contratti scambiati
numericamente, e le quantità espresse in migliaia, indicano esattamente i
volumi di scambio; al quale si aggiunge anche la colonna Contr. Tot. In €
(mlg);
- Colonne Prezzo/utile(p/u), Prezzo mezzi propri (p/mez. Propri), Dividendo/Prezzo
queste voci riportate sulle colonne sono tutte quelle voci che in
(Div/p),
natura consentono di individuare su una base di comparazione tra due
Sopravalutato o Sottovalutato;Di
valori, quale potrebbe essere il titolo
seguito le varie voci:
La colonna Prezzo/Utile (p/u), corrisponde al Price Earning, e quindi il Prezzo
fa riferimento alla quotazione del titolo, l’utile invece fa riferimento al
guadagno; attraverso questo indicatore si potrà avere la misura “quante
volte attraverso l’utile si potrà recuperare il prezzo del titolo”; questo
basso
tradotto vorrebbe dire che se questo valore è sarebbe la misura di
alto
una sottovalutazione del titolo, se il valore è molto allora si è in
presenza di una sopravalutazione del titolo; e quindi si confronta due valori
in realtà che sono fra di loro Disomogenei, in quanto sotto un profilo
borsistico, il primo valore (prezzo) rifletterebbe tutto quello che avviene sul
titolo (contiene tutte le informazioni presenti sul mercato), il secondo valore
(utile) sarebbe un valore perlopiù “datato”, in questo caso si riferisce
all’utile che emerge dall’ultimo bilancio approvato (31/12/14); in realtà
quindi stiamo confrontando un dato corrente (prezzo) e un dato passato
(utile); rettificare
in alcuni casi si va a il valore del denominatore, mettendo al posto
dell’utile classico, cioè è un elemento che ci dice
un prezzo utile previsionale,
quanto dovrebbe essere l’utile (anno in corso) sulla base delle informazioni
“che arrivano”; tutto ciò per ovviare al problema del rapporto che si fa tra
un elemento corrente ed un elemento passato;
La colonna Prezzo Mezzi Propri (p/mez.propri),
- corrisponde al Book Value,
cioè al cosiddetto valore di libro; lo si determina rapportando il Patrimonio
della società / N.ro Azioni in circolazione; se il valore Price Book Value è > 1,
allora vuol dire che il Prezzo di mercato > Valore di libro, un price book
value alto può significare che il prezzo del titolo è sopradimensionato
rispetto al valore di libro del titolo stesso; è chiaro che si può inserire nel
portafoglio titoli, titoli che hanno un price book value alto , quando ci si
rende conto che nello storico delle informazioni del titolo, ci sono delle
notizie abbastanza positive della società che hanno determinato questo
innalzamento del prezzo il cui effetto sul bilancio lo si potrà conoscere alla
fine dell’anno, e quindi alla redazione del bilancio d’esercizio;
La colonna Dividendo /Prezzo (Div/p),
- corrisponde al fatto che si può
comparare ad un tasso di rendimento immediato (cedola / prezzo), infatti la
cedola mi rappresenta un flusso che si va a percepire in periodi infrannuali,
e quindi porre il Dividendo sul prezzo è come una Cedola di un titolo
azionario; chiaramente questo rapporto Dividendo / Prezzo ci indica qual è
la politica dei Dividendi perseguita dalla Società; tendenzialmente la scelta
(quando si va sul mercato azionario) non è per forza quella di prendere la
posizione del cassettista cioè quel soggetto che acquista il titolo e lo
tiene “nel cassetto”/fermo, beneficiando del mantenimento del titolo nel
corso del tempo (incassando i dividendi); c’è da dire che affinché una
società emetta un dividendo deve sussistere l’esistenza dell’utile, e se ciò ci
fosse (la società lo spera sempre), deve sussistere anche l’idea di
distribuire una parte dell’utile anche sotto forma di dividendo; infatti
scorrendo su questa colonna si nota che non tutte le società emittenti del
titolo, distribuiscono i dividendi; tendenzialmente si riconoscono diverse
politiche societarie, ed una di queste può essere quando la società dà
dividendi quando il mercato può essere in una fase (dipende dalla modalità
sul mercato):
di attacco
• Dividendo Orso: Fase di mercato ribassista, c’è una certa sfiducia
dell’investitore sul mercato azionario, quindi tendenzialmente
(soprattutto l’investitore retail) non è convinto di investire la propria
liquidità sul mercato azionario, ma si cerca di fidelizzarlo anche
grazie alla fidelizzazione della società, dovuta grazie al fatto che si
garantisce un dividendo abbastanza “buono”;
• Dividendo Toro: Fase di mercato rialzista, c’è una certa fiducia
dell’investitore sul mercato azionario (molto volatile), quindi
tendenzialmente il periodo del mantenimento del portafoglio è molto
corto, i titoli potrebbero essere pieni di oscillazioni;
Parlando invece degli alla tabella raffigurata sempre sul sole24ore (alto a
Indici,
destra del giornale), fanno riferimento sempre all’MTA, e sono chiaramente dei
valori;
il concetto è fare un investimento, una sorta di Stock Pilling = Gestione Attiva,
cioè si va sul mercato e si va a selezionare le singole azioni che si ritiene siano
apprezzabili, oppure ci si può disinteressare nella formula Stock Pilling, e quindi
sottostante un
si vanno a prendere gli Indici, cioè prodotti che hanno come
indice; Si va a fare questo perché tutto sommato non si ha la capacità di fare
un’analisi puntuale sui diversi titoli che compongono il portafoglio, e quindi si
va sul mercato andando a selezionare dei prodotti che replicano l’indice.
Un’attività di Stock Pilling è un’attività che fa lavorare in un’ottica di
gestione Attiva, cioè si è convinti di trovare sul mercato titoli che si
apprezzeranno, o di prendere posizioni corte (short) su alcuni titoli che
scenderanno di valore ( il soggetto che fa così è costantemente in grado di
“battere il mercato”); in genere questi indici potrebbero essere gli indici
Equaly Weight,cioè
chiamati titoli che pesano allo stesso modo, oppure indici
dove c’è una situazione in cui hanno pesi significativi sul listino, e quindi
modificarsi in termini di composizione del titolo azionario;
A questo punto si parla de se ne ha di vari tipi.
Gli aumenti di Capitale:
Gli aumenti di capitale sono sempre presenti nell’ultima pagina del sole24ore.
Ci si chiede perché una società ricorre all’aumento di Capitale….
Tendenzialmente essa se ha necessità, ricorre al finanziamento sul mercato,
partecipi al rischio.
cercando di trovare nuovi sottoscrittori che diventano
Quando si parla quindi di aumenti di Capitale, è che ci sia un
necessario
mercato stabile e tendenzialmente rialzista, perché altrimenti la società corre il
rischio che con il lancio dell’aumento di capitale, c’è un’elevata disaffezione da
parte de gli investitori sul mercato, e quindi lo stesso non verrà sottoscritto da
gli investitori; la società quindi si deve informare bene prima di un aumento di
capitale, perché lo stesso potrebbe incidere anche pesantemente sul prezzo del
titolo.
L’aumento di capitale quindi per ovviare al problema di prima, può essere
sostenuto da una Banca che va a garantire l’eventuale “non collocato” sul
mercato; la banca interviene quindi a sostegno della società, con l’obbiettivo di
beneficiare le commissioni dovute alla sottoscrizione dell’aumento di capitale;
ma nell’ipotesi in cui questo aumento di capitale non dovesse essere
sottoscritto dal mercato allora interviene essa stessa a “coprire” tutto ciò.
Perché allora un soggetto dovrebbe essere interessato all&rsq