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S
E s
P S
• Dove E rappresenta l’utile societario
S E S
per azione e P rappresenta il prezzo
S
r
dell’azione. S
• Cosa scelgono gli agenti azioni o P
obbligazioni? Affermare che
sceglieranno azioni se E / P > r non
S S
è corretto. Le azioni sono titoli
rischiosi e quindi dovrà essere:
• R.Capolupo
Condizione di equilibrio
• Poiché gli agenti detengono sia azioni che obbligazioni
dovrà essere:.
S
E S
r
S
P
• Da cui si ottiene che l’equazione per valutare il prezzo di
S
E
un’azione è
S
P S
( r )
R.Capolupo
Utile contabile e utile permanente(o
effettivo)
• Si ricordi che l’utile contabile riportato dalla stampa finanziaria che
denotiamo con E non è pari a E della nostra formula di valutazione
a S
del prezzo del rendimento di un’azione. Gli investitori non sono
interessati a quanto i contabili dell’impresa dichiarano o hanno
calcolato ma alla media degli utili futuri attesi, ossia sono interessati
all’utile permanente E . Pertanto il valore reale del mercato azionario
S
deve riassumere in un unico indice le seguenti informazioni:
• Livello corrente degli utili o profitti
• Le aspettative degli investitori finanziari sulla profittabilità
futura dell’impresa rispetto a quella corrente
• Il costo corrente del capitale (denotato da r , se r è basso vuol
dire che il capitale è poco costoso e viceversa)
• S
Gli atteggiamenti verso il rischio (se è alto gli agenti sono
S
avversi al rischio e viceversa quando è basso)
R.Capolupo
Formulazione della relazione
empirica di OKUN
• Esistono diverse formulazioni della legge di Okun ovvero della relazione
empirica stimata dall’economista A Okun. Ma in qualsiasi modo si legga le
implicazioni sono sempre le stesse. E’ noto che un aumento della
disoccupazione riduca il Pil reale. Ma di quanto lo riduce ? Il parametro
stimato da Okun, che tuttavia non rimane immutato nel corso del tempo né
è lo stesso per i diversi paesi è:
% PIL reale 3
% 2
,
5 %
u
• Il 3% indica il tasso di crescita tendenziale o di lungo periodo determinato
dal tasso di crescita della popolazione e dal progresso tecnico , mentre il
2,5% è il parametro stimato da Okun per gli USA. La relazione ci dice che
se la disoccupazione è costante (variazione % u=0) l’economia cresce al
tasso del 3%. Tuttavia se la disoccupazione cresce il tasso di crescita del
PIL diminuirà di 2,5 x la variazione della disoccupazione
R.Capolupo
esempio
• Supponiamo che il tasso di disoccupazione cresca
dall’8 al 10%. Di quanto si ridurrà il tasso di
crescita del PIL reale?
PIL reale= 3 - 2,5 x (10-8 )= -2%
• Se la disoccupazione cresce di 2 punti percentuali, il PIL
reale diminuisce del 2%.
• In maniera ancora più intuitiva si può affermare che un
aumento della disoccupazione di 1 punto percentuale
riduce il PIl reale di 2,5 punti. Sembra che la stima di Okun
si adatti molto bene ai dati.
R.Capolupo
u u ( g g )
N y y *
Se si conosce cosa accade al tasso di
crescita del PIl reale ?
• Si può inferire cosa accade al tasso di disoccupazione se
sappiamo il tasso di crescita del PIl tendenziale e
effettivo. La legge di Okun infatti si può anche esprimere
come:
• u- u = - (g - g )
N y y *
dove sul lato sinistro abbiamo le deviazioni della
disoccupazione dal suo livello di equilibrio e sul lato
destro le deviazioni del tasso di crescita del reddito
effettivo dal tasso di crescita tendenziale o di lungo
periodo. R.Capolupo
R.Capolupo
Mutamenti nel valore del parametro nella legge
di OKUN (fig.2.8, DeLong)
• anni 60 e fino al 1974 a una diminuzione di 1 punto percentuale
↑ di 2,5 del PIL reale in un anno
di u era associata un
• Dal 1972 il tasso di crescita del PIl che manteneva
costante la disoccupazione era pari a circa il 4%
all’anno.
• Tra il 1974 e il 1995 il tasso di disoccupazione fu
costante quando la crescita del PIl era intorno al
2,8
• Dal 1995 sta riemergendo la vecchia relazione degli
anni 60 R.Capolupo
Le componenti del PIL
• Il PIL (Y ) è la somma delle seguenti
componenti di spesa:
Consumo (C)
Investimento (I)
Spesa pubblica G
Esportazioni nette (NX)
Y = C + I + G + NX
R.Capolupo
Modi di misurazione
• Valore
Domanda finale aggiunto Salari + redditi da
capitale.
• Questa identità consente di analizzare il PIL come:
• somma di tutti gli acquisti finali (metodo della spesa
C+I+G+NX)
• oppure come somma del valore aggiunto prodotto da
tutte le imprese (metodo del valore aggiunto o per settori
di attività: Agricoltura, Manifatturiero, Costruzioni,
Servizi)
• nonché come somma dei redditi percepiti da tutti i fattori
produttivi (metodo del reddito)
R.Capolupo
Metodo del reddito.
• Il PIL non coincide esattamente con la
somma dei redditi percepiti dai detentori
dei fattori produttivi. Occorre effettuare
alcuni aggiustamenti:
• PIL - Ammortamenti= PIN
• PIN - Imposte indirette = RIN
• RIN- imposte dirette= Reddito
disponibile Y D R.Capolupo
Variabile chiave: il reddito (Y)
Può essere guardato sotto vari aspetti:
• formazione: risulta dalle decisioni delle varie
imprese ed è pari alla somma dei valori aggiunti
• distribuzione: risulta dalla somma di salari,
rendite, interessi e profitti
• impiego: pari ai redditi che vengono consumati e
risparmiati
• Useremo i termini reddito nazionale, PNL reale e PIL
reale come sinonimi e li indicheremo con Y
• Si può determinare Y con tutti e tre i metodi enunciati
R.Capolupo
Y potenziale e Y effettivo
• Tra i suoi scopi, la macroeconomia deve spiegare
perché Y varia (fluttua o esibisce cicli) nel tempo;
• Distinguiamo Y corrente (effettivo) da Y potenziale
• Y potenziale è il livello massimo che un’economia può produrre se
tutti i fattori produttivi (terra, capitale, lavoro, tecnologia) sono
pienamente impiegati. Y potenziale cambia molto lentamente nel
tempo, solo quando la dotazione dei fattori produttivi aumenta (es.
crescita della popolazione, progresso tecnico, nuovi beni capitali,
investimenti in istruzione e formazione)
• Y corrente è invece l’ammontare di beni e servizi che viene
prodotto in un’economia in un anno
• Se Y corrente < Y potenziale esistono fattori produttivi disoccupati
(lavoratori, eccesso di capacità produttiva delle imprese)
• Il problema cruciale della macroeconomia è quello di valutare se le
forze di mercato riescono a portare Y corrente = Y potenziale
R.Capolupo :
Modello di determinazione del reddito
assunzioni
Useremo un modello semplificato in cui Y di breve
periodo è determinato unicamente dalla domanda
aggregata
Tale modello si giustifica per le seguenti assunzioni:
• prezzi e salari sono fissi (o vischiosi verso il basso)
• al livello di prezzi e salari prefissati possono esistere
fattori disoccupati
N.B.:Date le assunzioni precedenti:
• Non serve analizzare il lato dell’offerta del sistema economico.
Esistono fattori disoccupati e l’offerta è in grado di rispondere alle
sollecitazioni della domanda.
• Dunque Y è determinato dalla domanda (o spesa) aggregata
R.Capolupo
Keynesiani e Neoclassici
Il modello in base al quale, nel breve periodo, l’output è
determinato dalla domanda aggregata venne proposto
nel 1936 dall’economista inglese John Maynard Keynes
nella sua opera:
Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della
moneta
Ancora oggi molti economisti si ispirano al contributo di
Keynes, contrapponendosi ai neoclassici per la diversa
visione sul funzionamento del sistema economico
In estrema sintesi, per i neoclassici il sistema economico tende
sempre ad auto-equilibrarsi al livello di pieno impiego (e quindi non
vi può essere carenza di domanda), mentre per i keynesiani
l’economia può trovarsi in equilibri con disoccupazione
“involontaria”, se la domanda aggregata non viene stimolata con
appropriate politiche economiche.
R.Capolupo
La domanda aggregata: AD
• Ipotizziamo un’economia con solamente due
agenti:
– Famiglie (che consumano)
– Imprese (che investono)
• La domanda aggregata si compone della
somma della spesa per consumi (C) e di quella
per investimenti, che intendiamo programmati
(I )
P
• Nel modello semplice, senza settore pubblico:
AD = C + I P
R.Capolupo
Il consumo
C = consumi di beni e servizi da parte delle famiglie. Essi
dipendono dal reddito disponibile corrente (Y ). Questa
D
spesa è una componente abbastanza stabile di AD, pari
a circa il 70% di Y D
Y è il reddito che le famiglie ricevono dalle imprese, cui si
D somma ciò che ricevono dallo Stato (trasferimenti, TR) e
si sottrae ciò che devono pagare allo Stato sotto forma di
imposte (T). È il reddito che hanno a disposizione per il
consumo o il risparmio:
Y = Y – T + TR
D
• Per semplicità, nella nostra analisi assumeremo che la
spesa per trasferimenti sia pari a zero per cui il reddito
Y = Y – T
disponibile è: D R.Capolupo
Gli investimenti
• I = investimenti, sono costituiti dalle spese desiderate
P
delle imprese per acquistare beni capitali (macchinari,
immobili); li denominiamo investimenti programmati
• Nella contabilità nazionale gli investimenti totali
comprendono la variazione delle scorte oltre agli
investimenti programmati: I I + var(scorte)
P
• Le scorte sono costituite da merci e fattori della
produzione destinati a essere venduti o impiegati nei
processi produttivi futuri
• I dipendono dalle previsioni circa il livello della domanda
P
futura e dal tasso di interesse. Inizieremo la nostra
analisi assumendo che gli investimenti siano autonomi
(ovvero esogeni) R.Capolupo
Equilibrio
• Il concetto di equilibrio che utilizzeremo ha a che fare
con una situazione nella quale gli agenti sono
soddisfatti delle loro scel