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NOVALIS
Georg Philipp Friedrich von Hardenberg nacque nel 1772 a Oberwiederstedt
(Sachsen), vicino a Lipsia, secondo di dieci figli.
Nel 1784 il padre di Novalis venne nominato direttore delle saline della
Sassonia a Düerrenberg, Kösen e Artern, e il giovane Novalis compose le prime
liriche e approfondisce i testi classici greci e latini.
A partire dal 1789 Novalis iniziò a scrivere poesie, racconti in versi, saggi,
opere drammatiche e si occupò anche di traduzioni.
Nel 1790 frequentò il Luthergymnasium ad Eisleben e il suo insegnante lo
incoraggiò a tradurre Orazio, Pindaro, Omero.
Nel 1792 incontrò Friedrich Schlegel, al quale sarà legato da grande amicizia
fino alla sua morte.
Nel 1795 , pur impegnato nella sua attività professionale, compose una serie
di liriche e durante l’estate, a Jena incontrò Fichte e Hölderlin.
L’anno 1797 è segnato da due gravi lutti: dell’amata Sophie e del fratello
Erasmus.
Nel 1798 si recò a Weimar da Goethe, poi a Jena da Schiller.
Nello stesso anno si pubblicarono nel primo fascicolo della rivista “Athenäum”
dei fratelli Schlegel i frammenti Blüthenstaub (Polline) con lo pseudonimo di
Novalis.
Nell’estate uscirono le raccolte di frammenti “Blumen” “ e “Glauben und
Liebe”. A Dresden avviene l’incontro” fra “romantici” per visitare la
Kunstgemälde-Galerie, con i fratelli Schlegel, Schelling, Gries e Novalis.
Novalis iniziò ad approfondire gli studi di filosofia e scienze naturali, e seguì
anche le lezioni di geologia, mineralogia, scienze minerarie ed esercitazioni
pratiche in miniera 3-4 giorni alla settimana: è così che iniziò la stesura dell’
“Allgemeines Brouillon”, una sorta di enciclopedia di tutte le scienze
(chimica, fisica, matematica, filosofia, storia, politica, poetica).
A novembre avvenne il secondo “incontro tra romantici”, vale a dire con i
fratelli Schlegel, Tieck, Schelling e il fisico J.W. Ritter.
Ad Artern iniziò il romanzo “Heinrich von Ofterdingen”.
Nel 1800 concluse la stesura manoscritta delle “Hymnen an die Nacht” (Inni
alla Notte), la prima parte di Heinrich von Ofterdingen e iniziò ad abbozzare i
piani per continuare la seconda parte di Heinrich von Ofterdingen [pubblicato
postumo, insieme a Die Christenheit oder Europa nel 1802 ad opera di Ludwig
Tieck].
Nel sesto ed ultimo fascicolo della rivista ”Athenäum” compaiono le Hymnen an
die Nacht in versione riveduta.
Mentre peggiorano le sue condizioni di salute, Novalis annotò acute riflessioni
sul rapporto malattia-religione e su questioni di poetica romantica.
Morì consunto dalla tisi nel 1801.
Il mondo deve essere romanticizzato
La sfida di Novalis di romanticizzare il mondo è da intendersi, come già
anticipato da Schlegel, come la trasformazione di tutto il senso del mondo e
della vita, resa possibile attraverso la compenetrazione e la commistione di
tutte le forme artistiche e di tutte le scienze.
Testo:
Il mondo deve essere romanticizzato in modo da ritrovare il senso originario
(raggiunto grazie alla riflessione dell’Io).
Secondo Novalis romanticizzare il mondo consiste in un potenziamento
qualitativo, descritto da lui in questo modo: “il sé inferiore viene identificato
in un sé superiore”.
Infatti, quando io conferisco all’usuale un senso elevato, al comune un aspetto
misterioso, al conosciuto la dignità dello sconosciuto, al finito un’apparenza
infinita, in tal modo li romanticizzo: l’operazione si rivolge infatti al superiore,
allo sconosciuto, al mistico e all’infinito.
Romanticizzare il mondo, definito in altre parole, significa vedere nel particolare
un valore universale, ma anche riconoscere che l’universale si esprime nel
particolare. SCHUBERT - IL LINGUAGGIO DEI SOGNI
Schubert, nel suo libro “La simbologia dei sogni” (1814), evidenzia la
differenza tra:
lingua delle parole, lingua usuale: che è la lingua che dobbiamo
- apprendere;
lingua inconscia dell’anima che si manifesta nel sogno: che è la lingua
- innata.
Il tema del sogno diventa quindi, con i romantici, una componente della vita
stessa.
Testo:
Nel sogno, l’anima parla un linguaggio diverso da quello usuale, cioè il
linguaggio dei sogni: quando l’anima parla questo tipo di lingua, anche le
associazioni di idee che essa produce sono differenti da quelle usuali.
Il linguaggio dei sogni è in grado di esprimere attraverso poche immagini e in
breve tempo ciò che nel linguaggio usuale richiede lungo tempo e moltissime
immagini per essere espresso.
Appena l’anima si libera delle catene che la tengono legata nella quotidianità,
essa cerca di parlare il linguaggio dei sogni che è a lei più consono: parlando
quindi la lingua dei sogni, l’anima è in grado di creare combinazioni che, da
svegli, non potremmo elaborare.
La lingua dei sogni è inoltre la lingua del destino: essa è infatti in grado di
predire il futuro in maniera esatta.
Essendo il mondo un libro di segni algebrici, solamente la lingua dell’anima è in
grado di comprenderlo: solamente il poeta nascosto nel nostro Io interiore sa
governare questa lingua.
Bettina von arnim - documenti sulla poverta’
Bettina von Arnim nacque nel 1785 a Francoforte e morì nel 1859 a Berlino.
E’ la più grande figura femminile del romanticismo, sorella di Brentano.
Ella sposò Achim von Arnim, dopo la cui morte, iniziò la sua attività di scrittrice
ed editrice, soprattutto come donna fortemente impegnata nel sociale.