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MOLIERE
- Ebbe come maestri commediografi italiani e della farsa francese.
- Il suo vero nome era Jean Baptiste Poquelin, padre tappezziere, studiò nel collegio dei gesuiti a
Parigi. Rinunciò a far l’avvocato e ad essere l’erede del tappezziere reale per aprire un teatro,.
- Dopo il fallimento e l’imprigionamento per debiti fonda una compagnia itinerante che recitava in
provincia farse francesi e canovacci ripresi da comici italiani.
- Con la protezione del principe di Conti ebbe successo inscenando nel 1655 Lo stordito e poi il
Dispetto amoroso in 5 atti e in versi.
- Nel 1658 ottiene la protezione del fratello del re a Parigi e torna al teatro le Petite Bourbon dove
rappresenta la commedia in un atto Le preziose ridicole nel 1659 (scherniva le signore da
salotto che riformavano il linguaggio sociale, la frivolezza diverrà poi una caratteristica distintiva
di Moliere).
- A ciò segue la nomina a “Compagnia del re”, il primo ministro Mazzarino fu sostenitore del
teatro e protegge Moliere insieme al re.
- In La scuola dei mariti già emerge la vitalità contrapposta all’autoritarismo (rigorismo
rappresentato da Sganarello). Segue la scuola delle mogli nel 1662 nella quale colpisce il
dogmatismo autoritario e viene accusato di immoralità e aggredito per strada.
- Fondò una sua compagnia teatrale nel 1658 e nel 1660 si istallò nel palazzo reale. Dopo la sua
morte si fondo con quella del Marais formando la Commedia francese.
- Le caratteristiche emerse dalla Scuola delle mogli (secondo periodo dal 1662 al 1666) sono:
1. Formalità: Teatro essenzialmente d’azione, movimento e vivacità di battute. Essa non serve
per l’intrigo ma per rivelare la trasformazione degli stati d’animo dei personaggi, analizzati
nella loro psicologia. Ogni commedia esplicita subito il tema fondale e resta coerente fino alla
fine con uno svolgimento logico e coerente (unità aristoteliche rispettate). Scritte in versi o
prosa.
2. Contenuti: Grande realismo, osservazione attenta dei meccanismi sociali e psicologici,
caratterizzazione sociale e culturale del linguaggio.
3. Ideologia: Anticonformismo, libertinismo, spirito critico, identificazione ragione-natura, critica
all’ipocrisia e all’intolleranza
- Nel secondo periodo prova disgusto per la società: es. Il Misantropo Alceste non sopporta
l’ipocrisia e si ritira in campagna lontano dalla società. Da un lato Moliere critica il rigorismo
morale del protagonista, dall’altro insieme al pubblico ne comprende l’amarezza e si identifica.
- Nel terzo periodo 1667-1673 la produzione si fa più varia, leggera e meno impegnata.
Annoveriamo Anfitrione, Avaro, Le preziose ridicole e il Malato immaginario
- Nel Malato immaginario è presente il motivo polemico: scienza che viola l’ordine naturale delle
cose per puro guadagno: il protagonista si difende dal mondo con finte malattie, con essa
s’impone ed evita il confronto con gli altri
- AttoI, scena 3, dà grande prova attoriale fingendosi un altro “A dire il vero". Fa un gioco
dialettico su finta sincerità con donna Elvira, che si avvale del discorso cristiano con coscienza
e sinceriate dopo la seduzione andata male. Dice “ mi è sembrato adulterio”
- Per Don Giovanni conta il presente, la conquista del momento
IL TARTUFO 1664
- Critica all’ipocrisia religiosa, fu subito proibita.
- Sia Clero che Corte ambivano ad un controllo autoritario sulla vita sociale molto repressivo. Per
questo Moliere sarà costretto a concessioni tattiche all’interno dell’opera.
- Nel 1667 esce la seconda versione L’Impostore, anch’essa proibita. Andò in scena con forzate
correzioni solo nel 1669.
- Prete “Tartufo”, personaggio di campagna rifunzionalizzato.
- Commedia di carattere, mostra la psicologia di Orgone, che vuole dare in sposa a Tartufo la
figlia, fidandosi di lui e inoltre gli fa corteggiare sua moglie Elmira e gli da l’eredità che spettava
al figlio Damis (pensando sia mal disposto verso Tartufo solo perché scoprì la seduzione che
iniziò verso la madre). Solo quando Elmira gli farà vedere la seduzione si ricrederà e lo caccerà
via. Tartufo però lo ricatta con documenti trafugati e lo fa arrestare in casa.Con la scoperta di
Tartufo malfattore e il successivo arresto la commedia può sciogliersi.
- Dalla trama emerge una forte azione drammatica.
- Realismo critico:osservazione come metodo ereditata da Cartesio e Galileo
IL CONVITO DI PIETRA 1665
- Era indeciso per i problemi che aveva con il potere se scriverlo o meno, si pensava ci fosse un
patto con il diavolo per il ripetuto successo.
- Grande denuncia dell’ipocrisia: il protagonista è l’unico non ipocrita. Sganarello stesso è
simbolo dell’ipocrisia (si ingoliardisce solo davanti agli altri e mai col padrone)
- Il tema della morte: quando Don Giovanni lancia il guanto di sfida alla statua oltrepassa il limite
e si catapulta nel genere tragico. Da quel momento in poi lo spazio comico si sottrae
gradualmente
- Il discorso con il padre che gli dice che le azioni nobilitano e quelle grandi fanno grande e Don
Giovanni dice che odia quando i padri vivono quanto i figli (continua a superare il limite). Fa
finta e dice al servo di voler entrare nel gioco degli ipocriti anche lui (vizio che diventa virtù)
- Don Giovanni finisce in un inferno degli altri, non suo, voleva raggiungere l’ipocrisia e non i
bugiardi.
- L’unica donna che lo invita a pentirsi è Elvira.
- La scena di seduzione della suora è contro ogni convenzione.
- L’essenza rimane nel monologo
- Vicenda più concreta, meno umorismo fine a sé stesso (Perrucci)
- Trasforma il Don Giovanni in un’ipocrita “Tartufo” che finge la devozione in modo da accentuare
moralisticamente la sua critica ai costumi e al perbenismo del tempo.
- Critica rivolta al cinismo del gran signore dell’alta società.
- Sganarello è colui che rappresenta l’ipocrisia del popolo e non il Don Giovanni stesso (come
accade nelle altre opere) ponendosi come un volta faccia lodando Don Giovanni al suo cospetto
ma allarmando la gente di non frequentarlo.
IL MELODRAMMA A FINE 700
- Rapporto italiano più attivo con il teatro europeo.
- Appartengono alla tradizione italiana modelli e tipologie melodrammatiche più fortunate es.
opera buffa
- Sono italiani gli operistici più apprezzati tra le corti europee Piccinni, Cimarosa, Rossini, Peri
- Vincenzo Galilei ebbe l’idea di mettere in musica le parole. La tragedia classica aveva come
parte integrante la musica.
- Sono italiani i più importanti librettisti e ne consegue che sono italiane anche opere di musicisti
stranieri. Ne consegue anche che la lingua internazionale del melodramma sia l’italiano.
- Lorenzo da Ponte libertino e divulgatore della cultura italiana, famoso per Mozart. Nasce nel
1749, ordinato sacerdote. Allontanato poi da Venezia per vita dissoluta. Irrequieto, attratto da
donne e origina scandali. Nel 1780 si trasferisce a Dresda e qui incontrò il teatro per poi
trasferirsi nell’81 a Vienna servizio di Giuseppe II: scrisse per Salieri il Ricco d’un giorno, Figaro
per Mozart nell’86, seguito dal Don Giovanni e Così fan tutte nel 90. Morto Giuseppe II andò poi
a Trieste e Londra dove si dedicò all’editoria. Nel 1805 si trasferisce a New York, ancora
ostinato a divulgare la cultura italiana ed europea.
- Le Nozze di Figaro: il barbiere rappresenta il Terzo stato e segna il contrasto tra borghesia e
nobiltà, anticipando la rivoluzione francese. Tristezza nobile e felicità spensierata borghese.
- Così fan tutte: scommessa tra il conte e 2 giovani che si fidano delle fidanzate e travestendosi
da cavalieri albanesi realizzano l’infedeltà ma comprendono il cambiamento dei codici
sentimentali.
- Rossini manda avanti l’opera buffa con il Barbiere di Siviglia, Cenerentola, L’italiana in Algeri
DON GIOVANNI MOZART 1787
- Mozart nasce a Salisburgo, diventa musicista del principe di Salisburgo. Il padre era violinista.
Negli spostamenti tra Londra e Parigi prende la tonsillite che lo porterà alla morte per blocco
renale. Cacciato da Ieronimus de Toledo va a Parigi alla corte di Luigi XVI e incontra Piccinni e
Paesiello. A Vienna incontra Da Ponte e poi Casanova. Dopo la rivoluzione Da Ponte diverrà
commerciante di polvere da sparo, spia per il governo e fondatore della Columbia.
- La rivoluzione francese porta alla fine degli antichi valori rappresentati da Giuseppe II e Caterina
II. Non essendo più nelle corti Mozart doveva guadagnarsi da vivere con la musica.
- La prima fu a Praga nel 1787 per poi essere ripetuto solo 15 volte.
- Non riesce mai a conquistare le donne
- Il testo (finta certezza) si contrappone alla musica (in sospensione, incerta)
- Mozart inserisce impasti timbrici più complessi da seguire all’epoca e spesso ciò determinava
l’insuccesso.
- Inserimento del Mandolino per la serenata di influenza Da pontina
- L’apatia del mondo, diventa come una proiezione.
- La musica diventa gradualmente più pesante
- Nonostante la gaiezza dell’opera nemmeno qui manca la nota demoniaca e drammatica come
in Tirso, gusto per la sfida, orgoglio quasi eroico da parte del protagonista.
- Per le nozze di Maria Teresa d’Austria e Antonio di Sassonia a Praga, ma fu sostituita con la
meno scandalosa “Le nozze di Figaro”.
- Casanova si accosta al Mozart e Da Ponte riprendendo il libertinismo in Memorie.
- Tradizione libertina settecentesca come sfida estrema alle istituzioni sociali e alle convenzioni
senza indietreggiare davanti a nulla.
- Don Giovanni accetta l’invito della statua del Commendatore del quale tentò di violentare la
figlia sapendo di andar incontro a morte e dannazione certa.
- Don Giovanni finirà poi vittima del suo errore più grave, ossia di non pentirsi davanti alla statua
del Commendatore, non soltanto rifiutandosi per ben tre volte di farlo, ma spingendosi a simulare
il pentimento davanti a Donna Elvira solamente per raggiungere i suoi scopi. Proprio per questi
motivi, verso la fine dell'Atto II, scontrandosi con la statua del Commendatore venuto
dall'oltretomba e che, con un amore infinito, lo esorta a cessare ogni violenza e a pentirsi, il nobile
finirà all'inferno. Per questo motivo Mozart e Da Ponte hanno conferito a Don Giovanni questa
fissità frenetica, brutale e insieme giocosa che ritroviamo nella musica del libertino,
dal vino), Aria dello
particolarmente nella famosa aria n°11 (Finch'han nota anche col nome di
champagne. Il Don Giovanni non lascia indifferenti, poiché provoca e disturba con la sua ironia,
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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