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SOLEDAD

Soledad

La poesia è una delle tante poesie che dedica al mare, che è uno dei protagonisti di

Diario de un poeta recién casado

“ ” e insieme al mare (l’acqua, il cielo, l’azzurro) va

costruendo un nuovo lessico, popolato di termini che fino a quel momento non erano ancora

entrati nel suo vocabolario, e li utilizza per costruire questa sua idea di poesia. Jimenez utilizza il

verso libero: sono versi di differente lunghezza, in cui prevalgono i versi de arte menor, quindi

non c’è uno schema ritmico fisso e siamo nell’ambito di una maggiore libertà rispetto alla

“Hay un oro dulce y fresco”.

struttura chiusa del romance Si tratta di un dialogo: il poeta, cioè

l’io lirico, sta dialogando con il mare e tutta la raccolta è segnata da questo continuo dialogo con

il mare e con il cielo, quindi con degli elementi naturali. Non sono elementi separati dalla vita del

poeta ma è a loro che il poeta detta i suoi sentimenti, emozioni, dubbi, quindi il paesaggio è

simbolico.

En ti estás todo, mar, y sin embargo,

¡qué sin ti estás, qué solo,

qué lejos, siempre, de ti mismo!

Nella prima strofa ci sono le esclamazioni.

Abierto en mil heridas, cada instante,

cual mi frente,

tus olas van, como mis pensamientos,

y vienen, van y vienen,

besándose, apartándose,

en un eterno conocerse,

mar, y desconocerse.

Nella seconda strofa il poeta descrive la situazione del mare: il mare viene antropomorfizzato,

cioè il mare ha mille ferite come i pensieri del poeta: il mare diventa lo specchio del poeta.

como mis piensamentos.

C’è un arallelismo: Ciò che unisce il poeta e il mare è la sofferenza.

Dal punto di vista metrico c’è la riproduzione di questo movimento ondulatorio delle onde del

mare, che vanno e che vengono. Quindi il mare è pieno e vuoto nello stesso tempo perché le

onde lo riempiono e lo svuotano costantemente.

Questo processo di antropomorfizzazione continua quando le onde vengono associate agli

amanti: le onde che vanno e che vengono è come si si baciassero e poi come se si separassero.

Il movimento che è eterno nel mare è in realtà il processo della conoscenza, cioè avvicinarsi

(baciarsi) e allontanarsi.

Conoscersi e smettere di conoscersi perché il mare è un insieme eterno ma sempre nuovo, per il

movimento delle onde che cambia la superficie.

Eres tú, y no lo sabes,

tu corazón te late y no lo siente...

¡Qué plenitud de soledad, mar sólo!

Il mare vive in uno stato di incoscienza, sei tu e non sei tu, dato dalla sua condizione e dalla sua

natura: quella di essere sempre uguale a sé stesso ma sempre diverso. Ed è il motivo per il quale

Jimenez termina la poesia con questo verso: il mare è pieno quando le onde si avvicinano, ma

quando si allontanano il mare è solo.

Dal punto di vista metaforico la poesia è ben strutturata: ci sono molte anafore, c’è

(en ti / sin ti)

un’opposizione o un’antitesi che costruisce nella poesia e che ha il suo massimo

la pienezza della solitudine”

momento nell’ultimo verso, che è un ossimoro “ e che esprime

perfettamente il sentimento del poeta. È una solitudine che non è data dal vuoto, ma dalla

pienezza.

Il poeta rivela direttamente perché il mare lo attrae così tanto: perché si sente identificato con il

mare. Si trova nell’insieme di dolore e piacere: perché il piacere è dato dall’avvicinamento, ma

nello stesso tempo conoscersi è l’inizio della separazione quindi del dolore, che è però inevitabile

per potersi poi riunire in un processo continuo di cambiamento e di ritorno.

Nella poesia non ci sono colori, non ci sono aggettivi, non c’è descrittivismo, cioè il poeta non

descrive cosa fa il mare. Ma qui c’è l’identificazione del poeta con il mare. Siamo nella direzione

della poesia pura, una poesia dove rimane solo la parola a dire con il suo significato un

contenuto, che è il centro della poesia, in un processo di riconciliazione con la realtà che opera il

poeta perché la realtà diventa il suo correlativo, il suo specchio nel quale potersi riflettere.

INTELIGENCIA Eternidades

E’ una poesia tratta dalla raccolta poetica chiamata del 1918, che è una sorta di

manifesto poetico e umano di Jimenez, perché ci svela questa nuova fase e le modalità

attraverso le quali ha approdato a questa nuova fase. Jimenez utilizza il verso libero.

¡Inteligencia, dame

el nombre exacto de las cosas!

… Que mi palabra sea

la cosa misma,

creada por mi alma nuevamente.

Que por mí vayan todos

los que no las conocen, a las cosas;

que por mí vayan todos

los que ya las olvidan, a las cosas;

que por mí vayan todos

los mismos que las aman, a las cosas…

¡Inteligencia, dame

el nombre exacto, y tuyo,

y suyo, y mío, de las cosas!

La poesia è divisa in 3 parti:

La PRIMA PARTE è l’invocazione all’intelligenza: le chiede il nome esatto delle cose:

depurazione.

L’intelligenza è una parte di sé, quindi in realtà il poeta sta facendo appello a una sua qualità,

ovvero quella del ragionamento e della razione. Che gli oggetti esterni al poeta possano essere

creati nuovamente attraverso il paesaggio nella sua anima, il poeta è come se fosse un nuovo

dio che ricrea il mondo che lo circonda attraverso le proprie capacitò poetiche. È generatore

della realtà, di una realtà nuova perché è filtrata attraverso la sua anima poetica. La conoscenza

quindi delle cose (non oggetti privi di significato) passa attraverso l’intelligenza, cioè attraverso

il poeta. È quel poeta vate che interpreta la realtà e si fa portatore di questa conoscenza della

realtà per gli altri, infatti dice che attraverso di me chi non conosce le cose, chi le ha

dimenticate, possa utilizzare la mia poesia come strumento di conoscenza. Chi dimenticato la via

di accesso per la conoscenza, io sono questa porta che si apre sul mistero della realtà perché

ovviamente tutta questa idea della poesia discende da un concetto della realtà complesso, per

cui per poter interpretare e conoscere la realtà, che è un mistero e il poeta è interprete, perché

ha un dono speciale. Quelli che le conoscono, che non le hanno dimenticate e che le amano le

cose, che amano la realtà.

Il nome esatto, il tuo (intelligenza), il mio (poeta), il suo (chi ascolta, le altre persone).

Inizia poi la seconda parte della poesia dove il poeta fa una vera e propria analisi della sua

traiettoria poetica, cioè del cammino che lo ha portato fino a questo punto. È un’autoanalisi.

Sappiamo che è un essere femminile, la poesia innocente della prima giovinezza, delle

primissime poesie, dotate di questa intuizione giovanile, fresca, innocente, che il poeta riconosce

in queste sue poesie. Questo essere femminile era vestito di innocenza. Riconosce la madre in

questa donna. Questa donna che gli è venuta incontro: si è andata via via rivestendo questa

donna di non so che vestiti e io ho cominciato ad odiarla senza saperlo (poesia modernista). Usa

una parola “ropajes” che indica la ricchezza dei vestiti. È arrivata ad essere una regina fastosa di

tesori (immagine dell’oro e del lusso come nelle altre poesie). Questa donna che era stata per lui

una madre quando era bambino, è diventata una regina fastosa di tesori. Momento di crisi: ma

(avversativo) cambia la direzione che la poesia aveva preso. Poco a poco si è spogliata la poesia

di questi ropajes di cui si era rivestita durante la fase modernista. Nel momento in cui questa

donna intraprende un cammino di ritorno verso la purezza originaria, il poeta poco a poco si va

riconcigliando con lei, che è diventata pura (le sorride).

Poesia desnuda: poesia pura

Questa donna, di cui lui ha parlato, in realtà è la passione della sua vita, l’unica donna che lui

ama: la poesia desnuda

Enjambement: separazione del sintagma delle due parole poesia desnuda che costituiscono

un’unità, e che vengono separate per dare più forza al concetto che sta esprimendo il poeta,

cioè che la sua vera vocazione è quella della poesia pura, che è strumento di conoscenza del

mondo esteriore.

Questa è la seconda epoca di Jimenez, che poi approderà ad una terza epoca dove tutti questi

concetti di essenzialità, di purezza vengono portati alle estreme conseguenze. Nel frattempo

continua a scrivere nel 1919 pubblica Piedra y cielo, nel 1922 Segunda Antologia Poetica, che

raccoglie le poesie dal 1898 al 1918 e nel 1923 pubblica altre due raccolte, poesia e bellezza.

Quando scoppia la guerra civile nel 1936 Jimenez decide di esiliarsi, così come faranno tanti

intellettuali nel momento in cui vedranno il disastro della guerra civile divenire una realtà. Si

trasferisce prima negli stati uniti, poi a porto rico, poi a cuba, poi ritorna negli stati uniti. Il tutto

pur di rimanere lontano dalla guerra civile e dalla dittatura. Nel 1956 riceve il premio nobel per la

letteratura, quindi un riconoscimento a livello internazionale di quello che è stato il suo cammino

poetico, favorito dall’esilio, perché se è vero che l’esilio porta molti intellettuali fuori dalla

spagna, e quindi a rompere le radici, il legame con la loro patria, ma a molti di loro garantisce la

possibilità di essere conosciuti all’estero. La Spagna, soprattutto fino alla fine degli anni 50, era

una Spagna chiusa; è quasi impermeabile agli influssi che vengono dall’esterno, alle

sollecitazioni letterarie e culturali che vengono dagli Stati Uniti e dal resto d’Europa. Cosa che

invece, chi aveva scelto di fuggire può godere di questi impulsi già diffusi. L’ultimo approdo della

terza epoca di Jimenez è segnata dal libro che si intitola “Animal de fondo” dove c’è la massima

depurazione poetica ed è direttamente proporzionale all’ermetismo nell’espressione dei

contenuti. In questo libro appare un nuovo personaggio: Dio. Una divinità da intendersi in senso

laico. Per Jimenez Dio è amore e la vera bellezza (quindi la poesia pura che è l’espressione

massima di bellezza assoluta). È un Dio che si manifesta in questo suo amore nell’universo e che

utilizza questo Dio come fonte di espressione e di interpretazione. Il poeta stesso diventa una

sorta di divinità nel momento in cui genera e crea il suo mondo poetico. Amore, poesia

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
108 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessne di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Vaccari Debora.