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OPERENel Prohemio e carta
Una raccolta di versi inviata al condestable don Pedro de Portugal (1445) cidà alcuni tratti delle sue concezioni estetiche: sostiene che l’importante in poesia è il contenuto, chedeve essere utile e la forma deve essere bella ed esatta nel computo sillabico, anche se in realtàsembra più che si fermi agli aspetti formali senza elaborare sufficientemente il contenuto. In questostesso testo scrive anche un breve abbozzo di storia letteraria della Castiglia, in cui include maggioripersonalità ed opere oltre alla poesia popolare.
La produzione è molto vasta e mostra il confluire delle tradizioni culturali più vive del tempo. Le composizioni giovanili sono di carattere canzonerile e la varietà metrica rivela ricerca di vieespressive: è una poesia leggera nella quale l’amore, la lode e la separazione dalla dama sono temiabituali. Di questo periodo (1429-1440) fanno parte le 8 SERRANILLAS in
arte mayor. Inoltre, il marchese si dedicò anche alla composizione di decires narrativos, che presentano un tono più serio e si ispirano alla tecnica di autori come Dante o Petrarca. In questi componimenti, ogni personaggio o oggetto rappresentato è un' allegoria di qualcos'altro, sia concreto che astratto, come ad esempio la Fortuna. Non mancano inoltre riferimenti a dei ed eroi dell'antichità, inseriti nel testo attraverso l'artificio del sogno (come ad esempio in "Querella de amor" o "L'Infierno de los Enamorados"). I sonetti del marchese rappresentano il primo tentativo di introdurre in Spagna una forma poetica tipicamente italiana, anche se spesso l'endecasillabo tende ad avvicinarsi al ritmo dell'arte mayor o alcontrario se ne discosta troppobruscamente.Inoltre il marchese raccolse dalla tradizione orale i refranes, dimostrando un grande interesse per latradizione. I PROVERBIOS gli furono commissionati invece dal futuro Enrique IV. Erano unaraccolta di 100 detti ricavati da fonti scritte antiche o moderne rielaborati liberamente, eaccompagnati da un commento erudito.All’inizio del 1436 mette mano ad un progetto impegnativo, la Comedieta de Ponça (120 ottave dearte mayor) che prende spunto da fatto storico contemporaneo, la sconfitta navale di Alfonso Vd’Aragona a Ponza (1435). Riprende già nel titolo il titolo dantesco anche se con diminutivoobbedendo al genere poiché inizia con casi dolorosi per finire lietamente. L’autore va oltre il fattopolitico contingente, per meditare sul destino dell’uomo e sui casi della fortuna.
4. JUAN DE MENA (Cordoba1411-1456)E’ chiaro esempio di una nuova classe emergente: di origine modesta, studiò a
Salamanca e fu in Italia, per poi essere introdotto alla corte di Juan II dove fu nominato cronista e segretario di letterelatine. Anche per i contemporanei fu l’incarnazione dell’intellettuale puro, che ha poche entrate maè dimentico di ogni cura mondana. Di lui il Marchese di Santillana tesse un elogio in versi chefurono ricambiati da Juan de Mena. A differenza del Marchese però, non si dedica alla trasposizionein volgare dei classici, nonostante la sua padronanza del latino.Come membro di corte compose canzoni amorose e decires che ottennero importante diffusionetanto da comparire in numerosi Canzonieri. Maggior fama ottenne con le sue opere più lunghe,come la Coronaciòn del Marquès de Santillana (1438), nel quale celebra il successo di questo inuna campagna militare contro i mori: è un’opera allegorica che va dalla miseria del mondo allaesaltazione del protagonista su una base che ha come lontano punto di partenza la Commedia.Nel commentario in prosa è lo stesso autore a spiegare il suo intento, cioè fondere la commedia, in senso Dantesco, e satira e di far risaltare la figura di Santillana come eroe militare. Lo stesso schema narrativo utilizzato anche nella sua OPERA PRINCIPALE Labirinto de Fortuna o Trescientas (circa 1444) composta da 279 ottave di arte mayor e dedicata al re. Il poeta narra vizi e virtù dei forti di tutti i tempi, degli scontri tra fortuna e Provvidenza e descrizione della casa della fortuna. Dove si trovano 3 ruote che rappresentano passato, presente e futuro. Solo la ruota del presente è in perenne movimento. Ogni ruota è composta da 7 cerchi concentrici che corrispondono ai 7 pianeti e che indicano vizi e virtù. All'alba il poeta chiede a Provvidenza quale sarà il futuro del sovrano Juan II ed ella risponde che sarà un futuro radioso e che la fama di Juan II eclisserà quella dei suoi predecessori. Quando però il
Poeta consegna il poema al re, la realtà è ben diversa: Juan II è prigioniero dei cugini. I personaggi del Laberinto provengono in buona parte dal mondo classico. L'unico personaggio contemporaneo è Alvaro de Luna, capace di piegare la fortuna ai suoi intenti. È un poema morale e politico nel quale il verso, la lingua e lo stile trovano elevata espressione in accordo al contenuto: con l'uso della forma del verso in arte mayor, il quale presenta una marcata distribuzione dell'accento, impone una nuova estetica, per la quale il ritmo sta sopra ogni altro aspetto lessico o sintattico, perciò è costretto a inventare neologismi o arcaismi.
5. Jorge Manrique
Manrique fu un personaggio molto attivo nella vita politica di fine quattrocento. Come tutta la sua famiglia si schiera contro Enrique IV e a favore di Isabella di Castiglia. Della sua produzione fanno parte alcune liriche amorose, 3 poesie burlesche riferite alla situazione politica.
Ma l'opera più importante, che ha eclissato la fama dello stesso autore, è COPLAS POR LA MUERTE DE SU PADRE, una raccolta di 40 poesie dedicate alla morte del padre. Nel 1400 i poeti trattavano il tema della morte in 2 modi: il primo in modo sobrio-cristiano, il secondo invece insiste sul macabro come nella Danza de la muerte vicino alla tradizione francese. In questo secondo genere la morte è rappresentata con particolari che incutono terrore in modo da spingere alla fede come salvezza. Manrique sceglie il primo modo. La morte appare come personaggio nella Coplas ma è una morte silenziosa, che bussa alla porta e chiama Rodrigo a sé, e lui la segue senza paura. L'opera è divisa in 3 parti: le coplas 1-13 trattano della morte in modo astratto, senza riferimenti alle persone. Le coplas 16-24 affrontano il tema della morte nella storia citando personaggi importanti. Infine le coplas 25-40 riguardano la morte del padre.
L'obbiettivo di Manrique è quello di erigere un monumento al padre. Il poeta tratta il tema della fugacità della vita per la quale la morte cancella tutto. Questa situazione si può evitare solo grazie alla fama che rende immortale. Tutti i personaggi citati da Manrique (Alvaro de Luna, Juan II, Enrique IV) sono funzionali solo alla presentazione di Rodrigo che appare nella Copla 25. La terza parte può essere suddivisa ulteriormente in altre 2: 8 sono dedicate all'esaltazione della figura del padre, mentre nelle ultime 8 la morte compare come un fatto inevitabile, come si può notare dal rapporto tra la morte e Rodrigo che è un rapporto alla pari. L'elemento che collega le 3 parti è uno stile omogeneo e mai esagerato. Ci sono inoltre continui richiami al lettore, poiché la morte è qualcosa che riguarda ogni uomo. Innovativo è il fatto che per la prima volta un poeta parte da una situazione generale perarrivare ad un caso specificoCapitolo 5: Umanesimo e poesia tradizionale
- La cultura all'avvento dei re Cattolici
Le storie della letteratura sono solite includere nel periodo medievale anche il regno di Fernando e Isabella facendo dunque coincidere la fine di un'epoca letteraria con la fine del XV secolo. Ma l'età dei re cattolici è segnata in molte parti da profonde novità rispetto agli anni precedenti.
Prima di tutto, le novità sono in ambito politico: in politica interna avviene un'importante unione tra il casato di Castiglia e quello d'Aragona, e l'instaurazione di un regime autoritario, che instaura un'omogeneità religiosa in seguito all'espulsione degli israeliti e dei moriscos (1492); per la politica estera si ha la fine della Riconquista con la caduta di Granata, avviene la scoperta dell'America e la Spagna è proiettata nel panorama europeo.
Perciò sembra più lecito non
spezzare la continuità del discorso storico tra il regno dei re cattolici e quello del nipote Carlo V e separarlo invece tra i primi e il loro predecessore Enrique IV. In CAMPO LETTERARIO una serie di indizi attestano una certa innovazione, anche se è un passaggio più complesso e lento. La LIRICA CORTESE vive sì ancora nella riproposizione di forme tradizionali ma si hanno comunque due novità rilevanti: l'affermarsi in ambienti colti di un gusto per temi e toni popolari e il fiorire di poesia religiosa. Contemporaneamente inizia il TEATRO, inesistente prima, grazie ad esempio, a Gil Vicente. A margine della produzione destinata alla scena si colloca la Celestina che eredita dalla tradizione medioevale, ma comunque, originale per alcune sfumature rinascimentali. Nemmeno sono interamente medievali, per la NARRATIVA, la tradizione del romanzo sentimentale e dei libri di cavalleria. I temi della civiltà cortese sono proiettati verso un gusto per il.Meraviglioso è il fantastico che corrisponde alla richiesta del pubblico cortigiano. Al genere cavalleresco appartiene Los cuatro libros del virtuoso caballero Amadís de Gaula redatto nel 1492 da Montalvo sulla base dell'opera originale di origine medievale composta da 3 libri. Il quarto libro narra di Esplandián, figlio di Amadís. Dell'opera originale rimangono pochi frammenti, ma è certo che dovesse chiudersi con un duello tra padre e figlio ignari della reciproca identità. L'origine dell'Amadís è da ricercare nel trecento in seguito alle traduzioni di molti romanzi arturiani francesi.
2. La storiografia
Con l'inizio del rinascimento assume grande importanza la storiografia. L'opera più importante è la Crónica de los Reyes Católicos, di Fernando Pulgar, famosa per l'accuratezza delle sue fonti.
3. La nuova filologia umanistica
Come esempio del rinnovamento radicale della cultura
sotto i re cattolici si può prendere la figura del Sivigliano DON ALFONSO DE PALENCIA (1423-1490), uno dei primi a compiere interaformazione in Italia: conosce il greco e viene nominato cronista di corte dopo Juan