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Estratto del documento

SESTO CAPITOLO

Molto breve anche questo, quindi molto allusivo come il quarto. Ci sono diverse

attestazioni che fanno riferimento agli artigiani di tamburelli come persone che

praticavano l’ufficio della ruffianeria. In questa interpretazione la preparazione dei colori

sulla tavolozza (che è i compito di Lazaro) riconduce alla preparazione dei cosmetici, che

era una delle funzioni a cui erano dedite le mezzane (come Celestina che utilizzava

questa attività per entrare più facilmente i contatti con le giovani). È possibile che dopo

aver fatto riferimento alla propria iniziazione sessuale nel quarto capitolo, Lazaro qui

faccia riferimento al proprio coinvolgimento in prima persona nella pratica della

ruffianeria. Alla fine di questo trattato si fa riferimento all’accumulo di denaro da parte

di Lazaro, dettaglio importante in quanto è proprio questo che permette a Lazaro di

affrancarsi dal suo ultimo padrone e ci fa capire che il problema della fame è ormai risolto

(negli ultimi trattati c'erano solo vaghi riferimenti alla fame, cioè diceva ' non me la sono

este fue el primer escalòn

passata molto bene). Qui invece specifica espressamente '

que yo subi....porque mi boca era mi vida' FRASE MOLTO IMPORTANTE perché è un

riferimento ad una sorta di ascesa sociale di Lazaro, partito dal basso sale un gradino

della scala sociale. E ci dice che per fare questo è necessario che i bisogni primari siano

soddisfatti. (adesso che non ha piu' fame, il cibo non è piu un problema, le sue condizioni

possono migliorare).

SETTIMO CAPITOLO

Capitolo conclusivo in cui tutti i nodi vengono al pettine, in particolare quello principale.

Ci sono due approdi cui giunge Lazaro alla fine del suo percorso: il lavoro e il

matrimonio.

L’ultima parte del trattato (ultime due pag) rimanda in maniera diretta alle prime pagine

del prologo. Troviamo la centralità del caso, il passato che Lazaro ha raccontato fino a

questo momento è stato filtrato attraverso l’esperienza del presente e attraverso

l’esperienza del caso, questa selezione degli eventi passati ha delle ripercussioni sul

contenuto e sulla forma.

riferimento al caso e Vossignoria,

Il come persona informata dei fatti e amico del terzo

protagonista di questo triangolo, ci permettono di definire tutto il testo come uno spazio

chiuso(romanzo chiuso), con una serie di episodi che si susseguono secondo la tecnica

aschidionada, ma questi episodi sono selezionati da Lazaro per giustificare il suo

presente, non sono casuali:

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Pag.112 si dice che il padre di Lazaro rubava grani dai sacchi che venivano portati al

mulino e per questo subisce persecuzioni dalla giustizia.

Pag.216 Lazaro diventato banditore denuncia i delitti altrui, diritti di quelli che subiscono

persecuzioni dalla giustizia, come il padre. . ( IL PADRE VIENE PERSEGUITO DALLA

GIUSTIZIA PERCHè RUBA DAI SACCHI DI GRANO. LAZARO NEL SUO LAVORO COSA FARà?

FARà L'ATTIVITà DI QUELLI CHE PERSEGUONO QUELLI COME IL PADRE, PERCHè DENUNCIA

I DELITTI ALTRUI).

Pag. 112-114 la madre di Lazaro vedendosi priva di risorse decide di diventare concubina

di uno stalliere moro, Pag.228 troviamo la stessa espressione che usa la mamma

“accompagnarmi ai buoni

pronunciata da Lazaro : ”. Decide, come ha fatto la madre, di

unirsi ai buoni, i buoni però in questo caso sono i mori che rubano, nel presente sono il

prete e la sua concubina.

Pag.114 si parla del moro con cui inizia la relazione la madre di Lazaro che commette i

furti.

Pag.218 l’arciprete di S.Salvador favorisce Lazaro e la moglie con beni legati all’esercizio

indebito delle proprie funzioni. (tutti i regali extra che il sacerdote fa alla moglie di Lazaro

e a Lazaro).

Pag. 114-116 dinanzi ai furti del moro e il concubinaggio della madre, Lazaro bambino ,

ancora innocente, denuncia quello che sa e così facendo mette fine alla situazione di

relativo agio di cui viveva.

Alla fine del testo, davanti alla consapevolezza di questo triangolo in cui è coinvolto con

la moglie, Lazaro, che ormai non ha più nulla dell’ingenuità del bambino, essendo stato

diseducato alla sopravvivenza ad ogni costo, a questo punto non denuncia, consapevole

dei vantaggi che può trarre da questa situazione e difende ad ogni costo la moglie, la

legittimità del suo matrimonio per non perdere i vantaggi.

In questo senso, questa lettera che Lazaro invia a Vossignoria non è una confessione di

colpevolezza, ma una difesa sua e della moglie. Questi parallelismi lasciano trasparire il

senso di tutte le avventure che ci ha raccontato. Tutte le peripezie con il cieco sono

servite a renderlo pronto alla lotta per la sopravvivenza e a risvegliarlo dall’innocenza che

lo aveva caratterizzato fino a quel momento.

La fame provata con il prete di Macheda sarà appagata con il cibo che gli fornirà il prete

di San Salvador. I pani custoditi nell’arco a cui Lazaro non poteva accedere sono gli stessi

pani che adesso gli vengono forniti sottobanco dal prete di San Salvador.

L’esperienza con lo scudiero serve a fargli comprendere il carattere vano e dannoso

dell’onore e infatti, Lazaro impara a sacrificare il suo onore, accettando la relazione della

moglie, in nome di necessità più urgenti e concrete, il benessere economico.

L’esperienza con lo spacciatore di bolle gli permette di imparare a tirarsi fuori dalle

situazioni, a mettersi in disparte, e assumere il ruolo di spettatore quando le circostanze

lo richiedono e contemporaneamente a stare dalla parte dei truffatori e non dalla parte

dei truffati.

Per questo Lazaro accetta la situazione, perché ha imparato ad applicare al proprio caso

tutti gli insegnamenti derivati dalle esperienze con i diversi padroni. Quindi ha imparato

che prima di tutto è necessario conseguire il massimo profitto personale. Non c’è

idealismo, non c’è onore, non c’è virtù, ma solo prosperità economica e agiatezza

materiale. Se da bambino all'inizio era così ingenuo da confessare i crimini del moro, ora

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è così scaltro da tacere il proprio guadagno.

Questo è l’approdo del suo percorso di formazione sui generis, che culmina con il

conseguimento di un’ascesa sociale, ascesa che va problematizzata:

innanzitutto, nelle ultime pagine in particolare, l’ascesa viene espressa attraverso

medrar

l’utilizzo del termine , utilizzato per indicare entrambi gli approdi a cui giunge

Lazaro adulto = Pag. 216 in relazione al lavoro, pag 218 in relazione al matrimonio, in

particolare gli agi che gli assicura. L’ultima frase del romanzo fa riferimento alla

consapevolezza di Lazaro di aver raggiunto la cima della propria fortuna.

Si può parlare veramente di ascesa sociale per definire il percorso di Lazaro da figlio di un

mugnaio-ladro e madre-concubina a banditore di vini? E’ davvero un’ascesa sociale?

Rico parte da un’osservazione di Panoski, che spiega che nel Rinascimento si scopre la

tecnica della prospettiva. Il rinascimento è il secolo in cui l’opera d’arte comincia ad

frammento dell’universo,

essere vista come un frammento che appare diverso a seconda

della persona che lo guarda, guardandolo dal proprio punto di vista.

Cioè la scoperta della prospettiva porta alla luce la parzialità dell'occhio dell'osservatore

che indaga e rappresenta e rende centrale il problema del punto di vista.

Il punto di vista non è il 'secondo me'.

L’impostazione del Lazarillo come autobiografia epistolare determina l’adozione di un

preciso punto di vista, quello di Lazaro. Questo determina anche un alto grado di

veridicità del suo racconto che quantomeno viene percepito come verosimile e il

verosimile ha un enorme successo in ambito rinascimentale. L’autore del Lazarillo è

estremamente consapevole dell’importanza della prospettiva e quindi del prospettivismo

della sua opera e questo ci è chiaro in alcuni casi limite del romanzo, cioè quando questo

punto di vista del narratore Lazaro sembra messo in crisi. Esempio significativo è nel

secondo capitolo, quando racconta della chiave in bocca e delle bastonate. La

spiegazione del rumore emesso dalla chiave nella sua bocca e dell’attacco del prete al

povero Lazaro addormentato, non può essere data dal narratore in quanto sta dormendo

e poi perde conoscenza. La coerenza del punto di vista si mantiene attraverso il

riferimento di fatti narrati da altri, il narratore ce le può dire tramite fonti secondarie.

Dalle sue condizioni fisiche può facilmente dedurre di essere stato bastonato.

La questione del punto di vista è interessante anche per la costruzione del racconto. Il

punto di vista da cui viene raccontato il romanzo coincide col personaggio

(narratore=personaggio). Queste due figure non sono perfettamente sovrapponibili e

questo emerge in alcuni punti del racconto, se di norma la prospettiva è quella del Lazaro

personaggio che ha già vissuto tutte le sue avventure e che si colloca all’altezza

dell’ultimo capitolo, ci sono alcuni casi (3 capitolo e 5 capitolo) in cui l’autore sceglie di

adottare una prospettiva differenza, Lazaro bambino prende il posto di Lazaro adulto. Nel

terzo capitolo il lettore vive con Lazaro la progressiva acquisizione dello scudiero e come

il Lazarillo il lettore vede lo scudiero ne osserva l'aspetto esteriore e non si aspetta fino a

che on entra in casa che in realtà l'uomo si trovi in una condizione di miseria. Nel quinto

capitolo assistiamo al racconto del miracolo dello spacciatore di bolle, ma soltanto alla

fine comprendiamo che si tratta di un inganno. Il modo in cui viene narrata la vicenda fa

sì che anche noi crediamo al miracolo. In questi due casi vengono catturare le percezioni

di Lazaro e questo dà maggiore rilievo allo sguardo del protagonista che passa da avere

ancora tracce di ingenuità fino alla consapevolezza definitiva.

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L’altro termine chiave è “caso”, utilizzato nel prologo e alla fine (solo in questi due

luoghi), utilizzato con lo stesso significato. Da qui importante l’attività dei traduttori,

perché a lungo nelle edizioni italiane inizialmente la parola caso veniva tradotta in modo

diverso nel 1 e nel 7 capitolo, errore gravissimo perché deve essere chiaro che si tratti

della stessa versione in quanto questo va ad influire sul carattere chiuso dell’opera.

Riflessione sulla questione lettera (epistola)

In conclusione troviamo il riferimento alla data e luogo di composizione.

Il luogo è Toledo, la data si ricava in maniera indiretta. Si fa riferimento ad un evento

che si svolse nel 1525 e nel 1538-39 : L’imperatore vie

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
164 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariabarra21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Scotto di Carlo Assunta.