Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Riassunto esame Letteratura, prof. Deidier, libro consigliato La Fondazione del Moderno Pag. 1 Riassunto esame Letteratura, prof. Deidier, libro consigliato La Fondazione del Moderno Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura, prof. Deidier, libro consigliato La Fondazione del Moderno Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura, prof. Deidier, libro consigliato La Fondazione del Moderno Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Con gli ultimi autori, la poesia moderna si presenta sostanzialmente come un'arte dove conta

più l'assenza che la presenza.

La passione amorosa si è svuotata, ha perso di istintività, e l'incontro amoroso è destinato a

non compiersi.

Alcuni poeti, post-simbolisti, tenteranno di riportare in auge il tema amoroso.

William Butler Yeats

- Quando tu sarai vecchia

Immagina di scrivere all'amata non nel pieno della gioventù, ma quando appunto sarà

vecchia. La donna è seduta con "questo libro" in mano, il libro della sua vita.

Scissione tra il vero amore e quello falso, tra chi ama solo la bellezza e chi anche oltre. Ma il

desiderio è descritto come "un nuvolo di stelle", troppo distante per potersi compiere.

Konstantinos Kavafis

Prima di parlare dei componimenti in se, bisogna dare un rapido sguardo all’ambiente dove

ha vissuto l’autore. Nasce ad Alessandria d’Egitto, luogo simbolo della cultura, e soprattutto

ambiente negli anni dell’800’ volto al neo greco. Alessandria è la città di una delle meraviglie del

mondo, il Faro di Alessandria, ma anche della biblioteca, luogo del sapere per antonomasia, dove

era custodita copia di tutto ciò che di stampato fosse prodotto.

In una seconda fase, trascorre degli anni in Inghilterra, dove viene a contatto con la cultura

europea che lascerà evidenti tracce in tutta la sua produzione poetica.

Kavafis segue due costanti: 1. L’utilizzo di personaggi storici, presi però non nel momento

del loro splendore. 2. Tema dell’amore, vissuto come effimero, e descrizione di incontri con ragazzi,

tema dell’omosessualità.

- A bordo

Il poeta ritrova dopo un tratteggio di un ritratto di un ragazzo incontrato in una nave durante

l’attraversamento del mar Ionio.

Naturalmente il “Tempo” ha un’importanza fondamentale nel componimento, e così come

ne “A una passante”, un minimo granello, un minimo istante di tempo si dilata all’infinito grazie

alla memoria, la quale aggiunge però qualcosa in più rispetto alla realtà “forse più bello”.

Nell’originale, non c’è scritto “Kronos”, ma “Kairos”, che sta a significare l’istante della grazia

prima della rovina. L’immagine del ragazzo è stata come sottratta al tempo, e immagazzinata nella

memoria nel momento di grazia. L’amore risulta così potenziale e sempre possibile.

- La città

- Componimento costruito come un dialogo tra interlocutore e poeta che risponde.

Il primo vede nella città dove vive solo fallimento e espone al poeta la sua volontà di

fuggire. Ma Kavafis non giustifica la fuga e risponde dicendo che ovunque si vada, la situazione

non cambia, in quanto il problema non sta nella città bensì nel cattivo relazionarsi del soggetto.

Forte la metafora dell’ “Hide Behind”, ovvero del mostro che si trova alle nostre spalle, e

che seppur con tutta la nostra volontà proviamo a girarci, lui sarà stato comunque più veloce e si

sarà nascosto nuovamente.

- Itaca Simbolismo del viaggio che per Kavafis è più importante della meta. Qui Ulisse non viene

mai nominato proprio perché l’attenzione viene concentrata tutta sul viaggio verso Itaca, ma lo

intuiamo naturalmente da “I Lestrigoni e i Ciclopi”. Già il viaggio deve essere “fertile” deve dare

frutti, ancora prima della meta, in questo caso Itaca, che ha già dato tutto quello che aveva da dare,

ovvero la motivazione del viaggio.

Aldo Palazzeschi

- Chi sono

Definisce ciò che per lui è la figura del poeta sulla scia di Baudelaire. Il poeta essendo un

folle, può dire ciò che viole senza poter essere giudicato. Il poeta non è più confinato nel sublime e

nell’aulico, ma alla bettola dei poeti maledetti, vedi Baudelaire, si sostituisce il circo dove il poeta

prova fino all’estremo le “acrobazie” della scrittura, “il saltimanco dell’anima mia”.

Giuseppe Ungaretti

Poeta di passaggio tra 800' e 900'. Decisiva per comprenderne la poetica risulta l'infanzia e i

luoghi di formazione. Nasce da genitori italiani di Lucca ad Alessandria d'Egitto e studierà alla

Sorbonne di Parigi, centro vivo e capitale culturale sia per l'Europa che per oltre oceano. Proprio a

Parigi si imbatterà nella cultura italiana della quale non ha mai dimenticato le origini, tanto da

arrivare a partecipare per l'Italia alla grande guerra. In un primo momento i suoi componimenti sono

improntati dalla vena interventista, ma sarà in seguito disilluso e diverrà vera e propria espressione

della disillusione di molti giovani.

Da apolide, grazie alla guerra, Ungaretti si sente appartenere ad una comunità ben precisa.

- Italia Ungaretti sembra quasi rispondere alla poesia di Palazzeschi "Sono un poeta". Spiega come

egli sia un mix di culture, "innumerevoli contrasti d'innesti", ma l'Italia o meglio l'uniforme lo fa

sentire appartenere a qualcosa. Dall'uniforme che non ha valore bellico, ma piuttosto vi si riposa

come in una culla, Ungaretti ricostruisce una propria genealogia e identità.

- Il porto sepolto.

Componimento caratterizzato da versi molto brevi, dove ogni singola parola è importante,

tanto che alcuni versi sono formati da una sola parola, proprio per calcare ogni singolo fonema.

Come in Rilke il mondo infero dava vitalità ai vivi, qui da vitalità alla poesia.

- I fiumi

Componimento che tramite la dinamica della memoria, viene portato a rievocare gli altri

“fiumi” della sua vita partendo dall’Isonzo dove si trova nel momento in cui scrive.

Attraverso il simbolo dell’acqua, che è vita, traccia una carta d’identità di Ungaretti, una

biografia.

La poesia è tipica del primo Ungaretti, così come in “Italia” con versi molto brevi.

Nella prima parte Ungaretti rievoca ciò che è appena accaduto, ovvero la giornata passata al

fiume. Il suo corpo, “reliquia” qualcosa di sacro, è “accoccolato”, stesso riferimento della culla che

si troverà poi in “Italia”. Parla dei suoi vestiti come sudici di Guerra, il bagno quindi è servito come

purificazione appunto dalle fatiche della guerra. Questo è l’Isonzo” il verbo sottolinea come questo

avvenimento è presente.

Nella seconda parte rievoca appunto gli altri Fiumi della sua vita con riferimento ai luoghi

che sono la sua idendità. Prima le origini dei genitori di Lucca, con il fiume Serchio,

successivamente l’infanzia passata ad Alessandria d’Egitto, quindi il fiume Nilo, e infine la

formazione culturale che come sappiamo avvenne a Parigi con naturalmente presente il fiume

Senna; quest’ultimo fiume all’interno del quale U. si è rimescolato, infatti Parigi era un centro

culturale pieno di diverse culture, un vero e proprio Meltin Pot. Ma anche nel descrivere questi tre

fiumi passati, Ungaretti non utilizza era ma è, il ricordo è descritto come se fosse presente.

In Ungaretti scatta la nostalgia, non di casa, ma dell’intero universo della sua vita.

L’età dell’Ansia

“The Age of Anxiety” di Auden insieme a “The Waste Land” di Eliot, segnano uno degli

esiti più alti della poesia novecentesca di lingua inglese. Le espressioni di età dell’ansia e di Terre

desolata sono ormai entrate a far parte dell’immaginario collettivo. In particolare l’ansia è un’icona

psicologica della modernità. I vari temi presente nel poema di Auden, prendono voce nel dialogo

dei diversi personaggi: l’inesorabilità del tempo, la velocità della téchne, che comporta una decisa

accelerazione dei processi di percezione e di ordinamento mentale del cosmo, l’ansia divoratrice.

L’ansia è qualcosa di impercettibile, impalpabile, rappresentata da sottilissime emozioni e tensioni

con il rapporto percettivo con la realtà.

Robert Frost

- Il pascolo

Frost potrebbe essere definito come un autore campestre, i suoi componimenti sono sempre

ambientati lontano dai centri urbani. Le due quartine sono concentrate di immagini simboliche e

metafore.

Prepotente il tema del tempo e dell’attesa “che l’acqua ritorni chiara” e sia vita, mentre ora

che è sporca è inquietudine.

Seconda strofa che inizia con l’immagine della natura giovane “vitellino”. Entrambe le

strofe terminano con l’esortazione riferita direttamente al lettore “Vieni anche tu – Non starò molto.

Vieni anche tu.” di prendersi cura di ciò che intorno abbia un valore concreto o simbolico.

Eugenio Montale

- Forse un mattino…

Componimento anepigrafe, ovvero senza titolo.

Troviamo nuovamente la metafora dell’Hide Behind “il nulla alle mie spalle, il vuoto

dietro”.

Componimento che presenta una netta divisione temporale. La prima strofa è prima del

presente la seconda strofa segnata dal Poi è il dopo.

- Dora Markus

La musa ispiratrice del componimento è una donna di origini ebraiche realmente esistita.

Donna che montale non ha mai realmente conosciuto, ma scrive sulla base di una fotografia dove

erano raffigurate solo le gambe. Così come Rilke con il “Torso arcaico di Apollo” ricostruisce il

viso a partire dal torso, Montale partendo dalle gambe prova ad immaginare l’intera donna,

immaginando anche di avere una relazione sentimentale.

Uomini vuoti che non hanno il problema della coscienza.

In questo caso Montale riesce a essere più veloce dell’entità e riesce a vederla e prenderla.

Sandro Penna

Il più grande lirico italiano del 900’.

Vita e scrittura sono intrecciate tra di loro. I capisaldi della formazione di Penna sono Proust

e Nietsche. Non c’è in penna la costruzione delle poesie. Vuole una poesia spontanea, viva. Poeta

cristallino, chiaro. Il lessico è aderente al quotidiano privo di calchi, gerghi o parole ricercate. Penna

è convinto che per fare poesia bisogna tornare ad un grado 0 di letteratura; si arriva ad una poesia

pura che riesce a tradurre esattamente le emozioni della vita.

Il primo Penna si accosta a Baudelaire scavalcando il post-simbolismo, poi però ne prende le

distanze vedendo nel simbolismo qualcosa che distacca la scrittura dall’immediatezza della vita.

- “La vita…”

Idea del sogno, trasognare equivale a guardare la realtà sotto l’aspetto del sogno, sognare ad

occhi aperti. La realtà appare a Penna come un sogno confuso.

Riferimento all’i

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
12 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher k1os di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Deidier Roberto.