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Esischio di Gerusalemme (commento ai Salmi) Una vigna fu distrutta dal cinghiale. La vigna simboleggia la Chiesa e

l’anima. Chi distrugge ciò non può essere che Satana, che vive nel fango e non può essere addomesticabile.

RICCIO: Innanzitutto bisogna iniziare col dire che di ricci ne esistono diversi tipi. Quello di mare

preannuncia ai naviganti una tempesta quando si stringe ad un sasso per non essere sbarellato qua

e la dalle acque tormentate. Quello di terra invece, detto anche porcospino, grazie agli aculei che

proteggono le parti molli del corpo è definito l’animale più furbo e scaltro, anche più della volpe.

Tolta la forma degli aculei che ricorda la testa coronata di spine di Gesù Cristo, è il simbolo

solamente di cose negative. Nell’antica simbologia cristiana infatti le spine simboleggiano i peccati.

Quindi il riccio ricoperto dagli aculei ben può rappresentare il peccatore, oppure l’uomo ricco che

ostenta il possedimento di beni terreni, il cristiano insincero con una schiera di giustificazioni…

Solo nel caso in cui il riccio si rifugia sotto la roccia come il cristiano si rifugia sotto a Cristo, allora

il riccio ha un significato positivo.

Fonti:

Pseudo Basilio (Commento al profeta Isaia) Si dice che la Babilonia sarà talmente isolata che i babilonesi saranno tutti

sostituiti dai ricci. I ricci sono facilmente paragonabili ai ricchi di questo mondo poichè il Signore ha detto che soffocano

la parola sotto le loro spine e la rendono infruttuosa.

Cassiodoro (Esposizione dei Salmi) Il riccio oltre ad avere le spine che lo proteggono tende a rifugiarsi sotto le rocce

per avere ulteriore protezione. Per questo può essere allegoria di quell’uomo che cerca il rifugio più grande: Cristo.

Paolino di Nola (Epistolario) Il riccio si difende dal nemico grazie alle spine. Noi dobbiamo essere come ricci, Cristo

sarà le nostre spine e ci proteggerà dalle insidie del demonio.

Gregorio Magno (Regola Pastorale) Doppiezza di una mente impura che si difende con l’astuzia. Le menti impure

sono come un riccio che appena viene scoperto si chiude n una palla di spine.

Fisiologo Come il riccio si arrampica alla vite portando via i grappoli, lo stesso fa con noi il male portando via la fede e

inducendoci al peccato. P ag. | 5

PANTERA / LEOPARDO: I felini in quanto predatori sono il simbolo del male e ognuno ha un

primato per qualcosa: il leone è il più forte e coraggioso, la tigre il più crudele, il ghepardo il più

veloce e la pantera il più elegante. Sebbene scientificamente tra leopardo e pantera non ci siano

molte differenze, sono i tomi di cristianità ad aver fatto la differenza netta, dando a loro anche

diversi simboli. Il leopardo infatti, crudele e scaltro, raffigura la malvagità umana, mentre la

pantera, dall’indole mite, ha sempre valenza positiva e senso cristologico. Sin dai tempi di

Aristotele si sosteneva che la pantera per cacciare si nascondesse tra le foglie, e che fosse il suo

profumo naturale ad attrarre le prede accanto ad essa che poi prontamente se ne impadroniva.

Questo rappresenta il fascino di Cristo. Il leopardo non ha avuto la stessa fortuna. Infatti già il suo

manto è simbolo dell’anima del peccatore, deturpata dalle macchie del peccato.

Fonti:

Eusebio di Cesarea (Ecloghe profetiche) Dio stesso in due passi si denomina pantera.

Fisiologo Come la fiera dopo aver mangiato si rifugia nella sua tana e esce solo al terzo giorno per mangiare, allo

stesso modo il signore uscì al terzo giorno per inebriarci della sua essenza.

Ippolito (Commento a Daniele) Quando si parlava di leopardi si intendevano i greci, capeggiati da Alessandro Magno

poiché essi erano molto acuti nell’ intelligenza ma malvagi di cuore.

Ambrogio di Milano (Esamerone) Le varie macchie del leopardo simboleggiano le varie passioni umane. Oltre a ciò

simboleggia anche i giudei dall’animo irrequieto e volubile.

SERPENTE: Il serpente ha sempre esercitato un enorme fascino sull’uomo, tant’è che è sinonimo

di una nuova vita quando cambia la ita, è simbolo di morte col suo morso velenoso e simbolo di

guarigione quando si avvinghia attorno al caduceo. Nella Bibbia però, in seguito al peccato

originale, dopo il quale il serpente da bestia astuta si è trasformato in bestia maledetta, si è sempre

fatto riferimento al serpente come sinonimo del diavolo, indipendentemente dalla razza di questo.

Serpenti al plurale si riferisce a tutti i demoni, mentre il re di questi o il serpente in generale è

Satana. È stata proprio la natura del serpente a favorire questa associazione: il serpente è costretto

a cibarsi di terra (da leggere come iniquità terrene) e si alza oppure striscia quando vuole (simbolo

della mutevolezza del demonio). Il serpente è inoltre simbolo delle passioni e dei pensieri impuri,

è l’ allegoria del peccato. Il serpente che non fa fuoriuscire veleno ma rimedi è l’emblema di Cristo

e nella Bibbia c’è scritto che chi ha conosciuto questo “serpente buono”, non può più avere paura

di quelli cattivi.

Fonti:

Pseudo Barnaba (Lettera) Mosè annuncia Gesù come figlio di Dio, dicendo che appunto Dio non ha bisogno di statue

bronzee, e manda lui stesso a morire suo figlio per la salvezza dell’umanità. Mosè poi mette la rappresentazione di un

serpente in bronzo e quando la gente inizia a pregare dice loro di pregare per chi è morto a causa del veleno, poiché lui

gli darà nuova vita.

Gregorio di Elvira (A proposito di Salomone) Gesù è come la roccia sulla quale il serpente, ovvero Satana, non può

lasciare traccia, poiché il figlio di Dio non cede alle tentazioni.

Gregorio Magno (Commento morale a Giobbe) Come il colubro morde gli zoccoli del cavallo per far cadere il

cavaliere, allo stesso modo Satana morde le estremità del mondo per rovesciare il potere di Dio. P ag. | 6

Eusebio di Cesarea (Commento ai Salmi) aspide sordo è come chi non ascolta la parola divina. Infatti un aspide

Un

sputato il veleno ha la possibilità di redimersi ascoltando le parole divine, mentre chi non vuole proprio ascoltare, per

propria volontà, è paragonabile appunto a un aspide sordo.

Pseudo Crisostomo (Opera incompiuta su Matteo) Gli ipocriti e gli eretici sono associati ai serpenti. Gli ipocriti

ingannano gli altri non curandosi delle conseguenze, mentre gli eretici sono prudenti nel male e stolti nel bene.

Girolamo (Commento all’ Ecclesiaste) Il calunniatore è un serpente. Come il serpente con la sua lingua inietta il

veleno, lui lo stesso fa con le calunnie. La lingua umana però era stata creata per beneficare, i calunniatori invece hanno

trasformato le loro lingue appunto in lingue di serpente.

Fisiologo serpente invecchia e per avere una nuova vita muta la sua pelle, allo stesso modo può fare il buon

Il

cristiano, digiunando per ottenere la vita eterna. Il serpente quando va a bere lascia il veleno nella sua tana, allo stesso

modo noi avvicinandoci alla Chiesa dobbiamo tenere lontane le malvagità. Se si hanno indosso le foglie del fico del

piacere, il diavolo ci salta addosso. Quando il serpente muore protegge il capo e lascia libero tutto il corpo, allo stesso

modo dobbiamo fare noi non rinnegando e nostre idee e Cristo.

PERNICE: La pernice è menzionata una sola volta, ma quella le è valsa il sinonimo di demonio e

del male. Infatti come lei ruba le uova di altri, le cova e poi quelle una volta grandi la lasciano

tornando dalla loro vera madre, allo stesso modo i fedeli catturati dal diavolo una volta che

comprendono tornano da chi li ha veramente creati: Dio e la Chiesa.

Fonti:

Ippolito (L’ Anticristo) il diavolo come la pernice si appropria dei figli di Dio spacciandosi per lui, ma quando Dio li

chiamerà a gran voce questi abbandoneranno il loro finto padre andranno da quelli veri.

Origene (Omelie su Geremia) Come sopra. In più dice che è facile accostare la pernice al diavolo per le sue

caratteristiche naturali; infatti essa è ingannatrice, lussuriosa e ladra di figli.

Cromazio di Aquileia (Sermoni) Al solito, il diavolo inganna come la pernice che si nasconde tra le foglie, allo stesso

modo fa lui infatti nascondendo l’aculeo della sua malvagità.

Agostino di Ippona (Contro il manicheo Fausto) I cristiani che non conoscono bene a fede, sebbene siano figli di Dio,

si lasciano abbindolare dal demonio, ma quando Dio li chiamerà loro torneranno da lui e Satana rimarrà solo facendo la

figura dello stolto.

PELLICANO: Il pellicano reale è diverso dal pellicano biblico, che è inventato. Nella Bibbia infatti

si dice che esso sia di origine egiziana e che viva nei deserti nutrendosi solo di serpenti e stando in

completa solitudine. L’analogia con Cristo qui è semplice. Infatti anche lui lotta con il serpente e

egli è stesso è solo nella sua condizione, tant’è che è l’unico nato da una vergine. Inoltre il pellicano

è un animale molto premuroso nei confronti dei figli, infatti nel suo grande becco l’uccello porta il

cibo per i suoi cuccioli. Quando questi muoiono il pellicano genitore, sopraffatto dal dolore si

trafigge il petto e il sangue che ne sgorga, bagnando i figli, ridona loro la vita. Anche qui la

simbologia è abbastanza semplice, infatti anche Gesù ha versato il suo sangue per la nostra vita

spirituale e lo fa ogni volta che si celebra l’eucarestia.

Fonti:

Fisiologo Come il pellicano dopo aver ucciso i suoi figli si lacera il corpo per donar loro il sangue della rinascita, allo

stesso modo fa Gesù donandoci il suo sangue per la redenzione. P ag. | 7

Eusebio di Cesarea (Commento ai Salmi) Il pellicano è molto premuroso con i suoi cuccioli. Infatti costruisce il nido

tra le rocce in posti non raggiungibili e poi va a prender loro il cibo. Il serpente aspetta che il pellicano vada via e a

seconda di come si mette il vento d mette in modo da far arrivare il suo veleno sui piccoli, non potendo arrivare tra le

rocce. Quando il pellicano arriva e trova i figli morti si becca il corpo e fa uscire il suo sangue, che una volta sui figli li

riporta in vita (leggasi pellicano=Dio, serpente=Satana)

Agostino di Ippona (Spiegazione dei Salmi) Gesù è identificabile con il pellicano nel deserto quando è in un luogo in

cui non vi sono cristiani.

Paolino di Nola (Epistolario) Il pellicano nel deserto lotta conto i serpenti, se vince oltre alla vittoria ha anche il cibo.

Allo stesso modo il peccatore si allontana dalla società per espiare le sue colpe e si trova a combattere col demonio

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Publisher
A.A. 2013-2014
9 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/06 Letteratura cristiana antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bs1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla letteratura cristiana antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ciccarese Maria Pia.