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Arcaicizzante. La traduzione è fedele, ma cambia espressioni o metafore se risultano incomprensibili

ai Romani.

Altri 50 frammenti di opere teatrali.

2) Nevio

Inventore della praetexta (tragedia di ambientazione romana). Originario della Campania, è cittadino

romano. Combatte nella 1° guerra punica. Prime opere note scritte intorno al 240 (come Livio). Si

prende grandi libertà di dissenso politico, contro la famiglia dei Metelli, per questo è incarcerato.

Muore in Africa durante la 2° guerra punica (ma non partecipa come soldato) anni 204-201.

Tragedie di ambientazione greca: Danae, Equos troianus, Lucurgus (governatore spartano che ha

fatto importanti riforme, qui è punito da Dioniso per aver scacciato le Baccanti, tema molto attuale al

tempo perché erano stati vietati riti orgiastici settari).

Praetextae: cosi dette perché è la toga orlata di porpora degli alti magistrati. Romulus (o anche

Lupus), Clastidium (contaminatio di modelli greci con intrusioni romane)

Bellum Poenicum: opera più importante, è poema epico-storico sulla 1° guerra punica (tema attuale

perché durante la 2°). Inserisce nozioni di archeologia (riguardo la fondazione di Roma).

3) Plauto

Pochi dati certi sulla vita, nato prima del 250 a Sàrsina, muore nel 184

Datazione opere incerta, sono 20 (più una dubbia). Ne circolavano 140, la maggior parte spurie

(attribuite a lui per avere successo).

Opere: Amphitruo, Asinaria, Aulularia, Bàcchides, Captivi, Càsina, Cistellaria, Curculio, Epidicus,

Menechmi, Mercator, Miles gloriosus, Mostellaria, Persa, Poenulus, Pseudolo, Rudens, Stichus,

Trinummus, Truculentus.

Trame molto complicate, ma ripetitive: amore ostacolato, espedienti, gioventù vs padri, personaggi

fissi (adulescens, padre, servus callidus, parassita, lenone infido, soldato borioso). I figli

di solito con matrimonio. Rispetto a Menandro c’è

scialacquatori, ma sempre perdonati. Lieto fine,

comicità più immediata, no psicologia nei rapporti e nei personaggi (che sono senza sfumature,

caricaturali). Realtà ribaltata, rapporti sociali pure (moglie su marito, servo su padrone etc.). Modello

è commedia nea greca (Menandro), ambientazione è greca. Contaminatio. Molta musica e danza.

Spesso rottura finzione scenica (metateatro, attori si rivolgono al pubblico). Disprezza i greci. Non

vuole trasmettere un messaggio, spesso è contradditorio, unico fine è divertire.

4) Ennio

Nasce a Rudiae (Puglia) nel 239, conosce latino greco e osco. Combatte la 2°guerra punica, è amico

di Scipione l’Africano. Segue i potenti per glorificarne le imprese.

Annales: poema epico, 18 libri. Ne restano 600 versi, titolo indica andamento cronologico, parte dalle

origini fino al 171. E’ il primo a scrivere in esametri (Omero gli compare in sogno e annuncia che per

metempsicosi la sua anima è in lui). Celebra la romanità, elogia molto Quinto Fabio Massimo

la ragione superiore alla forza. Usa molto l’allitterazione (o tite tute tibi tante

(cunctator). Ritiene

tiranne tulisti), effetti onomatopeici (taratantra). Spiccato gusto per il macabro, imita Omero.

Teatro: 2 titoli di commedie (Caupuncula, “L’ostessa” e Pancratiastes, “Il campione di Pancrazio”),

ma abbiamo solo 5 versi. 20 tragedie, 400 versi in tutto. Sembra preferire Euripide (Achilles, Aiax,

Alexander, Andromacha aechmalotis, Andromeda, Eumenides, Hectoris lytro, Hecuba, Iphigenia,

Medea, Tèlamo, Thyestes e due praetexte, Sabina, Ambracia). Lingua magniloquente e elaborata, usa

molto amplificatio e sentenze gnomiche.

Opere minori: Euhemera, in prosa, sugli dei. Epicharmus, in poesia, spiega razionalmente i miti.

Altre opere, ma pochissimi frammenti.

5) Catone del costume tradizionale romano, contro i filellenici. E’ homo novus, primo

Incarna la conservazione

della famiglia a intraprendere il cursus honorum, arriva a fare il censore, molto rigoroso, critica

sempre i greci, ma è contradditorio perché predica la frugalità e si arricchisce con commercio schiavi

e usura.

Origines: scritta dopo il 174, storia dalle origini a Servio Sulpicio Galba contro i Lusitani (151). No

culto della personalità, evita i nomi propri (tranne quando sono esempi di virtù o valore). Si trattiene

di più sui tempi recenti, innova perché tratta origini e costumi delle popolazioni italiche. Spesso fa

confronti con i greci, per mostrare che il valore dei romani non è da meno (tribuno Quinto

Cedicio/Leonida). Stile semplice e disadorno.

produzione. Prima qualità dell’oratore è virtù morale e civile. Rem tene, verba

Oratore: grande

sequentur, più importanti i contenuti dei mezzi espressivi. Esalta sempre i valori morali e civili propri

ed altrui, contro la corruzione.

Opere pedagogiche: Libri ad Marcum filium, enciclopedia di artes (medicina, agricoltura, diritto,

retorica, tecnica militare) per educazione del figlio, ma in generale del buon cittadino. Sempre contro

i greci, diffida dei loro medici e precettori. Carmen de morbus, raccolta di sentenza, laudator temporis

acti, contro le raffinatezze del suo tempo. De agri cultura, raccolta di precetti tecnico-pratici, la

definisce l’unica pratica etica (mercanti e usurai no, perché professioni pericolose, anche se lui

pratica entrambe), riguarda tutti gli aspetti, come trattare gli schiavi, la moglie, i lavori e le stagioni,

come costruire la cascina, le bestie, precetti veterinari (piuttosto rituali magici), riti propiziatori,no

intento letterario, se ci sono allitterazioni o assonanze è per influsso dell’antico linguaggio formulare.

6) Terenzio

Prima commedia 166, circolo scipionico in cui si trovano conservatori e innovatori in buona armonia,

ma è stato mitizzato. Nato a Cartagine, schiavo portato a Roma da Terenzio Lucano. 6 commedie,

alterna successi a fiaschi.

1)Andria, uguale a Menandro 2) Hecyra, modello Apollodoro di Caristo 3)Heautotimorumenos,

Menandro 4)Eunucus, Menandro 5) Phormio, Apollodoro 6) Adelphoe, Menandro.

Più fedele di Plauto ai greci, ma anche lui contamina. Giudizi discordi, per Cicerone è buono, ma

Cesare lo definisce “dimidiatus Menander”. Sopprime quasi le parti cantate, ma molte parti con versi

lunghi (accompagnati dal flauto). Lingua ordinaria, no giochi di parole o linguaggio aulico (in Plauto

sì per parodia), stile è puro.

Intrecci e personaggi: trame ripetitive, amori ostacolati, riconoscimenti, lieto fine con matrimonio, di

solito doppia coppia di innamorati. Prologhi diversi da Plauto e Menandro, perché non sono

espositivi, ma trattano di teoria della poetica e rispondono alle critiche che riceveva. Vuole

coinvolgere il pubblico, pretende attenzione, quindi fa trame intricate. Rappresentazione è realtà

chiusa, no carattere fittizio o rottura scenica, i personaggi sono credibili, no caricature,

sono padri e figli in conflitto, ma c’è molto dialogo.

caratterizzazione psicologica. Protagonisti

Messaggio morale è la filantropia, amore e rispetto, no rivoluzione dei ruoli sociali, ma riflessione sui

rapporti interpersonali (homo sum: humani nihil a me alienum puto), relativismo etico.

7) Lucillio è nella cerchia dell’Emiliano, è ricco signore amante

Gaio Lucillio nasce a Sessa Aurunca (?-102),

della letteratura. Si dedica solo alla satira. 30 libri di satire, sono arrivati 1370 versi. Metri vari, ma

più recenti sono esametri, è considerato, dagli antichi, primo a scrivere satire. Gli argomenti sono

vari: eros (a volte analogia con la commedia, festini e rapimenti), vita coniugale (infedeltà), eventi

quotidiani, mondani (cene, ma lui elogia la frugalità) eventi sportivi (gladiatori), processi. Vena

moralistica. Caratteristiche: motivi molto diversi, attacchi personali molto aggressivi (concilio di dèi

che condanna Lentulo Lupo per corruzione), usa molti giochi di parole, gli dèi sono rappresentati con

fattezze e comportamenti umani. Elemento essenziale è lo spirito, lo scherzo, il gioco, la parodia, il

doppio senso. Usa anche grecismi di uso corrente e tecnicismi. Stile volutamente non elevato

(Petronio, “Lucilliana humilitas”), no procedimenti retorici ampollosi, si rivolge ad un pubblico

Rende omaggio all’epica, ma sostiene di non esserne all’altezza. Deride invece la tragedia

medio.

(personaggi, lingua e contenuti). Disprezza il fantastico (streghe e fantasmi) e il mito, in onore del

verum, adesione alla realtà.

8) Lucrezio

Nase 96-94, S. Girolamo (citato da Svetonio) dice che muore suicida, pazzo per un filtro amoroso, a

44 anni. Non si sa nulla della vita.

De rerum natura: dedicato a Memmio, suo amico, pubblicato da Cicerone (nonostante fosse avverso

all’epicureismo, ma in buoni rapporti con alcuni di loro, come Attico). Poema epico-didascalico, 6

libri in esametri, forse è incompiuta. Oggetto è filosofia epicurea. Epicuro, morto nel 306 ad Atene,

seguace atomismo democriteo, la morte è la fine delle sofferenze, atomi che si disgregano e

riaggregano altrove, dèi esistono ma negli intermundia (non si interessano di ciò che avviene sulla

terra), il fine è il piacere, ma inteso come soddisfacimento dei bisogni naturali e rifiuto delle passioni

(atarassia) e vita nascosta (no cariche pubbliche). De rerum natura traduce perì fuseos, di Epicuro (ma

titolo uguale per altre opere di altri). Modelli poetici Empedocle e Ennio, lodati all’interno dell’opera.

Sceglie di scrivere in poesia per addolcire la materia, che è ostica (miele sui bordi della tazza). 3 parti:

1)I-II la fisica, 2)III-IV antropologia 3)V-VI cosmologia. Proemio inno a Venere, non religioso ma

simbolico (alma Venus, creatrice di vita), elogio di Epicuro e racconto di Ifigenia, per mostrare

empietà della religio. I-II teoria degli atomi, qui anche dichiarazione di poetica (è conscio del valore

della sua opera), proemio di II è turris eburnea, poi clinamen (inclinazione degli atomi che permette il

movimento).

III celebrazione di Epicuro (come un dio) e liberazione dalla paura della morte. IV teoria delle

sensazioni: atomi si staccano dai corpi e colpiscono i sensi, finale dedicato all’amore. V formazione

dell’universo, non è infinito ed eterno, poi evoluzione uomo da stato ferino a civile. VI fenomeni

meteorologici e terrestri (fulmini, vulcani), finale sulla peste di Atene. Tutti i libri hanno proemi e

finali importanti. Molte ripetizioni volute. Razionalismo: contro loci communes, provvidenza.

Pessimismo cosmico (età dell’oro), antireligioso, pietà per animali sacrificati, anima muore col

corpo, angoscia per assenza di dèi, ambizione politica è rovinosa, contro la guerra e la passione

amorosa, solo la ragione salva l’uomo. Linguaggio: tratti arcaici, formule didascaliche, stile

massiccio e

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A.A. 2012-2013
9 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rabano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Malaspina Ermanno.