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STRUTTURA DEL POEMA
La evidenzia un'architettura concettuale ben precisa, costruita su parallelismi e simmetrie (incipit poema si collega con conclusione per antitesi)
3 diadi:
- I 6 libri sono divisibili in
- sica1-2= tratta la —> come la realtà si forma
- antropologia3-4 = tratta l'—> dell'uomo, del corpo umano, dei sentimenti umani, dell'amore
- cosmologia5-6= tratta la —> fenomeni terrestri, celesti
- Manca l'etica. In realtà essa è presupposta ai principi sici, antropologici e cosmologici. Epicuro= sica,logica e l'etica. Scopo del poema: insegnare agli uomini di usare la proroga ratio x liberarlo dalle paure
- Diade elogio del maestro Epicuro eventi funesti
Ogni si apre con un e si chiude con la descrizione die di morte:
- IIAlla fine del : sono descritti i segni di decadenza della natura. Nostro mondo non è unico
è dedicata all’uomo, inteso come centro di interesse primario della dottrina epicurea, sia alla mortalità dell’anima (anima fatta di atomi, atomi si disgregano e formano altri corpi anche l’anima si disgrega).
Si tratta di una struttura compositiva Chiara e compatta, divisa in diadi:
- I-II= sica
- III-IV =Uomo e funzionamento dell’organismo= antropologia
- V-VI= mondo e universo= cosmologia
Opera è stata elaborata da una mente che era ben consapevole di quanto stava scrivendo= Lucrezio Proemio, nali e digressioni.
(funzionale ad alleggerire il di cile e forse discutibile messaggio loso co) rispecchiano i caratteri del poema didascalico.
Per alcuni critici il poema è incompiuto in quanto non tratta delle sedi degli dei che Lucrezio avea preannunciato di trattare (cfr. V libro, vv 153-155). X epicuro= dei esistono ma in uno spazzino intermundis, non si occupano delle faccende umane.
Nulla vieta però di pensare che Lucrezio
abbia intenzionalmente evitato di parlare di questo argomento12. Per quanto riguarda il problema delle ripetizioni: esse sono volute, in quanto rispecchiano lo stile formulare dell'epoca greca e sono funzionali alla valenza didascalica del poema. Tali ripetizioni servono a ribadire al lettore concetto/chiave della dottrina epicurea.
13. Obbiettivo primario del poema è quindi insegnare, con chiarezza espositiva, la loso a di Epicuro e liberare l'uomo alla superstizione e dalle paure grazie all'uso della ratio
CONTENUTO DEL DE RERUM NATURA preghiera a Venere
- PROEMIO INIZIALE. Si tratta di una sorte di intesa- progenitrice e protettrice dei romani come (discendono da arena, madre è Venere)- dea della natura, dell'amore, del piacere e della fecondità come- simbolo della forza generatrice della natura come- simbolo della felicità come derivante dalla conoscenza e accettazione delle leggi naturali
- Manca quindi la roccia invocazione alle Muse
Presentato come eroe, salvatore dell'umanità che ha sconfitto il mostro della religione intesa come superstizione. All'elogio di Epicuro segue il racconto del sacrificio di Igenia con lo scopo di mostrare gli effetti nefasti della religione e quindi dimostrare che la dottrina di Epicuro non è empia. Da questo racconto emerge un evidente polemica antireligiosa, contro la superstizione umana, motivo presente in tutto il poema.
LUCREZIO POETA DELLA RAGIONE
La ragione è l'unico strumento nella lotta contro l'ignoranza, la sola che possa portare alla verità ed alla felicità appagando i bisogni/i piaceri naturali.
Cos'è il piacere per Epicuro e Lucrezio?
È atarassia, imperturbabilità, cioè: condanna.
Lucrezio nel suo poema- ambizione politica e la smania di potere- La guerra che si sta sempre più perfezionando per le
nuove tecnologie (= professo sciagurato)- La possiamo amorosa in quanto distrugge ogni energia sica ed intellettuale per la continuainsoddisfazione- La paura della morte determinata da un’errata Fede nell’imposta ima dell’anima. Lucrezio porta 32argomentazioni per scacciare la paura della morte. Non ci sono castighi dopo la morte, non c’èdi erenza fra essere morir e non esser morti- La paura degli dei. Essi vivono beati al di fuori del nostro mondo, non si curano degli umori, nonhanno creato il mondo, ma il mondo è in aggregazione casuale di atomi5. Libro V: il mondo non è stato creato per l’uomo ma mente razionale, basti vedere in che mondo viviamo:calamità naturali, malattie, belve feroci, mostri. L’uomo quando nasce piange perché lo attengonoso erenze6. Tum porro puer, ut saevis proiectus ab undis... cui tantum in vita restet transite malorum. (Cercare suinternet testo). E inoltre il bimbo come un navigante
gettato sulla riva da onde furiose, giace a terranudo, incapace di parlare, bisognoso d'ogni aiuto per vivere, appena la natura lo fa uscire con sforzifuori dal ventre della madre alle rive della luce, e rompe il luogo di un lugubre vagito, come è giusto per uno che nella vita dovrà passare per tanti mali7. Emerge un quadro negativo: visione pessimistica della vita di Lucrezio? No! Sarebbe in constrwsto con l'insegnante di Epicuro8. Lucrezio accentua gli aspetti negativi per scopi polemici e per confutare le idee di alcuni loso (gli soRic) i quali sostenevano:- la fede di un Dio creatore, della provvidenza, del mondo (tipicamente Estonia- L'ottimismo verosimile la natura è l'uomo (ancora stoico)9. Lucrezio non può essere pessimista quando dice che l'uomo può essere felice, scon ggere laso erenza, rendere l vita da dolorosa a più serena, a patto che metta in pratiche gli insegnamenti di Epicuro10. Epicuro nel poemaemerge a più riprese una sorta di inquietudine, di sconforto e di disgusto per la vita di fronte allo spettacolo dell'ondo (descrizione della peste di Atene). Come spiegare tutto ciò?!- La peste evidenzia tale inquietudine. Come mai tale nale? Si possono delineare 3 possibili spiegazioni:
- il poema è incompiuto
- per un malessere psichico di Lucrezio: depressione, malattia e morte
- Metafora della vita non epicurea contrapposta al trionfo della vita nell'inno a Venere iniziale
- Lucrezio ha voluto deliberatamente chiudere il poema per contrasto/ simmetria per due ragioni:
- letteraria: topos letterario/ digressione letteraria
- per ribadire quanto ha già detto più volte che la ragione è l'unico mezzo per contrastare il male, il disordine, i mostri dell'ignoranza
- Non sembra quindi corretto aspettarsi una conclusione a lieto fine, perché Lucrezio non si proponeva di arrivare ad una conclusione positiva. Né il
Il poema, dominato da atmosfera cupa, deve essere interpretato come una ritrattazione di quanto il porta aveva detto prima14. Si può dire, col Giancotti, che la conclusione è stata presentata all'inizio del poema nell'inno a Venere, là dove il poeta, consapevole che il mondo sia dominato dal male, dal disonore e dalla violenza, l'unica speranza di salvare è l'unica arma vittoriosa è la ragione, la sola che intende insegnare che possa portare la felicità all'uomoff ff fi fi fi fi fi fi
INNO A EPICURO Pagina 211
Il I elogio si può dividere in 3 sequenze:
- I vv. 62-65: descritta la misera condizione dell'umanità prima dell'arrivo del salvatore, Epicuro
- II: descrive la lotta di Epicuro con la religione
- III: celebra la vittoria
I sequenza: è descritta la misera condizione dell'umanità prima dell'arrivo del salvatore, vv. 62-65: Epicuro
Traduzione: Quando la vita umana
giaceva a terra davanti agli occhi (di tutti), vergognosamente schiacciata sotto il peso della religione (pesante religione) che dalle regioni del cielo mostrava il capo, incombendo dall'alto sui mortali con il suo orribile aspetto, - Humana...in terris: iperbato l'ampio del soggetto della proposizione narrativa e la proposizione del Cum danno rilievo ai termini anteposti e allo stato "vergognoso (foede)" di prostrazione dell'umanità "a tutti evidente" (ante oculos), che l'enjambement iaceret in terris ribadisce. - Oppressa...religione: religio deve esser intesa non nel senso ristretto di superstizione, ma come termine comprensivo di ogni forma di irrazionale devozione. Lucrezio rappresenta l'umanità prostrata a terra sotto la minaccia della religio, mostruosa e terrificante apparizione celeste. Gravi sub religione: anastrofe - A caeli reg