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La conservazione dei registri di Appio e Gabinio
Poiché, dal momento che i registri di Appio si diceva che erano conservati con grande negligenza, (e mentre) quelle di Gabinio, finché fu illeso, la sua leggerezza e dopo la condanna, la sua rovina aveva tolto ogni speranza, Metello, uomo onestissimo e integerrimo, fu di così grande coscienziosità, che si recò dal pretore Lucio Lentulo e dai giudici e dichiarò di essere rimasto scosso dalla lettura di un solo nome. Ora voi pertanto non vedete in questi registri una sola cancellatura dove vi è il nome di Aulo Licinio. Se le cose stanno in questa maniera, che motivo avete di dubitare della sua iscrizione al registro dei cittadini tanto più che è stato scritto nelle liste di più città? Infatti, in un tempo in cui nella Magna Grecia concedevano facilmente la cittadinanza a molte persone mediocri o che fruivano di capacità professionali nelle arti più umili, io devo pensare che i Reggini, i Locresi o i...
Napoletani o i Tarentini non abbianovoluto concedere a questo, che pure è dotato di grande gloria d'ingegno, quelloche erano soliti concedere ai teatranti(=artisti di scena)! E che? Mentre tutti glialtri si sono in qualche modo insinuati con i loro nomi nei registri di queimunicipi, non solo dopo la concessione della cittadinanza, ma anche dopo lalegge Papia, verrà respinto il mio cliente, che neppure si serve di quei registri incui è stato scritto, dal momento che ha sempre voluto essere cittadino diEraclea? Tu chiedi le nostre liste di censimento. È ovvio; è infatti un segreto cheil mio cliente al tempo degli ultimi censori sia stato nell'esercito al seguitodell'illustrissimo generale Lucio Luculli, allora questore e che sotto i primicensori Giulio e Crasso, non vi è stato nessun censimento. Ma dal momento chel'iscrizione nelle liste di censimento, non conferma il diritto di cittadinanza, masi limita ad indicare checolui che è censito agiva fin da allora alla stregua di un cittadino, a quei tempi colui che tu incolpi di aver goduto nemmeno a suo parere del diritto dei cittadini romani, ha fatto testamento secondo le vostre leggi e ha potuto assumere eredità dei cittadini romani, è stato segnalato all'erario tra le gratificazioni del proconsole Lucullo.
VI. Trovati delle prove, se ci riesci; mai infatti il mio cliente potrà essere smentito né in base al suo giudizio, né a quello degli amici. (12) Mi chiederai, Grazzio, perché io trovi così grande piacere in quest'uomo; ma perché mi offre il modo di ricreare l'animo da questo strepito del foro e di far riposare le orecchie stanche di tante invettive. O pensi che noi avremmo organi sufficienti per i nostri discorsi o se non coltivassimo il nostro animo con la cultura o che l'animo potesse rilassarsi con questa stessa cultura? Io confesso di essere dedito a questi studi.
Altri si vergognino se si sono così seppelliti nelle lettere da poternetrarre nulla che serve alla comune utilità, e di cosa dovrei vergognarmi io cheper tanti anni vivo in guisa, o giudici, che non mi ha allontanato dall’Otium, né4mi ha allontanato dal piacere(della vita intellettuale), né il piacere né il sonno mihanno impedito di essere utile a qualcuno. (13) E per questo motivo chipotrebbe riprendermi? O che avrebbe buoni motivi di arrabbiarsi con me se perriprendere in mano questi studi io mi lascio tanto tempo quanto alcuni lodedicano ai loro affari, o consacrare un giorno festivo di gioco e dedicarsi a loropiacere. Tanto tempo quanto altri impiegano in banchetti, quanto finalmente aidadi, e infine il tempo che dedicano al gioco della palla. E questa cosa tanto piùmi si deve concedere perché grazie a questi studi cresce anche la miaorazione(=capacità di parlare), che non è mai venuta meno nel momento in cuigliAmici sono stati sottoposti a giudizio. E se questa cosa può sembrare a qualcuno di poca importanza, io so in ogni cosa e di sicuro da quale fonte io attingo i principi che sono sommi. Perché se per merito degli insegnamenti di molti e di molte letture io non mi fossi persuaso fin dall'adolescenza che nulla dalla vita si deve ardentemente aspirare se non la gloria e l'onore, e che nel perseguire questa si deve tenere in scarsa considerazione ogni rischio che si corre e di esilio, mai io mi sarei esposto per la vostra salvezza a tanto e tante grandi battaglie e a questi quotidiani assalti di gente malintenzionata. Ma tutti i libri sono pieni di esempi, piene sono le voci dei saggi, piena è l'antichità; cose che giacerebbero tutte nelle tenebre, se non vi si accostasse la luce delle lettere. Quante immagini non solo perché le guardassimo, ma perché le imitassimo, ci hanno lasciato gli scrittori sia greci sia latini, (immagini) fedeli di uomini valorosissimi.
E io sempre nel governo dello stato, questa me la mettevo davanti e modellavo il mio animo e la mia mente esattamente con la meditazione su quegli uomini eccellenti. VII. Uno potrebbe chiedere: "E che?" Quei grandissimi uomini, le cui virtù sono state tramandate dalle opere letterarie, erano eruditi da quella dottrina che tu celebri? È difficile confermare questo, ma tuttavia qualcosa ho di certo con cui rispondere. Io confermo che ci sono stati molti uomini di eccellente ingegno e di virtù privi di cultura, sia perché per una disposizione naturale quasi divina sono stati di per sé moderati e autorevoli: e aggiungo anche questo, che per la gloria e la virtù più spesso è stata rilevante la natura senza la dottrina piuttosto che la dottrina senza la natura. Ma nello stesso tempo io sostengo questo, cioè quando a una natura egregia e illustre si aggiunge una metodologia e una formazione della dottrina, allora sostengo che solitamente esiste.quel non so che di straordinario e unico. (16) Si tratta di quello che i nostri padri hanno avuto l'opportunità di vedere, l'Africano, l'uomo divino, e fra questi Gaio Lelio Lucio Furio, ebbero fama di uomini saggi, tutti questi che sono uomini che hanno lo sviluppatissimo senso della misura e che sono ricchi dentro; e fra questi Marco Catone il Vecchio, un uomo di solidissimi principi e in quei tempi il più dotto: e certamente se non avessero favorito in nulla la conoscenza e la pratica della virtù, mai si sarebbero dedicati alle studio di queste lettere. Ma se non si mostrasse questo così grande frutto degli studi letterari e se da questi studi si cercasse solo piacere, tuttavia, io ritengo, voi giudichereste questa occupazione la più propria dell'uomo e liberalissima. Perché tutte le altre occupazioni dell'animo non sono di tutti i tempi, di tutte le età e di tutti i luoghi: ma questi studi formano l'adolescenza,
Allietano la vecchiaia, adornano la prosperità, offrono rifugio nelle avversità, sono un piacere in casa, non sono un ostacolo fuori casa, passano la notte con noi, sono compagne di viaggio e vivono la comunità agreste.
Ma se non potessimo accostarci, né apprezzare con la nostra sensibilità, tuttavia dovrebbe vedere con ammirazione queste cose anche quando le vedessimo in altri. Chi di noi è di animo così rozzo e duro da non provare commozione per la morte di Roscio? Questo sebbene sia morto vecchio, tuttavia per l'eccellenza della sua arte e la grazia del suo portamento, sembrava che non avrebbe mai dovuto morire. Pertanto egli si era accattivato da parte di noi tutti un affetto così grande per le movenze del corpo e noi trascureremo i movimenti incredibili dell'animo e la velocità dell'ingegno? Quante volte io ho visto questo Archia - giudici - userò infatti della vostra benevolenza dal
momento che voi miseguite con tanta diligenza in questo nuovo genere oratorio. Quante volte ho visto costui, che non aveva scritto una parola, proclamare un grande numero di ottimi versi proprio su quegli avvenimenti che venivano svolgendosi in quel tempo! Quante volte, richiamato perché ripetesse, l'ho visto dire la medesima cosa con parole cambiate completamente. Quello che avesse scritto con cura e dopo averci pensato, queste cose le ho viste così apprezzate da arrivare a eguagliare la gloria degli scrittori antichi. Io non dovrei amare uno così? Non dovrei ammirarlo? Non dovrei ritenermi obbligato a difenderlo con tutti i mezzi che ho a disposizione? E come noi sappiamo da uomini grandissimi e dottissimi, lo studio di tutte le altre discipline consta di dottrine e insegnamenti e di tecnica, mentre per il poeta vale la natura stessa e le forze della mente ed è riempito e pervaso da una sorta di ispirazione divina. Per questo motivo conformemente al diritto.il famoso Ennio chiama i poeti sacri perché sembrano essere stati affidati a noi quasi per un dono degli dei. Sia dunque, giudici, sacro presso di voi, che siete uomini civilissimi, questa dicitura di poeta che mai nessuna gente barbara ha violato. Le rupi e i deserti rispondono al suono della voce: spesso bestie feroci sono addomesticate con il canto e si fermano: noi educati da insegnamenti ottimi non resteremo colpiti dalla voce dei poeti? I Colofoni affermano che Omero è loro cittadino, i Chii lo vendicano come loro, i Salamini lo richiedono, gli abitanti di Smirne affermano che è solo loro cittadino; e perciò gli hanno dedicato in città un monumento votivo e moltissimi altri, fanno a gara per attribuirsi la paternità e discutono.
E perciò questi cittadini anche dopo la sua morte reclamano uno straniero perché è stato un poeta: e noi respingiamo Archia che è vivo e che per sua volontà e per legge è nostro.
soprattutto perché Archia da tempo ha dedicato tutto il suo studio e tutto il suo ingegno a celebrare la lode e la gloria del popolo romano? Perché da giovane trattò la guerra cimbrica e fu gradito allo stesso Gaio Mario che pure sembrava particolarmente rozzo nei confronti di queste applicazioni. Infatti nessuno è così nemico delle Muse che non acconsenta volentieri che l'eterno elogio delle proprie imprese non sia affidato ai versi. Si racconta che Temistocle, quel sommo uomo ateniese, avesse detto quando gli chiesero quale dicitore o la voce di chi lui ascoltasse volentieri, abbia detto: "di lui, dal quale il suo merito fosse celebrato nel modo più grande di tutti". E così il famoso Mario ugualmente amò Lucio Prozio dall'ingegno del quale riteneva potessero essere celebrate le imprese che aveva compiuto. Dal mio assistito è stata raccontata interamente la guerra mitridatica, una guerra grande e difficile.condotta con grande varietà per t