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Riassunto esame Letteratura latina, Prof. Pellacani Daniele, libro consigliato Tra poesia e politica: una lettura della Pro Archia, Daniele Pellacani Pag. 1
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TRA POESIA E POLITICA: UNA LETTURA DELLA PRO ARCHIA

a cura di Daniele Pellacani

1. IL POETA ARCHIA

Probabilmente non avremmo nessuna notizia di Archia, poeta ellenistico originario di Antiochia della cui produzione letteraria ci restano solo pochi epigrammi, se non fosse per Cicerone che gli dedica l'orazione "Pro Archia" (n difesa di Archia) e che lo nomina in altre due sue opere e precisamente in una lettera ad Attico ed in un passo del De divinatione.

Soprattutto nella seconda parte dell'orazione, dedicata all'elogio della letteratura, Cicerone ricostruisce la carriera poetica di Archia ma, nel presentarlo come poeta civile, non parla della sua produzione epigrammatica, ma ricorda invece una serie di opere celebrative (guerra contro i Cimbri, campagna di Locullo contro Mitridate).

Nonostante i pochi frammenti pervenutici e le scarse notizie sul suo conto, Cicerone riesce a ripercorrere le tappe della vita del poeta.

Nato ad Antiochia nel 118 a.C. (ricavabile dal

Formattazione del testo

Cap. 5 - Si afferma che Archia arrivò a Roma nel 102 a.C. quando non aveva ancora 18 anni, da nobile famiglia. Iniziò subito la professione di poeta itinerante, viaggiando per l'Asia Minore, la Grecia e infine l'Italia meridionale sempre in cerca di nuove committenze. Nel 102 a.C. si trasferì a Roma, legandosi al senatore Lucio Licinio Lucullo e ai suoi due figli Lucio (il futuro generale) e Marco. Ciò è confermato dal fatto che all'epoca era diffusa l'usanza da parte delle nobili famiglie romane di ospitare un letterato greco in casa con il compito di essere il pedagogo per i giovani membri della famiglia.

E proprio a Roma Archia conobbe un straordinario successo che iniziò con la composizione del poema encomiastico dedicato alle Guerre Cimbriche. Cicerone ci ricorda anche che Archia accompagnò Lucio Lucullo il giovane durante un viaggio in Sicilia e, durante il viaggio di rientro a Roma, si fermarono a Eraclea (l'odierna...

Policoro in Basilicata) dove il poeta ricevette la cittadinanza onoraria proprioper i suoi meriti poetici, così come era già avvenuto a Reggio, Taranto e Napoli.Questo avvenne intorno al 90 a.C. ed è un evento importante non solo dal punto di vistadi riconoscenza personale, ma anche perché la cittadinanza di Eraclea permette adArchia di diventare cittadino romano, in quanto la Lex Palutia Papiria dell’89 a.C.estendeva tale cittadinanza a chi, essendo già cittadino di altra città confederata, avesseavuto un domicilio stabile a Roma.

2. IL PROCESSOQuesta riconoscimento, però, portò nel 62 a.C. Archia ad essere chiamato in processo,all’età di 56 anni, da un certo Grazzio, con l’accusa di aver ottenuto la cittadinanza inmaniera illecita (usurpatio civitatis), contestandogli il fatto che non vi erano documentiufficiali che confermassero il suo diritto a richiedere la cittadinanza romana sulla basedella lex

Plautia Papiria, in quanto i registri della città di Eraclea erano andati distrutti durante il Bellum sociale ed il nome di Archia non compariva in nessuno dei due censimenti effettuati tra l'89 e il 62 a.C. Unica testimonianza era il registro del pretore urbano di Roma Quinto Metello Pio davanti al quale Archia aveva effettuato la sua professio. Ma gli accusatori ritenevano questo documento falso, conoscendo la grande amicizia che legava il poeta a Metello stesso. Il processo si svolse in un tribunale criminale (quaestio de citivate) e la corte era composta da senatori, cavalier e tribuni aerarii estratti tramite sorteggio e presieduta dal pretore Quinto Cicerone, fratello di Marco Tullio. Questo è un dato importante perché Cicerone, dopo aver sventato la congiura di Catilina, fu insignito del titolo di pater patriae e disponeva quindi di una auctoritas personale che sarà il fulcro attorno a cui verrà costruita la difesa di Archia che, seppur non

Abbiamo dati certi, sembra essere stato assolto. Desumiamo ciò da alcuni aspetti: il primo è che Cicerone nella lettera ad Attico del luglio 61 a.C. afferma che Archia sta lavorando a una fabula Caeciliana e quindi dimostra che il poeta è ancora a Roma; il secondo dato riguarda il fatto che Cicerone, nel 57 a.C. imposta la difesa di Balbo, anch'egli accusato di usurpatio civitatis, in maniera sostanzialmente analoga a quella di Archia, a significare quindi il buon esito del primo processo.

3. UN POSSIBILE RETROSCENA POLITICO

Quello che più interessa non è il fatto che Archia sia stato assolto, ma il perché sia stato accusato di aver usurpato un diritto del quale aveva goduto per 27 anni. Ritenendo non attendibile, perché non dimostrabile, rancori personali tra Archia ed il suo accusatore Grazzio, la soluzione più ovvia è che il processo celasse un retroscena politico. Questo aspetto è sottolineato da Cicerone nella difesa.

Di Archia quando parla diverse volte del profondo legame che unisce Archia stesso con alcuni "optimates", in particolare la famiglia dei Luculli. Archia aveva seguito Lucio Lucullo nella spedizione militare contro Mitridate VI re del Ponto dal 73 al 67 a.C. e di tale campagna Archia aveva composto un poema in più libri che osannava le gesta del generale.

Nel 67 a.C. però l'esercito di Lucullo si era ribellato ed il generale fu costretto a rientrare in patria passando il comando della spedizione a Pompeo, suo grande avversario politico, che condusse le truppe romane alla definitiva vittoria nel 63 a.C.

Anche Cicerone, rispettando le indicazioni del suo gruppo politico, si schierò a favore di Pompeo ma seppe dar prova di grande equilibrismo tattico sostenendo sì Pompeo, però attaccare Lucullo, anzi elogiandone apertamente l'operato.

Quindi, sempre nel 63 a.C., anno del consolato di Cicerone e della definitiva sconfitta di Mitridate ad

opera di Pompeo, il generale Lucullo celebra il trionfo della sua in quell'occasione, è probabile che si sia tenuta una lettura campagna militare e, pubblica del poema di Archia dedicato alle imprese di Lucullo, mettendo così in ombra l'azione del vittorioso Pompeo. Questo ci porta quindi a pensare che dietro all'accusa di Archia si cela la volontà di colpire attraverso il poeta che lo aveva celebrato, il generale Lucio Lucullo. Di conseguenza ciò causa anche problemi alla posizione di Cicerone che, dopo la congiura di Catilina e l'aver condannato a morte alcuni cittadini romani senza concedere loro la provocatio ad populum, lo poterà pian piano al declino. Cicerone per fronteggiare questo pericolo, mette in campo due differenti strategie: da una parte tenta di rafforzare i suoi rapporti con Pompeo, favorendo il ravvicinamento di quest'ultimo con la fazione degli optimates, e dall'altra proverà a idealizzare il per giustificare, attraverso l'auctoritas personale, il proprio operato. Ecco quindi il piano: difendere Archia, e dunque gli interessi di Lucullo, senza tuttavia . E proprio nel cap. 24 dell'orazione troviamo la chiave di volta: inimicarsi Cicerone, dopo aver esaltato il poema che Archia aveva dedicato alla guerra mitridatica di Lucullo, fa un elogio di Pompeo accostandolo addirittura ad Alessandro Magno. Ma allo stesso tempo Cicerone ricorda che Pompeo aveva dato la cittadinanza romana allo storiografo greco Teofane di Mitilene che aveva dedicato un'opera alla sua campagna militare contro Mitridate, creando così un chiaro parallelismo tra Archia e Teofane che Cicerone fa pendere dalla parte di Archia, che aveva ricevuto la cittadinanza in base a una legge che richiedeva il possesso di requisiti specifici, mentre Teofane l'aveva ricevuta con un provvedimento "ad personam" e che rifletteva la volontà di un

singologenerale.Quindi anche l’accettare la difesa di Archia da parte di Cicerone ha uno scopo preciso:rinsaldare il rapporto con gli optimates, assumendo la difesa di un protetto di Lucullo,ma allo stesso tempo smorzare un nuovo attrito tra Lucullo e Pompeo. Inoltre,difendendolo, Cicerone sperava che Archia dedicasse un poema al suo consolato, cosache non avvenne e che portò quindi Cicerone a scrive un poema auto-celebrativo, il Deconsulatu suo (60 a.C.).

4. NOVUM ET INUSITATUM GENUS DICENDI: LA STRATEGIA DICICERONEFindal suo exordium, Cicerone sottolinea al su uditorio che l’orazione che sta perpronunciare è alquanto anomala e chiede ai giudici una deroga rispetto alla prassiconsueta, giustiicandola in virtù della natura dell’imputato che è un poeta. In effettil’orazione in difesa di Archia di Cicerone è organizzata su due parti: la prima, in lineacon la prassi processuale, è dedicata agli argomenti legali, mentre la seconda,

La prima parte del discorso è dedicata all'elogio della letteratura e di Archia in quanto poeta. Da una parte si sottolinea il fatto che Archia sia cittadino romano per suo diritto (argomento legale) e dall'altra che avrebbe dovuto esserlo per i suoi meriti letterari (argumentatio extracausam).

Nella narratio, dopo aver tracciato un profilo biografico di Archia, Cicerone chiarisce come Archia avesse assolto alle condizioni della Lex Plautia Papiria, e cioè possedere un domicilio a Roma ed essersi recato, entro i 60 giorni, dal pretore Quinto Metello per essere registrato. Cicerone risponde alle accuse dell'assenza di fare la sua professione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marinocarmine di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pellacani Daniele.