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IL TEATRO
Ennio fu, nella produzione drammatica, essenzialmente poeta tragico: non a caso il modello preferito è
Euripide, il più moderno dei grandi tragici ateniesi, il più aperto all‟introspezione psicologica e alle
situazioni di maggiore passionalità.
Da Euripide, Ennio tradusse molte tragedie, soprattutto del ciclo troiano. Il rapporto con i modelli greci non
sembra puramente emulativo: il poeta non cerca il confronto con gli originali per mostrare la sua bravura,
piuttosto il progetto stesso della traduzione, così come Ennio la pratica (ampliamento e intensificazione
patetica, libera contaminazione di modelli diversi) è l‟impegno di un teatro “vivo”.
Gli originali più famosi e più spesso rappresentati vennero così in gran parte riscritti, contaminati con nuovi
brani o tratti da altre tragedie. La stessa nozione di “autentico” ancora non esisteva.
GLI ANNALES: STRUTTURA E COMPOSIZIONE
Gli Annales sono il più famoso testo epico romano sino all‟età di Augusto, e una delle pochissime opere
poetiche di età medio-repubblicana di cui possiamo farci un‟idea, frammentaria, ma ricca e articolata. Una
funzione celebrativa doveva essere fondamentale in tutta l‟opera di Ennio: la pretesta Ambracia è dedicata
alla campagna conto gli Etoli di Nobiliore.
Poesia e panegirico si erano dunque saldati. Catone protestò contro questa iniziativa, vista come un atto di
propaganda personale.
Ennio vedeva la sua poesia come celebrazione di gesta eroiche: si rifaceva da un lato ad Omero, dall‟altro
alla recente tradizione dell‟epica ellenistica, di argomento storico e di contenuto celebrativo. Nella parte
tarda della sua carriera,
Ennio si avvicinò al grandioso progetto di una celebrazione di tutta la storia di Roma, svolta in un unico
poema epico. Il piano si sviluppò in 18 LIBRI, molte migliaia di esametri: i frammenti che ci restano
assommano a qualche centinaio di versi.
Ennio decise di narrare senza stacchi e in ordine cronologico, anche se è chiaro che certe fasi storiche
ebbero molto più risalto di altre.
Un‟innovazione importante fu l‟articolazione del racconto in libri:
I-III dopo un proemio, si narrava la venuta di Enea in Italia, la storia della fondazione di Roma, e il periodo
dei re.
IV-VI le guerre con i popoli italici e la grande guerra contro Pirro.
VII-X le guerre puniche.
X-XII le campagne in Grecia, successive alla vittoria su Annibale.
XIII-XVI le guerre in Siria, e nel XV, il trionfo di Nobiliore.
XVI- XVIII le campagne militari più recenti, forse alla data della morte del poeta.
Il titolo Annales fa riferimento agli Annales Maximi, le pubbliche registrazioni di eventi condotte anno per
anno. Ennio è molto più selettivo di uno storico, e si occupa quasi esclusivamente di avvenimenti bellici:
molto poco di politica interna.
Tra le fonti poetiche primeggia Omero.
Ennio e le muse: la poetica
L‟opera rimane contraddistinta da due grandi proemi, al libro I e libro VII: sono i momenti in cui il poeta
prende più direttamente la parola e svela l‟ispirazione e le ragioni del suo fare poesia.
• Nel primo proemio il poeta raccontava di un suo sogno – il motivo è di derivazione greca – : era
consuetudine che il poeta derivasse il suo canto da un incontro con le Muse. Tuttavia Ennio
immaginò che nel sogno appariva l‟ombra di Omero, e non solo gli faceva delle rivelazioni, ma
addirittura gli garantiva di essersi reincarnato proprio lui, nel poeta Ennio.
• Nel proemio al libro VII, Ennio dava più spazio alle divinità simboliche di tutta la sua poesia, le
Muse che con lui prendevano cittadinanza a Roma.
CATONE Iniziatore della Storiografia Latina e Personaggio si del perioso arcaico.
(234-148)
Marco Porcio Catone nacque nel 234 a.C. a Tusculum (vicino Frascati) da una famiglia plebea di
agricoltori benestanti; combatté nella guerra contro Annibale, e nel 214 fu tribuno militare in Sicilia.
Lucio Valerio Flacco lo aiutò nella carriera politica.
Nel 195 L‟homo novus Catone fu console insieme a Valerio Flacco: nel 184 è censore insieme a Valerio
Flacco; esercitò la carica presentandosi come campione delle antiche virtù romane contro la degenerazione
dei costumi e il dilagare di tendenze individualistiche influenzate dalla cultura ellenistica.
Parallelamente alla polemica contro il lusso dei privati, Catone esaltava la ricchezza e la potenza dello
stato, che doveva risaltare agli occhi di tutti: promosse, perciò, un programma di edilizia pubblica. La
censura di Catone rimase celebre per l‟intransigenza con la quale egli esercitò la carica, dando sfogo al suo
rigore moralistico. Si fece promotore della III guerra punica.
OPERE
Orazioni: Cicerone conosceva più di 150 orazioni di Catone. Possediamo diversi frammenti. Origines:
un‟opera storica in 7 libri composta in vecchiaia.
Un trattato De agri cultura (conservato), il testo in prosa latina più antico che ci sia giunto intero.
GLI INIZI DELLA STORIOGRAFIA SENATORIA
Catone scrisse le Origines in vecchiaia, dando inizio alla storiografia in latino; per l‟annalistica romana in
lingua greca, come quella di Aulo Postumio Albino, ostentava disprezzo. Il caso di Catone, cioè di un uomo
politico di primo piano che scrive storia era destinato a restare un caso isolato nella cultura latina.
L‟elaborazione ad opera di membri della classe dirigente conferisce alla nascente storiografia romana
soprattutto un vigoroso impegno politico: nell‟epoca di Catone avevamo largo spazio le preoccupazione
per la dilagante corruzione dei costumi, e la rievocazione di battaglie personalmente condotte, in nome
della saldezza dello stato, contro l‟emergere di singoli personaggi con marcate tendenze al “culto della
personalità”. Perciò Catone accoglieva nel suo libro le proprie polemiche politiche, e vi riportava proprie
orazioni, come quella contro Sulpicio Galba.
• Il I libro era dedicato alla fondazione di Roma,
• il II e III alla origini delle città italiche,
• il IV narrava la prima guerra punica,
• il V la seconda,
• il VI e il VII gli avvenimenti fino alla pretura di Servio Sulpicio Galba, nel 152 a. C.
Nella visione di Catone la creazione dello stato romano era vista come l‟opera collettiva del populus
Romanus stretto intorno alla classe senatoria. Perciò in rottura con alcune tendenze della tradizione
annalistica, spesso elaborato da membri di famiglie nobiliari, non faceva nomi dei condottieri, né romani né
stranieri. Probabilmente Catone voleva oscurare il prestigio delle gentes con quello della res publica.
Per altri versi le Origines mostravano un‟apertura di orizzonti. Forse per la sua provenienza extraurbana,
metteva in rilievo il contributo delle popolazioni italiche alla grandezza di Roma. Dei Sabini, la propria
gente, evidenziava la dirittura morale e la parsimonia, dovute alle origine spartane
IL TRATTATO SULL’AGRICOLTURA
L‟opera consiste, per la gran parte, in una serie di precetti esposti in forma asciutta e schematica, ma talora
di grande efficacia. Per comprendere intenti e destinatario del De agri cultura è importante il proemio, dove
Catone indica nell‟agricoltura soprattutto un‟attività acquisitiva, che vari motivi di opportunità sociale
consigliano di preferire ad altre, come il prestito ad usura, immorale, o il commercio transmarino, troppo
rischioso. L‟agricoltura è più sicura e più onesta; per di più, è col lavoro agricolo che si formano i buoni
cittadini e i buoni soldati.
Il De agri cultura costituisce una precettistica generale dei comportamento del proprietario terriero
LA BATTAGLIA POLITICO-CULTURALE DI CATONE
Catone aveva sempre mostrato un ostentato rifiuto dell‟ars, della techne retorica di matrice greca.
Questo rifiuto dell‟elaborazione stilistica va interpretato alla luce della costante polemica contro la
penetrazione in Roma del costume e della cultura greca.
Personalmente impregnato di cultura greca, Catone non combatteva tanto quelle cultura in sé, quanto certi
suoi aspetti “illuministici”, di critica dei valori sociali e dei rapporti tradizionali, lascito della riflessione
sofistica; aspetti potenzialmente corrosivi delle basi etico-politiche della res pubblica e del regime
aristocratico.
Nella sua opera letteraria, probabilmente si propose il compito di elaborare una cultura che, mantenendo ben
salde le radici romane, sapesse accogliere gli apporti greci, senza tuttavia farne aperta propaganda.
TERENZIO (184-159 a.C)
Originario di Cartagine, sarebbe nato nel 185/184; più probabile una data di circa 10 anni
anteriore. Sarebbe giunto a Roma come schiavo.Tutte le fonti antiche sottolineano i suoi stretti legami con
Scipione Emiliano e Lelio, sicuramente suoi protettori.
Terenzio sarebbe morto nel 159, o comunque ben prima della III guerra punica.
La cronologia delle opere è attestata con precisione.
Si tratta di 6 commedie, integralmente tramandate a noi: Andria, Hecyra, Adelphoe, Heautontimorumenos,
Eunuchus, Phormio.
I modelli greci utilizzati e dichiarati nei prologhi appartengono alla Commedia Nuova attica: Menandro,
Difilo.
Fonti Il riferimento principale è la Vita Terenti contenuta nel De viribus illustribus di Svetonio (100 d.C.
ca.),
LO SFONDO STORICO
Terenzio visse in un periodo in cui Roma vince i Greci dopo la battaglia di Pidna.
La data di Pidna, il 168 a. C., è uno spartiacque. In seguito alla vittoria di Emilio Paolo furono deportati
mille ostaggi Achei, tra cui intellettuali quali lo storico Polibio. L‟appropriazione del mondo greco si
sviluppò dunque su più livelli distinti: modificazioni nel gusto e nella mentalità, crescita dei consumi di
lusso e dei consumi di arte, interessi per nuovi
modelli culturali e ideologici.
Il nuovo indirizzo portò, proprio con Terenzio, a innovazioni anche nella poesia scenica. Il teatro di Terenzio
accetta l‟inquadramento convenzionale e ripetitivo delle trame, ma la dominante è l‟interesse per i
significati: per la sostanza umana che è messa in gioco dagli intrecci della commedia.
Il difficile tentativo di Terenzio è usare un genere fondamentalmente popolare per comunicare anche
sensibilità e interessi nuovi, che sono maturati nel campo ristretto di una elite, sociale e culturale insieme.
Le vicende delle commedie terenziane sono sintomo del declino del teatro popolare latino e del progressivo
divaricarsi dei gusti del pubblico di massa e della elite colta, nutrita di raffinata cultura greca.
Il teatro di Terenzio mette in scena gli ideali di rinnovamento culturale dell‟aristocrazia scipionica;
all‟autore interessa soprattutto l‟approfondimento psicologico dei personaggi.
Gli intrecci terenziani sono quelli consueti alla Commedia Nuova e alla palliata: giovani innamorati,
genitori che li contrastan