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OSÌ

pubblicato nel 102 d.C, e poco dopo, probabilmente intorno al 104, frustrato, insoddisfatto e, forse,

tormentato dalla nostalgia, si spense lontano dalla capitale che tanto aveva odiato e amato.

L'attività letteraria all'insegna dell'epigramma

Q UINDICI LIBRI DI EPIGRAMMI

Di Marziale ci sono giunti ben 1561 componimenti suddivisi in quindici libri, che solo in parte sono

disposti in ordine cronologico di composizione e pubblicazione da parte dell'autore. La raccolta si

apre con un libro, che tradizionalmente non viene numerato e che ha un titolo autonomo: Liber de

spectaculis o Liber spectaculorum. Seguono poi i 12 libri di Epigrammata: quelli contrassegnati dai

numeri l-XI, composti tra l'86 e il 98 d.C, e il libro XII, redatto a Bilbìlis intorno al 102 d.C.

Chiudono la raccolta altri due libri dal titolo autonomo, Xenia e Apophoreta, composti

precedentemente, negli anni 84-85 d.C.

L IBER DE SPECTACULIS

Giunto con ampie lacune, il Liber de spectaculis comprende attualmente trentatré epigrammi in

distici elegiaci dedicati, come si è detto, ai vari spettacoli organizzati da Tito per l'inaugurazione

dell'Anfiteatro Flavio; si tratta, perciò, di un tipico esempio di componimenti d'occasione. D'altro

canto Marziale, rivolgendosi a Tito, non manca di sottolineare, quasi con compiacimento, questo

aspetto:

Perdona queste cose scritte in fretta, Cesare. Non dovrebbe spiacerti chi di piacerti ha fretta.

(Spect. 31; trad. di G. Ceronetti)

Nell'84 o nell'85, in occasione dei Saturnali, Marziale pubblicò due libri che raccoglievano brevi

componimenti destinati ad accompagnare, come biglietti augurali, sia i doni che venivano inviati

agli amici (Xenia, «doni ospitali») sia i regali che gli invitati, durante una vivace «lotteria

conviviale» (G. Ceronetti), estraevano a sorte e portavano poi a casa (Apophorèta, «doni da portare

via»).

B IGLIETTI PER DONI DA GOURMET

In Xenia tutti gli epigrammi, tranne i primi tre che hanno funzione di proemio, sono composti da un

solo distico e contraddistinti da un titolo scelto dal poeta: menzionano cibi prelibati (carni e pesce,

frutta e ortaggi, formaggi e uova, insaccati, olio e miele), vini celebri (dal Falerno al Cecubo, dal

passito ai vini d'Alba e di Sorrento), corone di rose e profumi.

E PIGRAMMI PER OGGETTI UMILI E PREZIOSI

Anche in Apophorèta, fatta eccezione per i primi due componimenti, anch'essi di carattere

proemiale, tutti gli epigrammi sono composti da un distico, che illustra doni svariati sia umili sia

preziosi, ma spesso bizzarri: tavole da gioco e cofanetti intarsiati, vasellame di terracotta, di vetro e

d'oro, mantelli e berretti di pelo, tovaglie, fruste e scacciamosche, uccellini e gabbie, statuine e

quadri, libri di autori famosi (Omero, Menandro, Cicerone, Catullo, Virgilio, Properzio, Tibullo,

Lucano).

E PIGRAMMATA

Tra l'86 e il 98 d.C. Marziale pubblicò, con cadenza quasi annuale, i

primi undici libri di Epigrammi, cui si aggiungerà un dodicesimo edito a Bilbìlis intorno al 102 d.C.

Introdotti per lo più da un proemio in poesia o in prosa, in cui l'autore affronta temi connessi con la

sua concezione poetica o con la sua vita privata, i dodici libri raccolgono composizioni disposte in

modo apparentemente casuale per evitare ripetitività e monotonia; pare quasi che Marziale

suggerisca una lettura "a salto", fatta scegliendo di volta in volta gli epigrammi più confacenti al

momento o alla propria disposizione d'animo.

I temi affrontati sono svariati, dall'amore alla morte, dall'amicizia al sesso, dall'adulazione allo

sbeffeggiamento, dalla vita privata alla vita pubblica, dalla ricchezza alla miseria, ma tutti legati fra

loro da un unico filo conduttore, l'osservazione dell'uomo e dei suoi comportamenti.

P ,

ARCERE PERSONIS DICERE DE VITIIS

Nel ritrarre l'uomo, infatti, e i suoi comportamenti spesso ridicoli, quando non deviati, Marziale

vuole trasmettere un'immagine della vita quotidiana che appaia, a una prima lettura, giocosa e

divertente, destinata a intrattenere piacevolmente il lettore, ma che sia anche capace, in un secondo

tempo, di spingere alla riflessione e all'autocritica. Seguendo le orme di Persio, il poeta sostiene di

colpire i difetti, non le persone (parcere personis, dicere de vitiis: «risparmiare le persone, mettere

in luce i difetti», Epigr. X, 33, 10): per questo motivo preferisce servirsi di nomi fittizi, benché non

si possa escludere che dietro di essi si celassero comunque persone facilmente identificabili dai loro

contemporanei.

Nasce così una galleria di maschere dai tratti spesso grotteschi (il cacciatore di testamenti, il

maniaco sessuale, il vanesio, il parassita, l'adulatore, lo spilorcio, il poetastro, la "vedova nera", per

citarne solo alcuni), che si muovono sullo sfondo di una Roma sovraffollata, volgare, sordida,

rumorosa, corrotta dai vizi e dai piaceri.

U N OSSERVATORE DELLA VITA

Il poeta, però, riserva per sé non il ruolo di fustigatore dei costumi, ma quello di «osservatore

ambulante della vita», secondo la felice definizione di C. Marchesi, un osservatore che si limita a

descrivere con arguzia sì, ma talvolta anche con crudo realismo, ciò che lo circonda e che sa porre

in risalto, enfatizzandoli, gli aspetti comici del quotidiano, evitando affrettati giudizi e sommarie

condanne morali.

La poetica e i modelli

I L RIFIUTO DELLA MITOLOGIA

Come altri autori del genere satirico, in particolare Lucilio e Persio, che avevano criticato

aspramente ogni forma letteraria incentrata sul mito, anche Marziale esprime il suo netto rifiuto a

comporre poesie ispirandosi alla mitologia, a cui rimprovera di presentare solo «fatti mostruosi» e

«ridicole vanità» che, con la loro inverosimiglianza, sono del tutto lontani dalla vita reale degli

uomini del suo tempo.

Egli invece vuole, come si è detto in precedenza, ritrarre tutti gli aspetti, miserabili o nobili che

siano, della vita che ogni giorno lo circonda in città e in campagna, nelle strade e nei luoghi di

spettacolo, nei salotti e nei lupanari.

Ai componimenti del filone comico-realistico, che rappresentano l'asse portante della produzione di

Marziale, si affiancano epigrammi d'intonazione meno scherzosa, che affrontano e sviluppano una

pluralità di temi.

G LI EPIGRAMMI FUNERARI

Non mancano, ad esempio, le composizioni di carattere funerario,

che si riallacciano ad una tradizione risalente alla letteratura arcaica e classica, ma che trovano la

loro massima espressione nell'età ellenistica, in particolare nel I secolo a.C, grazie a poeti come il

greco Meleagro. Nella letteratura latina, poi, Marziale aveva un illustre precedente in Catullo, uno

dei suoi modelli più amati, che scrisse un componimento toccante per la morte del fratello

(Carmina CI, cfr. voi. Il, pag. 168). Gli epigrammi funerari di Marziale, dedicati soprattutto a

bambini mostrano un poeta diverso, capace di un'inattesa sensibilità e di accenti di autentico dolore.

G LI EXEMPLA

Compaiono pure componimenti che esaltano le grandi figure della storia antica di Roma (Muzio

Scevola, ad esempio), presentate ai lettori come modelli da imitare, secondo quella consuetudine di

proporre exempla, che era molto diffusa nelle scuole di retorica del tempo.

C OMPONIMENTI DESCRITTIVI

Sempre alle esercitazioni tipiche delle scuole di retorica si ispirano quegli epigrammi in cui il poeta

descrive, spesso con un'eccessiva tendenza alla compilazione, opere d'arte, monumenti pubblici,

abitazioni lussuose.

S TORIA E ATTUALITÀ

Né mancano i riferimenti a fatti storici o di attualità, con una certa attenzione a tutto ciò che è

inconsueto e curioso, mentre numerosi sono gli epigrammi dedicati ad esaltare la figura

dell'imperatore, attraverso la celebrazione delle sue iniziative in campo amministrativo o dei suoi

successi militari.

E LEMENTI AUTOBIOGRAFICI

In diversi componimenti, Marziale esprime le sue riflessioni, i suoi sentimenti e le sue concezioni.

Purtroppo il frequente ricorso a topoi assai diffusi, come l'esaltazione della semplice vita di

campagna, contrapposta ai ritmi frenetici della città, fanno dubitare della sua sincerità. Nelle

composizioni di carattere autobiografico poco spazio ha l'amore, specie quello eterosessuale, che è

venato di misoginia, privo di passionalità e ridotto al solo aspetto fisico di tensione sessuale.

I MODELLI

Marziale sostiene di riallacciarsi ai latini Domizio Marso, Albinovano

Pedone, Getulico e, soprattutto, Catullo; di quest'ultimo Marziale riprende il gusto per la battuta

beffarda e pungente, l'aggressività contro i difetti umani - anche se, a differenza del poeta veronese,

rinuncia agli attacchi personali - e la concezione della poesia come «divertimento innocente»

(iocorum nostrorum simplicitas), come attività leggera e giocosa, anche se non priva di qualche

asprezza.

La tecnica compositiva e lo stile

Marziale padroneggia con incredibile abilità gli strumenti tipici dell'epigramma ellenistico, ovvero

lo spirito di osservazione, la concisione, l'ironia pronta e sottile; egli li distribuisce equilibratamente

in uno schema prefissato, che rappresenta una delle più originali innovazioni del poeta.

L' EPIGRAMMA BIPARTITO

L'epigramma, soprattutto quello breve, è articolato in due fasi: una, di

carattere descrittivo, destinata a creare attesa nel lettore, e l'altra che risol ve la situazione con

un'arguta battuta, spesso basata su un gioco di parole.

L' o

APROSDÒKETON INOPINATUM

Questa fase, già presente negli epigrammi di età ellenistica, viene sviluppata in maniera nuova e più

efficace da Marziale, che la costruisce introducendo un elemento inatteso (il cosiddetto

aprosdòketon o inopinatum), utile a far vedere in una prospettiva nuova, spesso paradossale, quanto

si è narrato in precedenza. In tal modo l'epigramma si chiude in maniera giocosa, spesso con un

motto di spirito destinato a rimanere ben impresso nella mente del lettore. Nei casi di epigrammi più

elaborati si può avere anche l'introduzione di un terzo elemento dopo la fase descrittiva: un

interlocutore fittizio pone delle domande che offrono al poeta l'occasione di concludere la

composizione con l'usuale battuta.

L '

A RICERCA DELL EFFETTO

Per questo motivo non si può escludere che tutto l'epigramma sia costruito proprio in funzione della

battuta finale, che deve suscitare, per la sua arguzia, ammirazione e applauso; questo sembra

dimostrare che l'epigramma di Marziale sia solo apparentemente un componimento d'occasione e

che miri invece all

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
67 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Facchini Claudia.