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LETTERATURA LATINA CON ISTITUZIONI DI LINGUA
Apuleio, la novella di
Carite e Tlepolemo
MODULO D
Nicola Pace 29 Ottobre 2013
Le metamorfosi o l’asino d’oro
Unico romanzo conservato della letteratura latino (il Satyricon di Petronio è
frammentario).
Asinus aureus è il titolo, dato per primo da Sant’Agostino. Si racconta la
trasformazione di Lucio in asino: gran parte del romanzo è dedicata a questa
trasformazione; dal 3° libro fino all’11° sono le avventure di Lucio trasformato in asino.
Era un uomo trasformato in asino quindi aveva la psicologia e la mente umana, quindi
è d’oro in questo senso: ragiona! E poi questa trasformazione in asino gli permette di
arrivare da uomo a seguace del culto isiaco (11° libro): dopo aver mangiato le rose
aderisce al culto di Iside ed Osiride e si trasforma in seguace di questo culto, quindi
diventa un uomo divino, rinunciando ai lati materiali e bestiali della sua umanità.
Quindi questa sua esperienza è d’oro, ossia preziosa.
La struttura
È un romanzo molto diverso dalla maggior parte dei romanzi greci che noi abbiamo,
che sono di età imperiale e che sono abbastanza uniformi come struttura (c’è sempre
il motivo di una coppia gi giovani uomo-donna che si defvono sposare e che vengono
separati da una serie di vicissitudini spaventose, dopo le quali si riuniscono). Tra i
romanzi greci (non ne abbiamo molti) il più particolare è quello di dafne e Cloe perché
i 2 si innamorano fin dalla tenera infanzia, la separazione è breve e arrivano all’unione
dopo una serie di avventure; nel romanzo greco c’è il compiacimento della fuga e il
rapimento in terre diverse.
Nelle metamorfosi di Apuleio non si ha una coppia di innamorati separati, ma è la
storia di Lucio di Corinto che si mette in viaggio x andare in Tessaglia; il motivo che lo
spinge è la curiositas per tutto ciò che è fuori dal comune, tutto ciò che rientra nella
categoria di magica (la Tessaglia era la capitale della magia. Ipata era considerata la
capitale di queste attività magiche). Lucio si reca in Tessaglia spinto dalla magia,
quindi non c’è nessun elemento femminile. Già nel viaggio Lucio inizia a sentire
narrazioni relative alle attività delle maghe tessaliche; arrivato a Ipata viene a
conoscenza di queste attività ad opera della moglie di casa che lo ospitava e aiutato
dalla giovane schiava, Fotide, inizia ad accedere a queste attività di trasformazione,
ma sbaglia e si trasforma in asino. L’asino cerca le rose x potersi trasformarsi in uomo;
nell’11° libro gli viene detto il luogo dove potrà trovarle.
È una storia di trasformazione con molti elementi sovrannaturali che mancavano al
romanzo greco che presentava la storia di un giovane e di una fanciulla normali (NON
dell’alta società); quindi non si trovava nulla di sorprendente. I fatti sono straordinari
(colpi di scena, pirati che rapiscono la giovane, fuga x territori deserti, ecc.), ma è
tutto nell’ambito del realismo. Invece in Apuleio il contesto è sovrannaturale: Lucio è in
una dimensione magica, di metamorfosi, di abiezione dovuta alle streghe, di
dislocazione, ecc.
In realtà in greco si ha una cosa simile, si tratta di un breve racconto attribuito a
Luciano di Samosata (2° secolo d. C., greco), ossia Lucio o l’asino; non è un romanzo,
ma un racconto in un solo libro. In questo racconto si ha la storia raccontata da
Apuleio, ma le dimensioni ridotte fanno sì che molto del materiale che si trova in
Apuleio lì non c’è (storia di Amore e Psiche del 4°, 5° e 6° libro o storia di Aristomane e
Socrate).
Non è attribuito a Luciano di Samosata xk per stile (uso del linguaggio, stile, ecc.) si
distingue molto dalle altre su opere (opere dialogate, opuscoli, ecc.); però si riconduce
a quello stesso ambito del 2° secolo d. C. (seconda sofistica con stile accattivante).
Non è un romanzo greco, ma è un racconto e non si sa se Apuleio l’abbia tenuto
presente quando scriveva le metamorfosi o se sia stato scritto dopo xk oltre a questo
c’era un’altra opera su questo argomento, ossia le metamorfosi di Lucio di Patre,
un’opera che NON si è conservata; ma si sa che esisteva perché Fozio (il patriarca di
Costantinopoli) la leggeva. Questa opera perduta ha scatenato le speculazioni dei
2 lettura
filologi che si sono chiesti quale scritto fosse fonte dell’altro della traduzione
del bizantino che dà notizia di molte opere perdute del mondo antico che non abbiamo
(si sanno temi trattati da questo riassunto). Parla dell’elemento prodigioso che manca
nella tradizione greca (invenzioni fiabesche e sconcezze). Dice che i primi 2 libri sono
stati trascritti partendo dall’opera di Luciano di Samosata; poi però ribalta l’ipotesi,
quindi non è in grado di dire quale dei 2 abbiamo preceduto l’altro. Si va convincendo
dell’ipotesi che sia stato Luciano che abbia riassunto l’opera precedente sistemandolo
in un racconto breve.
Si sono fatte diverse ipotesi. Sicuramente in questo periodo circolava un romanzo
ampio simile a quello di Apuleio il cui protagonista era Lucio; ci si è chiesto xk Lucio
fosse il protagonista di un romanzo in cui il protagonista si chiama sempre Lucio, allora
si è pensato che Fozio si sia confuso e abbia dato il nome dell’autore al nome del
protagonista, ma sicuramente Fozio non si è inventato un romanzo. Per cui quando si
parla di novità di Apuleio è una novità relativa sia x struttura che x vicende narrate
(realistiche, non fantasiose e sovrannaturali). Nell’antichità il romanzo greco era molto
più variegato rispetto agli esemplari conservati x tradizione medievale; anche nei
papiri si hanno attestazioni di romanzi diversi da quelli rimastici, e questo romanzo di
Lucio di Patre doveva essere diverso da tutti gli altri.
Sicuramente Apuleio ha poi variato. L’11° libro (culto isiaco) difficilmente poteva avere
un modello in un romanzo greco xk la conversione al culto isiaco viene fatta in termini,
non autobiografici (l’autore non parla di un’esperienza che gli è successa in prima
persona), ma ci sono riferimento alla società e al culto romano.
Per quanto la cornice sia greca, gli elementi sono romani.
C’è poi un carattere delle metamorfosi di Apuleio che non c’era nell’originale, cioè
l’inserzione dei racconti milesi (fabulae milesiae) un sottogenere letterario popolare
greco (genere basso), opera di Aristide di Mileto che aveva scritto questa raccolta di
racconti che vennero poi tradotti in latino da Cornelio Sisenna e che ebbero fortuna
(soprattutto tra i soldati; ce lo dice Plutarco). Non si ha nessuno di questi racconti
milesi; si hanno delle rielaborazioni, ossia dei racconti che si riconducono al genere
milesio, come la storia della matrona di Efeso (racconto incastonato nel Satyricon di
Petronio), una storia breve, di argomento licenzioso (storia parodiata della vedova
inconsolabile), con carattere sessuale (avventura erotica) e inaspettato
rovesciamento. Un altro racconto è quello del fanciullo di Pergamo raccontato da
Eumolpo, sessualmente spinto (omosessuale; anche qui c’è un rovesciamento xk il
puer si mostra insaziabile).
Anche Apuleio nel suo romanzo deve aver inserito molte di queste fabulae. Per
esempio nel racconto di Amore e Psiche Apuleio dice che è una milesia, in realtà la
favola è molto lunga, complicata, è fondamentale per la comprensione delle
metamorfosi ed è allegorica.
Confusione autore – narratore
[introduzione della Nicolini] L’io narrante del romanzo apuleiano è Lucio di Corinto
(NON di Patrasso). La lingua in cui si acculturò fu il latino, dunque Apuleio è uno
scrittore latino, ma conobbe anche il greco, anche xk fu filosofo platonico (le opere
filosofiche e di cultura tecnica le conobbe in lingua greca; è un sofista xk si presenta
simile ai sofisti che in quel periodo giravano nel mondo greco facendo conferenze). Il
suo io narrante si presenta come un greco; l’azione è tutta girata in terra greca
(Tessaglia), solo alla fine si passa a Roma con Lucio trasformato da asino in uomo.
Ad un certo punto nell’11° e ultimo libro (capitolo 27; pag. 755 dell’edizione della BUR;
lettura in italiano) si parla di Osinio Marcello, uno dei sacerdoti, che aveva fatto un
sogno. Arrivato a Roma incontra Asinio Marcello (nome significativo: Asinio rievoca la
figura dell’asino) che aveva avuto questo sogno x cui a Roma sarebbe arrivato un
uomo a cui avrebbe dovuto affidare la sacra amministrazione. Qua c’è una sorta di gaf
dell’autore: c’è la sovrapposizione di autore e narratore; tutti gli studiosi l’hanno
3
sottolineato, anche se non si sa quanto sia voluta. È come se Apuleio si fosse
identificato col suo narratore.
L’elemento autobiografico è importante nelle Metamorfosi di Apuleio che ha introdotto
molti elementi della sua esperienza (non quelli sovrannaturali, ma i suoi errori).
1° libro, 1° capitolo (lettura in italiano)
Dichiarazioni da parte di Apuleio:
• Motivo dell’intrecciare favole diverse: il romanzo è come un intreccio di
diversi racconti. Non si parla di una struttura principale, ma come tutto un
susseguirsi di favole scritte in stile milesio.
• Insiste sul valore scritto: non è un racconto che si propone a livello orale
(cannuccia del Nilo sul papiro egiziano) richiede di essere letto e riletto per
essere capito xk ci si trova davanti a periodi complessi (come il 1° periodo
costituito da una proposizione consecutiva: UT è collocato alla fine).
• Restare a bocca aperta: motivo della meraviglia: è ante barocco, cioè vuole
lasciare stupefatto il lettore con queste vicende di trasformazione; dunque si
preannuncia quello che è l’argomento principale del libro. 30 Settembre 2013
Apuleio presenta il suo romanzo come una raccolta di favole che si intrecciano scritte
in questo stile milesio che rimanda ad un contenuto pruriginoso e divertente nel suo
essere piccante.
Apuleio parla di un “lepido sussurro”, cioè di un sussurrare grazioso.
Libro 1, prologo: in italiano
Prologo in cui il narratore si presenta al suo pubblico come greco di nascita e cultura e
di acquisita cultura latina, cioè il narratore si presenta come un greco di nascita e di
lingua che poi è venuto a Roma e ha praticato la lingua latina; per questo chiede scusa
al lettore per questa sua estraneità della lingua latina: talora deve essere così non
necessariamente perspicuo come