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RACCOLTA DI TUTTE LE LEGGI ROMANE)

VI-VIII ITALIA DIVISA TRA

 LONGOBARDI (NORD, CENTRO, ABRUZZO, MOLISE, SPOLETO E BENEVENTO)

 IMPERATORE ROMANO D’ORIENTE- (ROMANIA, ISTRIA, PONTEPOLI, PUGLIA,

CALABRIA, SICILIA, SARDEGNA, CORSICA)

774 FINE DEL REGNO LONGOBARDO (INTERVENTO DEI FRANCHI DI CARLO

MAGNO) 

NORD ITALIA FRANCHI + DUCHI DI SPOLETO

CENTRO STATO DELLA CHIESA

SUD BIZANTINI PIU’ DUCATO DI BENEVENTO

SICILIA827 – ARABI

GLI ARABI SALVANO IL PATRIMONIO GRECO-ROMANO

I SEVERI

I Severi regnarono dal 193 al 235 quando Commodo viene ucciso e l’esercito straziato si scontra

con le divise legioni causando una guerra civile. Regnano pochi mesi alcuni generali, poi prevale

Settimio Severo, un orientale. Il terzo secolo era difficile con un complesso anarchico-militare. Fa

una riforma, dà spazio ai soldati che vengono stipendiati con terre e doni, si stanzia contro il

pretorio e riforma la guardia pretoriana. Ricostituisce la Mesopotamia, muore contro i Caledoni. Per

successione dinastica prende il potere Bassiano, figlio di Settimio, che regna con il nome di

Caracalla e fa uccidere il fratello Geta. Promulga l’Editto di Caracalla con cui tutti i liberti

dell’impero avrebbero ottenuto la cittadinanza Romana, con l’obiettivo di allargare la fascia dei

contribuenti, un processo già avviato da Cesare e i Gracchi che trova il compimento con la politica

dei Severi, figure monarchiche. Già con Settimio abbiamo la regola dinastica della successione,

sposa una principessa dei Parti e viene ucciso dal prefetto del pretorio Macrino, il quale viene poi a

sua volta ucciso. Alla morte di Caracalla prende il potere Elagabalo, figlio di una cugina di

Caracalla, il quale smorza le tendenze della dinastia, aggiunge il culto dell’imperatore e il culto del

dio Siriaco Elak-Gabal, viene ucciso. Prende il potere Alessandro Severo, figlio della sorella della

madre di Elagabalo, fu debole, contenne le spese, accontentò i militari e venne eliminato dalle

regioni del Reno. Nel 335 vi fu l’anarchia militare che durò fino al 268. Avviene la successione

veloce di imperatori.

Dal 235 al 268

1. Massimino il Trace

2. Gordiano III

3. Filippo l’arabo

4. Valeriano

5. Galieno 

Dal 268 al 285 Illirici (provenienti dall’Illiria)

1. Claudio II

2. Aureliano

3. Claudio Tacito

4. Probo

5. Caro

6. Carino

7. Numeriano

8. Diocleziano (285-305) – Tetrarchia

I PRIMI TESTI CRISTIANI

I primi testi del Cristianesimo furono scritti in greco. Si tratta delle testimonianze della vita e del

messaggio di Cristo, i Vangeli. Ai Vangeli seguirono le epistole, gli Atti degli apostoli e

l’Apocalisse attribuita all’apostolo Giovanni. Essi furono complessivamente chiamati Antico

Testamento e Nuovo Testamento. La diffusione del Cristianesimo impose la traduzione dei testi

sacri dal greco al latino, abbiamo così la Vetus Latina, l’Afra e l’Itala. Poi si aggiunsero i racconti

dei martiri come Acta Martyrum Scillitanorum, Scillium e la Passio Perpetuae et Felicitas. Si

allinea alle religioni soteriche, si verifica il sincretismo, nasce in lingua greca. I testi sono in lingua

greca perché le comunità Giudaiche lo usavano. Tra loro il pastore di Erma, mentre Giustino e poi

Reneo, vescovo di Lione che scrisse la lettera di Clemente Romano ai Corinzi. Inizia la letteratura

latina in lingua greca, avviene poi la tradizione latina di questi testi Venus Latina/Bibbia. Testi greci

tradotti in latino. I primi sono Atti e Passioni. Le passioni racconta la storia del martirio e Atti del

processo a Gesù. Il vero inizio fu il 17 luglio 180 D.C. vengono condannate a morte a Cartagine

Perpetua e Felicita.

LA LETTERATURA CRISTIANA DAL III AL VI SECOLO

III SECOLO

L’ambiente dei primi scrittori latini cristiani fu l’Africa. La principale preoccupazione dei cristiani

era quella di difendersi dalle terribili accuse di essere sudditi sleali verso gli imperatori o di

commettere terribili delitti. Quando il cristianesimo ebbe la libertà di culto i cristiani pensarono a

costituire una dottrina vera e propria della cultura cristiana educando giovani e adulti.

Tertulliano fu il primo importante scrittore latino cristiano, nacque a Cartagine intorno al 150.

Scrisse l’Apologeticum e l’Ad Nationes in cui difende i cristiani dalle accuse che sono state loro

rivolte. Nel De Spectaculis condanna tutti i tipi di spettacolo; nel De corona militis spiega come il

cristiano non possa essere soldato perché non può avere due padroni (lo stato e Dio); nel De

idolatria afferma che i cristiani non possono praticare la magistratura e tutto ciò che è connesso al

culto degli idoli; nell’Ad uxorem tratta la sorte delle donne divenute vedove (non devono

risposarsi); mentre nel De monogamia e nel De exhortatione castitatis va contro Paolo, il quale

sostiene invece che le vedove debbano risposarsi, Tertulliano vede la donna come una via d’accesso

per il diavolo alle anime degli uomini. Nel De carne Christi sostiene che la fede è lo scandalo della

ragione. Lo stile di Tertulliano è di base asiana, riconducibile ad Apuleio.

Minucio Felice scrisse l’Octavius che racconta una conversazione tra l’autore e due amici: Cecilio,

pagano, e il cristiano Ottavio. Al termine del dialogo, di stampo Ciceroniano, Cecilio verrà persuaso

al cristianesimo.

Cipriano nacque a Cartagine, compose scritti apologetici e altre opere volte a far convertire i

pagani al Cristianesimo. Nel De Lapsis propone che i cristiani che avevano ceduto alle minacce e

avevano compiuto riti pagani potessero essere riammessi dopo una lunga penitenza. Nel De

ecclesiae catholicae unitate critica i violenti contrasti dottrinali che dividevano la Chiesa di

Cartagine e invita alla concordia. Nell’ Ad Demetrianum difende i cristiani dall’accusa di aver

suscitato l’ira degli dei mentre nel De bono patientiae contesta la validità del battesimo impartito

dagli eretici. La sua scrittura mostra una profonda cultura. È conosciuto per la Coena Cypriani, in

cui si ha un banchetto comico tra personaggi biblici.

Arnobio fu un altro intellettuale africano che si convertì al Cristianesimo in seguito ad alcune

visioni. Scrisse sette libri intitolati Adversus Nationes, l’opera è molto critica nei confronti delle

tradizioni pagane, tanto da accusare i pagani di ateismo, ma fornisce una visione piuttosto confusa

della dottrina cristiana.

Lattanzio fu precettore del figlio dell’imperatore Costantino. Scrisse il De opificio Dei in cui

sostiene che Dio ha creato l’uomo come signore dell’universo e poi il Divinae Institutiones, di sette

libri. L’opera si configura come un trattato rivolto a due interlocutori fittizi, un filosofo pagano e un

giudice ostile ai cristiani. Lattanzio fonda la sua esposizione su argomenti ricavati dalla Bibbia e

ripresi da scrittori cristiani, oltre che da scrittori classici come Cicerone. Scrisse poi il De ira dei, in

cui polemizzava contro lo stoicismo e l’epicureismo, mettendo in rilievo come Dio fosse capace di

mostrare ira per punire l’uomo peccatore. E poi scrisse il De mortibus persecutorum in cui elenca

esempi di imperatori e funzionari che hanno perseguitato i cristiani e ha l’intento di celebrare la fine

delle persecuzioni cristiane.

IV- V SECOLO

In questo periodo troviamo autori pagani e cristiani, con Atene per i pagani e Gerusalemme per i

cristiani. Abbiamo l’Historia Augusta, si identificano diversi autori da Adriano a Numeriano,

seguono il metodo Svetoniano. Tra loro spicca Eutropio (Ab Urbe Condita) compendio della storia

Romana.

- Prosa pagana

Ammiano Marcellino, ultimo grande storico di Antiochia, diversamente dagli altri scrive in latino,

21 libri di cui 13 persi, voleva collegarsi a Tacito che andava dalla dinastia Giulio-Claudia a

Domiziano, lui parte da Domiziano e va fino a Valente. Rimangono 18 libri, inquadra l’ottica

generale, evoluzione e cause della decadenza. Imperatore Giuliano, ottica di amore immenso per

Roma.

Macrobio scrisse i Saturnalia, una sorta di dialogo che si svolge durante la festa dei Saturnali ed in

cui i maggiori esponenti della cultura pagana parlano del calendario romano e delle feste religiose.

Nel complesso sono una sorta di commento a Virgilio; fu anche autore di un commento al Somnium

Scipionis.

Marziano Capella scrisse il De nuptiis Mercurii et Philologiae; nei primi libri racconta come

Mercurio chiese la mano di Filologia. L’opera è importante perché presenta la struttura didattica su

cui si basa la formazione dell’intellettuale in età medievale.

Simmaco fu prefetto di Roma e scrisse 49 Relationes oltre ad un epistolario in cui tratta dell’altare

della Vittoria, cimelio portato a Roma da Quinto Fabio Massimo dopo la guerra contro Pirro.

Ottaviano lo mette nella curia e gettano incenso, è simbolo della grandezza. Fu tolto e rimesso,

Graziano II si era rifiutato di rimetterlo. Mira ad ottenere una risposta positiva e vuole andare verso

un incontro tra due culture. Fu il più grande oratore del tempo.

- Poesia pagana

Ausonio rivestì un incarico importante a corte. Scrisse un’orazione di ringraziamento per

l’imperatore Graziano: Gratiarum actio ed alcune epistole, tra questi ricordiamo Epitaphia.

Claudiano scrisse una Gigantomachia; poi scrisse In consulatum Olybrii et Probini per favorire

l’incontro tra intellettuali pagani e cristiani; scrisse poi per celebrare le imprese di Stilicone, suo

suocero, il De consulatu Stilichonis, la Laus Serenae (moglie di Stilicone) e il De bello Gothico.

Di argomento mitologico oltre alla Gigantomachia scrisse il De raptu Proserpinae.

Rutilio Namaziano scrisse un poema intitolato De reditu suo che ci descrive il suo viaggio verso la

Gallia via mare. È convinto che lo stato Romano risorgerà un giorno dalle proprie rovine e che il

segno di Roma non potrà essere cancellato dalle invasioni né dai saccheggi.

- Produzione letteraria cristiana

Orosio ricevette una profonda formazione teologica e fu ordinato prete. Scrisse degli Historiarum

adversus paganos libri VII che narra le vicende comprese tra la fondazione di Roma e il 417.

Propone una vera e propria teologia della storia, soprattutto per quanto riguarda la translatio imperii,

il trasferimento del potere da Oriente ad Occidente.

Firmico Materno scrisse un trattato di astrologia intitolato Matheseos libri octo ed un’altra opera

dal titolo De errore profanarum religionum in cui si esortano gli imperatori a combattere il

paganesimo.

Ambrogio; Gerolamo ed Agostino.

- Poesia cristiana

Prudenzio fu il più grande poeta cristiano latino. Scrisse due raccolte di inni sacri: il Cathemérinon

“Inni giorno per giorno” e il Perìstefanon “Sulle corone” in onore dei martiri. Ha come mode

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosybrogna99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua e letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Piazzi Lisa.