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La poesia di Ungaretti e la sua ricerca dell'invisibile nel visibile

IT Qlore meta%ir» ° " ignny, come afferma ancora Ungaretti: «Oggi il poeta sa e rispluta-T p1mente affermabile la poesia p tp^^nninn^n H'Tdrlinj ,n"rb qnanrln P una bestemmia.pOggHIjoeta e tnrnat" pi nd aycro gli edere, e, deliberatamente, vede e vuo-lg_yedere l'invisibile nel visibile»^Sul piano tecnico (che coincide, in ultima analisi, con quello metafisico) l'operazione consi-Ungaretti374 ste nella distruzionejJeLvCT^otradizionale j9he._con la sua sintassi ancora naturalisti-:delversotradizionale ^ (j q t evidente ripresa di una terminologia positivistica, stabilisce «legamin uan 0> cona furia di rotaie e di ponti» ecc.), èjlistratto dal vero obiettivo della_rìfflrp-a pnftt|pa JTjinrm-vazione ungarettiana_ venne certo favorita dalla rivoluzione futurista dejle parole in libertà.ijM-ecedenti di c.ni a tuttavia rifiutato il movimento caotico, ancora immerso nel cuore della materia,deJ futurismo jj

analogismo onomatopeico e naturalistico. La strada da percorrere era quellacon suoadditata da Mallarmé, nella suprema e più ardua delle sue prove poetiche, Un colpo didadi non abolirà mai il caso. È la direzione che attribuisce alla -pnp^ja un significato magi-co ed esoterico, collocandola npITnap^rfl flona di confine +q ° "flnssjQ (ten'inr,fvnnsHhi1p enho gLa ..parola» collocata d'ell'inesprimibile. Resta fondamentale, in questo senso, ilgignificat,n della «j;^come iUuminazione assume iLvalore di una imprnwjaa-ejblgorante"illuminazione"j_gssa si identifica_cjnnel silenzio^ r«attimo» in cui, attraverso l'immediainagfi Hi4japp<jrLn_mTtiilflgif-.n. la poesia sfiora latotalità e la pienezza dell'essere. La parola viene fatta risuonare nejla sua autonomia e nel-la sua purezza (o, se si vuole, nella sua «innocenza»), inserita, in versi brevi o addirittura iso-latafmo a

farla coincidere con la misura del verso, quasi per collocarla nel vuoto e nel silen-zio, oltre ogni rapporto contingente con la realtà. In questo senso va inteso l'autobiografismo su cui lo stesso Ungaretti ha posto l'accento, riscoprendo anche la dimensione della sua preistoria poetica: dall'infanzia e dalla giovinez-za trascorse ad Alessandria, con le impressioni di un paesaggio affidato poi alle testimonianzedella memoria, fino all'incontro con l'Italia, la "terra promessa" dei suoi genitori. Da questiTfemì carotivi riscontri sono tratti i temi e motivi dell'esordio poetico: il deserto, il miraggio, le_can.-arabe, come ricordo degli anni egiziani; il mare, il porto, il viaggio, legati ajla_virDiscorso si approfondisce nel motivo dell'esilio (cfr. T86, In memo-ria) e dell'estraneità, proprio di Girovago (cfr. T95). Unjeiiiparariep_- seppure decisivo -mo-mento di approdo è costituito Dall'esperienzadel fronte, che offre a Ungaretti gli spunti per una poesia intensa, profonda e originale. MiTinguerra gli consente anche di stabilire un contatto con la propria gente (si veda una lirica come "Popolo", che è comunque estranea a ogni atteggiamento populistico) e di raggiungere la coscienza di una rinnovata identità, che ricongiunge al presente le esperienze vissute nel passato (cfr. T89, "I fiumi"). La guerra infine, costringe a vivere fino alla morte (cfr. T94, "Soldati"). Dove ogni cosa può rovesciarsi nel suo opposto e scomparire, essa traduce così in immagini concrete, in quelle situazioni in cui ci si può imbattere in ogni momento, quella "poetica dell'attimo" che costituisce il fondamento della prima ricerca di Ungaretti. Non a caso la sua ispirazione si definisce proprio in questo periodo, saldando le ragioni del contingente e l'autobiografismo.

esistenziale con la conquista (avvenuta molto rapidamente) della nuo-va tecnica espressiva, capace di rendere l'assolutezza di una aspirazione metafisica. Inquesto senso il poeta recupera anche, nell'edizione definitiva dell'Allegria, alcuni testi prece-denti (datati Milano 1914-1915), dove già si delineava l'oscillazione dialettica tra essere e nul-. gesto e immobilità (ai lepya la lirica che introduce an-che l'edizione definitiva delle poesie e che si intitolaffiemo: "Tra un fiore colto e l'altro donato/ l'inesprimibile nulla"). Particolarmente indicativi risultano, allora, i titoli delle prime due rac-•to sepolto colte pubblicate, nel 1916 e nel 1919. ILporto sepolto allude a "ciò chfLsasEcto rimane ia'noi, indecifrabile", ed ha una fonte precisa nel racconto favoloso di due amici francesi: "Mi par-lavano d'un porto, d'un porto sommerso, che doveva precedere l'epoca tolemaica,

provando che Alessandria era un porto già prima d'Alessandro, che già prima d'Alessandro era una città. Non se ne sa nulla. Quella mia città si consuma e s'annienta d'attimo in attimo. Come faremo a sapere delle sue origini se non persiste più nulla nemmeno di quanto è successo un attimo fa? Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandatoci d'ogni era d'Alessandria".

"IKpprtp sepolto" equivale così "ajjse-^inabisso" gKAt" r\fflp poesia, nascosto, "?! fo d" Hi vm "abisap" nel quale jn(ma si veda, più in particolare, l'analisi della lirica dal titolo omonimo, T87). Per quanto riguarda i naufragi guarda Allegria di naufragi, lo stesso Ungaretti, in una nota, ha spiegato il carattere os-Scrittori tra le due guerre 375simorico del sintagma, parlando dell'"esultanza d'un attimo".

di un'«allegria che, quale fonte, non avrà mai se non il sentimento della presenza della morte da scongiurare». Una sorta di più pregnante spiegazione poetica è data dalla lirica del 1917 dal titolo omonimo: «E subito riprende/ il viaggio / come / dopo il naufragio / un superstite / lupo di mare». Non a caso il motivo del «naufragio» (che richiama subito quello dell'«abisso») era stato sviluppato da Mallarmé nel-B viaggio l'ultima parte di Un colpo di dadi (cfr. voi. F, T5); esso si collega inoltre al nintivn del «viaggio» come una «prigionia della «morte» sempre latente (come dirà Ungaretti in un verso di Lindoro di deserto: «Sino alla morte in balia del viaggio»). Il significato religioso di questa ricerca poetica è suggellato dalla lirica Preghiera, un'invocazione che, richiamandosi all'esempio di Petrarca, conclude.

L'allegria: «Quando mi desterò / dal barbaglio della pro-miscuità / in una limpida e attonita sfera // Quando il mio peso mi sarà leggero // II naufragioconcedimi Signore / di quel giovane giorno al primo grido».•n^kdC \ Sentimento del tempo

Le poesie scritte a partire dal 1919 e inserite nel Sentimento del tempo (1933) rappresenta-no un sostanziale mutamento delle prospettive, anche per quanto riguarda le soluzioni sti-li tempo listiche e formali. Alla poetica dell'attimo si sostituisce una diversa percezione del tem-po, che viene adesso inteso come continuità e durata, non per il venir meno del ruolo dèieeotinuità e durata soggetto, ma peLaituareJlj^cupero di una dimensióne più complessa e problematicadell'esistenza. JSf ella collocazioneall'interno dei canzoniere, liT raccolta appare come ia~sè-^ condajtappa del viaggio ungarettiano o, per usare le parole stesse del poeta, come

«secondoTI renipiM-n i umana» Sul piano tecnico, la sua novità essenziale consiste nel re-- e... p delle strutture sintattiche e, soprattutto, delle forme metriche tradizionali (inCU ero** particolare l'endecasillabo, sulla cui «difesa» Ungaretti scriverà un apposito saggio). Siasna comprende così il vero significato dell'operazione compiuta nftU'/U/por/n¥£±SJ non polemica e fine a se stessa. P^ fonHoila mnsapvnlmentp all riinnnvn ingenuo, per poi ricomporlo e farlo rinascere dall'interno. Non a caso l'opera-izione presuppone la rilettura e la rimeditazione di Petrarca e Leopardi, oltre a coinci-dere con il soggiorno a Roma, che sembra riunire e simboleggiare la loro esperienza: al-la base dell'atmosfera romana e della poesia petrarchesco-leopardiana esiste infatti un'a-naloga percezione della rovina, della decadenza. Leopardi sente la fine di una civiltà giuntaal culmine della sua

evoluzione; Petrarca si trova di fronte a un mondo da ripristinare: quello della classicità, attraverso la memoria. Ma la memoria, come rinnovata presa di possesso, si identifica in qualche rudere e forma mutilata. Incurante della sensibilità barocca ma riassume in quanto città ha mena. Per comprendere il suo mistero occorre risalire a Michelangelo e alla sua arte, che è unione di contrari, fusione di Giustizia e Pietà, di Dio e Uomo, in Cristo, giudice e vittima al tempo stesso. In questo senso il Barocco agisce anche al livello religioso: la vita, come incessante processo di distruzione e creazione, genera, per l'uomo, il dramma dell'antinomia tra "l'infallibilità fantastica del facitore" e la "precarietà della propria condizione". La lezione romana, inoltre, induce Ungaretti a registrare i cambiamenti della natura e a ricomporre le fratture in un nuovo mosaico.Dal momento che il Ba-rocco distrugge e ricompone dopo Fesplosione.le metamorfosi Nasce di qui la poesia del tempo e delle sue metamorfosi, nell'incessante travaglio delledeS&ssìiìfa ore e delle stagioni: dal mattino alla sera, dalla primavera all'autunno. Lo stesso Unga-retti ha dichiarato come la sua attenzione fosse volta, fino al 1932, a osservare il paesaggio: so-prattutto paesaggi d'estate, essendo l'estate la stagione a lui più congeniale e anche "la sta-gione del barocco". Ma T?mm wnln "rifhp ìr| guaito suacitatrice Hi immagini mitologiche.. Neln vuoto e il mito grande e composito affresco ungarettiano, l£ figure del mito (da Crono ad Apollo e Giuno-ne) oLUtentano le "voci delvocabolario accorse a evocare i fantasmi", colmando così quella_sejq-Hi ynntn annb'pasa tipicamente barocca, che si prova ad esempio davanti al Colosseo,1 Ungaretti376 "enorme tamburo con orbite senz'occhi".

Complesse ragioni di poetica sono alla base, come si è visto, della secónda l'accolla, dei VeT

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Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Zoppi Garampi Silvia.