Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il Canzoniere di Petrarca
Per il Petrarca del Canzoniere, quello che è il punto di arrivo per Dante diventa punto di partenza. Abbiamo un progetto incentrato sulla dimensione penitenziale. I due testi soglia sono penitenziali in due direzioni:
- condanna dell'amore profano in sé
- condanna dell'amore profano per la poesia
Sembra un paradosso perché il Canzoniere è un libro lirico d'amore. Ma per Petrarca è lecito perché è poesia d'amore convocata per il libro contiene anche la sua antitesi e la sua ritrattazione, rinnegarla.
La struttura del Canzoniere: Opera di una vita a partire da una certa fase. I testi più antichi sono degli anni '30, ma il Canzoniere con la struttura che oggi conosciamo esiste solo a partire dal '48, anno della grande peste che spopola l'Europa e che coinvolge anche Petrarca perché gli porta via due affetti importanti: il cardinal Colonna e Laura. Questi lutti gli
Impongono una fase di ripensamento che non è soloesistenziale ma anche necessariamente intellettuale. In questa fase riorienta anche i suoi interessi diintellettuale e di poeta. Prima del '48 si era dedicato solo a opere erudite o in latino. Da quel momento invece Petrarca assume la sentenza di non più il mondo storico ma laricerca della verità dentro di sé e questo comporta in termini di interessi poetici uno spostamento dall'oggettività dell'epica alla soggettività della lirica che non si limiti a cantare l'amore profano ma che lo condanni. Inoltre suo fratello Gherardo si fa monaco. Tra il '47-'48 Petrarca si mette a lavorare a una serie di opere non più in continuità con gli interessi precedenti, tra cui la più importante che è il Secretum un omaggio a Sant'Agostino che qui figura come tratta di un dialogo.
In tre libri ed è anche personaggio che confessa Francesco (doppio letterario di Petrarca) e giudice è la Verità. Nel finale Sant'Agostino raccomanda a Petrarca di abbandonare l'Africa e lasciarla ai suoi possessori...➢ Solo alla fine del testo il culto Lauriano sarà sostituito dal culto Mariano. La conversione non è acquisto, è una tensione. Petrarca non rappresenta lo stato delle anime dopo la morte come nella Commedia, ma un esemplare umano con tutte le sue imperfezioni e limiti. Il Secretum è solo una tessera tra le opere a cui Petrarca si dedica in questi anni. Una tessera che fa sistema con altre opere che convergono tutte verso un unico scopo: dare di sé una precisa immagine pubblica. Vuole, attraverso le sue opere, fondare una sorta di mito personale che si basa proprio sulla conversione. Raccoglie anche le epistole e le riorganizza in forma di libro, in questo senso sono fondamentali/rivelatori i testi.
soglia,ad es. nel ’50 prima lettera delle Familiares rivolta a un amico qui chiamato Socrate ma che era ilmusico di casa Colonna
Leggiamo le righe iniziali: la parola “pace” è una parola-insegna per Petrarca, ultima parola delCanzoniere che gli fa da chiusura, con pace intende quella spirituale che spegne il conflitto internotra creatura e creatore.
Sempre all’inizio degli anni ’50 Petrarca apre il cantiere di un’altra opera che conclude le Seniles,in cui lascia in eredità un’immagine pubblica di sé tutta imperniata sul mito dellalettera Posteritati
Quindi il Canzoniere, se lo inseriamo in questa costellazione di testi, è un’operamutatio animi.tutt’altro che isolata ma di certo è la più innovativa. Questo anche perché è un libro di liriche.
Canzoniere: autobiografia; scelta problematica nel medioevo, due condizioni necessarie: (1)parlare di sé per difendersi da
un’accusa oppure (2) per raccontare un’esperienza esemplare(Sant’Agostino).Sant’Agostino è proprio il suo modello. Tornando all’autobiografia, proviamo a definire cos’è ingenerale la letteratura autobiografica in versi: “il patto autobiografico” libro di un francese, dà ladefinizione schematica:l’autobiografia è un racconto in prosa-linguaggio:-soggetto trattato: una vita individualedell’autore: si identifica col narratore e personaggio; nel Canzoniere le vicende passate-posizionedi una vita vengono ripercorse, racconto retrospettivoLa categoria più importante è la soggettività. La raccolta di rime del Canzoniere non è una raccoltaanonima ma un LIBRO DI AUTORE. Da un corpus di testi già disponibile, selezione testiorganizzati in una sequenza non casuale che coincide con lo sviluppo narrativo: sequenzaorganizzata per raccontare la storia d’amore tra Francesco
E Laura divisa in due parti (traviamentogiovanile e avvedimento con conversione finale). Il libro di rime poggia su alcuni snodifondamentale affidati in primo luogo (ma non solo) al testo soglia.il libro: si tratta del sonetto “Voi ch’ascoltate in rimeIl primo testo riassume il significato di tuttoIl primo e l’ultimo testo dialogano a distanza. La prima parte del traviamentosparse il suono”.termina con un sonetto. La seconda parte tutta penitenziale inizia con una canzone e termina con lacanzone di ben 10 stanze alla Vergine.Leggiamo il sonetto primo “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono”:Il Canzoniere si caratterizza per grande varietà metrica in cui spicca la presenza estesa del sonetto.In questo primo sonetto abbiamo rime incrociate e rime replicate, schema più usato nelCanzoniere.È bipartito:▪ nella prima parte si fa riferimento al giovenil errore▪ nella seconda invece si riferisce al presente e al proposito di
ravvedimento Bipartizione simmetrica; a marcare lo stacco c'è una spia grammaticale e semantica: il "MA" avversativo che oppone passato e presente. Concentriamoci sulla prima parte: La prima parte è quella sintatticamente più complessa. Intanto diciamo subito che non parla di Laura, il VOI a cui si riferisce è il pubblico. Però quel VOI è rilevato anche da un accorgimento sintattico, non è accordato a un verbo principale. Il pubblico non è indeterminato, ma è specificato al v.7 come pubblico di intendenti d'amore. L'io chiede al pubblico "pietà" e "perdono" indi risalto. L'amore è errore, in senso morale. posizione Le chiama "rime sparse" con due accezioni: - un'accezione metaletteraria nel senso che erano testi sparsi che aveva già scritto - perché testimoniano una divisione interna all'io tra un valore etico eros ecaritas e le rimesparse sono quelle che testimoniano proprio questa condizione
Tutto il blocco delle quartine abbraccia un unico periodo che è sintatticamente involuto, insolitamente ricco di subordinate, perché probabilmente la sintassi così a spirale evoca la condizione dell’errore del traviamento nel senso etimologico. Nelle terzine che formulano invece il proposito di ravvedimento, questo proposito è affidato a un ritmo sentenzioso. La sentenza finale condanna tutta l’esperienza terrena, in particolare l’amore e la poesia. Qui è introdotto un tema che tornerà in diversi testi penitenziali: convertirsi significa dedicarsi alla poesia d’amore. Il testo è culturalmente denso e ha una serie di rapporti con altri testi, in particolare con Dante, soprattutto il Dante del Purgatorio e quello della Vita Nova. Ma prima di arrivare qui bisogna capire il rapporto che Petrarca aveva con Dante.
Lezione 15
Riprendiamo da primo
Sonetto di Petrarca, Canzoniere:
➢ Testo chiave che documenta la svolta biografica e creativa.
➢ Nel Canzoniere il tema amoroso si legittima dalla presa di distanza dall'amore profano.
➢ Le rime per Laura si legittimano soltanto alla luce di quel superamento che troviamo nel Canzoniere.
➢ Il primo sonetto è insieme inizio e fine. All'altro capo abbiamo una canzone con una delineazione di un percorso progressivo, marcato anche dalla gerarchia metrica.
In questo sonetto il tema penitenziale è suggerito anche dal dialogo a distanza con Dante, ma prima dobbiamo concentrarci sulla questione del rapporto tra Dante e Petrarca.
Il rapporto tra Dante e Petrarca:
Cosa significa per Petrarca confrontarsi con una presenza così importante?
Petrarca non ci ha lasciato nessuna opera teorica paragonabile al De Vulgari o al Convivio.
Dobbiamo quindi cercare le sue riflessioni all'interno di altri testi: le lettere. In una di queste troviamo una serie di dichiarazioni
Proprio sul suo rapporto con Dante; è una lettera del ventunesimo libro delle Familiares. Si tratta della lettera a Boccaccio del 1359.
La lettera a Boccaccio del 1359: Boccaccio invia a Petrarca una copia della Divina Commedia; la accompagna a una lettera di cui poi si scusa per l'eccesso di elogi a Dante che potrebbe suscitare invidia nell'amico destinatario.
Quindi Petrarca coglie questa lettera con una sottile acuta invidia verso il maestro, e quindi si difende da questa accusa che coglie nelle parole di Boccaccio. Questa difesa implica una spiegazione dei rapporti problematici con Dante: nega qualsiasi sentimento di invidia; in particolare con parole abbastanza ambigue sostiene di avere sempre tenuto Dante a distanza non per invidia grandezza o scarso apprezzamento, ma per sottrarsi all'influenza di un modello così ingombrante che gli avrebbe impedito di conquistare una propria personale ispirazione (vedi documento "Lettera di Petrarca a
Boccaccio”).➢ Petrarca dice di non aver assolutamente letto Dante, appunto per non farsene influenzare, riconoscendone esplicitamente la grandezza, ma questo non è vero perché Petrarca aveva letto approfonditamente Dante e ne troviamo dei segni nella sua opera.
In un’altra lettera a Boccaccio inclusa nelle Familiares (XV), vediamo che Petrarca propone a Boccaccio una sua teoria delle imitazioni e scrive che:
• l’imitatore deve essere simile e non uguale, come in un rapporto tra padre e figlio in cui, sebbene molto diversi d’aspetto, c’è qualcosa di non ben definito che li rende simili
• il rapporto di imitazione con un modello non deve essere una riproduzione ma bisogna appropriarsene reindirizzandolo verso la propria soggettività, è un rapporto si somiglianze e differenze.
Torniamo al I sonetto:
Il sonetto è bipartito, proprio come il libro. La prima parte rinvia al traviamento giovanile, la seconda, ancorata al presente,di ravvedimento, mi rendo conto di aver commesso degli errori nel passato. Mi rendo conto che le mie azioni hanno causato dolore e sofferenza ad altre persone. Sono profondamente dispiaciuto per il male che ho causato e desidero sinceramente chiedere perdono. Mi impegno a fare tutto il possibile per riparare ai danni che ho causato e per evitare di commettere gli stessi errori in futuro. Cercherò di imparare dagli errori passati e di crescere come persona. Chiedo umilmente a coloro che ho ferito di accettare le mie scuse e di darmi l'opportunità di dimostrare che posso cambiare. Spero che possiamo trovare una via per la riconciliazione e per costruire un futuro migliore insieme. Mi rendo conto che il ravvedimento non è solo una parola, ma richiede azioni concrete. Mi impegno a lavorare duramente per diventare una persona migliore e per fare del bene agli altri. Spero che un giorno possiate perdonarmi e che possiamo tutti trovare la pace e la felicità che meritiamo.