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Letteratura italiana secoli XVII - XIX

Docente Damiani Rolando

Galileo Galilei ha uno spirito moderato, tipico del Granducato di Toscana del Seicento/Settecento.

In questo periodo si hanno grandi letterati e scienziati. Importanti sono testi come "Lettere odorose" di Magalotti, lo stesso che si contende con Francesco Redi il posto per fare il discorso per l'inaugurazione dell'Accademia della Crusca.

Si ha il ritorno di scrittori barocchi come Danielo Bartoli.

Giacomo Lubrano è un grande scrittore, religioso gesuita, predicatore. È di origine meridionale, gira molto per l'Italia, scrive "Scintille poetiche", pubblicato nel '74 a Pisa, ma ottiene poco successo. È un grande inventore. Passa anche per Venezia, dove opera; dato che non si poteva predicare in piazza perché luogo pubblico, predica nei campi, ad esempio a San Polo o in quello di Santa Maria Formosa.

Si hanno anche vari terremoti in Italia fra Seicento e

Settecento: Benedetto Croce perde i suoi cari per questo. Si sviluppano poesie sulla fragilità della vita ("breve il nostro tramonto"), si ha una riflessione sulla caducità. Si crea anche una contrapposizione tra vitalità e mortalità, dando forma ad una certa varietà che sarà tipica della tragedia del barocco. Federico Della Valle scrive "Ester", "Iudit" e "L'arena di Scozia". Il tema principale di "Ester" è la persecuzione degli ebrei, Ester è la loro protettrice. "Iudit" ha come protagonista Giuditta, tratta di una vicenda macabra e "L'arena di Scozia" parla di Maria Stuarda, cattolica, che viene fatta imprigionare e uccisa dalla sorella Elisabetta I d'Inghilterra, a capo del popolo protestante. Della Valle riprende l'effetto del macabro-tenebroso, introdotto nel Seicento da Ferrarese (con le lotte di Agamennone ecc). Carlo De

Vettori ha un particolare gusto per il teatrale, festoso e macabro.

Carlo Goldoni 1707-1793

Carlo Goldoni è autore di commedie recitate da autori di particolare elevatura. È importante per la nascita della commedia moderna e per la lingua veneta.

Scrive una raccolta di commedie nel 1754, di cui è importante anche la prefazione. Il 1750 è un anno importante in cui scrive 16 commedie per un contratto con i teatri di S. Luca e S. Benedetto.

Nel Settecento Venezia ha un ruolo importantissimo, è molto grande; decaderà nell'Ottocento, ma finisce in gloria.

Nella prefazione della sua raccolta del '54 dice che ha imparato tutto dal Libro del teatro e dal Libro del mondo.

Dal libro del modo perché la sua vita si è presto intrecciata con l'esperienza teatrale.

Inizialmente è relegato a Padova dal padre, che lo indirizza verso lo studio del diritto, cosicché diventa avvocato. Poi scappa dalla città e si unisce ad

Compagnia teatrale, legandosi alla città di Milano. Fa parte della "Compagnia dei comici dell'arte. La parola arte nel nome ha il significato di "mestiere", nel senso che quella teatrale diventa una professione. La Compagnia si occupa dei ritmi di recitazione. Anche Della Valle è importante in questo contesto; grandi opere del Seicento sono quelle dei tragediografi spagnoli. Grandi opere di questo genere spesso non sono legate al teatro o alla recitazione, ma sono opere letterarie: Alfieri ad esempio ha un ruolo importante per varie sue produzioni ma è negato alla recitazione. Goldoni invece ragiona da regista, da "teatro". Vaseggio, Micheluzzi, Cavalieri sono grandi autori anch'essi veneti. Dal libro del mondo invece Goldoni acquisisce il realismo tipico del suo teatro. Il teatro viene visto dal punto di vista del mondo, cioè si basa sulla realtà che lo circonda, sul mondo attorno a lui. Goldoni produce negli anni '30

importanti opere come "La Bottega del Caffè": questa è ambientata a Venezia, con il proprietario della bottega, Ridaulf, Don Marzio che è il personaggio che ne sparla, ecc. Degli anni '50 sono commedie importanti come "La Locandiera". Questa parla della storia della proprietaria di una locanda, di cui si innamora qualunque signore venga accolto all'interno. In tutte le sue commedie Goldoni è attento agli effetti teatrali, per un pubblico indiscriminato. "Con un soldino, un lusso che neanche l'imperatore della Cina" (E. Ghibon, nel Settecento, riferendosi alle rappresentazioni di Goldoni). La riforma del teatro avviene grazie a lui, a partire dall'eliminazione del canovaccio. Con il canovaccio infatti si improvvisava a partire da una traccia, ma questo poteva portare alla creazione di commedie ripetitive e banali. Con la composizione del testo scritto e l'imparare a memoria questo veniva evitato e le

Commedie erano sempre originali. Goldoni opera anche nell'uso delle maschere e del cortese. Importante a riguardo è la grande commedia europea di Molière, una commedia di costume, di carattere. Altre sue commedie sono "Arlecchino servitore di due padroni" e "La putta onorata". Tratta sempre di personaggi di costume veneziano (ad esempio la Brighella interpretata da Toni Bardi). La putta è la storia di una giovane e di un giovane; la giovane viene rapita da un signore; è stata rappresentata a San Trovaso. Le commedie di Goldoni sono fonti enciclopediche. In un periodo Goldoni ha una crisi con l'ambiente di Venezia, causa gli interlocutori che sono molto critici, molto duri. Lui parla di argomenti come i vizi dei nobili, i rapporti scontrosi fra figli e genitori. Per la crisi con l'ambiente veneziano abbandonerà il posto. La Commedia italiana delle maschere avrà grande fortuna in Europa fino al Settecento.

Ottocento. Scrive "Baruffe Cozzotte" e "Sior Tiodero Brontolano". Da Venezia va in Francia, dove si presenta come il nuovo Molière, ma è un insuccesso. Arrivato in Francia viene accolto da Voltaire, nella città di Ferret, in lingua veneziana (era al tempo una lingua di corte). Nel '62 in Francia governa Luigi XV, periodo della grande terza età dell'Ancien Régime, con una monarchia solida, assoluta. A Parigi non viene ben accolto. Scrive "Il Burbero Banfico" e "L'avaro sfarzoso"; quest'ultima è una polemica del lusso, tema che verrà poi ripreso da Parini. Vive un po' come i bohémien; passa alla pensione, nell'ultimo periodo torna al teatro; muore nel '93. Giuseppe Parini 1729-1799 Poeta e abate italiano, membro dell'Accademia dei Trasformati, Parini è stato un grande esponente del Neoclassicismo e dell'Illuminismo in Italia. Il suo veroParino decide di modificare in Parini; il suo pseudonimo è Ripano Eupilino, che utilizza per intitolare "Alcune poesie di Ripano Eupilino". In questo periodo si parla dell'utile sociale. La raccolta di poesie ha una certa fama per cui viene accolto nell'Accademia dei Trasformati, alla corte di Giuseppe Maria Imbonati. Questo è il padre di Carlo Imbonati (che sarà poi il secondo marito di Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni). Carlo è un pessimo pupillo di Parini. Giuseppe Maria Imbonati e la sua corte sono importanti nella Milano Settecentesca. Importante è l'Accademia dei Pugni che era l'Accademia del Caffè. "Il Caffè" è un'importante rivista dell'epoca, di Pietro Verri, presidente del Senato di Milano. La rivista tratta di vari temi di attualità. Vi scrivono soprattutto Alessandro Verri, Pietro Verri e Cesare Beccaria. Dall'AccademiaParini si sposta a Lodi per studi ecclesiastici; poi sarà a servizio dei Serbelloni. Qui è a contatto con la nobiltà, dove elabora il pensiero di Voltaire, Montesquieu. Questi influenzano gli scritti del periodo: "Odi", "Dialogo sulla nobiltà", "La salubrità dell'aria" (che parla della città-campagna, come nelle odi ma con stile nuovo), "Il giorno" che comprende "Il Mattino", "Mezzodì", "Vespro", "Notte"."Il giorno" è una polemica del lusso, una satira sulla nobiltà espressa da Parini che immagina di essere il precettore di un "giovin signore". Milano in quel periodo è uno stato confederato; il conte di Milano diventerà protettore di Parini. Nel Settecento si diffonde la corrente di pensiero dell'Illuminismo, con Immanuel Kant: emancipazione del principio di autorità, il singolo ha

Un valore di per sé (legittimismo=stati che si regolano da sé, autonomamente), nazionalismo, economia come scienza del secolo (come matematica, calcolo, utilità, funzione dei beni ecc.) Parini segue l'attualità, è un polemista, riprende la polemica del lusso anticipata da Goldoni.

In questo periodo importante era la Rivoluzione francese, con lo stravolgimento di principi e l'attuazione di leggi demenziali. Emile Zola scrive nel frattempo "La bête humaine". Zola sarà importante verso la fine dell'Ottocento/inizio Novecento per la formazione della corrente del Naturalismo francese (poi ripresa in Italia con il Verismo ad opera di Verga).

L'attualità è ben trattata in riviste dell'epoca, come "Il Caffè", in cui si scrive di polemica, urbanizzazione ecc; gli autori del giornale che ha grande successo fra 1664-66, rifiutano il purismo imposto dall'Accademia della Crusca.

(l'italiano ufficiale), perché si dichiarano cosmopoliti. Parini polemizza contro il privilegio, il lusso, ma ammira anche l'arredamento degli spazi nobili, mostra un compiacimento verso questi. Un esempio si trova ne "La cagnacuccia", in cui si parla di un servo che accidentalmente dà un calcio al cagnolino della signora del palazzo in cui lavora e la relativa offesa di questa. Parini è un professore e sarà sempre meno impegnato nella scrittura. È anche un importante poeta del librettismo dell'Ottocento, assieme a Rossini e Puccini. Nel suo primo periodo comunque rifiuta il barocco: scrive infatti odi di tipo illuministico, riguardo il progresso delle scienze. Parini muore nel 1779. Il popolo del Settecento è ben rappresentato in Renzo e Lucia. Scrittori come Alfieri, Parini, Foscolo e Leopardi sono infatti anche grandi lavoratori. Il lavoro come tematica verrà ripreso anche in seguito da Verga e il popolo da.

Zola e Manzoni danno importanza agli umili.

Joham Joachi

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LisaLu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Damiani Rolando.