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Capitolo XVII
Uscito dall'osteria di Gorgonzola, Renzo prosegue il suo cammino nell'oscurità, lungo le strade che, secondo il suo senso dell'orientamento, dovrebbero condurlo all'Adda. Durante il tragitto, i suoi pensieri vanno al mercante e al suo resoconto distorto e calunnioso. Dopo aver oltrepassato alcuni paesi ed aver scartato l'ipotesi di chiedere ospitalità, Renzo si inoltra in una zona non coltivata e poi in un bosco. Qui viene colto da uno oscuro timore, ma, proprio quando sta per tornare sui suoi passi, sente il rumore dell'Adda e si precipita verso il fiume. Non potendo attraversare il fiume, né potendo passare la notte all'aperto, a causa del freddo, Renzo si rifugia in una capanna abbandonata. Dopo aver recitato le preghiere della sera, il giovane tenta di addormentarsi ma alla sua mente si affacciano ricordi dolorosi. Verso le sei del mattino successivo, sullo sfondo di una magnifica aurora, riprende il cammino verso l'Adda.
CAPITOLO XVIII
La giustizia compie una perquisizione a casa di Renzo e interroga i suoi compaesani. Don Rodrigo, intanto si compiace dei provvedimenti contro Renzo e dal conte Attilio riceve nuovi incoraggiamenti e stimoli.
proseguire nel suo proposito. Ma il suo compiacimento è turbato dalle notizie su Agnese e Lucia, riferitegli dal Griso. egli è dunque sul punto di abbandonare l'impresa poiché il monastero e la presenza in esso della potente Gertrude costituiscono per lui un ostacolo insormontabile. Prevale però il timore dell'onta per la sconfitta, e Don Rodrigo decide così di tentare nuovamente il rapimento di Lucia, avvalendosi dell'aiuto di un nobile tristemente noto per le sue imprese criminali: l'Innominato. Intanto Lucia e Agnese vengono informate dalla fattoressa che Renzo è ricercato per i fatti del tumulto, mentre un pescatore, incaricato de fra Cristoforo, nel confermare la notizia, aggiunge che il giovane ha trovato riparo nel Bergamasco. Le due donne continuano la loro vita nel monastero, confortate dalle notizie rassicuranti su Renzo, che fra Cristoforo invia loro tramite i suoi messaggeri. Lucia è entrata in maggior confidenza con
Gertrude epassa con lei molto del suo tempo. Non avendo più ricevuto notizie da fraCristoforo, Agnese decide di abbandonare il convento e di passare da Pescarenicoprima di tornare a casa. nel suo viaggio è aiutata dal pescatore che avevaportato le prime notizie certe di Renzo. Giunta a Pescarenico, Agnese apprendeda fra Galdino che padre Cristoforo è stato trasferito a Rimini; la donna tornacosì al proprio paese in preda allo sconforto. qualche giorno prima il conteAttilio si era rivolto ad uno zio, membro del Consiglio segreto, perché questi,che è in confidenza con il padre provinciale dei cappuccini,intervenga per fartrasferire padre Cristoforo. Per convincerlo, Attilio espone una propriaversione dei fatti, menzognera e calunniosa.
CAPITOLO XIX
Il conte zio organizza un banchetto al quale vengono invitati alcuni illustriesponenti della nobiltà milanese, alcuni parassiti sempre in accordo con ilpadrone di casa, e il padre provinciale dei cappuccini.
Durante il pranzo, il conte zio guida la conversazione sul proprio soggiorno madrileno e sui privilegi accordatigli in quell'occasione; mentre il padre provinciale parla della curia romana e del prestigio dei cappuccini. Terminato il pranzo, il conte zio, parlando con il padre provinciale, insinua che fra Cristoforo abbia appoggiato Renzo nell'azione rivoltosa del tumulto milanese. il religioso assicura che prenderà informazioni, e il conte è costretto a parlare anche del contrasto tra il frate e Don Rodrigo. Tra velate minacce e richiami al prestigio della famiglia, il nobile suggerisce di trasferire fra Cristoforo. Dopo aver accennato a una debole difesa del frate e ad una più accesa difesa del prestigio dell'ordine, il padre provinciale giunge ad un compromesso: trasferirà Cristoforo in cambio di una tangibile prova d'amicizia verso il convento di Pescarenico, da parte di don Rodrigo. Al convento di Pescarenico, giunge, una sera, l'ordine ditrasferimento per padre Cristoforo, ma il padre guardiano locomunicherà all'interessato solo il giorno successivo. Appresa la volontà delpadre provinciale, fra Cristoforo parte per Rimini accompagnato da un altrocappuccino e profondamente angosciato per non poter più aiutare i suoi protetti.
Don Rodrigo, sempre più intestardito nel suo scopo, pensa di chiedere l'aiuto dell'Innominato. Qui l'autore narra brevemente la storia dell'Innominato, le sue azioni violente, il suo atteggiamento verso la legge. Viene descritta la sua dimora, posta sul confine tra il Milanese e la Repubblica veneta, in modo da poter trovare rifugio nell'uno o nell'altro stato. Dopo molti ripensamenti, dovuti anche alle differenze che vi sono tra lui e l'Innominato, don Rodrigo decide di richiedere il suo aiuto e di andare al suo castello con un seguito di bravi.
CAPITOLO XX
Il castello dove l'Innominato conduce la sua vita solitaria è posto in
Un luogo elevato, selvaggio e aspro dove solo gli amici e gli uomini dell'Innominato osano avventurarsi. Al castello si accede attraverso una ripida strada insalita, all'inizio della quale, quasi fosse un posto di guardia, si trova la taverna della Malanotte. Qui giunge don Rodrigo e viene accolto da un ragazzaccio armato di tutto punto. Dopo aver deposto le armi, il signorotto viene accompagnato al castello dai bravi dell'Innominato, mentre i suoi accompagnatori, ad eccezione del Griso, devono rimanere alla taverna.
L'Innominato è un uomo sulla sessantina, dalla forza straordinaria, don Rodrigo gli chiede di far rapire Lucia e, seppure a malincuore, l'Innominato accetta, sapendo di poter contare sull'aiuto di Egidio, l'amante di Gertrude. Licenziato don Rodrigo, l'Innominato ripensa ai suoi crimini e appare terrorizzato dall'idea della morte e del giudizio divino. Anche il pensiero del rapimento di Lucia lo turba; ma per non ascoltare la voce
donna con sé per un po' di tempo. Alla fine, Lucia viene portata nel castello dell'Innominato, dove viene tenuta prigioniera. Durante la sua permanenza nel castello, Lucia viene tormentata e maltrattata dall'Innominato, che cerca di convincerla a diventare sua amante. Tuttavia, Lucia rimane fedele alla sua fede e rifiuta le sue avances. Nel frattempo, don Rodrigo si rende conto dell'errore che ha commesso e si pente delle sue azioni. Decide di cercare di redimersi e di liberare Lucia dal castello dell'Innominato. Con l'aiuto di alcuni amici, don Rodrigo riesce a infiltrarsi nel castello e a liberare Lucia. I due fuggono insieme e si rifugiano in un convento, dove Lucia può finalmente vivere in pace e dedicarsi interamente alla sua fede.fanciulla presso di sé. Il nobile manda dunque a chiamare una vecchia serva ele ordCAPITOLO XXI Lucia viene caricata su una portantina, e, assieme alla vecchia incaricatadall'Innominato di farle coraggio, viene trasportata al castello. Le preghieredi Lucia non commuovono la donna, ma le portano alla mente una religiositàdimenticata. Il Nibbio intanto corre dall'Innominato per riferirgli l'esitodella missione, e confida al suo padrone di aver provato compassione per Lucia.Sorpreso dalle dichiarazioni del Nibbio, l'Innominato decide di vedere dipersona la fanciulla. Lucia prega il nobile di liberarla, ricordandogli ilperdono divino quale compenso per gli atti di misericordia. L'Innominato, semprepiù turbato dalle preghiere della giovane, lascia intuire che la libereràl'indomani. Lucia rimane sola con la vecchia, la quale, tra lo stizzito e ilterrorizzato, cerca, in modo un pò goffo di farle coraggio. la fanciullaperò rifiuta il cibo e il letto preparati per lei e resta accucciata a terra. Lucia rimane in una condizione di dormiveglia e nella sua mente si affollano le immagini terribili della giornata. Risvegliatasi poi completamente, inizia a pregare e, in cambio della liberazione da quella prigione, fa voto di castità alla Madonna. Infine, rasserenata, si addormenta all'alba. Frattanto l'Innominato, dopo il colloquio con Lucia, non riesce a liberarsi dall'immagine della fanciulla. Messosi a letto, egli cerca di recuperare il temperamento di un tempo, ma ogni pensiero di imprese criminose gli riesce sgradevole; il futuro gli si presenta privo di interesse e il passato diventa una fonte inesauribile di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio, ma l'eventualità che esista una vita eterna lo induce a desistere, il ricordo delle parole di Lucia sul perdono divino riaccende però in lui la speranza e decide che libererà la fanciulla.
il giorno successivo. All'alba, l'Innominato sente un suono allegro di campane e vede gente festosa nella valle, incuriosito, incarica un suo bravo di verificare le ragioni di tanta animazione.
CAPITOLO XXII
Un bravo informa l'Innominato che i villaggi vicini sono in festa per la visita del vescovo. Rimasto solo, l'Innominato si interroga sui motivi che spingono a festeggiare l'arrivo di quell'uomo. Poi, mosso dal desiderio di ascoltare parole di consolazione, decide di recarsi a colloquio dal vescovo. Prima di scendere in paese l'Innominato passa a far visita a Lucia. Trovandola addormentata, ordina alla vecchia di far nuovamente coraggio alla fanciulla, poiché egli farà tutto ciò che ella vorrà. L'Innominato giunge in paese tra lo stupore e il timore della gente, che mai lo aveva visto senza un seguito di bravi. Fattosi indicare il luogo ove poter trovare il cardinale, vi si reca, seminando inquietudine tra
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