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Forme poetiche e intertestualità
ABA, BCB, CDCo Dato che il verso mediano d'ogni terzina trova la rima nella successiva, per poter chiudere ogni singolo canto è necessario porre al suo termine un verso isolato, che faccia rima col verso mediano della terzina che lo precede.
Usato anche per composizioni satiriche, burlesche, allegoriche, morali, pastorali.
Gli endecasillabi sciolti (1500). Non sono legati fra loro da rime, particolarmente endecasillabi.
Adoperati nella poesia didascalica: Foscolo, Manzoni…
Adoperati nella poesia lirica: Monti…
Adoperati nella tragedia: Trissino, Alfieri, Manzoni…
Il verso libero (1900). Caddero in disuso non solo le forme strofiche tradizionali, ma anche i versi adoperati.
Slegato da qualunque norma precisa su scansione ritmica, ecc…
Intertestualità
Il fatto che un poeta riprenda elementi usati da altri poeti non significa poca originalità, ma è importante anche come questi vengono ricontestualizzati, cosa cambia allora? Come
io le vivo ed esprimo. Non implica per forza la riproduzione del significato!!! Se io sono un poeta devo tener conto del periodo storico in cui mi trovo e della tradizione letteraria poetica. La parodia ha una grande transcodificazione perché ribaltano il significato delle parole. Interdiscorsività = quando talmente tanti testi sono "simili" poiché il tema è di uso comune per quell'epoca, dunque non si capisce quale testo deriva da quale, e si parla di interdiscorsività piuttosto che di intertestualità. Dunque, un semplice modo di esprimersi diffuso. Transcodificazione = utilizzare parole di altri autori per esprimere sensazioni personali. Nel Sabato del Villaggio, Leopardi utilizza termini di altri autori per esprimere un concetto tutto suo; ladonzelletta e la vecchia e lo zappatore sono temi chiaramente ripresi dal canzoniere di Petrarca. Il concetto è: non è una semplice donzelletta, è una donzelletta cheè collocata a livelli ben alti, poiché richiamata eparagonata a poemi celebri. La scelta di modi di rappresentare i personaggi tratti dalla letteratura altaconferisce al discorso un’autorevolezza che supera e nobilità l’umiltà dell’oggetto rappresentato.
Il concetto di intertestualità. Un rapporto di questo genere è frequente in poesia e in letteratura, vieneapertamente esibito, talora è volutamente lasciato nell’ombra: in ogni caso si stabilisce fra differenti testi una relazione che viene detta intertestuale, cioè un modo per riferirsi in generale al rapporto che un testo letterariostabilisce con un altro testo. Termine critico introdotto nel 1900, indicando fenomeni già ampiamenteconosciuti, ma sottolineando un’accentuata consapevolezza della necessità d’esaminare ogni testo alla luce deimolteplici rapporti che lo legano ad
Altri testi. Un esempio di intertestualità nella prosa. Fenomeni di intertestualità non sono solo nella poesia ma anche nella prosa. Ad esempio nelle pagine del Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga viene descritta l'educazione in convento di Isabella, figlia del protagonista, con echi che ritornano più d'una volta alle pagine dei Promessi Sposi di Manzoni per l'educazione di Gertrude, la monaca di Monza.
Intertestualità e materiali narrativi. I rapporti intertestuali riguardano tutti gli aspetti, non solo quelli formali. Il fatto che un autore racconti una storia non inventata da lui non implica di per sé una minore originalità dell'opera. Riscuotevano di grande successo i romanzi gotici, (Walpole, Lewis, Radcliffe) con storie di eroine belle e pure perseguitate da qualche malvagio che mette in pericolo le loro virtù. Manzoni riesce a rielaborare le trame di questi romanzi ne I promessi sposi, lasciando un lieto
fine.
Intertestualità e rapporti indiretti fra i testi. Può verificarsi anche l'eventualità che la relazione fra i 2 testi non sia immediata. Esempio: la storia del carbonaio di Niversa e la novella Boccacciana di Nastagio degli Onesti. Non si riesce a capire se vi è un reale rapporto poiché ci sono troppe cose che sono opposte, per quanto i racconti siano simili, dunque non possiamo capire quale fu il modello e quale fu il testo che riprese il modello.
Intertestualità e significato (Boccaccio e il Novellino). Una novella boccacciana è molto simile alla raccolta anonima del Novellino, dove si narra di un giovane allevato in segregazione la prima volta che viene portato in città venga attratto irresistibilmente dalle donne. Il significato è lo stesso, ma se nell'anonimo si risolve tutto in poche righe, Boccaccio si dilunga un po' di più.
Il linguaggio della poesia:
- Uso di alcune parole nella forma tronca
anziché in quella piana (or/ora)- Forme differenti (poserai/posa)- Collocazione delle parole diversa rispetto a quella che non ci aspetterebbe naturalmente
Le rime hanno l’effetto di attirare l’attenzione del lettore mettendo in rilievo i concetti espressi dalle parole ma.
Climax = intensificazione di significato, associando più parole di egual significato una dopo l’altra.
Nella tradizione della letteratura volgare italiana la prosa tende tuttavia a un linguaggio più vicino a quello della vita quotidiana, mentre la poesia adotta un lessico delle immagini e delle figure stilistiche più elette o comunque diverse, più lontane dall’uso corrente.
La prosa, oltre a una maggiore propensione a riprodurre i dati della realtà, ha avuto tradizionalmente una maggiore adattabilità ai più svariati argomenti, mentre per la poesia la gamma delle possibilità era più ridotta.
L’uso dei versi liberi indebolisce
le frontiere fra prosa e poesia. Appunti di Rossini Giulia www.libriusatiunito.weebly.com
La lingua italiana
Gentile, pare: Dante voleva dire cose un po' diverse rispetto a significati che hanno attualmente queste due parole.
Se è vero da un lato che la lingua italiana si è stabilizzata e normalizzata da un certo punto, e si è cambiata poco rispetto alla lingua 300esca, dall'altro lato cmq un'azione di cambiamento all'interno della lingua c'è stato.
Bembo stabilisce una regola per la lingua italiana, la quale si atterrà agli insegnamenti di Petrarca e l'alto stile di Boccaccio: la regola da seguire (norma bembiana).
Pietro Bembo era un letterato veneto, norma la lingua italiana partendo da una base toscana della tradizione letteraria, cioè dei grandi scrittori del 300, escludendo Dante. Si chiesero perché non tenere il Fiorentino come lingua fondamentale, più vicina a noi.
1516: Orlando Furioso. 1532: Ariosto
cambia e adegua la lingua dell'Orlando Furioso alle regole membiane.700-800: Polemica sull'utilità delle traduzioni - invito a promuovere al di qua delle Alpi una maggiore produzione di opere letterarie prodotte in altri paesi, Madame Destale (scrittrice intellettuale francese), vissuta con notevole sgomento dall'elite culturale/intellettuale italiana, che rispose in modo violento alle sue osservazione. La lingua italiana non aveva niente da imparare dalle altre culture e scritture, di conseguenza si chiuse violentemente la porta in faccia alla proposta della madama.
700-800: Storia della lingua - Molti letterati si chiedono quale sia la lingua giusta da usare in Italia. Manzoni fece parte di questo dibattito, e con la scrittura dei Promessi Sposi pose l'obiettivo di proporre una lingua per gli italiani (in accezione molto più larga di quella intesa fino ad allora, includendo anche coloro che non erano colti).
Nel 500 nasce la stampa, e la stampa a caratteri
mobili: se prima i libri erano tutti manoscritti, grazie allastampa a caratteri mobili dalla metà del 400 Gutemberg spiega un modo più veloce per riprodurre opere, cioèusare caratteri (lettere dell'alfabeto) che sono dapprima ricavate dal legno (intagliate), in un secondo temposaranno in piombo, composte in una griglia (prima in legno poi di metallo) in cui venivano disposte delle righe(legno) sulla quale il compositore mette le lettere dell'alfabeto (legate alla griglia) a seconda del testo dacomporre. Si prendeva l'inchiostro, lo si cospargeva su tutta la griglia, venivano rovesciate su un foglio di cartain un apparecchio (torchio a mano, verticale, costituito da 2 ruote che premevano il foglio e le lettere).
I dialetti settentrionali hanno una notevole tendenza allo scempiamento delle geminate, dipendendoovviamente dall'ignoranza dello scrittore.
Appunti di Rossini Giulia www.libriusatiunito.weebly.com
La retorica“Arte della costruzione
Il termine "retorica" - mira a costruire un discorso efficace per convincere l'ascoltatore. Nasce nei tribunali per rispondere alla necessità di sostenere con successo le proprie ragioni contro quelle dell'avversario persuadendolo emotivamente.
La retorica fa parte della modalità di espressione di uno scrittore. Nel linguaggio comune il termine 'retorica' ha una valenza estremamente negativa, indicando qualcosa di vago, vuoto, privo di significato, tutte connotazioni negative.
Un tempo, era valutata come "un'arte del discorso", rende efficace il discorso, con una forma differente. Per essere tale, deve passare attraverso i seguenti passaggi:
- Inventio: trovare. Trovare gli argomenti.
- Dispositio: disporre. Costruire un ordine per sostenere gli argomenti e delle parole stesse (legata alla fase successiva).
- Elocutio: formulazione del discorso. Scelta delle parole, costruzione sintattica, scelta delle figure retoriche.
+ discorso
orale:4) Memoria: padroneggiare il discorso tenendolo a mente.5) Actio: gestualità. Le figure retoriche Le figure retoriche, chiamate anche Tropi, indicano spostamenti del significato originario di una delle componenti del discorso, che comporta un arricchimento del significato. Figure retoriche di pensiero Agiscono sul MODO di presentare l'oggetto. Trasferimento, cambiamento di significato rispetto al livello comune di interpretazione. Cara alla mentalità medievale. Allegoria: serie di elementi narrativi e/o descrittivi legati a una serie di significati profondi diversi da quelli letterari. (la selva oscura di Dante). Non si identifica con il simbolo, che riguarda porzioni di testo meno estese, imponendosi per la sua evidenza indipendentemente dalla sua posizione nel contesto, qualità che associa il simboleggiare e il simboleggiato. Ironia: usare delle parole per affermare il contrario di ciò che esse significano letteralmente, facendo risaltare quantoinattendibile sarebbe il discorso se fosse inteso in senso proprio. Paragone/Similitudine: contrapposizione di due termini tramite l'utilizzo del 'come' grazie alla loro similitudine.