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Con Malombra Fogazzaro raggiunge risultati di estrema suggestione narrativa, sospesi tra la
rappresentazione di un piccolo mondo aristocratico e paesano nei primi anni dopo l'Unità
d'Italia e una sottile indagine psicologica.
La vicenda si svolge intorno al 1864 nel palazzo del conte Cesare D'Ormengo, in cui egli
viveva con la nipote, Marina di Malombra che, rimasta orfana, accettò l'accoglienza dello zio
nell'isolamento del castello sul lago “come una regina bandita che si prepari nell'ombra e nel
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silenzio a riprendere il trono”.
Per caso la ragazza venne in possesso di una lettera scritta da sua nonna Cecilia, fatta morire
segregata dal marito, conte Emanuele D'Ormengo, che le rimproverava l'amore adulterino per
un ufficiale, Renato. La marchesina rimase molto turbata dalla sua scoperta: da quel momento
infatti, si identificò con l'antenata e cercò di attuarne la vendetta. Interessata a radunare
maggiori informazioni sul tema della reincarnazione, inviò uno scritto all'autore di "Un Sogno",
racconto di contenuto religioso letto negli ultimi tempi. Così si sviluppò uno scambio di lettere
tra Lorenzo e Cecilia, questi i nomi che comparivano sulle buste consegnate da un'amica di
Marina.
Poco tempo dopo arrivò a palazzo un giovane, Corrado Silla, a cui il conte, che ne aveva
conosciuto la madre, voleva assegnare il compito di lavorare alla stesura di un trattato di
1 cit, pag. 49 1
politica. Silla fu favorevole alla proposta e allacciò col conte un legame di scambievole affetto
e stima, così come accadde col collaboratore amministrativo del conte, il tedesco Steinegge.
Tra Corrado e Marina nacque da subito un'attrazione, ma i due, orgogliosi, finirono col
respingersi dopo l'ennesimo litigio. Silla decise di lasciare il palazzo. Organizzò la sua fuga di
notte ma, nonostante l'ora tarda, si imbattè in Marina. La abbracciò e le sussurrò il nome
Cecilia. A questo punto la marchesa si convinse sempre di più di aver assunto le vesti di
Cecilia. Pochi giorni dopo giunsero in visita a palazzo la contessa Fosca Salvador, insieme a
suo figlio Nepo e la giovane Edith che ritrovò il padre, Steinegge, dopo lunghi anni di dolorosa
separazione. I Salvador speravano in una ricca dote perciò la contessa si impegnò per
organizzare un matrimonio tra suo figlio e Marina, ma quest'ultima si prese gioco di lui,
promettendogli che l'avrebbe sposato. Nel frattempo Steinegge si trasferì a Milano, dove ebbe
modo di riabbracciare il suo caro amico Silla, che introdusse alla figlia. Tra i due nacque una
reciproca attrazione, destinata però a non svilupparsi propriamente in un legame, in quanto
Edith era in qualche modo bloccata da una dipendenza affettiva verso il padre e da una
eccessiva soggezione ai dogmi della Chiesa.
All'improvviso, un telegramma da parte di Marina richiamò Silla a palazzo. Il conte si era
sentito male in seguito ad un forte stress emotivo causato da Marina che, presa da allucinazioni,
sosteneva di essere Cecilia, giunta in cerca di vendetta.
Mandato a monte il matrimonio con Nepo, Marina si riavvicinò a Silla, in cui vedeva la
reincarnazione di Renato. In seguito alla morte del Conte Cesare, la marchesina iniziò a
farneticare e Silla fece per andarsene, ma Marina, sentendosi ingannata gli tolse la vita con un
colpo di pistola. Poi fuggì nelle acque tempestose del lago a bordo di una piccola imbarcazione
a remi. Di lei non si seppe più nulla.
Venuta a conoscenza della morte dell'amato Silla, a Edith non rimase che piangere la morte del
giovane e difenderne la memoria. 2
"Il titolo di un romanzo è parte del testo, [...] ha una notevole capacità di attrarre
e condizionare l'attenzione del lettore. [...] permette di focalizzare meglio l'argomento del
2
romanzo”. 3
Fogazzaro, come i primi romanzieri inglesi, sceglie il nome del personaggio principale come
titolo della sua opera.
Senza dubbio il personaggio principale è la marchesina Marina di Malombra.
Questa figura ci viene presentata dal narratore soltanto nel capitolo V tramite un flashback.
Prima di questo punto ricaviamo delle informazioni attraverso le lettere che ella stessa scrive,
da alcune conversazioni con altri personaggi e da una breve descrizione fisica.
[…] donna Marina si alzò, andò a contemplarsi in uno specchio. Dall’ampio
accappatoio usciva, come da una nuvola bianca, il collo sottile, elegante, e fra due
fiumi di capelli biondo-scuri, ove lucevano due grandi occhi penetranti, fatti per
l’impero e per la voluttà. Il viso, il collo, il seno di cui si vedeva una riga tra il bianco,
avevano lo stesso pallore caldo. Si guardò un momento, si gittò alle spalle con una
scrollata di testa i due fiumi di capelli e chi sa quanti pensieri torbidi, andò a posar la
candela sul tavolino da notte, picchiando forte il marmo con l’argento, come per fare
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oltraggio al silenzio e alla solitudine.
Da queste parole si evince il ritratto di una donna sicuramente di bell'aspetto, ma quegli occhi
penetranti e quei pensieri torbidi sono indice di un'anima cupa e misteriosa.
2David Lodge, L’arte della narrativa, Bologna, Tascabili Bonpiani, 2006, cit, pag.
248
3Ibid, pag. 249
4 cit, pag. 70 3
Solo in un secondo momento ci offre una descrizione più esaustiva. Ci rendiamo conto così che
ci troviamo di fronte ad una donna singolare, determinata, dotata di una forte personalità; è
indipendente, vorrebbe emanciparsi ma è costretta in un luogo isolato, opprimente, qual è il
palazzo di suo zio.
Lo scrittore mantiene questo duplice atteggiamento per tutta la narrazione: il suo discorso
oscilla continuamente tra una narrazione mimetica (showing) e una diegetica (telling), come
direbbe Lodge. 5
Ciò che appare chiaramente in entrambi i tipi di narrazione è che:
Marina di Malombra è incapace di adeguarsi a una realtà che non riesce ad accettare, guarda
molto lontano perdendosi in fantasticherie che pian piano la porteranno inesorabilmente a
compiere il cammino verso la follia, un viaggio fatale che non riguarda solo la fanciulla, ma
sembra coinvolgere la società che la circonda.
Bellissima ma perennemente infelice e tormentata, si direbbe per certi versi somigliante ad
Emma (Bovary). Proprio come Emma, Marina vuole divertirsi, innamorarsi, viaggiare e trovare
scampo da quella fastidiosa vita di provincia che la costringe a trascorrere le giornata in una
estrema monotonia che la condurranno ad uno stato prossimo al delirio. Infatti è proprio la
confusione mentale che caratterizza i comportamenti e le convinzioni di una Marina che crede
di essere la reincarnazione della nonna e che affida a se stessa il compito di vendicare la sua
antenata, dando così un senso a quella noiosa vita che prima conduceva. Fogazzaro non spiega
come scatta la patologia, ma attraverso dei momenti di grande tensione emotiva, ci fa
comprendere che Cecilia si impossessa gradualmente di Marina fino a condurla alla follia. In
questo processo di completa identificazione, un ruolo importante è svolto da Silla, in cui
Marina vede il ritorno di Renato.
5David Lodge, L’arte della narrativa, cit, pag. 15 4
Meritevole di attenzione è anche il personaggio di Corrado Silla, che viene descritto come
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<<Un giovinotto, occhi neri, capelli neri, nera mica male la faccia>>. Molti hanno ritenuto di
intravedere una sorta di autobiografia dello stesso autore nella caratterizzazione del
personaggio di Silla. Considerato inetto e incapace, perché dedito agli studi letterari e animato
da nobili sentimenti in apparente contrasto con le modalità sociali ipocrite che lo circondano, il
giovane è vittima dei suoi tempi, anche lui sarà costretto a soccombere davanti alle intemperie
della vita. In lui si può vedere una sorta di anticipazione, un primo abbozzo, della figura
dell'inetto che popolerà i romanzi di Svevo: << [...] una sentenza opprimente in tre parole:
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INETTO A VIVERE. Silla se le vedeva dentro chiare queste tre parole [...] >>
Certamente assume particolare importanza la scelta da parte di Fogazzaro di chiamare il
protagonista Corrado Silla. Infatti "In un romanzo i nomi non sono mai neutri. Hanno sempre
un significato [...]". Con un cognome latino appartenuto ad un congiurato, ci si aspetta che sia
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lui a tradire qualcuno durante la vicenda, e non il contrario. Sappiamo, infatti, che alla fine del
romanzo la sua memoria verrà pesantemente offesa da un'interpretazione non vera dei fatti che
lo hanno coinvolto a Palazzo, tanto che persino il suo amico più caro, Steinegge, gli volterà le
spalle, considerandolo un uomo incapace di sentimenti veri.
Solo Edith che nutriva un sentimento vero e puro nei suoi confronti continuerà ad amarlo e a
difenderlo anche quando egli sarà passato a miglior vita:
Scoprendogli il volto lo si sarebbe veduto placido. […] Sapeva di andare alla pace,
al sospirato riposo; e sapeva pure, nella chiara visione appena incominciata per
esso, di essere finalmente amato, secondo i suoi sogni della vita terrestre, da un
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cuore tenero e forte che gli sarebbe fedele senza fine.
6 A. Fogazzaro, Malombra, cit, pag. 28
7 Ibid, cit, pag. 370
8D. Lodge, L’arte della narrativa, cit, pag. 51 5
Quindi con Corrado, personaggio dai tratti moderni, comincia la malattia morale del
Decadentismo, richiamando al contempo alla memoria gli eroi solitari e disincantati, amari e
malinconici della letteratura del Novecento. Fogazzaro si è rispecchiato nel suo personaggio
addentrandosi nella sua più intima ed oscura profondità, descrivendo i suoi stati d'animo, quelli
che avevano preceduto la sua conversione e quelli che l'avevano seguita, come un'alterna
vicenda di luci e ombre. Silla è quindi un autoritratto idealizzato e senza dubbio il suo torbido
misticismo rispecchia quello dell'autore.
Un primo incontro tra i due protagonisti del romanzo, Corrado Silla e la marchesina Marina,
seppure con pseudonimi diversi, avviene sottoforma di corrispondenza epistolare. Questo serve
a Fogazzaro ad aumentare il mistero e a fornire un elemento di sorpresa quando i due si
riconosceranno come relativi corrispondenti.
Il riconoscimento di Silla e Marina rappresenta, infatti, quello che Aristotele chiamava
Περιπετεια , o capovolgimento: l’improvviso spostamento da uno stato di cose al suo opposto,
spesso combinato con l’“agnizione”, la trasformazione dell’ignoranza di un personaggio in
conoscenza”. 10
Silla arriva addirittura ad innamorarsi di Marina e nel romanzo viene descritto un momento
molto toccante, in cui