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Il corpus della letteratura e la stampa
Nelle diverse epoche storiche si sono determinati differenti "sistemi" letterari, e molte categorie di testi che in un'epoca venivano percepite come appartenenti alla letteratura, in altre fasi sono state considerate estranee. Questo fatto giustifica l'esecuzione in determinati periodi di alcuni tipi di testi che magari erano inclusi in altre epoche.
Per determinare se un'opera fa parte o no della letteratura non bisogna avvalersi solamente di una valutazione estetica, ma è necessario considerare il rapporto d'interazione di testi, prodotti nella stessa epoca, con altri tipi di testi classificati oggi come letterari; tutti insieme costituivano un sistema che conduce alla letteratura e che è variabile nel tempo.
Corpus: insieme indefinito di testi che costituiscono la letteratura, determinato nelle varie epoche e quindi variabile nel tempo.
Per determinare un corpus bisogna tener conto dei testi inclusi.
sincronica (ciò che si verifica in un determinato momento storico) ma bisogna tener conto anche di una prospettiva diacronica (cioè che si sviluppa nel corso del tempo). Inoltre, la definizione di letteratura può variare anche in base alla cultura e alla società di riferimento. Nel Romanticismo, ad esempio, si escludono dall'ambito letterario le opere storiografiche e scientifiche, mentre certi generi come la poesia lirica, il romanzo e la narrativa vengono considerati parte integrante della letteratura. Tuttavia, l'inclusione o l'esclusione di determinati generi si basa spesso su criteri estetici che possono variare nel tempo. È importante sottolineare che la valutazione delle singole opere non può essere basata esclusivamente sul loro valore intrinseco, ma deve tener conto anche dei criteri estetici adottati in un determinato contesto storico e culturale. Un esempio significativo è rappresentato dalla "Commedia" di Dante, che nel corso dei secoli è stata oggetto di diverse interpretazioni e valutazioni. In conclusione, la definizione del corpus dei testi letterari è soggetta a variazioni nel tempo e dipende da criteri estetici e culturali. È necessario considerare sia una prospettiva sincronica che diacronica per giungere a una definizione completa e accurata della letteratura.diacronica (diacronia sviluppo di unfenomeno nel tempo); bisognerà quindi vedere quali testi del passato vengono considerati come letterati: come viene costruito il corpus storico nella letteratura nazionale, non è importante solo quello che dalla produzione di una certa epoca viene ritenuto appartenente alla letteratura dai contemporanei. Il corpus della nostra letteratura ha una fisionomia stabile nel tempo. Un punto di riferimento la "Storia della letteratura italiana" di Francesco de Sanctis, la più importante opera storiografica letteraria in cui l'autore riporta, elaborandoli, gli indirizzi della critica romantica italiana. Agli inizi dell'Ottocento, Ugo Foscolo tracciò un rapido disegno dello sviluppo storico della letteratura italiana nell'orazione "Dell'Origine e dell'ufficio della letteratura", presentando la prospettiva di un patriota che cercava nella letteratura una manifestazione.dell'identità nazionale italiana e al tempo stesso unostimolo a perseguire la libertà e l'indipendenza. In quest'opera la letteratura assume una "funzione morale" che, secondo Foscolo, era l'espressione più significativa del popolo italiano. Foscolo però non scrisse mai una storiografiadella letteratura italiana ma quest'opera, insieme a molti saggi di critica e storiografia letteraria, delineano un corpus non molto diverso da quello che più amanti avrebbe tracciato De Sanctis. Prima del Settecento non esistevano storie della letteratura vere e proprie, ma ciò non toglie il fatto che mancassero considerazioni su fatti letterari e sulla loro evoluzione storica. Dante in "De vulgari eloquentia": riflessioni sullo sviluppo della poesia volgare volto a cogliere le peculiarità e i modi della produzione letteraria antecedente e le caratteristiche della tradizione, e non una ricostruzione.Tasso in "Discorsi del poema eroico": tratta dello sviluppo della letteratura eroica e cavalleresca in Italia con scopo non di tracciare la storia di un genere letterario, bensì di giustificare il proprio poema narrativo illustrandone caratteristiche emotivazioni.
Dal Settecento nacque la vera e propria storiografia letteraria e si cominciarono a produrre opere che avevano lo scopo di presentare ampi quadri complessivi della letteratura italiana dalle sue origini alla contemporaneità. Testi come F. Saverio Quadrio "Della storia e della ragione di ogni poesia" e Gerolamo Tiraboschi "Storia della letteratura italiana" interessavano tanto di letteratura, quanto piuttosto a presentare le opere che consideravano degne di nota.
Nella "Storia" di De Sanctis comincia dalle prime espressioni letterarie in lingua italiana,
delle sue libertà. La letteratura italiana del Rinascimento, invece, si caratterizza per un ritorno alle fonti classiche e per una maggiore attenzione all'individuo e alla sua interiorità. I principali autori di questo periodo sono Machiavelli, Ariosto e Tasso. Nel Seicento, la letteratura italiana si arricchisce di nuove forme poetiche, come il sonetto e la canzone, e di nuovi generi, come il romanzo e il teatro. Tra i principali autori di questo periodo troviamo Marino, Guarini e Galileo Galilei. Nel Settecento, la letteratura italiana si apre all'influenza dei Lumières e si caratterizza per una maggiore attenzione alla ragione e alla scienza. Tra i principali autori di questo periodo troviamo Goldoni, Alfieri e Parini. Nel XIX secolo, la letteratura italiana si divide tra romanticismo e realismo. I principali autori romantici sono Manzoni, Leopardi e Foscolo, mentre tra gli autori realisti troviamo Verga e De Amicis. Nel XX secolo, la letteratura italiana si caratterizza per una grande varietà di stili e temi. Tra i principali autori di questo periodo troviamo Pirandello, Svevo, Montale e Calvino.Dell'indipendenza e anche al decadimento culturale. Questo ha ragioni morali e civili in primo luogo, caratteristiche che si possono cogliere dagli autori rinascimentali, indifferenti all'etica, e secondo l'autore, presente in Aretino visto come "figlio del secolo", ma anche di Ariosto. Si vedono tracce di un risveglio della coscienza collettiva in Giordano Bruno e Tommaso Campanella ("apostoli e martiri della nuova filosofia"), esponenti di un pensiero laico, rivendicativo di libertà dell'individuo; tale pensiero viene continuato nel Settecento da Vico e dagli illuministi. Essi danno vita a quella che De Sanctis designa come la "nuova scienza". Sempre nel Settecento Goldoni è visto come una personalità portatrice nelle sue commedie di un'esigenza di verità che annuncia tempi nuovi e allo stesso tempo autori come Parini e Alfieri sono considerati i veri e propri precursori del movimento risorgimentale.
del riscatto politico, civile e morale dell'Italia, di cui ne è orgoglioso persino De Sanctis. La prospettiva di quest'opera si ottiene alle idee del suo tempo, ma è interessante vedere che fino al Romanticismo la letteratura italiana non ha subito stravolgimenti. I titoli della "Storia" segnalano i punti fondamentali in cui si organizza il quadro: - Prima parte: la "Commedia" di Dante, il "Canzoniere" di Petrarca, il "Decameron" di Boccaccio, le "Stanze" di Poliziano, l'"Orlando furioso" di Ariosto; - Seconda parte: prevalgono le persone degli autori (Machiavelli, Aretino, Tasso, Marino). - Autori settecenteschi nominati precedentemente sono riuniti in: "La nuova letteratura". L'invenzione della stampa tipografica fu un cambiamento decisivo nelle forme di comunicazione e fu determinante nel costituire un corpus di testi della letteratura. Le prime tipografie si svilupparono.in Germania: il primo libro stampato fu la "Bibbia" di Magonza prodotta da Gutenberg nel 1461. Si diffuse in tutta Europa e in particolare in Italia. La stampa a caratteri mobili era un processo tecnologicamente complesso con enormi vantaggi rispetto ai libri manoscritti i quali erano caratterizzati dall'unicità: che fosse un manoscritto originale, un autografo o il risultato del lavoro di più copisti, ognuno era un unicum e veniva considerato un oggetto pregiato. Prima del Duecento, quando cominciò a diffondersi l'uso della carta, venivano scritti su fogli di pergamena ricavata, attraverso un complesso e lungo processo di lavorazione, dalle pelli di animali domestici. Verso la fine del Trecento si cominciò ad usare largamente la carta per la quale era anche necessario un notevole lavoro, ma inferiore a quello.pergamena e inoltre meno costoso: stracci e altri materiali venivano fatti macerare nell'acqua dove venivano percossi con dei magli fino a ottenere una poltiglia che veniva distesa poi in strati sottilissimi su griglie molto fitte, rettangolari, che scolavano la parte liquida trattenendo quella solida che, una volta asciutta, costituiva i fogli. Questo processo produttivo consentiva di produrre una grande quantità di fogli e proprio per queste ragioni si poté dare inizio allo sviluppo della tipografia che per produrre libri in serie necessitava di innumerevoli quantità di carta. La realizzazione di un libro stampa comportava un processo lungo e complesso per cui veniva stampato solo se richiedeva molte copie. Per fare ciò bisognava avere dei caratteri mobili, ognuno per ogni lettera dell'alfabeto e per ogni segno grafico. Essi venivano intagliati nel legno nei primi tempi, poi si passò al piombo. Il carattere aveva una