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VIENNA.
LE AVANGUARDIE
Nel 1° '900 il rapporto tra arte e società è profondamente cambiato e l'espressione più
evidente di questa trasformazione sono le avanguardie.
Il termine “avanguardie” deriva dalla lingua velleitaria ed indica quei drappelli di uomini e
soldati che venivano mandati in avanscoperta, quindi inviati ad esplorare luoghi desolati e le
posizioni del nemico – questi movimenti sono chiamati “avanguardie” proprio perchè si
muovono in territori inesplorati e cercano nuove soluzioni a problemi e
manifestazioni artistiche e letterarie.
Le avanguardie hanno ciascuna un proprio nome caratterizzato dal suffisso “ismo”. Tutte le
avanguardie si danno un manifesto (un programma) e ognuna ha una sua rivista che si fa
interprete delle idee e dei principi sostenuti da essa. Questi gruppi di intellettuali che
confluiscono nelle avanguardie finiscono col coltivare insieme interesse x la letteratura, il
teatro, le arti figurative, musica, cinema, creando anche mescolanze originali tra le varie
arti.
Le avanguardie presentano dei caratteri comuni:
• tutte rifiutano la tradizione
• prediligono sperimentazioni di nuove forme per cui rifiutano le convinzione e le regole e
• allo stesso tempo tempo rifiutano di asservirsi ai gusti del pubblico.
• Hanno un atteggiamento polemico nei confronti della borghesia perchè il pubblico borghese
con i suoi gusti ridurrebbe l'arte a una merce; ciononostante
• desiderano avere l'attenzione del pubblico.
Gli esponenti delle avanguardie vogliono scandalizzare, fare chiasso e quindi spesso le serate
organizzate dalle avanguardie finiscono con delle vere e proprie zuffe tra gli artisti e il pubblico,
battaglie con urli, pugni, lanci di ortaggi.
Tutte le avanguardie esaltano l'istinto, l'irrazionalità, la pura vitalità e la spontaneità
creativa.
Gli esponenti di questi movimenti non vogliono che queste loro idee influenzino solo l'arte –
essi vogliono cambiare la vita, il costume, la morale per cui spesso si impegnano anche
politicamente.
L'impegno politico è un impegno con esiti a volte opposti anche nell'ambito della stessa
avanguardia (i futuristi italiani saranno fascisti ma i futuristi russi saranno comunisti es.
Mayakovski).
La prima avanguardia è il FUTURISMO, sostenuto dalla figura di Filippo Tommaso Marinetti.
Egli nasce nel 1876 ad Alessandria d'Egitto dove frequenterà scuole in lingua francese, tornerà
in Italia dove studierà e completerà i suoi studi laureandosi in giurisprudenza. Dopo il 1883 si
trasferisce a Parigi dove matura questo nuovo atteggiamento letterarie e dà vita al Futurismo.
Muore nel 1944 a Bellagio.
Il 10/02/1909 viene pubblicato il manifesto del futurismo su “Le Figaro”. Il movimento si
estende rapidamente, dalla letteratura alle arti figurative, al teatro, alla musica e vengono
pubblicati una serie di manifesti, vengono organizzati spettacoli, mostre. Marinetti fondò in
Italia la rivista “Poesia” che doveva essere la rivista su cui pubblicare le più importanti opere
futuriste.
Dall'Italia il futurismo di propagò in Russia e altri paesi europei.
I futuristi innanzitutto:
• si contrappongono al passato, dicono che vogliono distruggere i musei, le biblioteche, le
accademie.
• esaltano un atteggiamento dinamico, vitalista, celebrano la velocità della macchina,
addirittura maturano un vero e proprio culto della macchina - simbolo della nuova civiltà
industriale, e, in modo singolare, il culto nella macchina finisce con l'unirsi a una violenta
affermazione della volontà soggettiva.
• Quest'atteggiamento vitalista è caratterizzato da un'esaltazione della violenza, della
guerra come l'unica forma di igiene nel mondo e soprattutto anche del disprezzo delle donne.
Dal pdv politico il futurismo italiano si identificherà con il fascismo; addirittura nel 1922 il
futurismo si riduce in Italia a una sorta di accademia artistica del regime cioè finisce sotto il
controllo del fascismo.
I grandi esponenti del futurismo diventano poi architetti, autori che non faranno altro che
celebrare il fascismo.
Anche dal pdv letterario il futurismo cerca di stravolgere le forme tradizionali. Nel 1912 viene
pubblicato “MANIFESTO TECNICO DELLA CULTURA FUTURISTA”.
I futuristi introducono innovazioni dal pdv formale come il verso libero, un verso che non
risponde più alle regole dei versi tradizionali (non risponde a rime, ad accentazioni).
Ad introdurre il verso libero era stato Gianpietro Lucini , uno scrittore che vive una lunga
parentesi del futurismo ma poi quando si rende conto che il futurismo politicamente sostiene il
nazionalismo e il colonialismo, egli si allontana dal movimento.
Spesso gli artisti e i letterati vivono le avanguardie come una fase della loro vita non come
un impegno di tutto una vita e una produzione letteraria.
Nel manifesto tecnico della cultura futurista Marinetti abolisce la sintassi, l'uso degli aggettivi,
tutti i verbi vengono usati all'infinito e i futuristi riconoscono la necessità del largo uso delle
onomatopee *(riproduzione dei suoni).
Il testo diventa una sorta di impressione, un insieme di associazioni analogiche.
I futuristi introducono anche la variazione dei caratteri tipografici che aveva sperimentato
Mallarmè ma sarà largamente utilizzata da Baudelaire. Il loro desiderio è quello di creare una
sorta di poesia figurata. Marinetti e i suoi seguaci hanno realizzato diverse opere che però
sono importanti solo come testimonianza di una tendenza letteraria, di una moda, ma non
sono opere di alto valore artistico.
L'ESPRESSIONISMO è un'altra avanguardia che si diffonde in Europa. Nasce nel 1910 in
Germania – in realtà non fu un movimento unico ma fu caratterizzato da una serie di gruppi,
cenacoli, di riviste. Questi svariati gruppi di intellettuali ebbero grande importanza nel primo
dopoguerra.
Gli ambiti artistici più coinvolti sono la pittura e il teatro.
L'espressionismo si oppone ad ogni forma di ipocrisia e a tutte le ingiustizie della
società borghese.
Esalta tutto ciò che è soggettivo, vitale, irrazionale, fino al delirio e all'incubo. L'espressionismo
si manifesta come una forma di esasperazione emotiva. Il termine espressionismo
caratterizzerà tutto il '900 e talvolta non solo x indicare le manifestazioni di questa
avanguardia ma per designare/indicare tutti gli atteggiamenti di questo secolo.
Tra le avanguardie del primo '900 si ricordano anche DADAISMO e SURREALISMO.
Il DADAISMO nasce a Zurigo nel 1916 e sarà la testimonianza tipica del carattere
avanguardista.
I dadaisti si contrappongono al passato, alla tradizione e si rifiutano di progettare il
futuro (è un movimento fine a se stesso).
Essi si ritrovano in Svizzera, paese neutrale, per sfuggire alla prima Guerra Mondiale.
Sostengono la spontaneità assoluta e si iscrivono attraverso delle provocazioni, a volte
beffarde e un esempio è la scritta del loro manifesto che dice “scrivo perchè mi è naturale, così
come piscio”.
Quello dei dadaisti è quindi un atteggiamento dissacrante rispetto alle convenzioni del
mondo borghese poiché il loro desiderio è quello di esprimersi nella più assoluta spontaneità
(infatti le avanguardie rappresentano il disagio dell'intellettuale nella società).
Il massimo esponente, leader del movimento, è il rumeno Tristan Tzara.
Il dadaismo avrà vita breve; dopo la prima Guerra Mondiale il centro di ritrovo dei suoi
esponenti sarà Parigi e questo movimento sopravviverà fino alla fine degli anni '20.
Un'avanguardia invece importante è il SURREALISMO, fondato nel 1924 (anno in cui viene
pubblicato il primo manifesto surrealista, firmato da un gruppo di intellettuali guidati da
Bretone) a Parigi da Andrè Breton.
Anche i surrealisti come i dadaisti rifiutano la mediocrità della vita quotidiana e aspirano
a una sorta di liberazione assoluta delle componenti interiori dell'uomo. Lo stesso
Bretone sostiene che il surrealismo non è una forma poetica, bensì un grido dello spirito che
ritorna verso se stesso.
I surrealisti vogliono liberare le forze creative irrazionali che si trovano nell'inconscio.
Breton aveva letto Freud e cerca di applicare le tecniche psicoanalitiche che tanto l'hanno
appassionato alla letteratura; egli sostiene il metodo della scrittura automatica, con la
quale il poeta rinuncia ad ogni controllo cosciente durante la realizzazione della sua opera e
quando scrive si abbandona alla semplice trascrizione di immagini oniriche (sogni), così come
emergono dall'inconscio. Solo in questo modo gli uomini possono scoprire una realtà che va al
di la dell'esperienza comune (infatti i surrealisti dicono che l'esistenza è altrove).
Breton porta il movimento ad aderire al partito comunista francese, ma quando
quest'ultimo manifesta il volere di imporre la propria disciplina al movimento, Breton se ne
allontana.
Oltre a Breton, fra in grandi esponenti della letteratura surrealista ricordiamo il poeta francese
Eluard, mentre per quanto riguarda gli artisti spiccano le figure di Mirò, Magrit e Dalì.
Nell'arte il surrealismo si manifesta sotto forma del cubismo (Picasso) mentre per quanto
riguarda il futurismo ricordiamo Filippo Tommaso Marinetti, Ardengo Soffici e Aldo
Palazzeschi, e tra gli artisti invece Boccioni, Carrà, Balla e De Pero.
LA POESIA
Nel primo '900 si afferma un nuovo tipo di poesia: quella lirica, non tanto perchè i testi sono
brevi quanto perché si da molta importanza all'elaborazione formale del testo.
La poesia novecentesca ha un suo linguaggio, spesso oscuro, caratterizzato da artifici retorici
quali metafore, sinestesie, effetti sonori.
Il poeta quindi utilizza la parola che assume un valore allusivo, suggestivo, evocativo.
Nella lirica del '900 si distinguono 2 POETICHE: la poetica dell'analogia e quella degli
oggetti.
La prima è imparentata col simbolismo: vuole creare atmosfere evocative che alludano a
temi filosofici e psicologici. Esponente importantissimo è Rainer Maria Rilke.
La seconda invece viene anche definita “poetica del correlativo oggettivo”: gli oggetti
diventano simboli, allegorie che indicano stati d'animo, pensieri; si tratta però di simboli
difficili da decifrare perchè nel 1° '900 manca una cultura simbolica diffusa (a differenza del
Medioevo, in cui il simbolismo era facile da decifrare perchè si usava la simbologia di nomi,
numeri che tutti conoscevano). Questa poetica caratterizza poesie ermetiche e l'