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L'Allegria: primo gruppo di versi pubblicato da un Ufficiale (E. serra) → Il porto sepolto*
Rivoluzione poetica legata alle poesie che scrive da soldato semplice di trincea. Circostanze precarie in cui scrive= pause tra un combattimento e l'altro in trincea. Guerra fatta da ragazzi che si sparavano da una trincea all'altra messe a pochi metri. Linguaggio mette in luce violenza ed intensità dell'esperienza. Eliminazione del superfluo per trovare la singola parola che racchiudesse la violenza di questa esperienza: versi liberi brevi, no punteggiatura, scarnificazione del lessico.
"Fratelli": fragilità contatto con precarietà della vita di trincea + esperienza umanamente costruttiva (poeta scopre senso di fratellanza coi compagni, forte senso della patria, riscopre sua identità e le sue radici) + data per dare senso del legame con il tempo [tema ripreso anche da Sereni: scrive poesia a distanza, notazioni di data e luogo]
servono come aggancio memoriale].Poesia aperta con interrogativa quasi sussurrata. Parola fratelli al vs 2 e in chiusura di poesia.Vita che germoglia che è fragile e minacciata. Istinto di rivolta ed attaccamento alla vita.Spazi bianchi nella poesia come dei silenzi.*Il porto sepolto: leggende raccontano che ad Alessandria d’Egitto, sotto l’acqua c’era un porto sepolto. A questo posto arriva solo ilpoeta, colui che è in grado di trovare qualcosa che è ignoto e che riemerge dando agli altri qualche frammento (conoscenza avvienesolo per folgorazioni improvvise, ciò che ha ottenuto solo per un attimo). Verità sfuggente a cui solo poeta ha accesso, a cui èrimasto un nonnulla con un incredibile segreto.Ungaretti crede nella poesia, che è strumento di accesso a questa verità sfuggente (come ci crede Saba). 19/01Montale → “I limoni”, (in Ossi di Seppia):Endecasillabi e settenari. Prime 3 strofe:
paesaggio estivo ligure (paesaggio interiore + dichiarazione d'amore per realtà molto concreta), ultima strofa: di colpo c'è il silenzio (sinestesie*), cerca di captare segnali della natura che lo circonda: ascolta profumo delle piante di limoni (ossimoro: "dolcezza inquieta" → io che parla è in forte sintonia con natura che lo circonda). Passioni che divertono (=portano via).
Poesia manifesto: poeta si rivolge al lettore (MOLTO PRESENTE IN M.) in tono confidenziale ("ascoltami" → allude "Pioggia del pineto" che inizia con "Taci" e nelle strofe successive usa "Ascolta"): gli spiega cos'è la poesia prendendo le distanze dalla poesia dannunziana e dai poeti solenni che celebrano piante dai nomi poco usati ("bossi") che usano poesie che rappresentano natura poco comune. Lui descrive paesaggio arido ed asciutto, umile della liguria estiva → correlativo oggettivo di
senso di aridità che poeta spesso avverte. Usa parole umili, dimesse (“pozzanghere, fossi erbosi, viuzze”) → parole anti-letterarie che convivono con usi sintattici colti*, come “Piove”: uso transitivo di un verbo intransitivo oppure “S’affolta”: formazione colta per dire s’infittisce.
Dialogo con paesaggio che circonda il poeta: apre riflessione metafisica: momento di silenzio in cui poeta cerca di afferrare verità che si nasconde dietro l'apparenza delle cose. Ansia metafisica di trovare qualche significato segreto che sta sotto le cose [Ungaretti riesce ad afferrare piccoli pezzi di verità, ma a Montale sfugge significato oppure trova solo verità del tutto negativa (senso di assurdità umana)].
Vs 31: 3 verbi in asinneto (no congiunzione): mente che indaga Ricerca di “divinità in incognito”, qualche presenza divina che ci dia senso dell’oltre ma che si trova nella
quotidianità → donneangelo: cerca nelle fig. femminili un agente dell’aldilà → ricerca frustrata che ricade sempre nel vuoto.
Mesi autunno ed inverno: grigia città → illusione che manca (trovare qualche segno di divinità che svanisce), d’un tratto intravede i gialli dei limoni: momento di dolcezza (sinestesia per i “squillanti limoni”). Illusione delusa, ma poesia positiva.
Poesia di Satura: atteggiamento a non prendersi troppo sul serio. Si rivolge ad un “Tu” → critici si chiedono chi sia. Non sempre si capisce chi sia questa persona. Il poeta è un narcisista: spesso il suo “tu” è sé stesso riflesso nello specchio, ma spesso il poeta si perde e non sa più se quel “tu” è sé stesso o qualcun altro.
facendosi portavoce di una generazione poetica che non ha ambizione di conoscere l'uomo o di dare messaggi forti sull'umanità, ma sa dare solo messaggi negativi. C'è un'insistenza sulla negazione nelle prime e terze strofe, in cui il poeta si rivolge a nome della sua generazione ai lettori, dicendo che i poeti non sono più in grado di fornire la Parola che possa scrutare il nostro animo, che invece è sfuggente, soprattutto alla fine del 1800/inizio del 1900. Il colore "croco" rappresenta un'intensità persa in mezzo a un prato polveroso. Nella seconda strofa c'è un accesso di mobilità ("Ah"): il poeta guarda gli uomini diversi da lui, appagati dalla vita, che non sono in guerra con gli altri e con se stessi, coloro che non si inquietano vedendo la loro ombra (il poeta invece vede ciò che rappresenta l'ombra: il tempo che passa, ciò che rappresenta...). Il "muro scalcinato" rappresenta una realtà molto labile. Il poeta invidia questi uomini perché vivono meglio, ma percepisce anche un senso di superiorità più profondo.10: insistenza allitterazione “s” → quali sono suoni secchi e poco piacevoli (paesaggio arido).Non chiederci la parola:
Poetica negativa di Montale: simile ai crepuscolari, Montale si rivolge ai lettori parlando in prima persona plurale,
Ermetismo:Apoteosi fascismo italiano e della II guerra mondiale. Ai letterati si chiedeva di parlare di ideali fascisti. Poesia ermetica (ammissionedei poeti) letta come forma di resistenza passiva al fascismo: poeti si staccano dalla contingenza della vita concreta, perseguendoideale di poesia pura lontana dal concreto, che incarni la ricerca dell’assoluto e della verità, capacità di descrivere esperienze piùprofonde.
Sereni è vicino inizialmente all’Ermetismo.
Quasimodo: diverse fasi (ermetica “Acque e terme”, “Ed è subito sera” del ‘42)“Vento a tindari”:Da “Acque e Terme”.Evoca luoghi della sua Sicilia dando voce al sentimento di nostalgia che prova per quei luoghi. Sentimento di esiliazione dalla suaterra.
Esperienza di profonda commozione che è ignota a tutti gli altri.compresi quelli che lo accompagnano: stanno camminando, il poeta pensa al dolore della sua attuale vita (definita come un esilio). Si rivolge a Tindari, luogo mite: si sente quasi minacciato dalla dolcezza del ricordo di Tindari. È come se il luogo si piegasse sul cuore del poeta. Vs 10: apposizione riferita a brigata che è come un'onda sonora, senso di vaghezza. Da vs 11: potrebbero anche essere frasi vaghe che rappresentano sensazioni vaghe legate al luogo natale. “Segrete sillabe nutro”: nutre sillabe segrete, dentro di sé. “Altra luce”: città del nord in cui vive il poeta. Iperbato: vs 24/25 (ricerca/armonia sono distaccati: senso di fatica per qualcosa che non c'è più). Dà senso della difficoltà di vivere (male di vivere di Montale) → ogni amore è un illusorio ostacolo che frappone fra sé e la tristezza. Un amico scherza con lui (fa finta di buttarlo da una rupe), poeta finge
timore (inconfessato quando il poeta è con gli amici). Forma molto vaga.
UMBERTO SABA (1883-1957)
Il Canzoniere: raccolta che lui riempie durante la sua vita. Poesia fortemente autobiografica, molto concreto.
Nasce a Trieste da madre ebrea e padre italiano (vero nome di Saba: U. Poli → usa pseudonimo di Saba perché figura paterna è evanescente).
VITA:
- Trieste: diversità culturale politica-geografica. È città austro-ungarica: culturalmente e linguisticamente appartiene all'Italia, ma è periferica. Senso di NOSTALGIA per l'Italia: bisogno di diventare italiani. Indecisione nell'uso della lingua (letterari hanno paura di sporcare l'italiano con il dialetto). Letterari si sentono tagliati fuori dall'Italia (Firenze e Milano). Stretto contatto con Europa centrale: Nietzsche, Freud, Kafka entrano in Italia da Trieste. → DISPENSA PAG. 127
- Padre sparisce prima della sua nascita, madre sente l'abbandono:
madre racconta dell'abbandono a Saba. bambino mandato dalla balia da donna amorevole, da cui poi la madre lo stacca. A 20 anni incontra il padre e capisce che somiglia molto di più al padre che alla madre (capisce che non è come lo descriveva la madre). Matrimonio combinato da un sensale di matrimoni, Tomba: raccontato da una lettera di Saba. madre: aspra e poco conciliabile (⇎ fig. materna). Padre messo in prigione per lesione alla maestà: secondo Saba scappa dalla madre. Lei ha gesti di rifiuto verso il bambino: lacerazione che provocano cambiamenti nel comportamento di Saba. "O mio cuore dal nascere in 2 scisso, quante pene durai per uno farne!" Primi 3 anni: conosce la balia ("Peppa" nel Canzoniere), affetto materno. Madre gelosa del loro stretto rapporto: riporta a casa Umberto → lacerazione. "Il piccolo Berto": scritta dopo la cura psicoanalitica, ricordi della balia affiorano. Schobar: cognome del marito della balia →
Saba forse ha ripreso questo cognome per il suo pseudonimo. Saba = “nonno”in ebraico (forse anche un nomignolo che la balia usava per Umberto, forse un soprannome della balia).
- Studi disordinati: non finisce il ginnasio
- 1900/02: prime amicizie e primi tentativi di scrittura. Leopardi, Parini, Foscolo, Petrarca, D’Annunzio, Manzoni
- 1903: frequenta corsi universitari a Pisa, prima crisi nervosa (lo porteranno in cura psicoanalitica, anche se era troppo tardi +depressione con pensieri ossessivi-paranoici + dipendenza da morfina)
- 1905/06, Firenze → “La Voce”: rivista attiva fino ai primi anni della I guerra mondiale. Contatto diretto con vita politica e civile italiana. Nel ‘05 probabilmente conosce padre
- 1906: conosce D’Annunzio (poeta che all’epoca ammirava molto) grazie a suo figlio Gabriellino.
- 1907/’08: servizio militare a Salerno (Saba ha la cittadinanza italiana per via del padre). Sente parlare di Lina, si innamora
dilei a prima vista.
1909: sposa Carolina Wolfler, la Lina del Canzoniere.
1910 nasce la loro figlia-
1911: pubblica raccolta di poesie “Poesie” a sue spese. Scrive Quello che resta da fare ai poeti, rifiutato dalla Voce di Prezzolini-
1912: pubblica per le edizioni della