Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La spiaggia - Vittorio Sereni
La poesia "La spiaggia" di Vittorio Sereni è il testo conclusivo di una raccolta di 52 componimenti, articolati in cinque sezioni, dal titolo "Strumenti umani", pubblicata da Einaudi nel 1965.
Una voce al telefono comunicava, parlando saputella e con superficialità, che tutti gli amici erano partiti dal luogo di vacanza e che non sarebbero più tornati. Ma oggi su questo tratto di spiaggia, che non ho mai visitato, ci sono zone riscaldate dal sole. Segnali che non sono partiti? E mentre tu ti volti, quelli (i presunti segnali) stanno zitti come se niente fosse. I morti non sono ciò che si perde ogni giorno, ma sono quelle sacche di non esistenza che come calce o cenere sono pronte a trasformarsi in movimento e luce. Il mare mi investe della sua forza e mi dice: non avere dubbi, gli.
assentiparleranno.
Metrica
La poesia si articola in 4 strofe di 15 versi liberi.
Analisi e significato della poesia
L'incipit dialogico presenta l'occasione della poesia, ovvero la notizia che gli amici sono partiti dal luogo di vacanza e che non torneranno più. A parlare è un interlocutore di cui vengono criticate superficialità (blaterava) e presunzione (saputa), messe a fuoco dal suo tono di voce. L'allontanamento definitivo, però, svetta subito dal particolare all'universale, perché gli amici sembrano coincidere con i morti, assenti per antonomasia.
Nella seconda strofa l'io lirico, a distanza di tempo, individua in un tratto di spiaggia per lui nuovo alcuni segnali di coloro che non ci sono più: macchie di luce chiamate con il sostantivo di banale quotidianità: "toppe". La situazione comunque, malgrado la concretezza degli elementi paesaggistici, ha un forte margine di ambiguità come
Suggeriscono i segni l'inesplorato, un'area intermedia o l'aldilà? Interpuntivi: puntini di sospensione e un punto di domanda. Che la spiaggia sia.
L'avversativa incipitaria "ma" sottolinea un passaggio cruciale: quello dalla distanza siderale con i morti a un contatto mediato da segnali. Un passaggio cruciale per chi, come il poeta, è alla ricerca di un dialogo con i morti.
La terza strofa introduce la riflessione sulla morte. Secondo l'autore morire non significa solo consumare le proprie energie giorno dopo giorno, ma significa anche nascondere o non realizzare parti della nostra vita. Il motivo della morte come esperienza quotidiana (cotidie morimur) fa pensare a Seneca.
La quarta strofa investe il lettore con la stessa forza del mare, immagine vitalistica e rassicurante. Infatti il mare stesso avvisa perentorio che gli assenti parleranno, ossia che i morti comunicheranno l'enigma della vita e della morte.
Si affronta il tema della
colpa: "papà, faccio per difendermi puerilmente papà", ma non sappiamo per cosa si stia scusando.IL MURO-VITTORIO SERENI
Il muro delimita uno spazio e allude al concetto di un "oltre" ipotizzato simile al concetto che ne ha Leopardi. Il poeta dice di essere in sogno a Luino, dove il muro è quello del cimitero, la vicenda deriva da varie stratificazioni delle esperienze e quindi sembra di essere in una dimensione onirica.
Sereni si raffigura insieme a dei giovani che giocano una partita, al tramonto e chiude la frase con una domanda che è indice di un'inquietudine interiore frutto del dubbio se quello che sta vedendo sia vero o no. Sereni è distratto dal fruscio delle foglie, la natura fa da tramite tra i morti che vogliono essere ricordati e i vivi che Sereni guarda con distacco. La natura come tramite è frequente nella letteratura, si ricordano i passi di Virgilio (Eneide VI) e Dante (Inf III). In questo fruscio Sereni
Cita una partita di calcio nell'opera - per lui è una metafora di vitalità;
Ci sarà un dialogo con "l'assente".
Suo padre, che si manifesta tramite le foglie che il vento trasporta che favorisce i viaggi allucinogeni di Sereni.