Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame letteratura inglese, prof. Bendelli, libro consigliato L'arte della Narrativa, Lodge Pag. 1 Riassunto esame letteratura inglese, prof. Bendelli, libro consigliato L'arte della Narrativa, Lodge Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame letteratura inglese, prof. Bendelli, libro consigliato L'arte della Narrativa, Lodge Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame letteratura inglese, prof. Bendelli, libro consigliato L'arte della Narrativa, Lodge Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IL ROMANZO UMORISTICO

Il romanzo umoristico è un genere di narrativa molto britannico e irlandese: ricordiamo molti romanzi umoristici

classici, come quelli di Fielding, SAterne, oppure quelli di Jane Austen o Dickens, ma anche più moderni come

quelli di George Eliot e Hardy.

L’umorismo nella narrativa scaturisce da due fonti: la situazione, la quale richiede un personaggio particolare,

e lo stile. Entrambi questi elementi dipendono spesso dalla scelta dei tempi, ovvero dall’ordine in cui sono

sistemate le parole e danno una vena comica al testo.

IL REALISMO MAGICO l’inserimento di avvenimenti improbabili e meravigliosi in un genere di

Il realismo magico, ovvero

narrativa che pretende di essere realistica, è un effetto che troviamo associato soprattutto alla narrativa

latino­americana contemporanea, come ad esempio Gabriel Garcìa Marquez.

Ad esempio, Garcìa Marquez in “Cent’anni di solitudine” introduce un personaggio che sale il cielo mentre sta

stendendo la biancheria, realizzando così il sogno dell’umano impossibile di sfidare la forza di gravità.

RIMANERE ALLA SUPERFICIE

Esistono dei romanzi basati sull’indagine profonda e penetrante della coscienza, mentre altri restano alla

superficie del comportamento umano e sono primi di approfondimento psicologico.

Un esempio di romanzo che rimane alla superficie è “The history man” di Bradbury, il quale la racconta la

storia di un assistente di sociologia che crede che l’io sia un concetto borghese fuori moda, che gli individui

umani siano solo un fascio di riflessi condizionati e che il solo modo per essere liberi sia identificare la trama

della storia e collaborare con essa. Restando alla superficie del comportamento e delle condizioni ambientali,

il discorso del romanzo imita questa desola e antiumanistica filosofia di vita trasformandola quasi in satira.

NARRAZIONE MIMETICA E DIEGETICA narrativa mimetica diegetica

Il discorso narrativo oscilla continuamente tra una (showing) e (telling) di ciò

che è accaduto. citazione delle parole

La forma più pura di narrazione mimetica consiste nella dei personaggi, il cui

linguaggio rispecchia esattamente l’evento. sommario d’autore,

La narrazione più pura di forma diegetica è il in cui la conclusione e l’astrazione del

linguaggio del narratore cancellano l’individualità e la personalità dei personaggi e delle loro azioni.

LA NARRAZIONE A PIU’ VOCI

Il linguaggio della poesia o della prosa espositiva è solitamente “monologico”, ovvero si sforza di imporre un

unico punto di vista, un’unica interpretazione del mondo tramite un solo stile unitario. Il romanzo, al contrario, è

dialogico, in quanto fonde in sé molti stili o voci diversi, che parlano tra loro di argomenti culturali e sociali.

Il romanzo tratta questa dimensione dialogica in modi diversi e il livello più semplice è presentato

dall’alternanza tra la voce del narratore con quella dei personaggi, presente ognuna con un proprio accento e

idioma, che sottolineano classe, regione, lavoro, sesso ed eccetera.

L’ATMOSFERA DEL PASSATO

Il primo scrittore che seppe rievocare attraverso il romanzo l’atmosfera del romanzo fu Walter Scott, nei sui

romanzi sulla Scozia del XVII e XVIII secolo, come “Waverly”. I romanzi di Scott si occupavano di personaggi e

avvenimenti storici e al contempo rievocavano il passato anche in termini di cultura, ideologia, usi e costumi.

Il romanzo vittoriano, invece, era una specie di romanzo sulla vita contemporaneo e molti dei romanzi

dell’epoca erano ambientanti nel periodo dell’infanzia o dell’adolescenza dei rispettivi autori, per dare rilievo al

fenomeno dei cambiamenti sociali e culturali.

Il passato recente è rimasto l’argomento preferito dai romanzieri fino ad oggi.

IMMAGINANDO IL FUTURO

Può apparire paradossale, ma la maggior parte dei romanzi imperniati sul futuro sono stati scritti con i verbi al

passato: questa scelta viene computa dagli autori in quanto il tempo al passato permette ai lettori di orientarsi

in uno spazio e in un tempo maggiormente definito.

“1984” di Orwell,

Il romanzo per eccellenza sul futuro è il quale si basa su una specie di rispecchiamento

anagrammatico del titolo della data di completamento del romanzo, ovvero 1948.

Dobbiamo immaginare questo romanzo come un romanzo profetico, narrato al passato storico in modo tale da

dare alla sua descrizione del futuro l’illusione romanzesca della realtà, probabilmente scritto da Orwell con lo

scopo di colpire i lettori con l’imminenza di una tirannide politica che lui prevedeva.

Per realizzare questo romanzo Orwell attinse a molti aspetti della Gran Bretagna del dopoguerra (grigiore,

privazione, sfacelo) e i tratti del Grande Fratello richiamano quelli di Stalin, ma ricordano anche un famoso

manifesto per l’arruolamento delle truppe durante la prima guerra mondiale che ritraeva un militare dai baffi

fluenti (Lord Kitchener) che puntava il dito con la didascalia “La patria ha bisogno di te”.

La prima fase del libro è “Era una luminosa e fredda giornata di aprile e gli orologi battevano le tredici”: la

provocazione sta nell’ultima parola, ovvero “13”, in quanto non si tratta di un qualunque giorno o di una

qualunque ora, ma questo tredici indica l’attimo di un incubo, dal quale il protagonista non si risveglierà e nel

cui mondo il potere può decidere su ogni cosa.

SIMBOLISMO

Lo stile poetico noto come simbolismo, apparso in Francia alla fine del XIX secolo nelle opere di Baudelaire,

Verlaine e Mallarmé, esercitò una notevole influenza sugli scrittori inglesi del XX secolo. Il simbolo è qualsiasi

cosa “stia per” qualcos’altro.

Un esempio si ritrova nel romanzo di Lawrence “Women in Love”, in cui si racconta di un uomo che trattiene

una giumenta spaventata da un treno della miniera che transita da un passaggio a livello e che viene

osservato da due donne.

Il treno simboleggia l’industria mineraria, mentre la giumenta simboleggia la natura, la campagna. L’industria è

stata imposta alla campagna dal potere e volere maschile del capitalismo, un processo che Lawrence

riproduce simbolicamente nel suo modo di prevalere sulla sua giumenta.

ALLEGORIA

L’allegoria è una forma peculiare della narrativa simbolica, che non si limita solo a suggerire episodicamente

un significato che trascenda quello letterale, ma richiede di essere sistematicamente interpretata secondo un

altro significato.

L’allegoria più famosa in lingua inglese è “Il viaggio del pellegrino”, nella quale vizi e virtù sono personificati

dalle persone che Cristiano incontra nel suo viaggio, come Timoroso e Sospetto.

L’allegoria viene utilizzata soprattutto nelle favole didattiche e satiriche, come “I viaggi di Gulliver” e “Animal

Farm”.

L’allegoria appare inoltre nella narrativa tradizionale in narrazioni ambientate in sogni o contesti fantastici: un

esempio è “Utopia” di Thomas More (che significa “nessun luogo”), in cui si descrive un luogo immaginario che

presenta istruttive somiglianze e differenze rispetto al nostro mondo.

EPIFANIA

Letteralmente un’epifania è un’apparizione. Nella terminologia cristiana essa indica l’apparizione del Bambino

Gesù ai Re Magi.

Joyce ha applicato questo vocabolo al procedimento per cui un evento o un pensiero banale vengono

trasformati, grazie all’arte dello scrittore, in qualcosa di infinita bellezza.

Joyce stesso ha fatto terminare quasi ogni racconto dei Dubliners con un istante epifanico, ovvero una

rivelazione di senso al protagonista e quindi anche al lettore.

COINCIDENZA

Le coincidenze che ci sorprendono nel mondo reale come simmetrie inaspettate sono nella narrativa un

artificio strutturale fin troppo ovvio, e affidarvisi eccessivamente può mettere a repentaglio la verosimiglianza

di un racconto.

La frequenza delle coincidenze nelle trame narrative varia secondo i generi e le epoche.

Ad esempio un romanzo umoristico o una commedia avranno dei lettori che accetteranno di buon grado una

coincidenza improbabile, grazie a divertimento che essa suscita.

NARRATORE INATTENDIBILE

I narratori inattendibili sono sempre personaggi inventati che fanno parte delle stori che raccontano.

Lo scopo di usare un narratore inattendibile in realtà è quello di svelare in maniera interessante il divario tra

apparenza e realtà e per mostrare come gli esseri umani distorcano o nascondano quest’ultima.

ESOTISMO

L’imperialismo e le sue conseguenze provocarono una straordinaria ondata di viaggi, di esplorazioni e di

emigrazioni in tutto il mondo che coinvolse anche scrittori e scrittori potenziali. Una delle conseguenze di ciò fu

che molti romanzi degli ultimi 150 anni, soprattutto inglesi, hanno ambientazioni esotiche, in cui per esotico si

intende “ambiente insolito”.

Un esempio di scrittore esotico è Joseph Conrad, le cui opere sono appunto legate all’imperialismo inglese

(es. “Cuore di tenebra”).

I CAPITOLI, LE SUDDIVISIONI

Dividere un testo lungo in capitoli più brevi può produrre diversi effetti. Dà alla narrazione e al lettore il tempo di

riprendere fiato durante le pause che intercorrono.

Cominciare un nuovo capitolo può anche però avere un utile effetto espressivo e retorico, specialmente se vi

compare un’intestazione, sotto forma di titolo, citazione o riassunto del contenuto. Questi titoli “regalano” al

lettore un’anticipazione sullo svolgimento della storia, ma senza fornire particolari sufficienti a estinguere il suo

interesse.

Walter Scott fu l’iniziatore dell’uso delle citazioni come epigrafi dei capitoli: questa procedura fu largamente

imitata nel XIX secolo, per esempio da George Eliot, le cui epigrafi provenivano generalmente da letterati

conosciuti.

Quei romanzi che invece non sono suddivisi in capitoli prevedono comunque delle pause o interruzioni del

testo, indicate da una riga di spazio oppure anche da asterischi (come avviene in “Dubliners” di Joyce).

Ci sono però molti altri modi per dividere un testo narrativo: la suddivisione in libri, in parti, in sottosezioni

numerate.

La divisione dei libri è avvenuta per motivazioni diverse nel corso dei secoli: per quasi tutto il XIX secolo i

romanzi venivano ad esempio pubblicati in tre volumi per poter assecondare le esigenze delle biblioteche

ambulanti, che riuscivano così a dare in prestito un romanzo in tre volumi a tre lettori contemporaneamente;

molti romanzi vittoriani venivano editi a dispense o a “puntate”.

IL TELEFONO

Il telefono è uno strumento di comunicazione particolar

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
6 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher glibertino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bendelli Giuliana.