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Estratto del documento

LEONARDO SCIASCIA,

uomo politico (parlamentare) e scrittore, è una delle figure di intellettuali disorganici al potere

accanto a Pasolini, Calvino, Tabucchi. Essi credono nel valore etico della scrittura. Origine siciliana,

maestro elementare. 45

<<Il giorno della civetta >> (1961) è il romanzo d'esordio che lo pone all'attenzione della società

letteraria,

- Nella Civetta c'è omicidio legato a lotte tra famiglie mafiose fatto passare per delitto d'onore

(corna); il capitano Bellodi che era del Nord è estraneo alla mentalità mafiosa, quando si

avvicina alla verità (legame mafia e potere politico) viene allontanato dal paese e trasferito,

l'indagine si chiude secondo i desideri del potere. Lui si propone di tornare in Sicilia e portare

a termine l'indagine.

- il primo di 6 romanzi polizieschi / gialli anomali dal '61 all'89: A ciascuno il suo, Todo modo,

Il contesto, Il cavaliere e la morte, Una storia semplice.

➢ Romanzi gialli, di inchiesta, Sciascia è erede della idea gaddiana della scelta del poliziesco

per mettere in azione la sua indagine della realtà insita nel genere poliziesco,

➢ Gadda è punto di riferimento anche se già dagli anni '50 si era interessato al genere,

soprattutto su George Simenon (commissario Maigret), non azione ma intuizione.

➢ I primi 2 romanzi sono ambientati in Sicilia, tessuto sociale è quello mafioso (per la I volta

si ha percezione di cosa significhi vivere in un contesto sociale mafioso e omertoso >

occultamento verità, creazione di verità alternative).

➢ Suoi gialli sono anonimi perché non hanno vera e propria conclusione ma è diverso da

Gadda; per Sciascia la verità oggettiva esiste e la si può ricostruire razionalmente e

ritrovare le cause, i dati esistono ma il punto è fare emerfgere questa verità e che essa

diventi fonte di giustizia per Gadda è impossibile ricostruire il pasticcio della realtà,

per Sciascia il problema è che la verità non verrà mai veramente a galla! Non è legata alla

realtà regionale siciliana, ma questo coinvolge il costume nazionale.

NB: Ferroni p89/91 il grande successo del romanzo nel 1961 impose il problema della mafia

all’attenzione della pubblica opinione e diede un rilievo notevole all’autore nel contesto culturale

italiano di quegli’anni. Il romanzo trae spunto da un fatto di cronaca (assassinio di un sindacalista

comunista nel 1947) ed è un’inchiesta sulla realtà siciliana e sul tema della mafia che si appoggia

su di un particolare uso della struttura del giallo: il detective rappresenta lo sforzo ostinato della

ragione volto alla ricerca della verità e della giustizia, tra poteri, interessi e complicità che ne

eludono e cancellano ogni traccia. Il suo è il realismo critico, la scrittura è confronto difficile e

rischioso col mondo oggettivo, è esercizio di una ragione che cerca di approfondire l’analisi degli

avvenimenti e di suggerire l’ipotesi di un vita civile libera e razionale. L’aspirazione a vedere la

realtà col più lucido sguardo razionale, a cercare una vita sociale libera dalla violenza e

dall’inganno, lo ha portato a mettere in luce tutta la carica negativa delle forme di potere che

fanno leva su intrecci perversi, rendendo cieca e inafferabile la stessa ragione. La Sicilia e la mafia

divengono le immagini esemplari delle tendenze più perverse dell’intera realtà italiana. Nel

tentativo di portare alla luce le vicende più oscure, egli si avvale di una scrittura di estrema

precisione dietro la quale si vede il grande modello della Letteratura Illuministica! Parole chiave:

ragione, giustizia, libertà.

“Il consiglio d’Egitto”, Sciascia (1963)

- Recupero del Manzoni della “Colonna Infame” non dei “Promessi Sposi”.

➢ Nel romanzo Manzoni miscela personaggi di finzione con uno sfondo di realtà.

➢ Nella Storia della colonna infame, Manzoni parte da una storia vera: parte da documenti

contro un untore e da lì ricostruisce la storia.

- 46

- incrocia due fatti storici uno minimale e uno di risonanza europea del 1790-94 in Sicilia.

Tentativo di rivoluzione giacobina Vs potere die Viceré borbonici. Narra la vicenda del

monaco maltese e falsario don Giuseppe Vella e quella, parallela, del giurista, intellettuale e

patriota Francesco Paolo Di Blasi. Vi compaiono come personaggi alcuni dei più influenti

politici e intellettuali della Palermo del tempo. Poi Sciascia si imbatte in un documento di un

monaco maltese che aveva tradotto dall'arabo una vita di Maometto falsificato e presentato

come documento storico che giustifica la legittimità del potere dei feudatari siciliani contro

il potere dei Viceré (la Sicilia di allora era caratterizzata dal contrasto autorità locali Vs potere

centrale). Succede che il monaco, povero, diventa centro d'attenzione della nobiltà

palermitana che vuole ingraziarselo, sostenendolo con benefici → ottiene grande beneficio

e costruisce il primo documento falso. La storia raccontata da Sciascia è reale, è la storia di

un falso storico. Poi il monaco vuole di più, vuole diventare abate, ha bisogno della

benevolenza del re (potere centrale), allora costruisce ex novo un documento falso “il

consiglio d'Egitto” relativo alla dominazione normanna in Sicilia in cui ribalta la prospettiva

storica facendo emergere il potere centrale dichiarando illegittimo il potere del feudatario →

ribalta il dato storico. Vella costruisce 2falsi storici, questi poi sono al centro di una

discussione, analizzati da filologi ecc; infine il falso viene scoperto, viene dunque condannato

a 3anni di galera e finirà la sua vita chiuso in un monastero nella realtà storica, ma nella

realtà finzionale Sciascia immagina che sia lo stesso monaco ad autodenunciarsi per una

sorta di pentimento.

- L’altra infrazione alla realtà storica sta nella diversa storia dell’abate Vella che nella finzione

narrativa si autodenuncia.

➢ Questa autoconfessione serve a Sciscia per giustificare l’anacronia di aver messo il Vella

e il Di Blasi.

- Microstoria (fatti minori o rimossi)

- Tema fondamentale del romanzo: IMPOSTURA (storia e ideologica)

➢ Impostura = idea di un’affermazione non veritiera/falsa che viene propagandate come

vera e come tale viene imposta agli altri (dal latino imponere= mettere su)

1. IMPOSURA STORICA

➢ 

Tutta la storia dell’abate Vella si basa sull’impostura due documenti falsi che

costruivano percorsi storici contrapposti; uno il contrario dell’altro quindi una

dopppia impostura/falso questo non resta nelle stanze dell’abate ma diventa

un documento pubblico.

➢ Quando il Vella deve costruire il secondo documento (costruzione ex novo, non

come il primo che è una traduzione falsa), al monaco che lo aiuta gli vengono

degli scrupoli e l’abate risponde: “sì, stanno facendo un’impostura. Ma forse la

Storia non è un’impostura? Tutta la Storia è un’impostura perché è scritta dai

vincitori, dal potere per giustificare le proprie azioni. Tutto verrà travolto dal

Tempo. Se Hai degli scrupoli di coscienza torni a Malta e rinunci alle comodità

che hai con questo lavoro.” Storia è una realtà dominata dagli interessi del

potere, quindi loro non fanno altro che fare quello che il potere normalmente;

tutta la letteratura di Sciascia si muoverà su questo piano, sull’idea di una

scrittura che deve essere INQUIERENTE (che cerca cosa c’è sotto l’impostura).

2. IMPOSTURA IDEOLOGICA

➢ Episodio di Di Blasi gli serve per rappresentare direttamente l’errore e

l’inaccettabilità umana e giuridica della tortura. 47

➢ Tema dell’INQUISIZIONE che si basa sull’estorsione della verità da presunti

colpevoli, attraverso lo strumento della tortura.

➢ Di Blasi è tuttavia è portatore anche lui di una forma di impostura: riflettendo

sulla sua sorte, sull’episodio della congiura che è fallita, assume su di sé la

responsabilità dell’impostura che si fonda sul fatto che si è cibato delle idee degli

illuministi francesi, si autoimposto ingannevolmente un’utopia da trasferire in un

contesto storico non accettabile ma lo ha pure trasmesso ai proprio compagni

verrà decapitato (era di famiglia nobile) anziché impiccato proprio perché resiste

fino infondo alla tortura per difendere i propri compagni che vengono scoperti

e impiccati comunque.

- Rispetto al Manzoni, in questo romanzo storico si testimonia l’ineffabilità del documento

storico (deve essere vagliato dalla ragione)

➢ Sottolinea la necessità del sospetto, dell’inquirenza, di non lasciarsi coinvolgere da

percorsi costruiti da altri ma mettere in moto la propria intelligenza per capire qual è la

realtà e la verità.

Altri romanzi storici: 1. Morte dell’inquisitore 1967 2 .La strega e il capitano 1986

*****

Vincenzo Consolo, “Il sorriso dell’ignoto marinaio” (1976)

4. Linea risorgimentale del romanzo neo-storico = episodio che gira intorno alla conquista della

Sicilia da parte di Garibaldi ( ad Alcara Li Fusi scoppia una rivolta durante la conquista

garibaldina della Sicilia; è un episodio analogo a quello di Bronte in cui viene mandato Nino

Bixio, tenente garibaldino, che seda la rivolta in modo violento – Giovanni Verga dedica a

questo episodio una novella, “La Libertà”-; una delle promesse della propaganda garibaldina

era la distribuzione delle terre ai contadini, rivoluzione sociale che avrebbe dovuto mettere

fine ai soprusi da parte dei burocrati/nobili)

5. Il protagonista è un aristocratico studioso siciliano (come nella tradizione del romanzo

storico); Barone di Mandralisca, è un naturalista che studia le specie di lumache nel territorio

siciliano e si disinteressa all’attività politica. Per il suo lavoro di ricerca scientifica si muove

per vari paesi e si trova ad Alcara Li Fusi i giorni subito successivi all’eccidio a seguito della

rivolta.

➢ Esplosione di violenza cieca e bruta che è entrata nel paese: cadaveri mutilati, spettacolo

talmente pieno d’orrore che per il Barone è uno shock (scontro con la realtà storica per

lui che si è sempre tenuto lontano dalla politica ecc.)

➢ Arriva il tenente di Garibaldi che fucila 5 rivoltosi e altri li porta al carcere palermitano.

6. Il barone capisce che questa violenza è lo sfogo comprensibile di secoli di soprusi arriva a

capire, lui che è nobile e aristo

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
72 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher milona94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bacchereti Elisabetta.