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PURGATORIO

Dante concepisce il Purgatorio in antitesi al cono infernale, profonda voragine che si apre fino al centro della

terra. Specularmente, corrisponde nell'altro emisfero, quello disabitato, nel mezzo dell'Oceano, l'altissima

montagna del Purgatorio. In cima: Eden. Antipurgatorio: sono costretti a purgarsi dei loro peccati le anime di

coloro che attesero a pentirsi l'ultimo istante.

Canto III, Purgatorio (vv 112 - 145)

Costituisce un caso contrario al XVIII dell'Inferno. Questi due canti sono strettamente legati, poiché Dante

condanna la Chiesa che fa abuso dei suoi poteri. Abbiamo vista l'abuso dell'assoluzione per raggiungere fini

politici. Qui vi è l'abuso della scomunica, sempre a fini politici. Gli scomunicati dovevano attendere

nell'Antipurgatorio 30 volte il tempo passato così in Terra. Nonostante la scomunica, non si perde l'etterno

amore, quello di Dio.

Morti scomunicati = vengono perdonati dalla Grazia di Dio perché pentiti nell'ultimo istante, ma esclusi

dalla grazia della Chiesa.

Manfredi: è figlio di Federico II, alla morte (1250) assume il potere nel Sud Italia e in Sicilia. Continua la

politica paterna, come capo della parte ghibellina d'Italia, nemico della parte guelfa, per questo più volte

scomunicato. Proprio durante la attaglia di Benevento del 1266 fu ferito a morte, Dante immagina che in

extremis riuscì a chiedere il perdono di Dio. Le sue ossa, che erano già state sepolte nei pressi di Benevento,

vengono dissotterrate e disperse alla pioggia e al vento.

Viene presentato come biondo, bello e di gentile aspetto (è un tratto che si ripete nelle cronache). Gli mostra

una piaga, una ferita nella parte superiore del petto e una fra le sopracciglia.

Dante sottolinea quanto sia corto il giudizio dell'uomo, soprattutto quello papale, offuscato dal potere. La

giustizia divina, invece, è la sola infallibile

Dante ponendo Manfredi nel Purgatorio fondamentalmente lo salva, nonostante i suoi terribili peccati, in

grazia di un pentimento. Questo episodio vuole essere esempio della inesauribile grazia di Dio nei confronti

dei peccatori. Questo episodio perderebbe di importanza se non considerassimo l'antitesi fra le sue gravi

colpe è la sua salvezza.

All'imperscrutabile grazia di Dio si contrappongono gli argomenti Fallaci e limitaci della giustizia umana,

che spesso sono stravolti dalla passione, in particolare da quella politica.

Vv 112. Nipote di Costanza Imperatrice (moglie di Arrigo VII, madre di Federico II, nonna di Manfredi).

Figlia: Costanza, aveva spostato un re d'Aragona, Pietro III, aveva generato due figli maschi: uno diventa re

di Sicilia, uno re di Aragona.

Tu dica il vero a lei = che tu mi hai visto qui, che sono salvo, nonostante scomunica. Se altro si dice al

mondo = cioè che io sono dannato in eterno.

Racconta la sua vicenda: dopo che mi fu trafitto il corpo da due ferite mortali io mi convertii (rendersi, nel

XVIII = convertirsi a un ordine religioso), piangendo per il pentimento, a Dio. I miei peccati furono orribili

ma le grandi braccia del perdono accolgono tutti quelli che si rivolgono a lei.

Se il pastore di Cosenza (= vescovo di Cosenza, quello che il Papa di allora, Clemente IV, aveva inviato alla

caccia di Manfredi) che fu messo alla caccia di me per Clemente avesse capito questo aspetto della natura di

Dio (faccia, avesse capito l'infinita misericordia di Dio; oppure: avesse visto nell'espressione della faccia che

io morivo in grazia di Dio - interpretazione un po' assurda) allora il mio corpo mortale, le mie ossa, sarebbe

ancora ai piedi del ponte di Benevento, sotto l'ammasso di pietre (questo lo dice anche Villani: cadavere di

Manfredi fu ritrovato dopo tre giorni, fu seppellito lì, sopra la sua fossa ognuno gettò una pietra).

Ora le ossa del mio corpo sono bagnate dalla pioggia e in balia del vento, fuori dal regno delle Due Sicilie

(perché era cattolico), quasi lungo il Verde (un fiume che segnava il confine tra il regno di Sicilia e lo stato

della Chiesa), dove ei (pastore di Cosenza) lo trasmutò con i ceri spenti e capovolti, come si faceva con gli

eretici.

Dante sa che questo era vietato nel diritto canonico, ma la sua condanna è perché questo violare il corpo era

dettato da una ragione politica, ancor più assurdo perché dettata dal Papa.

Per le maledizioni dei pastori, la grazia di Dio, l'eterno amore non viene meno finché c'è vita e c'è la

possibilità di pentirsi. Tuttavia (vero è) che chiunque muoia in contumacia della Chiesa (= scomunicato,

escluso dalla comunione con la Chiesa), quand'anche si penta, deve stare fuori da questa parete (del

Purgatorio = non inizia ancora a purgarsi) 30 volte per ogni tempo in cui egli è stato presuntuoso (ostinato a

non sottomettersi all'autorità ecclesiastica), sempre che/a meno che tale decreto, questa sentenza, la misura

temporale non sia abbreviata, non diventi più corta per buoni prieghi (per effetto di buone preghiere; devono

essere fatte dai viventi; è tipico delle anime del Purgatorio = vogliono essere ricordati dai loro affetti,

affinché essi preghino per loro).

Prima era bella Costanza, ora buona. Divieto = legge che, a meno che lei non preghi, mi proibisce di entrare

nel Purgatorio prima di un certo termine, che qui si progredisce molto nella via della purificazione grazie alle

preghiere).

Canto VI, Purgatorio (vv 76 - 151)

Sei: canto politico per eccellenza.

Abbiamo incontro di Dante con Sordello da Goito, personaggio mantovano, compatriota di Virgilio, non

appena sente che Virgilio è di Mantova, gli corre incontro e lo abbraccia.

Dante denuncia il degrado morale e civile dell'Italia, dilaniata da guerre civili, di fazioni, di partiti. Dante

descrive l'Italia come abbandonata dall'Imperatore è corrotta dal cattivo esempio del Papa. Serie di

apostrofi: Italia, Papa, Imperatore, all'epoca Alberto I d'Austria (1298-1308), che si era interessato dell'Italia,

tutto preso nella ricostruzione del regno di Germania. Colpa: inerzia.

Conclusione: lunga apostrofe a Firenze.

Italia: serva, ostello di dolore, nave senza nocchiere, donna di bordello. Colpa imperiale è inerzia. Accusa ai

signori d'Italia e al Papa di ostacolare l'intervento dell'impero.

Siamo nel Secondo Balzo dell'Antipurgatorio. Dante e Virgilio si avvicinano ad un gruppo di anime per

chiede quale sia la via più agevole per raggiungere la cima.

Vv 62/3: anima alterna, disdegnosa, nel muover degli occhi onesta e tarda; osserva in silenzio (vv 66).

Invece che rispondere alle domande di Dante, anima a sua volta domanda da dove vengono e chi siano.

Chi è Sordello? Trovatore provenzale, personaggio ricordato da Dante anche nel DVE con ammirazione - è

probabile che abbia apprezzato il suo poemetto Insegnamento d'onore = si lamentava che le leggi del codice

cortese non erano più seguite dai signori; aveva composto un lamento, in realtà satira, in cui i signori

vengono colpiti, attaccati.

Vv 76: apostrofe trae spunto da questo abbraccio. È apostrofe di Dante auctor.

Serva = sotto il dominio di governi non legittimi; nave senza nocchiere = priva di qualcuno che la. Diriga

nella tempesta (vedremo poi che il nocchiere dovrebbe essere l'imperatore), non donna di provincia (=

signora di popoli), ma bordello (= luogo di malaffare, di dannazione).

Sordello - anima gentile, nel senso di nobile - sebbene fosse qui (Purgatorio) dove gli affetti terreni

dovrebbero essere attenuati, fu così sollecita nel festeggiare suo cittadino e (al contrario) ora, in te, i tuoi

abitanti (definiti vivi, ancora in vita),che dovrebbero essere ancor più di Sordello più sensibili all'amor di

patria, sono in continua guerra e l'un l'altro si dilaniano tra loro gli abitanti di una stessa città (coloro che un

muro è una fossa serra dentro i loro confini).

O misera, esamina a fondo, guarda, le tue coste le regioni che si affacciano sul mare e poi guarda all'interno,

se c'è anche solo una regione che goda di pace. A che cosa è servito il fatto che l'imperatore Giustiniano ti

risistemasse (riferimento alla riforma del diritto romano), dandoti le leggi, il freno (metafora del cavallo, che

deve essere condotto con il freno) se poi la sella è vuota (l'Italia è abbandonata a se stessa)? Secondo Dante,

le leggi sono inutili se non c'è nessuno a governare, che le applichi. Senza quel freno (se le leggi non ci

fossero state), la vergogna (per il presente stato di corruzione) sarebbe minore (= se Italia non avesse avuto le

leggi sarebbe in un certo senso giustificata).

Invettiva contro la Gente di Chiesa. E voi, che dovreste occuparvi soltanto delle cose spirituali (= essere

devota) e che dovreste lasciRe all'Imperatore (Cesare) la sella (= il potere temporale; viene sviluppata la

metora equestre). Se bene intendi quel valore (precetto evangelico di Matteo), guarda come questo animale

(cavallo che rappresenta Italia) è diventato ribelle per il fatto che non c'è chi la cavalca e la guidi con gli

sproni, dopo che voi (gente di Chiesa), avrete preteso di governarlo tenendo la briglia (= non ne avevano

capacità).

Invettiva all'Imperatore Alberto I, sembra quasi una maledizione. Alberto I di Asburgo, che abbandoni (si

disinteressò completamente) lasciando che il cavallo divenisse indomito e selvaggio/ribelle, scenda dal Cielo

una giusta punizione nei confronti tuoi e della tua dinastia e sia questo giudizio straordinario e manifesto,

tanto che il tuo successore ne abbia timore (il successore sarà poi Arrigo VII).

Maledizione giunga a te, poiché tu e il tuo padre (Rodolfo) avere tollerato che il giardino dell'Impero (Italia,

per antonomasia) fosse rasa al suolo o abbandonata, perché trattenuti dalle preoccupazioni di curare gli

interessi in Germania (uso di tollerare, soffrire anche nel Canto X - Farinata).

Uomo senza cura (incurante dei tuoi doveri di imperatore) vieni a vedere in che stato versa l'Italia, come

abbiamo rovinato questi interessi di parte famiglia e città in tua assenza. Città di Italia si sono riempite di

tiranni che le hanno rovinate.

Montecchi e Cappelletti = Nord Italia, ghibellini di Verona e Guelfi di Cremona;

• Monaldi e Filippeschi = famiglie di Orvieto, guelfi e ghibellini.

Coloro (Montecchi e Cappelletti) già tristi, decaduti e questi (Monaldi e Filippeschi) con sospetti, timorose

di finire nella stessa situazione (nel giro di pochi anni si sarebbero distrutti a vicenda).

Nomi di illustri famiglie che lottavano per interessi di parti.

Vieni crudele, vieni a vedere la pressura (= bassa condizione, umiliata) dei tuoi gentili (= feudatari che

dovrebbero governare al posto tuo) e cura i loro mali, e se verrai vedrai Santa Fiore com'è oscura (=

decaduta). Riferimento a Firenze.

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

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