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Si passa ad un paragrafo più teorico, iniziando con una domanda semplice .
tema questo fondamentale nel romanticismo; infatti questo aspetto fa riferimento alla parola
“Ragione” che, secondo Foscolo e Leopardi, viene definito come facoltà umana che permette
all’uomo di progredire da uno stato animale verso la civiltà. Può essere inoltre indicata la ragione
come un principio attivo di astrazione, o forza civilizzatrice. I due autori vedono però il
rovesciamento negativo del termine, prendendo spunto dal filosofo francese Rousseau, la ragione
rende l’uomo più violento o criminale organizzato, quasi come una bestia. Paradosso questo poiché
l’uomo tanto più si allontana dallo stato bestiale, attraverso la ragione, tanto più diviene bestiale.
Foscolo e Leopardi sono i primi critici dell’ideologia, individuato come sistema razionale che
porta ad incanalare le nostre passioni in una serie di astrazioni (non tengono conto della vita)
che dimenticano poi l’origine pulsionale/passionale o anche le necessità quotidiane.
Tornando al senso della lettera, Jacopo pensa che nel momento in cui un uomo segua la ragione pura
e fredda, senza dar importanza alle pulsioni, finisce per divenire bestiale. Inoltre la colpa che il
protagonista scorge in Odoardo è quella di aver incastrato l’amata Teresa, in un matrimonio che ella
non desiderava si celebrasse.
In seguito notiamo la sintonia che c’è tra le sorelle più piccole di Teresa e Jacopo; questo avviene
poiché Jacopo regredisce allo stato infantile (stato di sviluppo e razionalizzazione inferiore rispetto
questo punto, cioè da valorizzazione all’infanzia, in
ad altri). Il Romanticismo nasce proprio su
quanto stato di rifiuto della logica; viene recuperata l’ingenuità, la freschezza. Tuttavia questo nella
lettera è un paradosso perché Jacopo cerca di insegnare alle fanciulle di velocizzare l’uscita dallo
stadio d’innocenza. Il padre spirituale di Foscolo sotto questo aspetto è Rousseau, il quale con la sua
opera ha analizzato l’infanzia e il metodo di educazione degli infanti, in modo tale da non essere
corrotti dalla società. dell’Infanzia, definita come stato privilegiato dell’uomo, che verrà
Nasce allora una mitologia
ripreso da moltissimi autori come Leopardi in “A Silvia”.
Lettera del 12/11, la descrizione che avviene è di tipo simbolica; vengono citati gli alberi
che l’eroe abbia ritrovato suo padre grazie agli alberi che egli aveva
(ricollegabile ad Ulisse, si narra (anche l’educazione svolge un ruolo importante di
piantato), simbolo di continuità e tradizione
continuità del sapere attraverso la generazione), così come la figura del padre. Inoltre vengono
utilizzati verbi come “sradicare” “piantare” che simboleggiano la condizione degli intellettuali di
questo periodo, come Foscolo che non ha una patria stabile ma vaga di paese in paese, tuttavia
l’uomo come già detto necessità di un terreno stabile, per cui ritorna il tema dell’adozione. Viene
citata inoltre una collina, cu cui verrà piantato l’albero, dirimpetto una chiesa; seppure Foscolo fosse
ateo, nonostante tutto riconosce quanto la struttura fosse simbolo di certezze e continuità, dopo la
frattura avvenuta nella modernità. Viene citato in preludio il giorno di “Festa”; concetto importante
poiché consiste nella ripetizione e quindi nel riconoscimento ( antropologicamente parlando la
ripetizione è un fatto positivo per l’uomo, al contrario dell’assenza), che da senso al tempo, elemento
che senso per l’uomo non ne ha.
o In Leopardi il motivo della festa è fondamentale.
Nel “Faust” la festa corrisponde alla salvezza del protagonista, poiché egli aveva deciso di
o suicidarsi, ma rinsavisce nel momento in cui suonano le campane della chiesa nel giorno
della pasqua.
Si parla di costruire il proprio futuro in un terreno nuovo; il romanzo ,in questo senso, è il genere
dell’individuo nuovo di ricollocarsi in un percorso, che per Jacopo coincide con la morte (“salde radici in
terra straniere”). Importante quindi il gioco tra antichi (=padri) e moderni (=figli), in quanto rappresentano la
rottura e la continuità; Jacopo si riferisce al motivo della morte e della sepoltura. La morte non viene vista
come fine, come limite, poiché grazie alle cerimonie, al dialogo, alla poesia, al mito, (anche la patria è vista
la comunità tramanda la memoria dell’uomo
come luogo importante in quanto raccoglie le ossa dei cittadini)
celebrato (influsso vichiano, egli studiò il modo in cui le civiltà nascono e si sviluppano, grazie alle
cerimonie e alle tombe, che tramandano la memoria di generazione in generazione).
Lettera del 20/11, si seguono passo dopo passo gli eventi che coinvolgono Jacopo (come fosse un
in maniera molto colloquiale. C’è
documentario), il rapporto con il lettore, cioè Lorenzo, avviene
una presa diretta sull’atto di scrivere, infatti Jacopo vorrebbe, ma solo quando scende la pioggia, egli
ha agio di scrivere. Il
Il tema della lettera è il pellegrinaggio che il protagonista compie, insieme alla famiglia del Sig. T.,
nella casa di Petrarca vicino Padova, ad Arquà. Potremmo definire tutto ciò un “percorso letterario”
in quanto Foscolo esprime le sue preferenze in campo culturale; verranno citate inoltre poesie
patriottiche di Petrarca stesso.
Importante è il motivo della Vegetazione; Jacopo cita infatti alberi, piante e fiori perché esse
rappresentano la vita che corre il pericolo di essere distrutta da eventi naturali o politici.
autori le metafore del fiore distrutto come per esempio in “A Silvia”
o Verranno riprese da più
o nei “Promessi Sposi”.
In questa lettera Jacopo descrive la natura nascente in contrapposizione all’inverno, appena
trascorso, che simboleggia la distruzione. Nel romanticismo il concetto di natura ha un significato
ambivalente:
o Da un lato ci riferiamo alla natura in quanto armonia.
Dall’altro alla natura in quanto caos,
o stato in cui gli elementi confliggono tra di loro.
queste due immagini possono confluire in uno stesso testo, in quanto viene meno la
(unica fonte di certezza e di sicurezza che l’uomo possiede). Con la scienza
dimensione religiosa
tutto cambia, durante l’illuminismo si determina la concezione di natura come un fatto che non ha
stato fu Voltaire, il quale scrisse una lettera sul “Disastro a
senso; il primo a descrivere questo
Lisbona”, nella quale viene descritta come la città venisse distrutta senza nessun motivo apparente.
Queste visioni le ritroveremo in Manzoni, il quale però si appoggia alla fede
cattolica per non sfociare nel Nichilismo, e quindi per dare un senso alla realtà.
In Leopardi, il quale lotta tra la volontà di vedere la natura come punto di
riferimento, e la natura come luogo della contraddizione.
Incontriamo il topos dell’impotenza linguistica/descrittiva; infatti la crisi del periodo investe anche
il linguaggio. L’uomo romantico vuole rappresentare la soggettività di quel momento, effimera
un altro importante. L’individuo è una figura ricca, da
perché dopo quel preciso momento ce ne sarà
non poter essere descritto con termini convenzionali (nel 600 venivano usati luoghi comuni,
considerati positivi; dopo la svolta secolare il terreno comune è inadeguato, perché il soggetto porta
dentro di se un mondo inesplorato).
Viene inserito l’elemento soggettivo, ovvero la stanchezza; infatti lo stato esterno e lo stato interno
coincidono, tanto che il protagonista smette di scrivere, a causa del vento e riprenderà
immediatamente nel momento in cui vorrà uscire di casa ma l’acqua glielo impedisce. Qui la prosa
non riassume, come già detto, ma segue passo dopo passo le azioni compiute dal protagonista,
poiché egli, autore della sua stessa opera, non conosce gli avvenimenti dell’immediato futuro. La
scrittura riproduce la mobilità/la natura effimera, e lo stile adottato rappresenta lo sradicamento.
L’unico a dare senso, stabilità alla scrittura sarà Lorenzo, operando con la raccolta di lettere del suo
amico. Vengono utilizzate due forme diverse:
Diaristica, nella quale si da importanza all’attimo; l’unico a poter ricavare la trama
dell’intera opera è il lettore
Retrospettiva, adottata da Manzoni, nel quale si inquadra un disegno complessivo di
tipo teleologico.
Momento cruciale quello in cui Teresa svela a Jacopo la sua infelicità al pensiero di sposare
Odoardo; si dipingono le figure contrapposte del padre autoritario, e quindi rappresentante della
tradizione e delle convenzioni sociali, con quella della figlia, portatrice di valori nuovi e freschi, la
quale cerca di distruggere quelle imposizioni antiche. Il romanzo si fa sempre più attento alla
dimensione famigliare, all’aspetto sessuale e dell’adulterio. Le nuove opere descrivono più che mai
lo sfaldamento delle famiglie, i conflitti tra i suoi membri (come ad esempio il contrasto tra i
matrimoni di “interesse” e i matrimoni sentimentali).
Viene citato oltre a Petrarca anche Tasso, poiché egli è una figura amata dai romantici. Egli incarna
l’isolato in una società che non lo riconosce. La prigione diventa il luogo canonico che simboleggia
l’oppressione e l’estraneità. Nell’epoca romantica i termini vagabondo e carcerato, trovano posto
insieme, poiché esprimono la condizione di escluso. Gli aggettivi che Jacopo attribuisce a Tasso
sono quelli di:
o Isolato poiché detestava i saccenti.
o Infermo, in quanto forma di distinzione che comporta una vista obliqua della realtà.
o Indigente, che consiste in uno stato di privazione del bene ce forma le classi sociali. In
questo caso la privazione è lo strumento di superiorità.
o Melanconico, definito dagli antichi come eccesso di bile nera, che porta ad una mancanza di
gioia; legata alla creatività e propria dei geni, poiché vedono il mondo troppo intensamente.
Lettera del 7/09, Firenze: nel preludio scorgiamo il rapporti diretto con la natura, in particolare con il
paesaggio, mediato attraverso Lorenzo; quello che ci interessa è la figura del poeta viandante che ha
un rapporto diretto con la natura attraverso la finestra, un dialogo tra il poeta solitario e il paesaggio.
La descrizione della natura è un topos romantico classico, perché nello sconvolgimento di tutti i
valori tradizionali l’uomo cerca delle risposte nella Natura, entità capace di dare delle certezze (vista
per