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REALISMO ANNI 30, PARTE QUARTA
CARLO EMILIO GADDA (1893 – 1973) è un ingegnere con un curriculum letterario in quanto
aveva vissuto l’esperienza tramite la scapigliatura lombarda. È un uomo che ama la ricerca dello
scandalo. Secondo Gadda la realtà bisogna manovrarla, muoverla, allungarla, cioè deformarla.
Prima di raccontarla devi fare un lavoro muscolare ,capire il cromatismo, i colori, in pratica bisogna
comprenderla. Ne parla nei seguenti libri: “La Madonna dei Filosofi” (1931), “Il Castello di Udine”
(1934), “L’Adalgisa disegni milanesi” (1944), “Eros e Priapo” (1967). Gadda è uno scrittore che ci
permette di fare un’esperienza pittorica, musicale e soprattutto spirituale, attraverso due suoi
capolavori: “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana ” (1957) e “La Cognizione del Dolore”
(1963).
Il primo,dal titolo romanesco che fa pensare al romanzo capolavoro dei Promessi Sposi, nasce da un
articolo di cronaca nera sulla storia del commissario DonCiccio Ingravallo, trasferitosi a Roma per
indagare su un furto di gioielli ai danni di un'anziana donna di origini venete, la vedova Menegazzi.
In seguito viene uccisa, nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina, la moglie di un uomo
piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell'omicidio è un tetro palazzo di
via Merulana 219, noto come "Palazzo degli Ori", situato poco distante dal Colosseo.La narrazione
parte con la descrizione dell'ambiente attorno alla signora Balducci e si allarga ai Castelli Romani
da dove provengono le domestiche della signora e le "nipoti", ragazze che accoglieva come figlie
per compensare solitudine e mancata maternità. Intorno una folla di comparse: la svenevole e
avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni "prosciuttofilo", i
brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate
delle domestiche e nipoti. Il giallo infine approda alla scoperta di un responsabile: l'ultima
domestica di Liliana, ma senza che ciò sia confermato. Non a caso nelle varie redazioni il finale
viene modificato e il colpevole cambia.
Il secondo libro,a causa dell'imperversare della guerra, rimase incompiuto e venne pubblicato solo
nel 1963. In questo romanzo tutto diventa immaginario ed è ambientato tra Brianza e Sud America.
I personaggi sono Don Gonzalo Pirobutirro e la madre Evira.
REALISMO ANNI ’30 E NEOREALISMO ANNI ‘40/’50 (slide 4)
ALBERTO SAVINIO (1891 – 1952) è un pittore e uno scrittore italiano che assieme al fratello
Giorgio De Chirico ha inventato la “pittura metafisica”. La sua arte si caratterizza per alcune
tendenze particolari: il gusto del fantastico, dell'ignoto e della compenetrazione uomo-animale; lo
smascheramento degli autoinganni e delle certezze borghesi; la tendenza alla parodia (specie di
soggetti mitologici), all'ironia e al citazionismo.Da un punto di vista letterario praticò soprattutto
forme brevi o miste e comunque sperimentali, trascurando il romanzo. Scrisse “Hermaphrodito”
(1916), il suo libro d'esordio, alterna prosa e poesia, italiano e francese, stile aulico e disfemismi,
mescolando generi e toni assai diversi fra loro (lirico, visionario, drammatico, narrativo, oratorio).
La figura dell’ermafrodito è ambigua ma rappresenta la perfezione dell’attività e della passività del
maschio che è anche femmina e viceversa. Nel 1938 scrisse “Achille Innamorato” e narra di un
omosessuale innamorato, ma che ama anche una donn. La confusione degli opposti, del mito tra
maschio femmina: una letteratura che parla della surrealtà del reale.
ENRICO PEA (1881 – 1958) è uno scrittore toscano e amato da Ungaretti. Scrisse “Moscardino”
(1922) e “La Maremma” (1938). Una letteratura paesana con una forza simile alla vita dell’antico in
Egitto, quasi epico, non è barocco ed accade in Italia.
LIBERO BIGIARETTI (1906 – 1993) è uno scrittore “soffuso”. Scrive “Esterina” (1942) dove
racconta la delicatezza dei sentimenti. Eppure è una letteratura sinuosa, elegante, di raccoglimento e
permette di avere un’esperienza di realismo sentimentale.
ROMANO BILENCHI (1909 – 1989) è uno scrittore che narra la scioltezza della lingua con poche
parole ed essenziali, dette con cuore di pietra in quanto ricerca l’essenziale. Nel 1938 scrisse “Anna
e Bruno”, una storia d’amore struggente scritta come se un sasso stesse piegando l’oro. Nel 1940
scrive “Conservatorio di Santa Teresa” con temi della monaca, della proibizione, della solitudine e
anche il tema dell’essenziale. Il romanzo che più rappresenta quest’ultimo tema è “La siccità”
(1941).
VASCO PRATOLINI (1913 – 1991)_
È lo scrittore che vuole andare a vedere tutto( come i Macchiaioli). Scrive cronaca
familiare( 1947), le ragazze di Sanfrediano( 1949), Mesello( 1955). La lingua è cronaca
esuberante, è corpo, che guarda ai tumulti e le lotte diventano letteratura impegnata. Pratolini
diventa il modello del neorealismo, anche se il vero Neorealismo è nel cinema. Pratolini con
“mesello” ci dà una via per il neorealismo, ma non si può parlare di Neorealismo perché ha un
sapore di chiusura ideologica. In Pratolini troviamo una costruzione di un ambiente e dei sentimenti
attraverso una lingua poderosa con cui è capace di raccontare.
In letteratura, il realismo non è interessante come il Neorealismo che si sviluppa nel cinema di
Pasolini e De Sica. Anche se negli anni 50 il Neorealismo sarà presente nella letteratura.
Carlo Levi. Scrive “ Cristo si è fermato a Eboli” nel 1945. in un romanzo che parla dell'Italia che
abbandona il sud, è un romanzo di denuncia. “ L'orologio” è il capolavoro di Carlo Levi perché
indica la Roma del potere, dove mette in atto le sue capacità di ritrattista.
Francesco Jovine( 1902- 1950). Scrive “signora Eva”( 1942) e lettere del Sacramento( 1950).
Guarda il sud del nostro paese. Il primo parla di sentimenti, in cui si può notare una chiarezza simile
a Bontempelli. Il secondo, Terra del sacramento,parla della situazione del Sud degli anni 50.
Achille Campanile( 1900- 1977). scrive: “ agosto, moglie mia non ti conosco!” ( 1930).
Ne “ il povero Piero” ( 1959) possiamo assurgere che è lo scrittore umanista del 1900. Scrivere
opere teatrali e molto altro. il suo linguaggio ha in un principio di comicità dilaniante perché il
linguaggio è un continua perdita di senso. Trama; siamo in Liguria, un uomo apre le persiane e
dice basta. Inizia il dopoguerra, questa è una tragedia in due battaglie. Diventa il primo critico della
televisione italiana. Da ricordare perché ha dato alla nostra letteratura l'umorismo.
Primo Levi( 1919- 1987) . È uno scrittore che ha raccontato il campo di sterminio di Auschwitz;
non reggerà il peso che si porterà a lungo dentro e si suiciderà forse per questo. Scrive “ Se questo
è un uomo” (1947) Dedicato a tutti i martiri dello Shoah. E’un romanzo di denuncia, ma che
guarda solo all'esperienza. La prima vittima È una bambina, si chiama Emilia, i genitori fanno il
bagnoalla bambina come ultimo desiderio, ma non c'è acqua, così prenderò un po' di acqua nel
vagone e le fanno il bagnetto. In questa letteratura abbiamo il Neorealismo, ma c'è una apertura ad
una letteratura che vuole essere pensiero, ricerca, verità una letteratura che non vuole dimenticare.
Questo libro di Primo Levi sa toccare il cuore e la sua umanità come gli altri suoi libri “ la tregua”
e “la chiave a Stella” (1978), un romanzo che riguarda la storia di un operaio che vuole lavorare
per vivere e fare bene.
Beppe Fenoglio( 1922- 1963). Pensa che l'azione politica serve al bene del paese e lui scrive
questo. È un riferimento del Neorealismo. Scrive” i ventitré giorni della città di Alba( 1952), Una
questione privata( 1963), Il partigiano Jhonny( 1968) che è la storia di un partigiano ; con molta
ambiguità racconta la storia dei partigiani.
I riferimento del realismo sono; “Romanzo denuncia”, “terre del Sacramento” di Jovine, “il Cristo
si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, metallo di Pratolini e poi Beppe Fenoglio che racconta dei
partigiani e infine Primo Levi che racconta del dolore puro.
Silvio Darzo( 1920- 1952) ha scritto “casa d'altri” ( 1953) un romanzo breve. L’autore è posto
davanti alla scelta del bene o del male. E’ la storia di una donna che confessa di essere atea ma che
si comporta bene ma la mancanza di fede diventa esistenziale. In “ Casa D’altri” c'è una scrittura
del dramma esistenziale che metta in movimento il bene e il male con una nudità senza possibilità
di dialettica. E’ la storia della voce trepidante, mite, tiepida e onesta che dice che non c'è nulla in
questo mondo.
In questo periodo il realismo va verso il Neorealismo, nel senso che cerca di raccontare un paese
nuovo rispetto a quello che era in crisi negli anni 30. Se il realismo va a raccontare di un uomo
che ti sta cercando, il Neorealismo è la storia degli scrittori che cercano di raccontare una poesia
nuova. Si aggancia alla modernità che si aggancia agli anni 60 che sono da traghettatori, porteranno
l'Italia dalla prima Repubblica a diventare popolare, cioè consumistica.
I maestri sono; Gadda, Volponi,Elsa Morante, Giovanni Testori, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini.
Volponi è lo scrittore che comprende la relazione dell'Italia industriale con l'Italia letterale. Elsa
Morantein “ Menzogna e Sortilegio”, “ L'isola di Arturo” ci dà un senso dell'identità.
Giovanni Testori, come Gadda, racconta di una Milano piena di fabbriche, di officina che offrono
tanto lavoro. Italo Calvino è un intellettuale che lavora nell'editoria ed è anche un uomo di teatro. E’
una figura complicatissima, un modernista, ma anche post moderno.
Infine Pierpaolo Pasolini è uno scrittore, regista, narratore e tanto altro. Secondo costui un grande
intellettuale in primis deve essere un grande poeta.
I Maestri del Realismo - PARTE I
L’idealismo è una cultura mediterranea essenziale, pensata nell'architettura del mondo greco, cioè
l’idealismo è un motivo che ricorre nell'antichità. Se pensiamo al medioevo, il concetto di realismo
è molto chiaro in Dante.<