vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MONDO CORTESAN LA BUONA MOGLIE LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO
LA BANCAROTTA LA LOCANDIERA IL CAVALIERE E LA DAMA
LA SECONDA FASE: LE INCERTEZZE
La seconda fase dei suoi scritti (1753-58), inizia quando Goldoni passa al teatro San Luca del nobile
Vendramin.
Egli si trova di fronte a varie difficoltà, tra cui l’aspra polemica con altri due famosi autori dell’epoca, Pietro
Chiari e Carlo Gozzi, che rappresentavano commedie con situazioni avventurose ed esotiche, lontane dalla
vita quotidiana (inverosimiglianza), giusto al contrario di quanto faceva Goldoni.
Goldoni, per il timore di perdere pubblico, si adegua e comincia a scrivere testi romanzeschi ambientati in
paesi esotici e lontani (da qui l’incertezza). I personaggi veri e concreti (es. mercante) vengono sostituiti da
personaggi che riflettono un po’ anche le sue crisi nervose del periodo (infermi, maniaci, pazzi, etc.).
Ricordiamo alcune commedie del periodo:
LA SPOSA PERSIANA LA DONNA VENDICATIVA IRCANA IN IULFA
IRCANA IN ISPAAN IL VECCHIO BIZZARRO LA DONNA STRAVAGANTE
LA DONNA DI TESTA DEBOLE
LA TERZA FASE: I TESTI PIÙ MATURI
Dopo la crisi nervosa che sfoga a Roma, torna a Venezia, più maturo e riprende così il cammino della
commedia “nuova”.
Cambia però lo sguardo di Goldoni rispetto ai borghesi, ai commercianti, che erano stati al centro del suo
iniziale impegno per la loro operosità, il loro ingegno, il loro dinamismo. Adesso che questa categoria è
entrata in crisi per i mancati traffici, e si è rinchiusa su sé stessa perdendo iniziativa e socialità, lo sguardo di
Goldoni diventa critico e severo per i vizi che si erano impadroniti della stessa categoria (l’avarizia e la
superbia) ed anche per lo scontro con i giovani e le donne che chiedevano sempre maggiore libertà e
socialità.
Le commedie più famose: SIOR TODERO BRONTOLON I RUSTEGHI
A questo punto, lo sguardo di Goldoni, che aveva abbandonato i borghesi, si riversa sul popolo (in
particolare i pescatori di Chioggia), che conserva vitalità, spontaneità, relazioni sociali.
Famosissima la commedia: BARUFFE CHIOZZOTTE
E questa è una novità della letteratura, cioè la realtà popolare che sostituisce il mondo aristocratico e della
borghesia benestante, anticipando con ciò due autori dell’800, Manzoni e Verga.
LA FASE FINALE: PARIGI
Deluso dall’ambiente veneziano, che non è più animato dalla socievolezza, si trasferisce a Parigi, non prima
dell’ultima commedia a Venezia, “UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNEVALE”.
Qui, però è costretto a tornare alla Commedia dell’Arte, cui i parigini erano affezionati.
Gli anni della vecchiaia li occupa scrivendo in francese “MEMORIES”, un autobiografia che non ricostruisce
la sua vita, ma le tappe della sua carriera teatrale, ed alcuni ritratti divertenti di personaggi famosi.
Un’altra opera autobiografica sono le cosiddette “MEMORIE ITALIANE”, che sono la prefazione alla sua
raccolta di commedie “OPERA”, in 17 volumi.
LA LINGUA
Considerato il problema italiano che non registrava la presenza di un’unica lingua, Goldoni si riferisce
all’italiano cosiddetto “ufficiale” (quello toscano), che risulta però essere piatto e convenzionale.
Molto più vivaci sono invece le commedie scritte nel dialetto della sua città, il veneziano, e quelle dove
utilizza il dialetto lombardo, il padano.
In particolare il dialetto veneziano, che ha anche caratteristiche di musicalità e di duttilità, è ricco di
sfumature, era adatto a descrivere il mondo di Goldoni, che era fatto di socialità, piacevolezza, giocosità,
garbato umorismo.
Egli utilizzava l’unilinguismo ed il suo dialetto era utile per avvicinarsi alla realtà che descriveva, alla
quotidianità dei dialoghi e delle situazioni, e non come era invece utilizzato nella Commedia dell’Arte
(plurilinguismo), per caratterizzare fortemente le maschere, per forzare e caricaturare i personaggi
regionali (il bergamasco rozzo, il bolognese dotto, il napoletano fanfarone).