Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 1 Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di letteratura italiana L (prof. Boggione UNITO) - mod 2 Beppe Fenoglio Pag. 51
1 su 51
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Voce e conoscenza s’alternano nelle vicende paesane. C’è un livello

diverso tra il conoscere ed il parlare, il pettegolezzo. Nel Paese, la

conoscenza è generalizzata mentre il pettegolezzo avviene soltanto

quando si verificano delle circostanze specifiche per cui un personaggio

più o meno direttamente implicato nel pettegolezzo attira lì

l’attenzione del paese stesso ed incomincia a far sparlare di questa

situazione.

Un’immagine che ritorna nelle vicende del paese è quella della natura,

nello specifico nelle sue due forme del vento e della nebbia. Ad

esempio, il vento impedisce di giocare al pallone elastico, sicché la

gente se ne sta chiusa in casa. Questa non è però una descrizione

naturalistica, perché il vento dell’Alta Langa non è certamente così

forte. Sono forze della natura che si oppongono alla vita degli

individui, a tratti diventano dei personaggi veri e propri.

Il medico Durante reagisce all’ostilità della natura in un modo

particolare, ovvero cercando una compensazione a livello psicologico.

Egli non è affatto apprezzato nella lotta per affermarsi (è scarso a

pallone elastico), allora si inventa una partita mentale, ma la cosa è

caratterizzata in maniera negativa.

Un altro episodio caratterizzante è inerente all’incidente accorso al

mugnaio di San Benedetto, stritolato dalla macina del suo mulino,

rischiando di morire per dissanguamento. Il medico Durante viene

40

contattato ed egli stesso ha paura di vedere il moribondo sanguinante.

L’episodio è significativo per il clima che caratterizza il paese, quel

sentimento di essere una comunità: di fronte alla disgrazia si

risveglia l’interesse di tutto il paese, che potrebbe anche sembrare un

interesse cinico da un certo punto di vista. Esiste però un vero rispetto

dei paesani per questo mugnaio che, non andando d’accordo col padre,

volle cercare una propria indipendenza. Per farlo, fece debiti su debiti

per rilevare il mulino, ma nemmeno auguro mai la morte al padre per

ottenere un’indipendenza certamente più sbrigativa.

Il terzo capitolo parla invece di una partita di pallone elastico. In

paese è arrivato il campione italiano di pallone elastico: Augusto Manzo

(personaggio reale ed uno dei più forti giocatori di sempre). Il campione

ha perso il terzino titolare ed ha dunque bisogno di un sostituto per non

dover perdere il campionato. Così va a visionare quell’eccellente

giocatore che era Sergio, avversario del medico Durante. La notizia si

sparge in un baleno e la gente accorse in paese (riappare l’orgogliosa

dimensione comunitaria). Tutti cercano di sponsorizzare Sergio dicendo

che si merita il posto in squadra. La prova va a buon fine e Sergio

andrà a giocare come professionista a tempo pieno, lasciando il suo

noioso lavoro d’impiegato postale. Apparentemente siamo di fronte ad

una promozione sociale, ma l’altro terzino di Manzo gli spiega che la

vita del giocatore non è così dorata: oltre ai soldi che sembrano non

mancare, ci sono gli spifferi degli sferisteri che i giocatori, sudati, sono

costretti a sorbirsi. La maggior parte dei giocatori di pallone elastico

sono malati, in particolare un vecchio compagno di Manzo lì presente

sputa continuamente sangue nel fazzoletto (è ammalato di tisi). I soldi,

in effetti, non sono così tanti: quando vengono divisi, la parte principale

va al battitore (lo stesso Manzo), ed agli altri ne rimangono pochi.

Allora è solo nell’apparenza una vita migliore, ma poi si vengono a

sapere cose che rivelano che la vita fuori dal paese chiuso non è affatto

migliore. Anche fuori è segnata dal dolore e dalla fatica,

indipendentemente da dove ci si trova a vivere.

Vengono organizzate due squadre, fatte dagli abitanti del paese, in cui

Sergio dovrà dimostrare la sua forza. Sergio chiede la

compartecipazione dei suoi compaesani, tant’è che il battitore

avversario garantisce di battere dei palloni “facili”, ma d’altronde i

palloni son tutti rotondi, quindi alcune palle risulteranno sicuramente

più ostiche. Ad un certo punto arriva la ragazza di Sergio, della quale è

innamorato anche Ugo. A quel punto la partita cambia volta e diventa

una partita vera: persino la complicità ed i legami si arrestano di fronte

ad alcuni momenti in cui si manifestano le forze oscure che ci sono

all’interno dell’animo degli individui (forze dell’affermazione di sé come

il denaro, il sesso). L’amicizia viene meno e nascono le rivalità.

Altra contrapposizione è quella tra il mondo del gioco e quello

del lavoro. Il gioco sembra presentato in un’ottica assolutamente

positiva (c’è la fierezza dell’intero paese per un suo figlio, Sergio, che

va a giocare con Manzo in Serie A). Il gioco tuttavia è qualcosa che

distoglie da quell’ottica di lavoro inteso come fatica e dovere

etico-morale. A giocare sono innanzitutto i maschi e, a parte della

fidanzata di Sergio, non vengono introdotte figure femminili. I maschi

41

smettono di lavorare per andare a vedere la partita di pallone. Uno

soltanto non smette con il suo lavoro, che è appena arrivato con un

carro pieno di fieno obbligando i giocatori a fermarsi per lasciarlo

passare. Sergio per questo s’arrabbia e si sdegna, mentre l’altro

ostinatamente vuole dedicarsi al suo lavoro.

Un giorno di fuoco

11.

La vicenda è mediata dalla narrazione di un ragazzino in vacanza a San

Benedetto presso gli zii. Il bambino nota che questa giornata è una

particolare, giacché nemmeno lo zio è andato a lavorare. La

mediazione del bambino trasforma l’evento in una dimensione

mitica, assoluta, fintantoché guarda lo zio con occhi d’ammirazione,

perché egli aveva visto Gallesio, il “matto” di Gorzegno che giù a valle

stava tenendo in scacco le forze dell’ordine accorse dopo che egli

stesso aveva freddato diverse persone.

Giù a Gorzegno c’era davvero una battaglia, esagerazione perché in

effetti c’è solamente un poveraccio arroccato in casa contro i

carabinieri. Tuttavia questo fatto fu definito il più eclatante dopo la

guerra d’Abissinia.

Lo ziastro vorrebbe andare giù a Gorzegno a vedere, ma viene

ostacolato da sua moglie, che teme possa prendersi una pallottola

vagante. Nel frattempo Placido, un uomo che ha messo a disposizione

la sua macchina per andare giù a Gorzegno, si rassegna subito perché

conosce il carattere autoritario della donna.

Il racconto è strutturato con pochi commenti e tanti dialoghi, così

come se fossi un atto teatrale. Il fatto è sottolineato anche dalla zia che

dice che per due soldi [lo zio] era in grado di andare a vedere il teatro

di Gallesio. Invece il fatto è visto con ammirazione dal bambino.

Anche se non è andato, lo zio parteggia di gran lunga per Gallesio,

esaltando le sue doti di grande cacciatore. Quando non sente più i colpi

a valle, allo zio dispiace e commenta che non è sceso a valle perché

temeva che la “battaglia” terminasse prima che loro fossero arrivati

giù.

La zia è molto religiosa e prega per il parroco che è stato ucciso da

Gallesio, in netto contrasto con l’atteggiamento anticlericale dello zio,

che in qualche modo affascina il giovane bambino (che è Fenoglio).

L’anticlericalismo è un carattere etico, anche se la zia è madre di un

prete (è il prete giovane di Pioggia e la sposa).

Le vicende disgraziate di Gallesio permettono al bambino Fenoglio,

anche se ancora tale, di capire che in fondo questo Gallesio non era

affatto cattivo. Egli era un miserabile, poveraccio e sconfitto nello

scontro nell’affermare sé stesso nella vita. Sia il fratello che il

prete, entrambi uccisi, sono stati più forti, mentre Gallesio, col suo atto

omicida, è stato più feroce nel reagire nella miseria della vita. Certo è

che Gallesio non sia un eroe perfettamente positivo, Fenoglio ha la

preferenza ad esempio per Agostino, però l’autore si sforza di capirne

almeno le ragioni. Anche in questo caso esiste la presenza del male,

di destinazione verso il male. Anche l’amore pronosticato al giovane

42

narratore dalla maestra sarà tremendo: infatti l’amore è una lotta tra

quelli che sono più affascinanti, ricchi e più inseriti socialmente e quelli

che invece hanno meno favori dalla vita. Fenoglio parte sempre dalla

vita concreta (tant’è che per scrivere questo racconto visita i luoghi e

leggi articoli dell’epoca), ma poi inevitabilmente essa diventa mediata

dalla letteratura.

La figura del bambino, che ha capito che non è il giorno giusto per

dialogare con la professoressa torinese, torna dallo zio. Nel mentre che

questi stanno chiacchierando, il bimbo chiede allo zio che cosa sia

questo rumore (il frinire delle cicale) e lo zio risponde sbalordito che un

cittadino non sappia riconoscere nemmeno quel rumore. Il bambino

sottolinea grazie a questo dettaglio la sua dimensione di estraneità

rispetto alla campagna. E’ un cittadino che fa difficoltà ad integrarsi

nell’ambiente campagnolo. L’ammonimento dello zio è segno di un

alterità, che si ripete anche quando arriva la corriera (elemento di

congiunzione tra mondo esterno e quello delle colline). Ogni sera che

essa arriva, il bambino s’appostava sotto l’ippocastano per osservarla

arrivare dal passo della Bossola.

Questo racconto, come si intuisce dalle stesse lettere agli editori,

doveva essere collocato in una posizione iniziale nei Racconti del

parentado. Fin dall’inizio il bambino sottolinea la sua estraneità al

mondo della collina, così come manifesta la nostalgia per Alba e per la

sua casa. Tuttavia in un altro racconto c’è il medesimo bambino che

non vuole abbandonare il paese per far ritorno ad Alba, proprio perché

entrava a far parte di quell’ambiente paesano, che simboleggiava la

vera vita, quella sulla collina.

Verso la fine del racconto, quando Placido fa segno con le mani come

se si chiudesse un sipario, ritorna l’immagine dell’atto teatrale che è

terminato, quando lo zio dice che Gallesio è stato al gioco anche alla

fine.

La morale della vicenda viene espressa dalla zia. E’ una morale legata

alla lezione etica del fatto che lì si sia consumata la vicenda del

racconto. La zia commenta questa storia dicendo che la causa del male

delle langhe è causato dall’ignoranza che tutti hanno. E’ un

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
51 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giacometallo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Boggione Valter.