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La Neoavanguardia

La Neoavanguardia è una seconda avanguardia che si è sviluppata negli anni '60. Fu, anche se criticato, un fenomeno letterario importante che ebbe degli influssi. Volponi non fece parte di questo movimento, ma vi guardò con sollecitazione e ci fece i conti nella sua rottura delle forme letterarie.

Questo movimento si è sviluppato negli anni dello sviluppo neocapitalistico, in cui si sviluppò l'industria con tutte le sue contraddizioni e la sua alienazione. Al modello industriale si era uniformata anche la letteratura, che veniva confezionata secondo la logica della produzione industriale e dei best-sellers e, quindi, massificata. Cassola e Bassani, a questo proposito, vennero definiti dai "neoavanguardisti" le "Liale degli anni '60", per sottolineare che la loro scrittura si era adeguata a dei cliches per vendere di più, creando una letteratura uniforme e monotematica. Il mercato era sempre più.

invasivo. Gli anni '60 furono caratterizzati da una grande attenzione per le questioni scientifiche, filosofiche e psicoanalitiche (Freud fu intrecciato con Marx). Dal punto di vista delle scienze letterarie, ci furono delle elaborazioni strutturalistiche, cioè degli studi scientifici della letteratura, sui suoi meccanismi e sulla formulazione del testo, per maneggiare meglio le forme narrative. La Neoavanguardia "lottò" contro la logica del "best-seller" e la facile comunicazione letteraria. 23/05/2005

Negli anni '60 tornarono le avanguardie, ma in forme rinnovate. I primi anni '60 sono stati l'età del neo-capitalismo, del crescente sviluppo industriale, del boom economico, della società di massa (cioè della diffusione dei beni di consumo, dell'omologazione e della massificazione). La cultura si rimodellò intorno determinati valori: la diffusione della televisione favorì la costruzione di

un“italiano medio” e l’unificazione linguistica. Nella fascia pomeridiana fu collocato un programma,“Non è mai troppo tardi”, in cui il maestro Manzi cercava di alfabetizzare gli spettatori. Latelevisione fu quindi lo strumento per una standardizzazione, per un livellamento medio, dellacultura. Il neocapitalismo, in letteratura, si manifesta in un modello egemone: si incoraggiava,infatti, un prodotto medio per un pubblico medio, che si incoraggiava a diventare un pubblico dimassa. Era la “cultura del best-seller”.Ma c’era comunque una certa vivacità culturale, in gran parte interna al mondo di sinistra (ci siconfrontava con il marxismo elaborando delle teorie critiche del marxismo). Questa vivacità eradovuta al fatto che non esistevano più barriere doganali. C’era anche una riflessione dellapsicoanalisi, degli studi attenti che riconoscevano l’importanza di una società di massa mamettevano

sperimentale si diffusero in diversi paesi, come la Francia con il movimento del Nouveau Roman, la Germania con il Gruppo 47 e l'Olanda con il movimento Cobra. Questi movimenti condividevano l'idea di rompere con le convenzioni artistiche tradizionali e di esplorare nuove forme di espressione. La neoavanguardia si manifestò in diverse discipline artistiche, come la letteratura, la pittura, la musica e il teatro. I suoi esponenti cercavano di superare i confini tra le diverse forme d'arte, sperimentando nuove tecniche e linguaggi. Ad esempio, nella letteratura si sperimentava con la scrittura automatica, il collage di testi e l'uso di linguaggi non convenzionali. Uno dei principali obiettivi della neoavanguardia era quello di coinvolgere attivamente il pubblico nell'opera d'arte. Si cercava di creare un'interazione tra l'opera e lo spettatore, coinvolgendolo emotivamente e stimolando la sua partecipazione attiva. Questo approccio si rifletteva anche nella scelta dei luoghi di esposizione, che spesso erano non convenzionali, come strade, piazze o gallerie d'arte alternative. La neoavanguardia ebbe un impatto significativo sulla cultura e sull'arte contemporanea. Contribuì a ridefinire il concetto stesso di arte, aprendo nuove strade e stimolando la creatività e l'innovazione. Nonostante le critiche e le resistenze, la neoavanguardia ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte.

Le avanguardie europee, in ambito artistico, furono simili alla pop-art. Erano gli anni della seconda rivoluzione del teatro (con i living), della musica di avanguardia (in Italia ci fu il gruppo di "Nuova consonanza"). C'è una differenza rispetto alle avanguardie storiche: c'è sì una voglia di ricerca e sperimentazione, ma viene meno l'idea di disegnare sul modello delle avanguardie un modello nuovo da raggiungere, elaborando un progetto intorno a cui potessero rapportarsi le varie arti. Le nuove avanguardie erano movimenti più settoriali, che non avevano l'idea di cambiare il mondo. Essi non avevano l'idea che la letteratura dovesse cambiare il mondo, ma che essa potesse assolvere una funzione critica. Non vennero scritti dei manifesti, ma si tennero delle sedute-dibattito: erano dei lavori collettivi in cui si leggevano i testi e si discutevano. Il linguaggio non doveva mirare ad altro che alla comunicazione della negazione.

della comunicazione esistente: essi volevano quindi una forma letteraria della comunicazione della critica della comunicazione esistente.

Ci sono alcuni episodi chiave della Neoavanguardia. Nel 1961 fu pubblicata la loro prima antologia, “I – poesie per gli anni ‘60”, Novissimi edita da Feltrinelli (un punto di riferimento chiave per la Neovanguardia), che conteneva poesie di cinque poeti (Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Antonio Porta).

Nel 1963 si tenne un convegno a Palermo (il festival della musica di avanguardia, dove si doveva esibire il gruppo “Nuova Consonanza”). Contemporaneamente al Festival si tennero delle sedute di discussione della letteratura: da queste “Gruppo ‘63” (dall’anno in cui si formò).

Nel 1965 si tenne un altro convegno a Palermo sulle forme narrative di neoavanguardia.

Intorno all’ambito della Neovanguardia presero vita due riviste, “Il Verri”,

che fu il luogo die i "Quindici", in cui questa esperienza si avviò verso la conclusione.gestazione di questa corrente,Anche se la Neoavanguardia viveva in uno spazio a sé, declinò, come l'avanguardia storica, per la necessità di confrontarsi con gli eventi politici europei della fine degli anni '60. Nel '68 il movimento studentesco richiamò dei punti chiave come "l'immaginazione al potere". Ciò creò dei problemi al gruppo, che cominciò a chiedersi se si dovessero mettere in rapporto con la nuova situazione politica, se dovessero mantenere una loro autonomia o dare un appoggio (come voleva Balestrini). Il rapporto con la politica fu fertile ma fatale. Il gruppo, anche se non era mai stato coeso, si divise e ci furono una serie di lotte interne. Ma i suoi influssi sono rimasti.Si possono rintracciare alcuni motivi della neoavanguardia. Per quanto riguarda la prosa, essi non avevano

più un’idea di romanzo come costruzione armonica e bilanciata di alcune esperienze, ma lodisarticolarono (per questo amavamo molto Gadda), complicarono l’intreccio, ruppero l’unità deldiscorso narrativo, privilegiarono il comico (soprattutto Malerba e Celati, che guardò con attenzioneil critico Michail Bachtin, cioè il carnevalesco), usarono delle strutture complesse, abolirono spazi etempi, fecero uso di digressioni e divagazioni, deviarono dalla norma letteraria (non descrissero,cioè, buoni sentimenti o un “personaggio-uomo” e non permisero l’identificazione tra il lettore e ilpersonaggio). Per quanto riguarda la loro poesia, essa si basa sulla sperimentazione, sullaconsapevolezza (non bisogna abbandonarsi alle emozioni, ma elaborare un progetto che richiedepartecipazione, sforzo e una cultura ricca e composita: per questo i loro tetsi sono ricchi di citazioni,nell’ambito dellaprestiti culturali, ecc.).

Letteratura non è emozione, ma intervento specifico sulla scrittura. Essi puntavano anche su un investimento metalinguistico: lo scrittore si guarda scrivere e racconta i problemi legati al suo mestiere di scrittore. C'è un rapporto dialettico con il lettore: molte tesi richiedono uno scavo interpretativo profondo. Alcune sperimentazioni furono condotte tenendo conto di altri linguaggi, come quello pittorico o musicale: ciò sfociò nelle "poesie-visive" e nelle "poesie-sonore". Il computer cominciò a fornire dei materiali che potevano essere montati: la scrittura cominciò a lavorare con il computer (Balestrini, ad esempio, si muove in modo che i suoi testi risultino da pezzi di altri testi), attraverso un'operazione di montaggio, il "neo-dadaismo". Umberto Eco, uno degli autori chiave di questa stagione, sfruttò la composizione con il computer, citando interi testi.

brani.La Neoavanguardia aveva due anime: una, quella fenomenologica, andava nella direzione di una registrazione delle varie possibilità, di cui la letteratura doveva dare riflesso, con una elaborazione "da laboratorio"; l'altra era la linea ideologica, di cui il massimo esponente era Sanguineti, metteva in primo piano il rapporto tra ideologia e il linguaggio, visto come portatore di ideologia perché in esso c'è una presa di posizione e, quindi, delle responsabilità poetiche ed ideologiche. Alcuni sostengono che la neoavanguardia fu più una riflessione sulla letteratura che dei testi. In realtà ci sono dei testi e degli autori significativi: Pagliarani, Sanguineti, che sono due autori di grande livello all'interno della neoavanguardia e che possono essere considerati quasi i vertici della creatività neoavanguardistica, Zanzotto, che fu un poeta che aveva poco a che spartire con la Neoavanguardia e che però

ad essa deve la sua apertura del linguaggio. Questi poeti, se messi insieme e confrontati, individuano le linee di tenenza dell'ultimo scorcio del Novecento. Esiste una tradizione, che è quella portata avanti ad esempio da Luzi, ma anche questi tre autori danno tre diverse linee possibili.

ELIO PAGLIARANI (1927)

Pagliarani si colloca sulla linea poesia-racconto o poemetto-poesia, cioè la sua è una scrittura in Nel 1962 pubblicò "La ragazza Carla", versi che si apre al racconto di qualcosa che accade. nel 1968 "Lezione di fisica e Fecaloro" (in cui mostra una maggiore sperimentazione), nel 1995 "La ballata di Rudi": da questo risulta che il suo processo di sperimentazione dura da un trentennio. "La è un racconto di Milano e di un' "epica ragazza Carla" quotidiana", fatta di piccoli gesti, piccoli riti, piccoli-grandi shock in uno spazio metropolitano: è un racconto di formazione.

esistenziale e sociale

scuole serali, dove incontra un'umanità di Carla, alla ricerca di un posto di lavoro, che studia allevaria. Tutto è svolto in uno scenario m

Dettagli
Publisher
A.A. 2004-2005
85 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura Italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Carlino Marcello.