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LA NUVOLA DI SMOG

Calvino

Racconto uscito per la prima volta nel 1958 sulla rivista Nuovi Argomenti, e poi inserito nel volume Racconti, nella sezione La vita difficile. È un racconto che risale alle 2° metà degli anni '50, fase di assoluta e radicali industrializzazione italiana di quegli anni che fa crescere in modo esponenziale il PIL italiano e la capacità dell'Italia di avvicinarsi alle grandi nazioni, arrivando ad essere la 7° nazione più industrializzata nel mondo. Sono gli anni del boom economico in cui una fascia sempre più larga ha accesso a una serie di cambiamenti come automobile, televisione, elettrodomestici che cambiano le vite delle persone. C'è una maggiore disponibilità economica, quindi di andare in vacanza anche all'estero = apertura verso nuove realtà. Anni di generale, anche se non condiviso da tutti, ottimismo.

Calvino è uno degli intellettuali che ha

perplessità nei confronti di questo modello di sviluppo, cerca di vederne tutti i lati e capisce che il forte aumento del tenore di vita implica un prezzo molto alto da pagare (anche Pasolini in modo più polemico e radicale critica la società del suo tempo, come anche Volponi. Quando si arriva negli anni 60 alla recessione e alla crisi economica, sono autori che stigmatizzano il modello di sviluppo di quegli anni). In prima battuta, La nuvola di smog rappresenta questo conflitto che Calvino mette in luce in una serie di testi: deve prendere in considerazione le esigenze e le richieste sempre più alte e impegnative delle industrie e del capitalismo perché la richiesta dei benefici pratici e materiali richiedono spazi sempre più ampi di manovra. Dall'altro lato mette in luce l'evidenza sempre più marcata del costo che tutto ciò comporta, mettendo in luce la sempre più chiara consapevolezza di dover correre ai ripari.

Cercare di modificare questo modello di sviluppo che non sia così impattante nei confronti dell'ambiente. Affronta il problema dell'inquinamento, il quale diventa in questo specifico racconto Calvinometafora di una serie di problemi connessi a questo sviluppo, e anche il problema della responsabilità della classe dirigente/politica che in modo miope ha permesso che lo sviluppo economico si indirizzasse su questo sentiero (una delle critiche mosse da Pasolini in merito è il fatto che secondo lui sviluppo economico e sviluppo culturale non viaggiano di pari passo, cioè prendono strade differenti. Lo sviluppo culturale va a ghettizzarsi riducendosi a pochi ambienti intellettuali, mentre quello economico è di puro consumo e fine a se stesso senza alcun aggancio a pensiero di sviluppo, quindi diventa sterile). Calvino non è radicale come Pasolini, ma anche lui prende in considerazione la figura dell'intellettuale, qual è il suo ruolo.

In questo meccanismo, mostrando una decisa sensibilità nei confronti del problema ambientale che per lui diventa anche un problema esistenziale. Il rapporto contemporaneo dell'uomo con l'ambiente modificato/inquinato/degrado dall'industrializzazione, diventa in Calvino metafora di un inquinamento interiore, cioè di una difficoltà dell'essere umano (e dell'intellettuale in particolare) a prendere consapevolezza della realtà in cui vive e prendere in mano il destino suo e quello della società in cui vive, e in quanto intellettuale dovrebbe dirigere per dovere morale. Doppia faccia = inquinamento atmosferico in quanto problema in sé e in quanto metafora di qualcosa che non funziona all'interno dell'esistenza umana. Si affronta quindi anche il tema dell'alienazione (generale e dell'intellettuale), non solo quello ambientale. Il racconto è una sorta di processo iniziatico che il giornalista

Il protagonista ha, egli parte da una condizione di totale disinteresse e crisi, non sa cosa fare della sua vita, e quindi non sapendo cosa fare decide di trasferirsi in una grande città (non si nomina quale) e cominciare a lavorare per un giornale, La Purificazione.

Il protagonista nella sua fase iniziale è qualcuno che ha perso interesse per la vita, si lascia vivere, non gli interessa dove si trasferisce, dove vive, che lavoro fa, dentro vive una sorta di momentaneo vuoto/annullamento. "Era un periodo che non m'importava niente di niente".

Questa è una fase iniziale, poi ci sarà una ripresa della consapevolezza, è un percorso che dura per tutto il racconto. All'inizio del racconto sono ripetuti sintagmi come "fluido", "provvisorio" che danno l'idea di qualcosa di non definito e identificano la condizione del protagonista in quel momento senza direzione. È un momento in cui il protagonista

preferisce tirarsi fuori dal mondo e guardarlo dall'esterno come uno spettatore da una finestra perché non riesce a sentirsi partecipe. Il momento del cambiamento sarà quello in cui si rende conto che non può vivere in quella condizione, non è possibile stare al di fuori del mondo perché nel bene o nel male si è tutti coinvolti, anche chi crede di essere fuori dal mondo, ne viene inevitabilmente coinvolto. "C'era pieno di gente e io che per la via m'ero abituato a considerare i passanti ombre senza faccia e me pure un'ombra senza faccia tra le tante, qui riscopri vo tutt'a un tratto una foresta di visi maschili e femminili, colorati come frutti, ognuno diverso dagli altri e tutti sconosciuti. Per un momento speravo ancora di conservare poi m'accorgevo d'essere diventato in mezzo a loro la mia invisibilità da fantasma, anch'io come loro, un'immagine tanto precisa che pure gli"specchio la rifletteva non c'era riparo possibile con tutti i peli della barba già ricresciuta dal mattino, e[...]" In questa citazione spiega come avviene questo coinvolgimento: si passa da un'assoluta indeterminatezza da interno verso esterno e viceversa, ovvero indeterminatezza con cui il protagonista guarda gli altri come ombre, quindi come una nebbia indefinita senza distinguere soggetto da soggetto (tra cui lui stesso, ha un sé fluido perché non ha un'idea di se stesso). Da questa considerazione si arriva a una consapevolezza che non si può vivere in quella condizione di indefinitezza = passaggio semantico da ombra a foresta è importante perché si passa dall'assoluta indeterminatezza alla determinatezza in quanto la foresta è qualcosa di definito formato di alberi che hanno una loro identità (foresta i visi maschili e femminili). Questa determinazione man mano entra sempre più nellospecifico: non sono solo uomini e donne ma sono anche colorati come frutti e ognuno diverso dagli altri = la massa della foresta non è indistinta ma appunto di singolarità (si passa dal generale sempre più nello specifico). In più vi è la constatazione del lavoro che il protagonista deve fare, del percorso iniziatico che deve fare, non solo nei confronti degli altri ma anche nei confronti della realtà (erano tutti sconosciuti) = serve un lavoro per conoscere ed entrare in contatto con la realtà fatta di individui. Spera di conservare l'invisibilità perché ha paura, è in una condizione depressiva (lo spazio è il riflesso dell'interiorità che il protagonista vive). Del rapporto d'amore con la sua donna, che la condizione di crisi si vede anche nel tratteggio nel racconto è marginale ma che ha un valore identificativo: vi è una diversità sociale assoluta perché lei.È ricca e della buona società = rapporto non paritario in cui lui subisce e lei comanda. Se gli altri individui sono connotati come foresta e colori, nella individuazione del sé si passa al particolare della barba: non è un fantasma perché lo specchio lo riflette, quindi lo richiama alla sua condizione umana + crescita barba dà corporeità e fisicità al soggetto che subisce anche lui la trasformazione da un qualcosa di ancor più materiale perché si vedono i peli della barba. Inoltre, capisce che la sua pretesa di essere un fantasma non può sussistere perché non c'è riparo, deve necessariamente vivere nella realtà. Questa consapevolezza è a metà del racconto, la prima viene spesa per arrivare a questo percorso, è un viaggio che il protagonista fa. Perché Calvino delinea il personaggio in questo modo? Qual è il senso? Attraverso questo delineare una condizione.

generale dell'essere umano nel contesto personaggio non vuole dell'industrializzazione, ma vuole identificare in particolare la condizione dell'intellettuale. Vuole stigmatizzare la tendenza di certa cultura a chiamarsi fuori dalla realtà nella quale vive. Di converso vuole sottolineare l'importanza che l'intellettuale sia organico alla società del suo tempo, ovvero che sia un intellettuale che assuma il ruolo di voce pensante/critica/polemica nei confronti di quelle dinamiche della sua realtà che lui considera distorte o da stigmatizzare e che non possono essere accettate passivamente. Siamo alla fine degli anni 50, quindi ancora una fase in cui l'intellettuale si pensava dovesse avere un ruolo preciso nella società, ed è per quello "organico" che lo si definisce. Attraverso la figura del giornalista troviamo la valorizzazione del ruolo attivo che l'intellettuale dovrebbe assumere all'interno.

determinato stile di vita consumistico e sostenuto dall'industria può causare danni irreparabili all'ambiente e alla società stessa. Il protagonista, Cordà, si trova quindi a dover affrontare una duplice sfida: da un lato, denunciare le ingiustizie sociali e ambientali causate dall'industrializzazione, e dall'altro, cercare di risvegliare la coscienza delle persone affinché si rendano conto della necessità di un cambiamento profondo. Il giornale per cui Cordà scrive, La Purificazione, rappresenta un simbolo di questa lotta per la consapevolezza e la trasformazione. Il titolo stesso suggerisce la necessità di purificare la mente e il cuore dalle illusioni create dal sistema capitalista e industriale. Cordà, in quanto ingegnere responsabile del periodico, diventa l'immagine di questa necessità di porre rimedio ai danni causati dall'industrializzazione, ma anche della falsa coscienza degli industriali stessi. In definitiva, il romanzo affronta tematiche sociali e storiche, mettendo in luce le conseguenze negative dell'industrializzazione e invitando il lettore a riflettere sulla propria responsabilità individuale e collettiva nel preservare l'ambiente e promuovere una società più equa e sostenibile.tipo di sviluppo di questo genere è ingestibile ed incompatibile con la sopravvivenza dell'essere umano e dell'ambiente. La purificazione significa anche togliersi i veli che il capit
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
108 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VerdianAN di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Bani Luca.