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Estratto del documento

PETRARCA

CANZONIERE

Incontriamo Laura, che è sia personaggio storico, sia una funzione poetica, simbolo della poesia. La

materia, la sostanza, l’elemento primo del nostro amore viene da Petrarca siamo tutti

petrarcheschi. La lingua dell’amore è lingua petrarchesca, il codice petrarchesco è il codice della

poesia italiana, è diventato la grammatica per scrivere poesia dal 500 in poi, il petrarchismo è il

codice della lingua delle letterature europee.

Petrarca ci racconta il momento dell’innamoramento. I componimenti del canzoniere sono 366, tanti

quanto i giorni dell’anno pià uno, questa simbologia ci dice anche dell’importanza del canzoniere,

un testo al giorno, come le letture del breviaro religioso. Queste poesie raccontano

dall’innamoramento fino alla conversione e pentimento del poeta passando per la morte della

donna. Laura, figura storica realmente esistita, ma immediatamente trasfigurata, tanto che i

contemporanei di Petrarca dubitavano della reale esistenza di questa donna. Questo innamoramento

avviene nel 3 aprile nel 1327 (nato nel 1304, nella generazione successiva a quella di Dante). È una

grande coincidenza perché è il venerdi santo del 27, su questo giorno nasce un’analogia tra la morte

di Gesù e il dolore per questa, analogia sofferta come blasfema, dato che il poeta soffre il contrasto

tra l’amore e la fede.

Petrarca passa dal peccato alla redenzione, l’ultimo testo del canzoniere è la “Canzone alla

Vergine”, schema di conversione che resterà per sempre. Uno schema che in quanto tale nella sua

rigidità i grandi poeti riescono a movimentare, per cui nonostante la conversione Petrarca celebra la

grandezza della donna amata, lontano dalle lusinghe amorose.

RFV 3

6 Aprile 1327

Il poeta tornerà spesso su questo giorno simbolico, scritto durante l’anniversario di questo

innamoramento.

RVF 90

Centrato sulla lode della donna, e la lode delle perennità dell’amore. Guarda primi appunti

RVF 77

Simone Martini, pittore del trecento italiano, compie un ritratto di Laura, su cui si baserà poi il

Petrarca.

Per Petrarca, Martini esegue due ritratti di Laura, entrambi perduti, di uno realizzato su pergamena,

quindi una sorta di immagine portatile. Simone Martini realizza una miniatura che si trova nel

Virgilio di Petrarca codice medievale che conserva il testo di Virgilio davanti vi è una miniatura che

rappresenta, Servio, il commentatore che svela Virgilio.

Il testo inizia in maniera particolare, perché per esprimere la natura suprema della bellezza di Laura,

la sua essenza divina, il poeta afferma che mai nessuno la potrebbe ritrarre, nemmeno il migliore dei

pittori. Così come è impossibile che Policleto (scultore greco del V secolo, leggendario nel

medioevo e preso come modello del più grande tra gli artisti) e tutti gli altri che furono famosi

nell’arte del ritratto non riuscirebbero a vedere nemmeno una minima parte della bellezza che lo ha

fatto innamorare. Possiamo dire che dal punto di vista retorico, questa prima parola realizza un

audinaton, che cita una situazione impossibile proprio per dimostrare l’impossibile di qualcos’altro.

Questa densità dal punto di vista logico e la complessità serve per introdurre l’incredibile virtù di

Simone Martini, che ci è riuscito, una lode nei confronti sia della bravura di Martini, sia nei

confronti della bellezza di Laura. Come ci è riuscito ?

Il suo amico potè salire in Paradiso, da dove Laura proviene. La bellezza di Laura ha raggiunto una

sfera non più terrena, è la bellezza dell’anima, la vera bellezza di Laura che Petrarca ha voluto nel

ritratto, il verbo vedere va oltre la fisicità vuol dire infatti contemplare nell’accezione paradisiaca.

Notiamo nel sistema delle rime una rima equivoca, “minor parte” di porzione e il verbo “parte” nel

senso di partire.

Laura è vista come idea, come essenza, ripulita da tutto ciò che è materiale e transitorio. Il corpo è

come un velo che nasconde ciò che sta dentro cioè l’anima.

RVF 302

Appartiene alla sezione finale del canzoniere, rappresenta, sebbene in chiave onirica, la

ricongiunzione, la riunione tra il poeta l’innamorata, un incontro con stretta di mano che avviene in

paradiso.

Il testo andrebbe letto in coppia con il precedente, perché entrambi i sonetti vengono composti nello

stesso periodo, pochi anni dopo la morte di Laura, nell’occasione di un ritorno in provenza, torna

nei luoghi dove visse Laura. Il testo è particolare perché la trascrizione di un sogno, questo tema

onirico in ambito letterario è molto importante e ricorrente nella letteratura, perché da sempre si è

identificata la simpatia fra l’espressione artistica e quella onirica. Il componimento è la trascrizione

di un sogno, il componimento ha forma circolare, si apre sul momento della realtà, poi il sogno, e il

ritorno di nuovo alla realtà, la quale circonda il centro del componimento.

Sognai di andare in quella dimensione, dove c’era

Laura, colei che io cerco e non ritrovo sulla terra

Là, in paradiso, fra coloro che stanno nel terzo cielo

La rividi, ancora più bella e meno severa.

Il tema della ricerca, colui che cerca e non trova, è un tema ricorrente nel Canzoniere. In terra

specifica in parte, Laura trovata in parte è proprio quella che in terra non c’è, il termine terra così

materiale non può che evocare la morte di Laura, la sua sepoltura. Terzo cielo è un dato della cultura

religiosa petrarchesca, stava in paradiso nel terzo cielo, è il cielo di Venere dove stanno gli spiriti

amanti. Paranomasia tra cerco e cerchio.

Mi prese per mano, e disse: In questa sfera

Sarai di nuovo insieme a me, se il mio desiderio non erra

Io sono Laura, colei che ti ho fatto tanto soffrire

E terminai la mia vita prima del tempo, morii prematuramente

Per gli antichi i sogni trovano riscontro non solo nella psiche, per gli antichi anche nella realtà.

L’atteggiamento di Beatrice che riceve Dante in purgatorio è severo, come una madre, Petrarca qui

parla sempre di severità riguardando Laura, però una severità minore meno altera. Altro sogno è

quello di San Paolo, egli dice di aver riconosciuto in Paradiso messaggi e rivelazioni ardue a

ripetersi. Le verità delle rivelazioni. Il gesto fisico, la mano, apre e chiude le parole di Laura, questo

gesto così evocativo, prendere per mano, è un gesto che ha un impatto emotivo molto forte, un gesto

un po’ inconsueto, un po’ moderno che non ti aspetteresti da una donna dell’epoca, è un gesto

intimo e familiare che asserisce alla confidenza e all’intimità, cose che erano difficili per gli antichi

da narrare. Giornata significa cammino che si è compiuto in un giorno, laura dice di aver compiuto

il suo cammino prima di arrivare sera, muore prematuramente, possiamo intendere queste

espressioni come metaforiche per intendere il tempo della vita.

La mia beatitudine non è comprensibile da un intelletto umano

Qui aspetto solo te, e ciò che tanto amasti

E che è rimasto in terra, il mio bel corpo

Il bene è l’oggetto della rivelazione, Laura lo sta rivelando a Francesco, esattamente come Beatrice,

è immaginata mentre consegna, rivela il contenuto per la salvezza. Questo è il tema della perfetta

Beatitudine quando il corpo si ricongiunge con Laura, questa ricongiunzione è la perfetta di Luara.

Il messaggio non è nuovo nella spiritualità del canzoniere, l’importante è l’anima e non il corpo, il

quale è destinato a morire in terra. Così come stringendo la mano inizia la rivelazione del sogno,

aprire la mano esprime la fine del sogno.

Ahimè, perché tacque e aprì la mano ?

Che al suono delle sue parole così pietose epure

Poco mancò che non morissi e rimanessi in cielo

Il segno di Laura è un gesto di misericordia, vuole che Petrarca ritorni sulla terra, se non lo avrebbe

fatto lui sarebbe morto e rimasto lì.

SECONDO SEMESTRE

MONTALE

In termini statistici, Montale è quello che occupa, anche in termini di valore lo spazio maggiore. Il

Montale vulgato era il primo montale, quello degli Ossi di Seppia. Quello è solo il primo dei tre

maggiori libri di Montale, più passa il tempo e gli anni, tanto più si scopre anche il secondo e il

terzo Montale che è diverso.

Montale nasce nel 1896 e muore nel 1981, coprendo così tante stagioni della storia italiana del 900.

Montale nasce a Genova, la sua infanzia viene trascorsa all’interno di un contesto sereno sebbene

con qualche difficoltà di salute, non compie studi liceali, studia ragioneria, anche questo lo colloca

un po’ in disparte. Questo non significa che anche il giovane Montale non abbia condotto studi di

carattere letterario o filosofico, ma studi autodidatti, liberi, suggeriti dalla sorella Marianna,

studente in filosofia.

Le prime scritture, i primi testi erano scomparsi, le prime pubblicazioni ufficiali sono del 1922,

quando interviene nella rivista diretta di Piero Gobetti e Giacomo de Benedetti Primo Tempo.

Nel 1925 si ha la prima edizione degli Ossi di seppia nella rivista. Nel 1925 Benedetto Croce firma

il Manifesto degli intellettuali degli antifascisti, Montale firma il Manifesto dimostrando la sua

contrarietà al fascismo. Nel 1925 Montale scrive una recensione a Svevo, scopritore italiano, lega

un’amicizia con Svevo dimostrata da una serie di epistole. Nel 1927 Montale si sposta a Firenze, si

lamenterà per le 8 ore al giorno che gli tolgono tempo dalle sue letture. …

Nel 1928 Montale trova lavoro al gabinetto Biessen, ha così un po’ di quiete che dura 10 anni, nel

1938 viene licenziato per la sua posizione antifascista, un’intellettuale impegnato.

Nel frattempo nel 1932, Montale pubblica una piccola raccolta che fa da ponte tra gli Ossi di seppia

e Le Occasioni. Queste poesie verranno poi inserite dentro le occasioni, queste poesie indicano la

direzione che prende la poesia di Montale.

Nel 1939 pubblica le Occasioni per Einaudi, nel !956 pubblica la Bufera.

Durante questo periodo c’è in mezzo la guerra, la tragedia, la morte lo sterminio, il travaglio quindi

della storia ma anche quello personale. In fondo anche Montale nel 1943 è costretto a pubblicare,

non in Italia, ma in Svizzera la raccolta che fa da ponte tra le Occasioni e la Bufera intitolata

Finisterre.

Le poesie di Finisterre contengono con tutta la loro accensione la tragedia della guerra, prima della

bufera nel ’48, viene assunto dal Corriere della Sera, a Milano, questa è una citt&a

Dettagli
A.A. 2017-2018
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher riccardo.basilio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Ferro Roberta.