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LETTERATURA IN INGLESE ANTICO

In primo luogo con il termine “inglese antico” si allude alla continuità culturale tra l'Inghilterra del

VI secolo e quella de XIX secolo.

Il termine “anglosassone” fa riferimento invece a una cultura diversa da quella dell'Inghilterra

moderna. Nel 1871 Henry Sweet definisce inglese antico la lingua inglese nella sua fase flessiva ed

incontaminata associata al barbaro, per l'appunto l'anglosassone.

Mille anni prima questa definizione, re Alfredo aveva definito englisc la lingua che egli era solito

usare per scrivere e parlare. A partire dal XIII secolo questo “inglese” divenne sempre più

incomprensibile alla maggior parte dei discendenti degli antichi anglosassoni.

Studiosi ed ecclesiastici del Rinascimento ravvivarono l'interesse per i testi in inglese antico così

come i filologi dell'Ottocento e molti studenti inglesi di letteratura.

Le popolazioni germaniche (angli, sassoni e iuti) che invaso l'antica colonia romana della Britannia,

portarono con sé la loro lingua, il loro paganesimo e le loro tradizioni. Esse spinsero le popolazioni

celtiche sia verso ovest sia verso nord. Il successo della colonizzazione di questi popoli si riscontra

nei nuovi toponimi che enfatizzavano l'appartenenza a una nuova cultura, quella inglese. Le uniche

eccezioni sono i nomi celtici attribuiti agli elementi morfologici e toponimi degli antichi

possedimenti romani riconoscibili da suffissi latini come -chester.

Il destino degli antichi celti è contenuto nella parola inglese Wealh che indica il nativo della

Britannia quanto lo schiavo. L'eco delle resistenze celtiche ai sassoni sarebbe confluito più tardi

nelle leggende incentrate sulla figura di re Artù.

Il nuovo processo di cristianizzazione cominciò negli ultimi anni del secolo VI proclamata da papa

Gregorio Magno. La missione, guidata da Agostino, primo arcivescovo di Canterbury, si sarebbe

rivelata di incalcolabile importanza per il futuro sviluppo della cultura inglese.

La Britannia, grazie alla vocazione dei benedettini e alla loro rete di monasteri, si inserì non solo

nell'orbita della civiltà latina rappresentata dalla Chiesa di Roma, ma anche in quella nelle nuove

nascenti culture nazionali dell'Europa occidentale.

Alla fine del VII secolo tutti i regni dell'Inghilterra anglosassone riconoscevano la disciplina e la

gerarchia della Chiesa di Roma.

La parola scritta era di importanza fondamentale per la Chiesa. Tale parola scritta rappresentò una

novità per il popolo dei neo-convertiti illetterati.

L'antico alfabeto runico delle popolazioni germaniche fu sostituito da quello romano (anche se i due

alfabeti coesistettero per un lungo periodo nel VIII secolo). La nuova letteratura che si andava

imponendo era il latino.

L'Inghilterra fu così inserita nell'orbita della cultura occidentale, di matrice cristiana che, da una

parte rimaneva aggrappata anche alle antiche civiltà greche, romane e israelite e, dall'altra,

proclama la sua identità culturale.

Fu in latino che Beda scrisse Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum (731), indispensabile fonte di

informazioni sulla diffusione del cristianesimo in Inghilterra.

Nell'Inghilterra delle origini la lettura e la scrittura rimasero confinate agli ambienti religiosi ma, è

anche vero, che la tradizione orale aveva da sempre una vasta diffusione. Il latino infatti, non

sembra aver impedito la sopravvivenza e lo sviluppo di una tradizione letteraria in volgare.

Anche le traduzioni delle Sacre Scritture furono soggette a vari tentati di traduzione in inglese a

beneficio di coloro che conoscevano poco il latino.

La vita religiosa e culturale delle grandi abbazie anglosassoni subì ben presto tragici cambiamenti.

Nel 793 incursori vichinghi distrussero e saccheggiarono l'abbazia di Lindisfarne e, nel giro di un

secolo, l'ordinato e influente sistema culturale sviluppato dai monasteri inglesi fu seriamente

compromesso e rischiò l'estinzione.

Solamente durante il regno di Alfredo (848-99) lo studio in Inghilterra tornò a essere incoraggiato.

A questo periodo risalgono i quattro volumi di poesia in inglese antico più significativi: il

“manoscritto Junius”, “Beowulf”, il “Vercelli Book” e l' “Exter Book”. Si presume che alcuni dei

testi inclusi in queste antologie risalgano a una data di gran lunga antecedente al X secolo.

Il più antico poema datato è attribuito a uno scrittore chiamato Cædmon. Egli ricevette in sogno il

dono divino della poesia e, al risveglio compose un inno a Dio Creatore.

La qualità della sua ispirazione divina era tale che egli fu ammesso nella comunità monastica e si

dice abbia scritto testi poetici basati su argomenti delle Sacre Scritture.

La poesia era intesa come arte sociale e comunitaria, che seguiva regole di dizione e versificazione

che il pubblico riconosceva immediatamente. Un pubblico che condivideva l'idea che la poesia

andasse recita pubblicamente e che potesse essere improvvisata.

Il poeta ha così un ruolo di scop: colui che era in grado di improvvisare un canto su temi eroici.

Lo scop recitava i suoi versi in occasione di feste e cerimonie nei saloni reali o monastici. Il legame

dello scop con il suo signore gli garantiva protezione al contrario non ne aveva perdendolo.

La poesia in inglese antico si fonda su un complesso sistema allitterativo: frasi e parole che si

intrecciano in vario modo e periodi particolarmente elaborati vengono disposti in emistichi

caratterizzati da due accenti e da un numero variabile di sillabe; gli emistichi sono poi collegati tra

loro onde produrre un verso completo. Tale collegamento avviene per mezzo dell'allitterazione

posta sul primo accento del secondo emistichio che comporta una solenne maestosità dei versi.

Beowulf

Il più importante poema in inglese antico ha vari problemi di datazione, viene datato

approssimativamente intorno al X secolo e, il suo autore è anonimo.

La storia che racconta è pagana in una visione del mondo pre-cristiana ma è, consapevole di come il

concetto pagano dell'eroismo possa essere considerato compatibile con i nuovi valori morali e

religiosi.

Il poema rimanda a un'era di cruente battaglie che vede opporsi gli eroi scandinavi a orrendi mostri,

interpretando tali eventi come scontri tra il bene e il male, tra l'umanità da un lato e le forze

distruttrici dell'ordine umano dall'altro. Grendel, il primo mostro, è visto come il “nemico di Dio”.

Come suggeriscono altri poemi in inglese antico, l'opera di Cristo per la redenzione del mondo, così

come le missioni e i martiri dei santi, potevano essere interpretate secondo concezioni eroiche che

trascendevano le vicende bibliche.

Beowulf media tra gli estremi di una cultura sedentaria e una cultura nomade, tra una cultura che

riconosce i benefici di una stabile e ordinata società agricola ma che è affascinata dall'irrequietezza

dell'eroe guerriero e itinerante.

Beowulf è l'espressione di una cultura religiosa che vedeva nel mondo naturale infiniti misteri ed

era convinto che la realtà fosse celata dietro a un velo.

La natura era considerata come un insieme di segni confusi, di presagi e significati. Comprendendo

appieno le meraviglie di Dio, anche la sua volontà poteva essere compresa.

Questo poema può essere definito “epico” ma in realtà è imperniato su tre punti cardine: tre incontri

con creature ultraterrene. A queste storie se ne intrecciano altre allo scopo di estendere il contesto

dell'opera.

Viene mostrata la contrapposizione tra l'allegria dei grandi saloni dove gli uomini si riuniscono e il

tetro mondo da dove i mostri provengono, scandendo così momenti distinti di socialità e

alienazione.

La società appare saldamente unita da legami di fedeltà padrone – guerrieri, fondata su obblighi e

legami riconosciuti. Dietro questa gerarchia si annida in contrapposizione ad essa il disordine delle

creature volte a distruggere il re e la sua corte.

Beowulf sfiderà l'intruso Grandel, respingendo il mostro ferito nel suo nascondiglio e uccidendolo.

Quando la madre di Grandel assalta nuovamente Heorot, e Beowulf e i suoi compagni la inseguono

nel suo rifugio, veniamo catapultati in uno scenario tetro e desolato attraverso il quale il poeta

delinea la voragine tra il consorzio degli umani e quello delle bestie.

Elemento che caratterizza l'eroe è il wyrd (destino) che fanno di lui un eroe tormentato.

Questo elemento evoca uno scenario pre-cristiano, un messaggio di eroica sottomissione alla

volontà di un Dio benigno ma onnipotente.

LETTERATURA DEL MEDIOEVO

L'Arazzo di Bayeux fornisce la più vivida testimonianza figurativa degli eventi che portarono alla

conquista dell'Inghilterra da parte dei normanni.

Questa grandiosa narrazione figurativa fu il risultato di un incarico dagli intenti celebrativi imposto

dai vincitori a ricamatrici inglesi affinché venissero commemorate la vittoria normanna del 1066 e

la consacrazione della cattedrale di Bayeux.

L'arazzo unisce il sacro e il profano, il marziale al miracoloso, la scelta umana al decreto divino. È

uno strumento di propaganda che avrebbe rafforzato l'interpretazione normanna degli eventi,

legittimando la campagna del duca Guglielmo. L'Arazzo di Bayeux suggerisce l'esistenza di una

continuità del regno e della corona d'Inghilterra sotto il nuovo monarca.

Guglielmo si ritrovò a governare su un'Inghilterra feudale regolata da una Chiesa ricca e influente.

Quando morì lasciò un regno nuovo, basato su un sistema feudale imperniato su una potente

aristocrazia e su uno zelante episcopato normanni. Lasciò un'Inghilterra trilingue: il clero parlava

ancora il latino, ma il francese di Normandia definiva il nuovo ceto dominante e l'inglese, in larga

misura, i gruppi subalterni.

Nessun re inglese avrebbe parlato l'inglese come lingua madre per circa trecento anni e sebbene

l'aristocrazia e l'amministrazione normanne fossero obbligate dalle necessità a diventare bilingui,

soltanto a metà del XIV secolo l'inglese cominciò a essere usato nelle procedure legali.

La conquista del trono da parte di Guglielmo portò alla sostituzione del ceto dominante anglofono

da parte di quello francofono. I vecchi toponimi vennero mantenuti, mentre i soli nomi normanni a

imporsi furono quelli di castelli di recente costruzione o quelli di abbazie. Il nuovo re era nel

complesso propenso a rispettare le istituzioni e le usanze inglesi.

Fu Guglielmo ad accelerare la costituzione di una nuova élite ecclesiastica in Inghilterra.

I beni temporali della Chiesa furono catalogati nel Domesday Book (1086). Esso elencava

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A.A. 2010-2011
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valerioabbonizio89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Ettorre Emanuela.