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SECONDO ATTO
Tre scene, come il primo, uno svolgimento per lo più pubblico, ritmato dai monologhi di Iago.
Cerimonia cortese e dissacrazione ossessiva
-la tempesta va oltre la consuetudine del teatro elisabettiano per cui il tumulto del macrocosmo è
l’analogo di uno sconvolgimento a livello psicologico o politico
-la ragione principale della tempesta, che è assente in Cinzio, è la sua funzione narrativa di
eliminare la minaccia turca, senza dover disperdere l’azione in circostanze belliche
-la scena dell’arrivo di Otello a Cipro è costruita su registri epici e cortesi e coincide con il
momento di massimo riconoscimento sociale di Otello (in Montano non vi è traccia di alcuna
discriminazione)
-Cassio canta Desdemona nei termini degli stilemi cortesi, non si può vedervi una reale passione;
tali ideali cortesi verranno rovesciati dal linguaggio basso di Iago
-il misoginismo topico di Iago (crea epigrammi per ogni tipo di donna di cui tema centrale è sempre
la brama sensuale delle donne) lascia trasparire la sua ossessione del sesso
-quando Desdemona parla con Cassio, Iago descrive la scena e la crea come vuole che sia con il
linguaggio; il suo è un atteggiamento voyeristico: gode della supposta libidine dell’altro e nello
stesso tempo risente della usurpazione di un posto che vorrebbe per sé
-nel colloquio con Roderigo Iago assume il ruolo di un pastore puritano che predichi contro i fatui
piaceri della libidine: quando il senso predominante di Desdemona non sarà più l’udito, e diventerà
la vista proverà disgusto del Moro
-Iago descrive il rapporto libidinoso come un rapporto di introiezione espulsione (lo stesso tema
nelle parole di Emilia III, 4, 106/7 “Loro non sono che stomaci e noi non siamo che cibo”)
-il processo di introiezione-espulsione determina: -la vicenda di Otello ingoiato e vomitato (usato
e discriminato) da Venezia
-Iago la cui psicologia è dominata da una
ossessione introiettiva-proiettiva
-Iago sottopone i suoi antagonisti ad un processo di estraniazione (pg.68)
-colloquio con Roderigo: -prima Iago aveva detto che era Cassio a prendere per mano Desdemona,
poi inverte i ruoli è Desdemona a prendere l’iniziativa
-la strategia risponde a due esigenze: da un lato convince Roderigo che
Desdemona è disponibile, dall’altro soddisfa il suo voyeurismo, perché lo
mette in condizione di sostituirsi idealmente a Cassio
-il linguaggio di Iago è sempre volgare ed esplicito, descrive tutto l’atto
immaginato fra Desdemona e Cassio: emerge ancor di più l’ossessione di
Iago
-l’espressione di ribrezzo finale
nega invece il piacere provato
-secondo monologo: -la motivazione sociale della gelosia è completamente tralasciata
-si aggiungono due altri motivi: l’amore per Desdemona, la gelosia nei
confronti di Cassio
-la gelosia di Cassio è doppia: Cassio è corrisposto da Desdemona
Cassio è stato con Emilia
-la gelosia per Otello è doppia: Otello sta con Desdemona
Otello è stato con Emilia
-in questione è l’usurpazione della funzione virile: con Emilia gli è sottratta,
con Desdemona gli è preclusa (il coinvolgimento emotivo non sembra
presente) : l’invidia primaria di Iago sembra quella di una funzione erotica
esautorata, di un eros perduto
-Iago non può amare perché l’amore gli si connota immediatamente come
lussuria animalesca, e perciò è condannato all’invidia e all’odio
-the lusty Moor/Hath leaped into my seat: -to leap si riferisce agli animali da monta (si ricordi la
similitudine con l’agnella e il caprone)
-il fatto che l’immagine non coinvolga Emilia, ma
presenti solo la sella (ossia la funzione) e il Moro,
rende la circostanza un gioco di dominanza fra l’alfiere
e Otello
-wife for wife: vuole rovesciare a suo favore la lotta per la dominanza
-la soluzione che viene scelta viene presentata come seconda alternativa; è una soluzione che
presenta un intermediario (Cassio), infatti a Iago è vitale un intermediario, solo così la sua azione su
Otello potrà sempre essere indiretta, basarsi su segnali dislocati e non su fatti referenziali
-in due monologhi di Iago l’obiettivo finale è di far fare la figura dell’asino a Otello: proprio
l’elemento di mistificazione della realtà è l’unico legame di Iago con la realtà stessa
-la pluralità e la contraddittorietà dei motivi addotti da Iago per la sua gelosia ha portato a due
atteggiamenti critici: -tutti i motivi sono falsi perché Iago è il Male puro, che agisce senza motivo
(spiegazione metafisica di Coleridge)
-si valuta vero un motivo, come inganno o autoinganno gli altri
-in realtà è il processo di censura a creare una pluralità di motivazioni; tutte le motivazioni (a parte
quella sociale ormai eliminata) hanno a che fare con il sesso, e la censura gli permette di esplicitarli
solo a patto di essere negati (la negazione in questo caso avviene con l’affermazione di un altro
motivo che esclude il primo)
-in Iago si ritrova (come anche nelle oscenità del linguaggio censorio di Lutero, e in alcuni casi di
isteria studiati dallo stesso Freud) la presenza di una coppia di contrari: bisogno sessuale eccessivo
ed esagerato rifiuto della sessualità
-è sintomatico il riferimento all’ambito semantico del giudizio legale (“though peradventure I stand
accountant for as a great a sin”): Iago è sia censore sia imputato
L’intervallo di festa
-è una scena di transizione, un contrappunto alla negatività di Iago
-la continuità di questa seconda parte del dramma è serrata: dalla sera in II, alla notte in III
-l’azione doveva essere rapida altrimenti sarebbe risultata incredibile
Le parti del “cattivo”
-v.8-10: abbiamo conferma che fino a questo momento il matrimonio fra Otello e Desdemona non è
ancora stato consumato
-nel successivo colloquio con Cassio Iago vuole portarne l’attenzione sul letto nuziale, che resta
nascosto alla vista, così facendo mostra il suo atteggiamento voyeristico, la sua libido dislocata
-le repliche di Cassio si pongono sempre sul registro della idealità cortese
-“Well, happiness to their sheets”: dislocazione in chiave voyeristica e feticista, le lenzuola
contengono l’atto sessuale, allo stesso modo che il voyer lo contiene nella visione della sua mente
-la morale di Cassio è puritana come quella di Iago (la sua elezione a luogotenente è epifenomeno
della sua elezione divina), ma non ha una visione turbata del sesso
-il subbuglio provocato da Iago fa in modo ancora una volta di togliere Otello dal suo letto
-in questa scena Otello, che in Venezia era ancora straniero, viene eletto a maggior garante e
rappresentante del mondo occidentale
-Iago, nell’accusare Cassio, dà la prima prova della sua tattica negativa e reticente
-“like bride and groom/divesting them for bed”: nelle sue parole Iago porta ancora una volta
l’attenzione sul letto nuziale celato, con maggior
inappropriatezza in quanto la similitudine si
riferisce a due uomini (Montano e Cassio) e
mette quindi in scena una rapporto omosessuale
-il rammarico di Cassio per l’accaduto si fonda nella concezione puritana della reputetion: la
reputazione non è solo un segno mondano, ma soprattutto un distintivo dell’anima e quindi
l’identità metafisica del soggetto
-il secondo atto si chiude con l’ultimo monologo importante di Iago: è un monologo rivolto al
pubblico, che soddisfa le necessità dell’intreccio, e per questo ha affinità con il monologo
introduttivo del Riccardo III; Iago si presenta nei termini del villani machiavellico
-per riferirsi al suo inganno Iago utilizza l’immagine della rete (web); il villani del teatro
elisabettiano deriva dal Vice, degli Interludi e delle Moralità tardo-medievali, ma ancor più indietro
nei mystery plays medievali, nei quali ricorreva la figura di un diavolo Tutivillus o Titivil, che
aveva la funzione blasfema di capovolgere la parole sacre mal pronunciate da preti ignoranti ed
usarle come capo d’accusa contro di loro all’inferno, il diavolo divenne poi il Male, che portava con
sé una rete, simbolo dei suoi inganni, poi secolarizzandosi questa figura si trasformò in quella del
villain
-i tre stadi in cui in Shakespeare si definisce la figura del villain sono: Tito Andronico, Riccardo III,
Otello; il villain è sempre un diverso, sempre invidioso, mosso da un sentimento di vendetta, dedito
al Male; è metafora dell’individuo laico che si colloca al di fuori del patto sociale, tenta di forzarlo
in nome di se stesso per risarcire la propria diversità, così facendo esibisce l’arbitrarietà e la
precarietà del patto sociale stesso
-in primo piano è la donna-natura che risveglia gli istinti più primordiali e bassi dell’uomo, la
dannazione sembra stare tutta nel corpo di Desdemona, quindi il ruolo del villain sembra decadere,
essere problematizzato
-Iago interpreta l’opposizione se-Otello nei termini di wit-wichtcraft
TERZO ATTO
-il terzo atto risulta essere il cuore della tragedia
-vi è forse uno stacco temporale fra la terza e la quarta scena, l’unità di tempo si estende anche a
IV,1
-bisogna tenere presenta che nel teatro elisabettiano non aveva tanto valore la divisione in atti, ma
l’articolazione funzionale delle sequenze drammatiche (in molti casi la suddivisione in atti per le
opere di Shakespeare avviene in momenti successivi e non per mano dell’autore)
L’effimero sollievo clownesco
-nel teatro shakespeariano il clown serve soprattutto a capovolgere codici sociali e gerarchie
politiche o simboliche; in questo dramma dove l’azione non si gioca sul piano sociale la sua
presenza è superflua
Le tecniche di Iago nella grande tentazione: litote, sospensione del senso, effetto d’eco, effetto dello
specchio
-nei primi due atti la violenza del linguaggio di Iago era fatta di bestemmie, invettive, metafore
oscene, ipotiposi (tutti espedienti verbali per operare la proiezione sull’Altro di ciò che lo turba),
solo talvolta aveva usato la negazione e la disgiunzione del senso
-litote: figura retorica che afferma tramite l’affermazione del contrario; è la figura retorica preferita
da Iago; è l’espressione verbale della negazione freudiana
-sembra una caratterizzazione litotica di Iago sia già presente, in nuce, in Cinzio
-that: il deittico è di per sé vuoto di senso, se ne deve disambiguare il referente, azione che Iago
procura sia Otello a compiere: &eg