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La Tempesta di William Shakespeare
Prospero. Calibano incappa in Stefano e Trinculo, due ubriaconi della ciurma, che crede esseri divini discesi dalla luna, cercano di mettere insieme una ribellione contro Prospero, che però fallisce. Nel frattempo, nasce una relazione romantica tra Ferdinando e Miranda. I due si innamorano immediatamente. Infatti il loro matrimonio sarà la causa della riconciliazione di Prospero con suo fratello Antonio. Infine Prospero rinuncia alla magia con un famoso monologo dove è consuetudine fare un riferimento allo stesso Shakespeare che con quest'opera abbandona il teatro e ha l'occasione di riconciliarsi con se stesso e la società. Questa è sicuramente una delle ultime opere di Shakespeare più celebri ed è chiaro che l'isola di Prospero è un piccolo microcosmo sociale e un'ovvia metafora dell'isola di Inghilterra o, più precisamente della corte di Giacomo. Ciò che mette in relazione i suoi abitanti.
non è più una politica amorosa ma uno strumento più sofisticato. Prospero racconta all'inizio del dramma di aver perso il ducato perché "distratto da studi segreti", quella magia bianca dei cui poteri egli dà subito prova suscitando la tempesta. È la magia dunque il nuovo strumento del principe e Prospero trasforma la natura dei suoi suddetti intessendo con la sua arte magica una delicata rete di sogni e di suoni che li incanta e li converte ai suoi disegni politici. Il finale è lieto ma non manca di note stonate e cupe. Simmetricamente opposto allo spirito del luogo rappresentato da Ariel, Calibano è il solo abitante dell'isola a cui Prospero rinuncia. Calibano reclama i suoi diritti sull'isola e mette a dura prova l'autorità di Prospero su di lui, unico suddito. L'isola di Prospero allora vista dalla prospettiva di Calibano, è anche metafora delle nuove terre che l'Inghilterra eL'Europa trovavano e di cui si impossessavano senza riguardo per la popolazione locale. Di qui le innumerevoli interpretazioni di The Tempest come testo che discute l'incipiente colonialismo europeo. Ma Shakespeare presenta Calibano come qualcosa di più del selvaggio maltrattato e spodestato. C'è sempre un resto della natura umana, sembra dire il passionale Prospero, che è irriducibile e immutabile: "this thing of darkness I acknowledge mine" (questa cosa oscura la riconosco mia).
POESIE: Negli anni dal 1592 al 1594 a Londra infuriò la peste, provocando la chiusura dei teatri. Shakespeare, nell'attesa di riprendere la sua attività sul palcoscenico, scrisse due poemi, di diverso stile ma entrambi dedicati a Henry Wriothesley, III conte di Southampton; Venere e Adone, pubblicato nel 1593, fu ristampato numerose volte ed ebbe un notevole seguito; Shakespeare definì Venere e Adone come 'il primo parto della mia fantasia'.
questo a sostegno dellatesi di chi considerava i lavori teatrali su un piano inferiore della poesia. All'epoca shakespeare aveva già scritto il titoandronico ,enrico VI,ed un dramma storico del calibro di riccardo III , e questo potrebbe voler dire che egli stesso considerava la poesia maggiormente della composizione teatrale.un'altra tesi su tale affermazione del bardo ,è chevenere e adone fu la prima opera stampata .questo poema è in egual misura comico ed erotico. Il bellissimo poema,traespunto dal decimo libro della metamorfosi di ovidio (senz'altro uno degli autori favoriti,se non il favorito,di shakespeare).Nel libro di ovidio, una venere premurosa cerca di persuadere adone di non dare la caccia ad animali pericolosi ,come illeone,il cinghiale o l'orso. Shakespeare rielabora i versi di ovidio: nel poema di Shakespeare venere è una focosa donnapazza d'amore ,nella accezione più romantica del termine,e adone un giovaneBellissimo che le sfugge, e che preferisce il piacere della caccia all'amore divino di Venere; ai tempi di Shakespeare questo poema fu quello che oggi potremmo definire un clamoroso successo di vendite.
Trama: Venere incontra Adone e se ne innamora follemente, cercando di sedurlo e farlo abbandonare ai piaceri della carne. Quando arriva la notte, Venere non ha ancora raggiunto il suo scopo, e presagendo un destino nefasto per Adone, lo scongiura di non raggiungere gli altri cacciatori. Adone non la ascolta, ed il giorno successivo viene ferito ad un fianco da una zanna di cinghiale, e muore. Venere è in ansia ed alla scoperta del corpo senza vita del suo amato è avvolta da un dolore straziante. Adone si trasforma in un fiore rosso e bianco che Venere porterà in eterno nel suo seno. Mentre Adone è un personaggio scialbo, privo di azione e interesse, mosso unicamente dall'interesse del gioco-passione della caccia, Venere è un archetipo shakespeariano.
dell'amore, e proprio con lei inizia l'esplorazione del bardo dell'animo umano, del mondo dell'amore e della passione, e proprio da venerediscenderanno personaggi come giulietta. Lo stupro di Lucrezia, registrato l'anno seguente, ebbe un successo molto inferiore. Influenzata da i Fasti di Ovidio, narra la storia realmente avvenuta dello stupro della romana Lucrezia, da parte di Sesto Taquinio, membro di una famglia nobile e prepotente di Roma, e del conseguente suicidio di lei. La storia si presta a un approfondimento psicologico sia dell'aggressore che della vittima. Tutta la prima parte è dedicata a Tarquinio di cui è ben descritto il nascere del turbamento sessuale, la decisione di violare Lucrezia nel tormento della paura e della colpa. Con l'attuazione del crimine la parola passa a Lucrezia, a cui Shakespeare affida tutte le modalità retoriche che gli offre l'occasione di una donna casta e integra costretta a cedere alla.Sonetti: Il sonetto è una forma di poesia, tipica dell'Italia. Ogni sonetto è composto da 14 versi che, a seconda della struttura usata, fanno rima tra loro. L'origine del termine sonetto è da attribuire al termine provenzale sonet, che significa suono, melodia, usato di solito per definire il testo di una canzone. William Shakespeare ha scritto 154 sonetti, e come la maggior parte dei sonetti scritti in quell'epoca, anche quelli del nostro autore sono dedicati in larga misura al tema dell'amore, o di temi in relazione con l'amore. Shakespeare ha scritto i suoi sonetti come ciascuno parte di una serie, collegati tra loro in un certo ordine, anche se molti dei 154 sonetti possono egregiamente stare da soli e considerarsi dei singoli capolavori. L'ordine in cui
Oggi conosciamo i sonetti non è certo, spesso spunto di discussione per gli studiosi. Ai tempi di Shakespeare, chi scriveva opere teatrali era considerato un scrittore minore, e fu così che, nonostante egli avesse già composto degli autentici capolavori, fu solo quando ci fu la chiusura dei teatri per la peste che il genio di Stratford ebbe modo di dimostrare di essere in grado di comporre dei versi memorabili al pubblico dell'epoca. Sebbene il modello dei sonetti sia senza alcun dubbio il Petrarca, la caratteristica principale dei sonetti è proprio quella dell'anticonformismo rispetto ai sonetti italiani. Shakespeare affronta il tema dell'amore, ma non si piega al sentimentalismo. I sonetti dal 1 al 126 sono dedicati ad un giovane uomo non identificato, con eccellenti caratteristiche fisiche ed intellettuali. Nel sonetto 17, l'autore esorta il giovane a sposarsi, in modo da poter far rivivere le sue virtù, e poterle fare apprezzare anche.
è l'amore, che viene descritto in tutte le sue sfumature: passionale, tormentato, dolce, ma anche crudele e ingannevole. Shakespeare esplora anche il tema dell'immortalità dell'arte, che può sopravvivere al trascorrere del tempo e alle vicissitudini umane. I sonetti sono scritti in forma poetica e utilizzano una varietà di figure retoriche, come metafore, similitudini e giochi di parole, per esprimere i sentimenti più profondi dell'autore. Inoltre, i sonetti sono caratterizzati da una struttura metrica e ritmica precisa, che contribuisce a creare un effetto musicale e armonioso. In conclusione, i sonetti di Shakespeare rappresentano un capolavoro della letteratura e dell'arte, che continua a ispirare e emozionare i lettori anche dopo secoli dalla loro composizione.È lo scorrere del tempo, legato alla procreazione, (dal 1 al 126) lui descrive un ragazzo che ama e lo esorta a fare figli per trasmettere a qualcun altro la sua bellezza, perché altrimenti la sua bellezza andrà persa col tempo, dunque i sonetti diventano un elogio alla sua bellezza. Altri invece trattano solo il tempo che passa e quindi la decadenza dell'età vecchia, infatti i sonetti dal 127 al 152 parlano di una dark lady, che nonostante sia brutta e lo tratti male lui non può fare a meno di amarla, e ci sono molti paragoni con il giovane che invece ricambia il suo amore. Di qui le varie ipotesi sulla presunta omosessualità dell'autore. All'interno della sezione del giovane (dal 78 all'86) parla di un poeta rivale, sia in amore che in lavoro, che può essere identificato con Marlowe o con Chapman ma l'identità del giovane non è mai stata accertata. L'apparizione del poeta diventa un pretesto per.L'elaborazione di un tema tanto caro al nostro autore, ossia l'opposizione tra arte e artificio, tra vero e falso. In conclusione possiamo notare non solo l'abilità di Shakespeare a cambiare il colore del canzoniere che da fair (bello ma anche biondo) diventa dark con la figura della donna, ma anche la capacità di ribaltare tutte le rigide convenzioni del sonetto dell'epoca, cambiando sia la struttura metrica che il linguaggio utilizzato, ossia utilizzando ogni tipo di linguaggio per rimontarlo in contesti nuovi e creando così una lingua inedita.
GIACOMO I: streghe e <<masque>>: Molti dei drammi shakespeariani testimoniano vividamente il passaggio dal regno di Elisabetta al regno di Giacomo I, per esempio in Macbeth vi erano allusioni alla sua origine scozzese. Subito dopo la sua ascesa al trono, Giacomo I dette il suo nome e la sua protezione alla compagnia teatrale di Shakespeare, nel 1603 si fa incoronare re della Gran Bretagna ma non
sarà mai accettato come la regina Elisabetta. Egli soffriva di manie di persecuzione e una testimonianza di ciò la ritroviamo in un suo trattato intitolato Demonology. Protettore delle arti rese la sua corte centro di sfarzose cerimonie colte a celebrarne il potere, nascono quindi i masques. Scritto in versi, il masque non aveva carattere propriamente drammatico né una trama definita, univa personaggi