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Practical dovremmo parlarne solo in relazione all’esperienza che noi ne facciamo, alla risposta

criticism che esse producono in noi

-vi è una separazione netta fra linguaggio scientifico (vero/falso, uso il linguaggio in

relazione a oggetti) e linguaggio emotivo (uso il linguaggio in relazione a emozioni)

-il linguaggio referenziale quando compare in poesia, non ha il valore di linguaggio

referenziale

-Richards rifiuta di identificare il testo col significato, ma non dà nemmeno spazio

all’esperienza della decodifica, il significato è tutto della sensazione (impulsi e

atteggiamenti) suscitata dall’attraversamento del testo, non ci si deve soffermare sul

suo significato

Empson: -in realtà ciò ci appare come sensazione è, in molti casi, una struttura elaborata di

Structure of significati elaborati fra loro

complex -concorda nel distinguere due linee di fruizione: quella intellettuale e quella

words emozionale; ma contesta l’idea che sarebbe meglio eliminare l’interconnessione fra

le due (è la fonte della posizione di Fish)

-Empson non segue l’esperienza del lettore, ma una struttura arbitrariamente ordinata

che gli permette di analizzare (per categorie) momenti diversi di tale esperienza

-non opera mai letture sequenziali delle parti verbali: non analizza la risposta del

lettore nel suo accadimento temporale lineare

Riffaterre: -si concentra sulla risposta del lettore e ne osserva la sequenza temporale

-replicando alla lettura di Les Chats di Levi-Strauss e Jacobson afferma che i sistemi

di corrispondenza offerti da un’analisi strutturalista non sono necessariamente

percepiti né seguiti dal lettore (non ne consegue però, come da lui sostenuto, che i

dati su cui essa si fonda siano irrilevanti)

-distingue fra due tipi di linguaggi: poetico (“nel caso dell’arte verbale predomina il

messaggio come fine a se stesso, non come mezzo”) e ordinario, e quindi in due tipi

di strutture di discorso e di risposte

-Riffaterra si rifà dunque al modello deviazionistico che ha le sue radici nella

distinzione di Mukarovsky fra linguaggio standard e linguaggio poetico

-la stilistica è lo studio degli ES

-gli ES sono quei meccanismi interni al testo che impediscono al lettore di predire

alcun tratto si rilievo (la prevedibilità produce letture superficiali)

-il contesto stilistico è uno schema linguistico improvvisamente rotto da un elemento

imprevedibile, di contrasto (stilistica contrastiva)

-la norma rispetto a cui si riconosce la deviazione non è universalmente costante,

infatti in alcuni contesti un dato costituisce un ES in altri no, perciò non è possibile

stilare alcun inventario fisso

-secondo Riffaterre la risposta diventa notevole solo in corrispondenza di un ES

-il metodo di Riffaterre è limitato perché non può portare dagli ES al significato, in

quanto i due elementi sono indipendenti

-in realtà non si deve distinguere fra fatti linguistici e fatti stilistici, esistono solo fatti di risposta

-il metodo dell’analisi esperienziale è un processo che non ordina materiali, ma trasforma le menti,

non conosce fine, parla del’esperienza ed è esso stesso esperienza, si concentra sugli effetti e ciò

che ottiene è un effetto

Interpretando gli interpreti: il Variorum Commentart di Milton

Per un’analisi della risposta del lettore

-di fronte a spare non ci si deve chiedere che cosa significa, ma che cosa significa che il significato

di spare è sempre stato un problema

-la presenza di storie della letteratura giace sul presupposto che i significati possono essere

specificati indipendentemente dall’attività della lettura

-il metodo formalistico-positivistico è carente perché non vede, e dunque non analizza molti

fenomeni

-Paradise Lost: mentre possiamo estrarre l’evidenza di una legge divina, non possiamo dimenticare

l’evidenza che il testo rende così difficile l’estrazione di tale affermazione

Riconsiderazioni

-lettore ottimale: un lettore modello che sia in possesso di un’educazione, di opinioni, di interessi, di

una competenza linguistica tali da premettergli di avere l’esperienza che l’autore ha voluto fornire

-la critica usuale considera le caratteristiche formali come prioritarie e indipendenti

-il lettore produce sempre senso e lo produce non appena gli sia possibile

-di solito si ritiene che l’interpretazione sia prodotta dall’intenzione dell’autore e dalla sua

realizzazione formale; in realtà è l’interpretazione che crea l’intenzione e le sue realizzazioni

formali creando le condizioni in cui è possibile individuarle; costruita l’interpretazione i ruoli si

invertono e i tratti formali, creati dall’interpretazione, diventano l’origine e il sostegno

dell’interpretazione stessa

-la forma dell’esperienza del lettore, le unità formali e la struttura dell’intenzione sono un’unica

cosa, che esse affiorano simultaneamente e che pertanto le questioni della priorità e

dell’indipendenza non si pongono

-si osserva ciò che è reso osservabile tramite una strategia interpretativa, ciò che le nostre abitudini

percettive mettono in evidenza; se la strategia è divenuta molto familiare le forme che produce

sembrano parte del mondo (ex. le regole grammaticali piuttosto che rispettare ei rapporti li creano)

Le comunità interpretative

-come si può spiegare il fatto che lo stesso lettore si comporta in maniera diversa leggendo due testi

diversi, mentre lettori diversi si comportano in maniera simile leggendo il medesimo verso?

-le strategie interpretative non vengono messe in opera dopo la lettura, ma sono la forma stessa

della lettura e in quanto tali danno al testo la loro forma, producendolo invece che esserne prodotto

-in realtà quindi i concetti di “stesso testo” e “testo differente” sono fittizie in quanto ciascun lettore

legge il testo che egli produce, differente da quello prodotto da tutti gli altri, e poiché l’atto della

lettura è eminente temporale il testo prodotto in un punto del tempo, non sarà del tutto uguale a

quello prodotto in un altro punto

-la predisposizione del lettore a mettere in opera diverse strategie interpretative produrrà differenti

strutture formali (due testi sono differenti perché io ho deciso che lo siano)

-testi differenti possono quindi anche non dare luogo a reazioni differenti, risposta che implica in

maniera forte che essi non esistono; allo stesso modo lo “stesso testo” può produrre reazioni diverse

(è la storia della critica letteraria)

-è una regola interpretativa la regola della fede esposta da Agostino nel De dochtrina crhistiana:

stabilisce qual è il significato da cercare, si forniscono le istruzioni necessarie per produrlo, in

questo caso per produrre all’infinito lo stesso testo; Dio è ovunque come risultato di un atto

interpretativo coscientemente eseguito su dati altrimenti accessibili , ma come risultato di un atto

interpretativo a un livello così profondo che è indistinguibile dalla coscienza stessa

-è un programma interpretativo il “linguaggio ordinario”; producono sempre lo stesso testo: la

critica psicoanalitica, la numerologia, il robertsonianismo (traslocazione robertosoniana, interessa i

cromosomi)

-le comunità interpretative sono costituite da tutti coloro che condividono le medesime strategie

interpretative per produrre i testi

Circostanze normali, linguaggio letterale, atti linguistici diretti, l’ordinario, il quotidiano, l’ovvio,

ciò che va da sé, e altri casi speciali

-determinatezza e decidibilità sono sempre accessibili, ma non a causa delle limitazioni imposte dal

linguaggio o dal mondo, cioè da entità indipendenti dal contesto, bensì a causa delle limitazioni

insite nel contesto o nei contesti in cui ci si trova ad operare

-il linguaggio non ha una forma indipendente dal contesto ma, dal momento che il linguaggio lo si

incontra solo in contesti, e non in astratto, esso ha sempre una forma, anche se non è sempre la

stessa

-categorie quali “il naturale” e “il quotidiano” sono convenzionali, non definiscono qualità del

mondo, ma proprietà del mondo così come ci viene dato dai nostri assunti interpretativi

-le categorie del “naturale” e del “quotidiano” sono sempre piene perché non esiste mai un punto

nel quale viga un insieme di assunti interpretativi, ma questi assunti possono variare

-di solito si usa il temine “letterale” in relazione al solo significato stabile che il testo dovrebbe

avere, si dovrebbe invece dire “letterale” riguardo la molteplicità di significati unici che il testo può

avere in una serie di situazioni diverse; in ogni caso un significato letterale esiste sempre, in

ciascuna situazione esso sembrerà così ovvio che nessuno penserà che possa essere altrimenti (ex.

Private members only); ogni lettura è inevitabilmente legata ad un contesto ed a uno scopo

Garrett: -tutte le frasi sono ambigue, tutte le frasi hanno più di un significato

-lo sbaglio di Garrett è di ammettere che vi sia una fase in cui le frasi hanno un significato

al di fuori della loro percezione

-infatti non riesce a spiegar perché, se tutte le frasi sono ambigue, noi non ci accorgiamo

della maggior parte delle ambiguità

-una frase non è mai staccata da un contesto

-forza illocutoria definisce il modo in cui un enunciato viene recepito; la teoria degli atti linguistici

afferma che nessun enunciato viene mai recepito come neutro

-le forze illocutorie non sono stabili, variano a seconda delle circostanze, de ne dovrà dedurre

quindi che la forza illocutoria non è proprietà delle frasi ma delle situazioni

J. Searle: -distingue fra: atti linguistici diretti, quelli che significano ciò che dicono

atti linguistici indiretti, quelli che significano qualcosa di diverso o di

addizionale

-l’assunto presuppone che vi sia un significato normale, non marcato degli enunciati al di

fuori di ogni contesto (è una categoria, gli enunciati constativi, che Austin ha tentato di

eliminare)

-in realtà la distinzione fra atti diretti e indiretti non sussiste, perché ogni atto è determinato nel suo

significato dal contesto, e non esiste alcun significato al di fuori di un contesto

-possiamo affermare che tutti gli atti linguistici sono diretti perché i loro significati vengono

afferrati direttamente; e tutti gli atti linguistici sono indiretti, perché i significati afferrati

direttamente sono funzioni delle situazioni in cui sono incorporati

-Searle stesso usa esempi che

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A.A. 2013-2014
8 pagine
16 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Karenina3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Dell'Aversano Carmen.