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John Donne – The Holy Sonnets
To Death
Death, be not proud, though some have called thee
Mighty and dreadful,for thou art not so;
For those whom thou think’st thou dost overthrow
Die not, poor Death, nor yet canst thou kill me.
(5) From rest and sleep, which but thy pictures be,
Much pleasure; then from thee much more must flow,
And soonest our best men with thee do go,
Rest of their bones, and soul’s delivery.
Thou art slave to fate, chance, kings, and desperate me,
(10)And dost with poison, war, and sickness dwell,
And poppy or charms can make us sleep as well
And better than thy stroke; why swell’st thou then?
One short sleep past, we wake eternally,
And death shall be no more; Death, thou shalt die.
TRADUZIONE:
Morte, non essere fiera, anche se qualcuno ti ha chiamata
Possente e terribile, perché tu non lo sei;
Ché quelli che pensi di travolgere
Non muoiono, povera Morte, né ancora tu puoi uccidere me.
Dal riposo e dal sonno, che non sono che tue immagini,
(Deriva) molto piacere; quindi da te deve derivarne maggiore,
e prestissimo i nostri migliori uomini se ne vanno con te,
Riposo delle loro ossa, e liberazione dell’anima.
Tu sei schiava del fato, del caso, dei re, e degli uomini disperati,
E dimori con veleno, guerra, e infermità,
E oppio o incanti possono farci dormire altrettanto
E meglio del tuo colpo; allora perché insuperbisci?
Trascorso un breve sonno, vegliamo in eterno,
E la morte non esisterà più; Morte, tu morirai.
ANALISI:
Il sonetto, scritto intorno al 1618, appartiene a “The Holy Sonnets” di John Donne,
pubblicata nel 1633. Il suo proposito è mostrare la morte alla morte stessa. Fu scritto
nel periodo in cui diventò predicatore della religione anglicana a seguito della morte
della moglie.
“To Death” presenta 2 punti di vista: la visione secolare della morte (nelle quartine) e
la visione cristiana (nel distico finale). Dopo la morte c’è la vita eterna.
Analisi metrica:
Lo schema delle rime è ABBA ABBA CDDC EE (il distico finale non fa più rima con la
pronuncia moderna delle due parole).
v. 6 : consonanza
vv. 1-2 / 11-12 : enjambement