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RAPPORTO CON IL PASSATO:
IL Abbiamo già detto che il modernismo non rifiuta il passato. Nel
Elliot Tradition of the Individual Talent”
saggio di “The egli dice che per essere davvero moderni
passatez-
bisogna avere la tradizione sulla punta delle dita e il senso storico, che è il senso della
za del passato ma anche della sua presenza. Nel momento in cui leggiamo o guardiamo un’o-
pera d’arte, quello è passato ma nello stesso tempo presente, in quanto quando un autore scrive,
lo fa guardando alla tradizioni, quindi agli autori che ha letto e che ha dentro di sè.
metodo mitico
Il è una formulazione di Elliot nel saggio “Ulysses Order and Myth”.
Quando Joyce scrive Ulysses fu accusato di aver scritto qualcosa di caotico e di poco valido, El-
liot lo difende dicendo che Joyce ha fatto una scoperta dal valore di una scoperta scientifica e lo
continuo parallelismo tra passato e presente,
definisce metodo mitico, che è il che è quello
lavo-
che fa Joyce: prende l’Odissea e struttura il suo capolavoro sulla base di essa. Fa quindi un
ro di messa in ordine del caos che viene prospettato dalla modernità sfruttando il mito.
Quindi, il metodo mitico è il parallelismo tra passato e presente che dà ordine. Lo farà anche Elliot
“The Waste Land”
in quando farà riferimento al mito del pescatore e ad altre mitologie.
Virginia Woolf, in Modern Fiction, dice che quello che è importante ora per gli autori è la registra-
zione di atomi che sono le impressioni che riceviamo continuamente nel nostro cervello, così
come cadono, senza tentare di dare ordine al caos. Quello che dice che i modernisti non devono
fare è ordinarla: devono mostrare vita com’è, nel suo caos. Se per Dickens il momento centrale
del racconto era la morte del suo protagonista, per lei non lo è più. Ora l’accento cade su cose
diverse: non sull’evento in sé, ma su com’è vissuto, sulle emozioni e le percezioni dei personaggi.
La vita è caos, non è come in un romanzo: mostriamola per quello che è, non cerchiamo per forza
di modificarla. nuove tecniche narrative
Per quanto riguarda le e le nuove modalità quindi di scrittura, c’è:
- Uso dell’Interior Monologue e lo Stream of Consciousness, che consiste nel tentativo del-
l’autore di portare sulla pagina non quello che pensa l’autore stesso o il narratore ma come
funzionano i meccanismi della psiche. Quindi abbiamo questo flusso di coscienza del perso-
naggio, è come se l’autore tentasse di entrare direttamente nella testa del personaggio. Legge-
re lo Stream of Consciousness è difficile a causa dell’assenza di sintassi e di grammatica, es-
sendo esso il pensiero pre-verbale. L’Interior Monologue, invece, è un pò più strutturato.
- Epiphany of being”
(Joyce) e “Moments (Woolf) -> non sono vere e proprie tecniche narrative.
Joyce, essendo cresciuto dal gesuiti, usa un linguaggio che appartiene alla sfera religiosa, an-
che se si allontana da religione. Quindi usa un linguaggio religioso ma lo svuota del suo signifi-
Spiritual Manifestation”,
cato. Per Joyce, l’Epifania è una “Sudden un momento di improvvisa
rivelazione spirituale, in cui per un attimo il caos della vita si placa e la realtà si rivela. Così an-
“Moments of Being”
che i per Virginia Woolf.
CARATTERISTICHE DEL MODERNISMO:
C’è una distorsione intenzionale della forma: gli autori modernisti un pò come quelli dei quadri
cubisti, anziché registrare sulla superficie il dato come appare lo registrano secondo le percezioni
di chi lo osserva. Questo porta a non esserci più racconto in ordine cronologico, ma le strutture
vengono alterate secondo gli scopi dell’autore in quel momento, quindi non si segue più un forma
naturalistica, ma si piega a esigenze estetiche che in quel momento sono attive per l’autore. Per
esempio, lo stesso utilizzo dello stream che non è un modo classico di raccontare, la forma viene
distorta.
I modernisti si concentrano sul fatto che le percezioni che ogni personaggio ha, dato le premesse,
non sono certe. Autori modernisti si rifiutano di considerare le cose che loro percepiscono come
qualcosa di certo (es. emozioni personaggi) e vogliono così sottolineare che le nostre percezioni
sono incerte, temporanee e soggette a cambiamenti. Autori modernisti non tentano di moderniz-
zare esperienza ma la cambiano nel modo in cui la percepiscono (ma le percezioni sono incerte).
Le nostre percezioni cambiano e i modernisti si rifiutano di ordinarle e censurarle, cosa che si fa-
ceva prima.
Di conseguenza emerge nei testi modernisti necessità di dare conto della complessità del mondo
e mostrarlo così senza modificarlo, semplificarlo.
LA SCUOLA DI CAMBRIDGE
Le modalità critiche cambiano nel tempo. Prima del modernismo essa era affidata a grandi autori
che sono stati anche grandi critici, sostanzialmente era un tipo di critica secondo i modernisti di
stampo impressionistico -> ciò non significa che i critici pre modernisti fossero poco bravi, ma ci
si basava soprattutto sulle impressioni del critico o sulla biografia dell’autore mettendola in rela-
zione con il suo testo. Testi modernisti -> molto complessi. Parallelamente all’esigenza di rinnova-
re forme artistiche, si sente l’esigenza di rinnovare anche l’approccio di critica dei testi. Impulso a
questo rinnovamento delle teorie critiche arriva da T. S. Elliot (rivoluziona poesia e critica) -> in-
teoria dell’impersonalità
venta -> opinioni personali del critico, le impressioni più che le sue teorie,
non servono più (opinione prima di Elliot e successivamente anche secondo fondatori della sua
scuola)
I. A. Richards, uno dei fondatori di questa Università, pensa che ci sia bisogno di un metodo criti-
co scientifico e applicabile da tutto. E sulla base della teoria dell’impersonalità di Elliot inizia a
guardare testo letterario in maniera scientifica considerandolo un fenomeno linguistico complesso
of Literary Cri-
che va analizzato secondo dei criteri di tipo scientifico. Richards scrive “Principles
ticism” Criticism”
(1924) e “Practical (1929) .
Altri esponenti di rilievo sono:
A) William Empson, che scrive “Seven Types of Ambiguity” (1930), un testo fondamentale, che
parla dell’ambiguità della parola poetica. Ambiguità nel senso di ricchezza ma anche di poli-
semia, quindi dei vari modi in cui può essere interpretata una parola; quindi lui indaga le am-
biguità lessicali della parola poetica. Approccio da “filologo”
B) Civilisation and Minority Culture”
F. R. Leavis, che scrive “Mass (1930), in cui identifica l’idea
che la cultura di massa con la sua riproducibilità tecnica stia <<svendendo>> il livello cultura-
le e che sia necessario che una minoranza di intellettuali si opponga a …………. Culturale
(cerca sul testo, registrazione incomprensibile). Egli ha più un approccio sociologico-etico.
reading)
Essi inventano la lettura ravvicinata (close di un testo: come se il testo fosse da seziona-
re. Non si analizza quindi dai suoi rapporti con il mondo esterno ma solo il testo stesso.
Successivamente queste posizioni -> criticate. Vari correnti future recupereranno contesto stori-
co, biografia dell’autore, ecc… al giorno d’oggi si fa una critica che è un misto delle due cose.
Negli anni 20 e poi 30 scuola di Cambridge si afferma come la modalità critica più adatta ad ana-
lizzare e leggere le opere moderniste che sono complesse e stratificate.
Anni 40 -> Richards si trasferisce negli Stati Uniti e porta lì questo tipo di modalità critica che
New Criticism.
prende nome lì di
Verso gli anni 60 perde vigore perché subentrano altri approcci critici, come le psicoanalitiche,
femministe, neostoriciste, ecc…
BLOOMSBURY GROUP.
Prende il nome da un quartiere di Londra, ma il primo nucleo di persone che diventeranno poi
Bloomsbury Group si trova all’università di Cambridge. Le Università inglesi hanno una sorta di
The Apostles
club in cui si riuniscono studenti, questo si chiamava e ne facevano parte Leonard
Woolf, Lytton Strachey, John Maynard Keynes, Clive Bell, e i figli di Leslie Stephen: Adrian e Tho-
Apostles)
by, e le sorelle Virginia e Vanessa. Questo nucleo (the quando finiscono di studiare a
Cambridge tornano a Londra, dove il gruppo si allarga, ritrovandosi tutti a casa Stephen.
[Leslie Stephen è un intellettuale vittoriano, la cui casa è frequentata da filosofi, letterati, ecc..]
Il Bloomsbury Group attivo soprattutto negli anni ‘10, ’20 e ‘30 del Novecento ed è un gruppo
molto eterogeneo perché ne fanno parte personalità di vari ambiti: ad esempio, Leonard woolf è
un uomo politico, Clive Bell è un pittore e un critico d’arte, Keynes è un economista, Strachey è
un biografo e intellettuale.
Con il tempo ne faranno parte anche altre personalità, come:
- Roger Fry, critico d’arte -> fa le famose mostre di pittori francesi e queste mostre (intorno al
1910) influenzano così tanti il discorso letterario che in “Mr Bennet and Mrs Brown” Virginia
Woolf dirà “nel 1910 l’animo umano cambia”. È così forte l’impatto delle mostre d’arte sul pa-
norama culturale che si percepisce un momento di distacco da quello che è avvenuto prima;
- Duncan Grant, pittore;
- E. M. Forster, scrittore;
- Bertrand Russel, filosofo;
- T. S. Eliot, anche se non ne farà parte in maniera specifica ma lo frequenta anche lui.
Il Bloomsbury Group è un gruppo che appartiene a un livello sociale alto-borghese e ha un’insof-
ferenza forte nei confronti dei limiti imposti dal paradigma vittoriano da un punto vista estetico e
morale (cose che, appunto, contesta).
La parte più radicale del Modernismo critica il Bloomsbury Group dicendo che prende gli aspetti
più clamorosi del modernismo e li addomestica.
Esso non crea manifesti di nessun tipo e promuove la tolleranza anche in materia di morale ses-
suale e le scritture femminili. -> quindi il Bloomsbyry non è un gruppo di conservatori come dico-
no i modernisti più spinti come Pound, ma ha posizioni sfumate: dal punto di vista estetico Pound
può avere ragione pur essendo molto estremo, ma dal punto di vista politico è un gruppo da con-
siderare liberale proprio per queste “tolleranze”.
T.S. ELIOT. outsiders ->
È un autore americano. Infatti il moderni