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LA COMMEDIA DELL'ARTE

Questo teatro è determinato da:

  • un cambio di mentalità
  • un nuovo modo di concepire la rappresentazione
  • un allargamento al pubblico più ampio

Se per il Rinascimento si parla di sperimentazioni soprattutto all'interno delle corti per quanto riguarda il recupero di un'idea di teatro che poi si concretizza in un edificio teatrale, al di fuori dalle corti il teatro si continuava lo stesso a fare, anche nel senso di rappresentazione di un testo.

La commedia dell'arte è un fenomeno che costituisce uno dei tanti generi, che abbraccia circa due secoli di storia europea e che influenzerà anche tutti i generi del teatro contemporaneo, dalla commedia letteraria al melodramma.

La commedia dell'arte dilaga in tutta Europa e lascia delle influenze profonde, maturandosi parallelamente al procedere di altri generi: la drammaturgia religiosa, il teatro di corte, l'intermezzo, il melodramma. Essi sono infatti fenomeni.

teatrali che coesistevano nellasocietà. Cosa vuol dire "commedia dell'arte"? La formula è relativamente tarda: il primo a usare questo nome fu un letterato giornalista, Giuseppe Baretti, che il 15 marzo del 1764 nel recensire il primo volume delle commedie di Carlo Goldoni utilizza questo termine. Questo inciso può far pensare a una sorta di neologismo, ma la sua incertezza nell'usare questo termine dipende dal fatto che per lui era inusuale: lui sembra accusare Goldoni di utilizzare un termine gergale.

Il termine "commedia dell'arte", in effetti, viene usata da Goldoni nel 1750 in una sua commedia, Il teatro comico, che si può considerare la commedia-manifesto della sua riforma drammaturgica, riforma della commedia dell'arte. Goldoni in questa commedia intendeva proporre un nuovo genere drammaturgico costruito sul carattere e sulla psicologia dell'attore, con un testo scritto e imparato a memoria dagli attori.

quindi secondo modalità completamente diverse rispetto a quanto accadeva ai suoi tempi. Nel suo teatro, Goldoni simula un gioco incentrato su una compagnia di comici dell'arte, abituati ad un sistema affermato, che viene invitata dal capocomico ad affrontare una nuova drammaturgia, tutta scritta e imparata a memoria, per la quale gli attori non sono pronti e che considerano una novità faticosa. Goldoni quindi usa questo termine per distinguere un genere di commedie in cui comparivano le maschere, e che erano in netta contrapposizione con la sua riforma drammaturgica: lui pensava infatti ad una drammaturgia costruita sul carattere, sulla personalità dell'attore, ma non sulla maschera. Ancora oggi "essere in arte" o "essere figli d'arte", "avere un nome d'arte" significa esercitare il mestiere dell'attore: significa quindi svolgere una professione, far parte di una categoria e di una corporazione (come nel).

Medioevo l'arte della lana, l'arte della seta, una corporazione che raggruppava proprio le stesse categorie di persone che lavoravano). La commedia dell'arte, allora, è la commedia di coloro che praticano lo stesso mestiere, ovvero l'arte della recitazione. "Arte" è un termine che bisogna fare attenzione ad utilizzare: la cultura idealista con questo termine indica un'attività creativa superiore e di natura estetica, cosa che è falsa. Pur non escludendo il talento della persona che pratica arte, in realtà il termine "arte" significa esclusivamente "mestiere": quindi corporazione di chi esercita esclusivamente un mestiere. Già il filosofo Benedetto Croce, nell'opera Intorno alla commedia dell'arte, interpreta questo fenomeno come un fenomeno professionale, come la pratica di un mestiere. Il giudizio di Croce viene poi confutato nel 1969 dall'inglese Allardyce Nicoll.

che nel libro Il mondo di Arlecchino la intende come concetto artistico e estetico. Sono due giudizi antitetici che possono anche avere un valore ambivalente: arte non va intesa solo come concetto di "bello estetico", ma è legata anche alla professione. L'arte, in quanto tecnica, si basa su una serie di norme conoscitive che consentono di praticare quel mestiere. Nel corso del Seicento questi comici non si chiamano ancora "comici dell'arte", ma venivano indicati con varie espressioni che si riferiscono soprattutto al modo della rappresentazione:
  • Commedia all'improvviso (o all'impronta)
  • Commedie mercenarie: cioè commedie vendute come merce
  • Commedie degli zanni: commedia praticata da una tipologia di attore, lo zanni, che ebbe grande successo e che era il tipo, la maschera intorno al quale ruotava la drammaturgia
  • Commedie a soggetto
  • Commedie degli istrioni

IL TEATRO DIVENTA UNA PROFESSIONE

La novità sta proprio in questo:

chi la pratica, la pratica per professione. Mentre prima, ad esempio con i giullari, il teatro era un momento di svago e di divertimento, ed era quindi praticato da dilettanti, qui diventa una vera e propria professione. Il praticare costantemente la recitazione e vivere guadagnando con quella è una rivoluzione di mentalità e di sistema.

Un attore, Pier Maria Cecchini, in arte "Frittellino", nel 1614 nell'opera Discorsi intorno alla commedia delineava l'abitudine fiorentina di iscrivere i propri attori nel numero delle arti necessarie, delle categorie.

Dalla seconda metà del XVI secolo, quindi, si assiste alla maturazione di un sistema di fare teatro organizzato per gruppi di persone che si uniscono insieme, praticano lo stesso mestiere e creano una sorta di associazione che trasforma il recitare in pubblico in un modo di lavorare, un mestiere che li unisce e dal quale traggono sussistenza. Se nel passato la sopravvivenza dell'attore

dipendeva da un governo, da un mecenate o dalle corti, ma maida un contributo del pubblico di spettatori, con questo fenomeno si cambiano le regole delgioco, dando avvio all'idea di teatro moderno per noi scontato.

IL CAMBIAMENTO DEL "TEMPO DI FARE TEATRO"

Anche il tempo di fare teatro cambia: se nel Medioevo, ma anche nella cultura greca, silegava a un momento specifico di sospensione legato alla festa, al rito, a una celebrazionecittadina, questo nuovo fare teatro deve cambiare anche i tempi della rappresentazione. Simaturano allora quelle che noi chiamiamo stagioni teatrali, cioè periodi all'internodell'anno in cui le compagnie e gli attori offrono al pubblico per un certo periodo il lorospettacolo.

GLI SPOSTAMENTI CONTINUI E LA RICERCA DEL PUBBLICO

Il fenomeno della commedia dell'arte ebbe grande successo all'interno di particolari spazichiusi, all'interno delle stanze piuttosto che nelle strade e nelle aree pubbliche.Il loro modo

di fare teatro li obbligava a una continua ricerca di pubblico e di luoghi dove trovare teatro: gli spostamenti continui e la precarietà del gruppo incide sul loro modo di fare teatro, che si doveva adattare a queste esigenze del viaggio. Attori che dovevano spostarsi a piedi o su carri dovevano portare a pubblici diversi i loro testi con estrema rapidità e secondo una tecnica recitativa, quella dell'improvvisazione, che gli consentiva di non avere testi scritti e di non recitarli, e dovevano essere compresi da tutti. Il loro teatro, quindi, doveva essere agile, ben adattabile a qualsiasi ambiente culturale, a palcoscenici diversi, a città e lingue diverse: era quindi una drammaturgia non scritta, che poteva ben adattarsi. La costituzione di gruppi e di compagnie e l'avvio di un modo di produrre spettacolo consentiva a questi attori di non legarsi ad alcune corte, quindi anche di rompere con i mestieranti di piazza, creando un sistema di comunicazione tra le.

fasce più basse deimestieranti di piazza e quelli più letterati. Un errore sulla commedia dell'arte è quello di considerarla come qualcosa che deriva dal carnevale, quando in realtà è proprio l'opposto: è la commedia dell'arte che, assumendo la maschera e certi caratteri, ha permesso poi di affidarla alla nostra tradizione che ne ha poi sovrapposto l'idea, portando a pensare che la maschera sia solo quella dei Carnevali.

PERCHÉ È STATO POSSIBILE CHE SI AFFERMASSE QUESTO FENOMENO?

Tra il XVI e il XVII secolo le città europee avevano visto culminare quella fase di alluvione demografica migratoria che porta ad un'accelerazione di costumi e una circolazione delle merci. Attorno agli anni '40 del 1500, nelle grandi città europee, si intensificano tutta una serie di provvedimenti nei confronti di forestieri e poveri che dilagano in tutta Europa; i governi locali si erano trovati ad affrontare

un' ondata migratoria che gli impose di prendere dei provvedimenti di ordine pubblico per organizzare. Furono quindi organizzati dei centri di raccolta e selezione sociale; la paura nei confronti di questi sconosciuti produsse quel fenomeno di selezionare gli spazi delle città e controllare con una selezione di luoghi e architetture, selezione che portò alla fortuna e alla specializzazione di questa nuova figura di recitante. L' apertura di spazi che servivano ad accogliere la selezione di queste categorie sociali in cerca di sostentamento non fu diversa dalle istituzioni di ospizi per i poveri e migranti: si definirono spazi architettonici all' interno dei quali questi attori migranti poterono proporre il loro mestiere. Questo afflusso demografico e l' imminente crisi economica seicentesca comportò un riordino edilizio e urbanistico che determinò una diversa configurazione della città. Il teatro di questi mestieranti a pagamento si

sviluppò non nel cuore simbolico delle città ma in certi spazi ai margini dove i cittadini potevano incontrarsi con mercanti, forestieri egenti di passaggio. Quindi attorno al 1550 la situazione politica produsse i primi segni del radicamento del teatro a pagamento, e la conseguente opposizione della cultura cattolica.

In tutta Europa le città si organizzarono con teatri a pagamento, ostelli per il rifugio e dei sistemi di protezione di questi gruppi migratori o di sostegno di categorie sociali più bisognose, che entrarono in rapporto con il mestiere dei professionisti attraverso un sistema di pedaggio che le compagnie itineranti di attori di passaggio dovevano versare come contributo. Per poter svolgere l’attività, dovevano pagare una tassa a questi ostelli.

Questo sistema nasce soprattutto in Spagna. Nel 1574 la Cofradía de la sagrada pasión de nuestro senior Gesù Cristo firma un accordo per la gestione centralizzata e unificata.

iazione teatrale "Teatro Solidario" è stata fondata nel 2005 con l'obiettivo di promuovere la solidarietà attraverso la produzione di spettacoli teatrali. Fin dalla sua creazione, l'associazione ha organizzato numerosi eventi teatrali, coinvolgendo attori professionisti e volontari, al fine di raccogliere fondi per diverse cause benefiche. I membri dell'associazione sono appassionati di teatro e credono nel potere dell'arte di sensibilizzare e ispirare le persone. Ogni anno, selezionano un tema sociale di rilevanza e producono uno spettacolo che affronta questo problema in modo creativo e coinvolgente. Gli spettacoli vengono poi messi in scena in teatri di Madrid e i proventi vengono devoluti a organizzazioni non profit che lavorano per migliorare la vita delle persone in difficoltà. "Teatro Solidario" ha collaborato con diverse organizzazioni nel corso degli anni, tra cui associazioni per la lotta contro il cancro, per la protezione dei diritti umani e per l'assistenza ai bambini bisognosi. Grazie al sostegno del pubblico e degli sponsor, l'associazione è riuscita a raccogliere fondi significativi per sostenere queste cause. Oltre alla produzione di spettacoli teatrali, l'associazione organizza anche workshop e corsi di formazione per giovani attori e volontari interessati a contribuire alla causa. Queste attività offrono l'opportunità di imparare e crescere nel campo del teatro, mentre si contribuisce a fare del bene per la società. "Teatro Solidario" è un esempio di come il teatro possa essere utilizzato come strumento per il cambiamento sociale. Attraverso la sua passione per il teatro e la solidarietà, l'associazione continua a ispirare e coinvolgere il pubblico, dimostrando che l'arte può fare la differenza nella vita delle persone.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
84 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e tecnica della messinscena e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Testaverde Anna Maria.